Il ritratto del proibito (II)

Era pronto ad alzarsi e andarsene, a lasciare il più velocemente possibile quell'onsen diventato improvvisamente più bollente dell'Inferno, ma la mano grande e forte di Kyojuro gli afferrò il polso prima che potesse mettersi in piedi. Akaza si voltò con espressione interrogativa, preparandosi a rispondere a tono solo per mantenere la sua solita aria da ragazzo indifferente e inattaccabile; le parole gli morirono in gola quando sentì le labbra calde di Kyojuro posarsi decise sulle sue, coinvolgendolo in un bacio dolce, lento e tanto sensuale da togliere il fiato.

L'eccitazione gli infiammò tempestivamente il basso ventre, risvegliando senza troppe cerimonie l'erezione che aveva provato a tenere faticosamente sotto controllo fino a quel momento. La bocca del professore era calda, morbida e invitante proprio per come l'aveva immaginata durante le ore di storia, quando si perdeva a guardarlo e a fantasticare senza pudore su come sarebbe stato portarselo a letto. Quando Kyojuro interruppe quel contatto paradisiaco, Akaza si lasciò sfuggire un mugolio di disappunto, cosa che fece ridere sommessamente il più grande. Rengoku puntò lo sguardo vermiglio sul volto del ragazzo che aveva baciato e allungò la mano per sfiorargli lievemente una guancia, poi si girò in direzione di Hakuji e fece lo stesso anche con lui, prima di appoggiare nuovamente la testa contro le pietre del bordo vasca e sospirare.

«Dovete... scusarmi.» Disse con tono di voce basso, come se la consapevolezza di ciò che aveva appena fatto gli avesse spento tutto l'entusiasmo che possedeva in corpo. «Io... ho un debole per i gemelli. E ho provato a resistere alla forte attrazione che sento di provare per voi, ma non sono più riuscito a controllarmi. Avervi così vicini, nudi e perfetti, è bastato a farmi perdere ogni traccia di razionalità. Perdonatemi, non avrei dovuto approfittarmi di voi.» Concluse, esternando il senso di colpa che aveva iniziato a divorarlo dall'interno.

I due ragazzi lo fissarono in silenzio per un attimo, poi scoppiarono entrambi a ridere. Kyojuro era un uomo tutto d'un pezzo anche nell'anima, proprio per come dava a vedere. Akaza immaginò che l'essere arrivato a baciare due ragazzi più giovani, per di più suoi studenti, avesse intaccato il profondo senso civico e morale che lo contraddistingueva. Chissà che espressione si sarebbe dipinta sulla sua faccia, se fosse venuto a conoscenza del fatto che i primi a cercare di approfittarsi di lui erano stati proprio loro.

«Non fa niente, Kyojuro.» Rispose Akaza, dopo aver ripreso fiato.

Il professore lo guardò confuso, le spesse e nere sopracciglia aggrottate. Non capiva perché stessero ridendo, né comprendeva il senso della risposta del ragazzo. Aveva fatto una cosa ignobile, per la quale avrebbero potuto denunciarlo. Non ci trovava niente di divertente.

«Non fa niente? Sono un adulto, un vostro professore, e vi ho appena toccati senza consenso-»

Le parole del professore rimasero a metà, sospese in aria proprio come il vapore acqueo che aleggiava nella vasca termale. Akaza gli aveva afferrato un polso e aveva portato la mano tra le proprie gambe, così da fargli sentire chiaramente quanto fosse eccitato e consenziente.

«"Studenti", "professore": sono solo etichette.» Mormorò il ragazzo dai capelli rosa, avvicinandosi all'orecchio di Kyojuro per depositargli un bacio sulla pelle bagnata del collo.

«E l'età è solo un numero.» Disse Hakuji, ricercando a sua volta le attenzioni del professore, accarezzandogli lascivamente il braccio.

Rengoku trattenne bruscamente il fiato e capì di essere finito in una trappola: non era stato lui ad approfittarsi della situazione, ma erano stati i gemelli a creare il pretesto per farlo cedere. All'improvviso, lo strano comportamento incalzante e quasi predatorio che entrambi i ragazzi avevano adottato dal primo giorno, assunse un significato diverso. Pensava nutrissero un forte senso di ammirazione, che cercassero in tutti i modi di fermarsi con lui dopo le lezioni solo perché genuinamente interessati alla materia che insegnava; invece, anche loro si muovevano spinti dall'attrazione che provavano nei suoi confronti.

Raggiungere quella consapevolezza fu dolorosamente liberatorio e il senso di colpa defluì come l'acqua di quell'onsen. In quell'attimo, ogni ruolo venne accantonato e la razionalità segregata in un angolo remoto della coscienza. Volevano tutti e tre la stessa cosa e nessuno di loro sembrava intenzionato a tirarsi indietro.

«Rengoku-san, dovremmo spostarci da qui, non crede? Siamo pur sempre in uno spazio pubblico e potrebbe venire qualcuno in qualsiasi momento.» Disse Hakuji, spostando la mano sul petto muscoloso del professore.

«Mio fratello ha ragione, Kyojuro. Perché non fai il bravo sensei e ci riporti in camera?» Chiese Akaza, continuando a vezzeggiare la pelle lievemente abbronzata del più grande.

«Sì, concordo con voi. Andiamo.»

Rengoku annuì con enfasi, mettendosi in piedi subito e mostrando così quanto stesse apprezzando quelle carezze. I due gemelli si scambiarono un'occhiata complice e sorrisero di fronte a ciò che si era appena palesato davanti ai loro occhi, carichi di febbricitanti aspettative.

• • •

Anche se l'intento iniziale dei gemelli Soyama non era esattamente quello, ad Akaza non dispiaceva affatto l'idea di provare qualcosa di nuovo. Non aveva mai partecipato ad una threesome, anche se una volta gliel'avevano proposto. Pensava che trovarsi in competizione con un altro ragazzo potesse rovinare l'enfasi del momento, che avrebbe potuto sentirsi minacciato in qualche modo dalle prestazioni del terzo partner, ma quel caso era decisamente diverso.

Una volta fatto scorrere lo shoji della stanza che lui e Hakuji condividevano, Kyojuro aveva ripreso a baciare suo fratello con trasporto, proprio davanti ai suoi occhi; e lui non si era sentito infastidito o intimorito dal fatto che avrebbero potuto lasciarlo in disparte. Il professore era stato alquanto chiaro sulle proprie preferenze: li desiderava entrambi allo stesso, identico modo. Certo, gli avrebbe fatto strano vedere il gemello in atteggiamenti intimi, ma poco importava. Si conoscevano come le proprie tasche, si erano visti nudi così tante volte da aver perso il conto; pensò che sarebbe stato un po' come guardare sé stesso allo specchio mentre godeva.

Kyojuro smise di baciare Hakuji per spostare l'attenzione su Akaza che se ne stava ancora in disparte ad osservare la scena. Gli porse la mano e lo attirò a sé, facendolo scontrare contro il proprio petto muscoloso e coinvolgendolo in un altro bacio capace di far girare la testa. Gli yukata che indossavano erano umidi per via della fretta con cui si erano asciugati e dei capelli ancora bagnati che gocciolavano sulla stoffa, cosa che metteva maggiormente in risalto i lineamenti pronunciati dei pettorali che se ne stavano al di sotto.

Akaza approfittò di quella vicinanza con il professore per infilare le mani tra le pieghe dell'indumento, andando a tastare i muscoli sodi dei glutei senza ulteriori indugi – dritto al sodo, come sempre. Sentì Rengoku sospirare sommessamente sopra le proprie labbra e non poté fare a meno di sorridere lievemente. Strinse maggiormente la dita contro le natiche di Kyojuro e cominciò a massaggiarle con movimenti lenti e circolari, felice e soddisfatto; quel culo era anche meglio di come l'aveva immaginato durante i suoi momenti di "sogni erotici a occhi aperti".

Hakuji non rimase fermo a guardare suo fratello pomiciare con l'insegnante di storia: pur avendo messo da parte il loro intento iniziale, continuava a sentirsi in competizione con Akaza e non gli avrebbe permesso di monopolizzare l'attenzione di Rengoku senza fare nulla al riguardo. Si portò alle spalle di Kyojuro con passo lento e calcolato, intercettando lo sguardo del gemello che aveva aperto gli occhi nel percepire i suoi movimenti. Gli sorrise complice e avvolse il corpo del più grande con entrambe le braccia, appoggiando le mani dritte sul suo petto. Un altro sospiro lasciò le labbra dell'insegnante quando Hakuji spostò la stoffa dello yukata per andare a stringere con decisione i pettorali compatti.

A Kyojuro sembrava di stare come su una giostra: gli girava la testa per via dell'eccitazione che aveva preso possesso di ogni singola cellula del suo corpo e si sentiva euforico come non mai. Pur essendoci una parte di sé che continuava a gridargli quanto fosse sbagliato quello che stava facendo, non poteva fare a meno di godere delle attenzioni che i gemelli gli stavano riservando. Nemmeno nelle sue fantasie erotiche più spinte e sfrenate era mai riuscito a immaginare di trovarsi in una situazione come quella, e non aveva davvero nessuna voglia o intenzione di fermarsi. Per anni aveva sopito quei suoi gusti strani e fuori dal normale, sentendosi così inadatto.

«Kyojuro.» Akaza interruppe il bacio e lo chiamò, strappandolo dalle proprie elucubrazioni. «Ci stai pensando troppo.» Disse il ragazzo portando due dita sulla fronte del professore, dritte tra le folte e scure sopracciglia dove albergava una profonda ruga di espressione.

«Si lasci andare, Rengoku-san.» Diede man forte Hakuji, depositando un bacio lieve contro la pelle scoperta della spalla del professore.

«Affidati a noi

Akaza prese tra le mani la cintura che teneva chiuso lo yukata di Kyojuro e la tirò via, scoprendo nuovamente il corpo muscoloso e lievemente abbronzato dell'altro. Fece scivolare la stoffa umida dell'indumento lungo le braccia dell'insegnante, lasciando poi che si raccogliesse scomposta contro il pavimento. Si perse un secondo ad ammirare da vicino quel fisico perfetto che aveva solo immaginato, vagando con lo sguardo sulla pelle liscia e tesa di ogni singola parte. Quando puntò le iridi ambrate sul sesso eretto di Rengoku, Akaza si sentì attraversare da un'improvvisa vampata di calore che lo fece fremere.

Umettando appena le proprie labbra e sorridendo maliziosamente, il ragazzo dai capelli rosa si inginocchiò di fronte a Kyojuro e strinse le dita attorno all'erezione turgida che gli svettava davanti agli occhi. Quando sentì la mano di Akaza cominciare a massaggiarlo senza alcuna esitazione, il professore reclinò appena la testa all'indietro e si lasciò sfuggire un gemito profondo. Hakuji ne approfittò per continuare ad accarezzargli i pettorali, pizzicando e tirando di tanto in tanto i capezzoli che erano diventati turgidi per il piacere. Appoggiò le labbra contro la spalla destra e gli depositò una scia di baci umidi lungo la linea del collo, soffermandosi più di una volta a succhiare la pelle sensibile della nuca – lasciata scoperta dallo chignon scompigliato con cui l'insegnante aveva raccolto i propri capelli durante il bagno nell'onsen.

Akaza alzò lo sguardo su Rengoku e Hakuji, beandosi di quella visione così sensuale. Non aveva idea che suo fratello potesse essere tanto passionale con un uomo. Dopo Koyuki, sapeva che si era lasciato andare a nuove esperienze, ma mai si sarebbe aspettato di poterne condividere una in quella maniera. Un'altra scarica di piacere gli accese ogni terminazione nervosa, portandolo a desiderare qualcosa di più.

Avvicinando le labbra al sesso ormai abbondantemente umido e sempre più teso, Akaza aprì la bocca e lo fece scivolare al suo interno, stringendolo con decisione tra lingua e palato. Kyojuro sgranò gli occhi vermigli e gemette senza contegno: il calore improvviso che gli aveva avvolto il membro turgido, e la meravigliosa sensazione nel trovarsi stretto tra quelle labbra morbide, rischiarono di fargli raggiungere l'orgasmo in un battito di ciglia. Infilò le dita tra i corti capelli rosa del ragazzo e si aggrappò con decisione alle ciocche umide, impedendogli così di muoversi per riprendere il controllo.

Hakuji smise di vezzeggiare il collo di Rengoku e abbassò lo sguardo su ciò che stava facendo suo fratello. Akaza era sempre così irruento e intraprendente, ma anche lui non era certo da meno. Aveva imparato diverse cose, da quando aveva deciso di lasciare Koyuki, e quella era decisamente l'occasione giusta per sfoderare e mettere in atto le proprie tecniche amatoriali.

Si inginocchiò a sua volta, portandosi ad altezza dei glutei del professore, e appoggiò le mani contro quei muscoli tondi e sodi. Li massaggiò un po', saggiandone la consistenza, poi li strinse tra le dita e li divaricò così da scoprire la piccola apertura nascosta in mezzo. La guardò contrarsi appena in uno spasmo involontario, poi avvicinò il proprio viso al corpo del professore.

«H-Hakuji, aspe-»

Kyojuro non riuscì a finire di parlare: la lingua di Hakuji andò a sfiorare con decisione la pelle sensibile di quello stretto orifizio e premette affinché la punta scivolasse al suo interno, leccando e penetrando per quanto gli fosse possibile. Quell'ulteriore stimolazione provocò una scarica di piacere talmente intensa e potente, che per Rengoku fu impossibile resistere e trattenersi oltre. L'orgasmo lo travolse con forza, facendolo tremare come una foglia mentre riversava il proprio seme dritto nella gola di Akaza. Il ragazzo dai capelli rosa ingoiò senza battere ciglio, raccogliendo ogni singola goccia di sperma come fosse linfa vitale.

Con il fiato corto, il professore guardò il suo giovane studente leccarsi le labbra sporche e si sentì travolgere da una nuova ondata di desiderio puro e ardente. Hakuji stava continuando a stimolarlo da dietro e ben presto vide il suo stesso membro tornare nuovamente in erezione. Akaza si mise in piedi e cercò le labbra di Kyojuro per coinvolgerlo in un bacio intenso, fatto di lingue e saliva, di sapori che si mischiavano tra di loro. Squittì improvvisamente, quando avvertì le mani dell'insegnante infilarsi sotto lo yukata per andarsi a stringere attorno alla propria intimità, e sospirò a lungo nel sentire i palmi lievemente ruvidi che gli strofinavano la pelle con fermezza e decisione. Non sarebbe venuto per così poco, ma si stava eccitando davvero come non mai.

«Kyojuro, come preferisci essere scopato?» Chiese Akaza, parlando sporco di proposito.

Rengoku fermò i propri movimenti e puntò le iridi vermiglie in quelle ambrate del ragazzo che aveva davanti. Solitamente era lui quello attivo, ma c'era una fantasia che gli ronzava in testa ogni volta che si immaginava stretto tra i corpi di due gemelli – ed era anche quella che riusciva a fargli raggiungere sempre un appagante orgasmo, quando si masturbava da solo. Spostò per un attimo lo sguardo anche su Hakuji, che aveva smesso di leccarlo per iniziare a stimolare la piccola apertura direttamente con le dita, e prese la sua decisione.

«Vi voglio entrambi. Insieme.» Disse con tono sicuro, aprendosi in un sorriso raggiante – in fondo, quando gli sarebbe ricapitata un'opportunità del genere?

Akaza sorrise a sua volta e guardò Hakuji, trovandolo lievemente rosso in viso ma visibilmente elettrizzato. Per essere la prima volta che sperimentavano una cosa a tre, gli eventi stavano prendendo una piega decisamente piacevole e interessante. Non si sarebbero mai aspettati di ritrovarsi a scopare contemporaneamente con la stessa persona; adesso che si apprestavano a farlo, quella prospettiva appariva maledettamente eccitante. Chissà perché non ci avevano mai pensato prima.

Senza ulteriori indugi, i due ragazzi ripresero a vezzeggiare e stimolare il professore; baciarono ogni porzione di pelle disponibile tra petto e schiena, toccarono e accarezzarono i muscoli guizzanti delle braccia e del ventre. Dopo aver bagnato abbondantemente le dita con la propria saliva, Hakuji ricominciò a sfiorare la piccola apertura nascosta tra i glutei di Kyojuro. Spinse appena i polpastrelli contro l'orifizio, facendo sì che i muscoli si rilassassero un po' per volta e gli permettessero di insinuare un primo dito all'interno del corpo dell'insegnante.

Nel frattempo, Akaza prese a dedicarsi nuovamente all'erezione tesa dell'insegnante, stringendola in una mano e masturbandola con veloci movimenti di polso. Anche se non l'aveva mai fatto prima, sapeva che la doppia penetrazione necessitava della giusta dose di preliminari per evitare di farsi male. Quindi lui e Hakuji dovevano far sì che Kyojuro fosse abbastanza rilassato e pronto per riceverli entrambi. Così continuarono a masturbarlo e prepararlo, usando in abbondanza il lubrificante che Akaza aveva portato con sé – "Non si sa mai!", si era detto mentre infilava il tubetto in una tasca interna dello zaino – per lubrificare al meglio lo stretto anello di muscoli che avrebbe dovuto accoglierli contemporaneamente.

Quando Rengoku riuscì ad accettare quattro dita dentro di sé, i gemelli capirono che era pronto per il passo successivo. Si guardarono negli occhi per un breve istante, decidendo silenziosamente chi dei due dovesse cominciare – anche se lo sguardo ardente di Akaza non ammetteva repliche: sarebbe stato lui il primo a sprofondare tra le pareti calde del fondoschiena di Kyojuro. Di fronte a quella scelta implicita, Hakuji annuì da dietro la spalla del professore e sfilò via le dita. Un gemito pieno di frustrazione riempì la stanza, ma venne sostituito subito dopo da una cacofonia di ansimi decisamente più appagati.

Akaza si liberò velocemente dello yukata sgualcito che ancora gli copriva il corpo, mettendo così a nudo quel fisico allenato che aveva già attirato l'attenzione del giovane insegnante durante il bagno. Si mise a sedere su uno dei due futon presenti nella stanza e invitò Kyojuro a raggiungerlo, tirandolo appena per un braccio così da farlo finire a cavalcioni sul proprio inguine. Riprese a baciarlo, sciogliendo del tutto la crocchia disordinata con cui l'altro aveva cercato di domare i capelli biondi. Ad Akaza piaceva il modo in cui le ciocche ricadevano attorno al viso di Rengoku e aveva sempre desiderato poter insinuare le proprie dita tra quei fili dorati.

Lo baciò di nuovo con trasporto, beandosi dei sospiri che echeggiavano nella stanza ogni volta che gli sfiorava il palato con la lingua o che gli premeva contro l'erezione congestionata e bisognosa di attenzioni. Mentre continuava a esplorare minuziosamente la sua bocca, lo afferrò per i fianchi e lo aiutò a calarsi sul proprio membro: avendolo preparato per bene fino a quel momento, per Rengoku non fu difficile accogliere Akaza per intero, fino alla base, lasciandosi andare a un lungo gemito di piacere. Anche il ragazzo dai capelli rosa si abbandonò all'estasi di quel momento, staccandosi dalla bocca del professore per ansimare sonoramente. Finalmente Kyojuro era suo.

Iniziò sin da subito a muoversi con irruenza, alzando i fianchi verso l'alto in scatti veloci ogni volta che accompagnava il bacino dell'altro verso il basso. Il lubrificante aveva reso l'orifizio dell'insegnante scivoloso e cedevole al punto giusto, tanto da portare Akaza pericolosamente vicino all'orgasmo. Fu proprio in quel momento che si fermò, evitando così di riversarsi subito all'interno del corpo caldo del più grande. Rengoku mugugno di nuovo con disappunto e puntò le iridi vermiglie sul viso del giovane ragazzo. Akaza lo trovò più bello e seducente di prima, con le guance arrossate, gli occhi liquidi di piacere e i capelli arruffati come una criniera.

Un sospiro da parte di Hakuji attirò l'attenzione di Akaza. Suo fratello era rimasto in disparte, a guardarli mentre si masturbava, in attesa di potersi unire a loro. Gli fece cenno di avvicinarsi e si sistemò meglio, così da dargli il giusto spazio. Il ragazzo dai capelli neri si mise in ginocchio tra le gambe del gemello e tornò a baciare e vezzeggiare la pelle della schiena di Rengoku. Lo morse appena lungo la linea della colonna vertebrale, fino alle scapole, poi se lo tirò contro per poter godere anche lui di quella bocca calda; facendolo inarcare leggermente all'indietro, si impossessò della sua lingua senza alcuna esitazione.

Akaza mugugnò di piacere, quando i muscoli interni di Kyojuro si strinsero attorno al proprio membro eretto per il cambio repentino di posizione. Guardò suo fratello vezzeggiare il palato di Rengoku e non poté fare a meno di trovare la scena dannatamente eccitante. Approfittò di quello scambio di effusioni per far vagare le mani sul corpo del giovane uomo, per toccare la pelle accaldata dei pettorali e giocare con i capezzoli fino a farli diventare rossi e sensibili.

Quando Hakuji fu soddisfatto dello scambio di saliva che aveva intrapreso con l'insegnante, lo fece piegare leggermente in avanti e gli sfiorò le natiche, osservando come accogliessero perfettamente l'erezione del gemello. Akaza capì che era arrivato il momento di far unire Hakuji in tutto e per tutto, così portò le mani sui glutei di Kyojuro e li divaricò per quanto gli fosse possibile. Riprese a baciarlo per sciogliere quel po' di tensione che lo aveva fatto irrigidire e aspettò che suo fratello finisse di spalmarsi altro lubrificante sul membro turgido. Ne sentì colare un po' anche sul proprio, segno che l'altro ragazzo aveva ritenuto opportuno bagnare ulteriormente l'ingresso dell'orifizio.

Hakuji portò la punta a contatto con l'apertura di Rengoku e il sesso di Akaza, la tenne salda per evitare che scivolasse via e cominciò a spingere i fianchi in avanti. Non fu facile entrare in quello stretto anello di muscoli già occupato da un'altra erezione, ma con tanta pazienza, e cercando di far rilassare al massimo il professore di storia che gemeva incontrollato ad ogni movimento, il ragazzo dai capelli neri riuscì a sprofondare a sua volta nel corpo di Kyojuro. Quasi urlarono per l'immenso piacere che stavano provando, così stretti e circondati da un calore pressoché asfissiante. Quella che li pervase fu la sensazione più intensa e appagante di sempre.

Rimasero fermi, incastrati in quella posizione che permetteva loro di sentirsi così intimamente uniti, finché Akaza non decise di muoversi per dare il via all'amplesso. Uscì appena dal corpo di Rengoku e vi si spinse dentro con un colpo secco, andando a sfiorare il sesso del gemello e a colpire i punti sensibili delle pareti interne che si contrassero spasmodicamente, comprimendoli piacevolmente. Hakuji mormorò un'imprecazione dettata dall'estasi del momento e iniziò a muoversi a sua volta, cercando di seguire il ritmo delle spinte di Akaza.

Kyojuro strinse forte le palpebre finché non sentì delle lacrime accumularsi agli angoli degli occhi. Era così felice, così ebbro di piacere, così pieno, che non riuscì più a trattenere le proprie emozioni. Singhiozzò sonoramente, quando percepì le due erezioni premere senza pietà contro la prostata, e riaprì gli occhi solo quando avvertì le dita di Akaza posarsi su una guancia per asciugare il suo pianto silenzioso. Puntò le iridi in quelle ambrate del ragazzo – che sembravano due pozze di oro fuso, per quanto erano liquide ed espressive – e si piegò in avanti per riprendere a baciarlo con trasporto. Poi si mise eretto, quasi seduto sul bacino di entrambi i ragazzi, e allungò un braccio per avvicinarsi ad Hakuji e baciare pure lui.

I due gemelli si spinsero all'unisono dentro di Kyojuro, muovendosi con più foga e irruenza per via dell'orgasmo che ormai sentivano imminente. Fecero vagare contemporaneamente le mani su ogni porzione di pelle disponibile, massaggiando e stimolando sempre di più quel corpo muscoloso diventato super sensibile. Rengoku provò a resistere un altro po' per continuare a godere di quel momento, per non doversi staccare dalle bocche di quei fratelli che lo stavano letteralmente divorando, ma non ci riuscì: tendendosi come una corda, schizzò il proprio seme perlato contro il petto di Akaza, gemendo rocamente per un lungo attimo.

I ragazzi ci misero poco a seguire il loro professore, stimolati ulteriormente dagli spasmi dello stretto anello di muscoli che sembrava volerli risucchiare al proprio interno. Raggiunsero entrambi un potente e intenso orgasmo, di quelli capaci di annebbiare la mente e far tremare le gambe, di far vedere tanti piccoli puntini bianchi simili a stelle brillanti. Kyojuro si accasciò contro il petto di Akaza e rimase fermo ad ascoltare il battito furioso del suo cuore. Non gli sembrava vero, eppure quel suono ritmico, e i corpi sudati dei gemelli ancora incastrati con il proprio, non facevano altro che urlargli a gran voce che era tutto reale.

Hakuji uscì dal corpo di Rengoku, seguito subito dopo da Akaza. Il seme perlato che avevano riversato dentro di lui fuoriscì in piccoli rivoli, colando sul bacino del ragazzo dai capelli rosa. Erano un casino – madidi e appiccicosi –, ma a nessuno di loro sembrò importare. Hakuji afferrò il secondo futon e lo trascinò vicino a quello del fratello, creando così un unico e grande giaciglio. Akaza fece sdraiare Kyojuro tra di loro e tirò le coperte per coprire tutti e tre. Si strinsero l'un l'altro, continuando ad accarezzarsi lentamente e a scambiarsi baci stanchi. Il sonno li colse così, vicini nel corpo quanto nell'anima, pieni di quel sentimento che avrebbe cambiato per sempre le loro vite.

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