Cap. 38 - Accordo giunto alla fine.
Fu una giornata molto impegnativa per Ren al ristorante, dovette ancora ignorare le occhiate maliziose di Goro su di lui, le occhiate gelose di Yusuke su entrambi, la voglia di uscire da quel mondo per vivere un momento intimo con Joker Ombra.
Non avrebbe mai accettato di essere attratto da sé stesso, ma in quel momento solo la sua Ombra sembrava dargli l'attenzione che egli stesso cercò tanto in Goro e Yusuke, singolarmente.
Nel pomeriggio poi, a casa, dopo che Yusuke si chiuse nella sua stanza creativa e il detective si sedette sul divano con un blocco per gli appunti per controllare gli ultimi casi a cui stesse lavorando, nulla di così impegnativo per la sua brillante mente, Ren prese la sua decisione.
Uscendo dalla sua stanza, scalzo e stanco, si diresse nel salotto, intento a uscire di casa e fermarsi davanti alla porta d'ingresso per godere della pioggia errante, considerando il suo umore confuso e disperso. Ormai il vecchio capo dei Ladri perse la sua lucidità mentale, e volle bagnarsi di pioggia solo per schiarire le idee su Joker Ombra.
Qualcosa che non poté fare, perché Akechi lo vide con occhio furtivo e lo chiamò quando i suoi piedi nudi furono appena sull'uscio della porta, «Dove vai, Amamiya?», domandò, stuzzicandolo con voce respirata e cupa, quasi proveniente dall'altro mondo e terrificante nel timbro.
Ren si girò subito, passandosi una mano tra i capelli, un gesto che lo rese più appetibile ai sensi del detective, il quale si mise seduto sul divano, tenendo il blocco sulle cosce.
«Dove vai, Ren?», gli chiese di nuovo, notando il suo silenzio.
«Voglio assaggiare la pioggia così come la mia disperazione...», sputò Ren, infastidito.
«Cosa pensi? Che ciò che è successo al matrimonio è stato solo un caso? Io invece sospetto che qualcuno stia avendo rapporti col Mondo Cognitivo in modo alquanto inappropriato», rispose il detective.
«Tu non puoi provare nulla... Potrebbe essere stato anche qualcosa nella mia mente, qualcosa di cognitivo e non ci siamo toccati davvero...».
«Ah sì? Puzzi di Joker, i tuoi occhi sono gialli, e sento il sapore delle sue labbra su di te anche a distanza. Per tutto il tempo che ho passato in quell'universo, sono capace di percepirne l'essenza. Fammi indovinare, vi siete baciati... e siete anche andati a letto insieme?», Akechi rise, prendendosi gioco dell'altro.
«Lasciami in pace, di ciò che succede tra me e Joker non è tuo interesse...», rispose Ren.
Goro cominciò a ridere e si alzò dal divano, avvicinandosi al corvino e spingendolo in avanti col semplice tocco di un dito sul suo mento, passando dopo la mano sulla sua gola e mimando di volerlo strangolare. Lo annusò attentamente, poi si allontanò, fiutando l'ultimo profumo.
«Lo schifoso odore di Joker Ombra è su di te, e hai ammesso indirettamente che avete avuto un rapporto, ma non voglio parlare, non m'importa, piuttosto lo scrivo sui social», minacciò per mezzi termini. Ren sussultò e fece un passo indietro, imbarazzandosi.
«Non nego nulla, Goro. Sto solo cercando di annullare la mia attrazione verso di lui, e basta».
Dopo un'abbondante minuto di silenzio, Ren si ricompose, lo ignorò e uscì dalla porta, dappoiché la chiuse e si incollò sulla sua superficie, bagnandosi i piedi di pioggia, così come tutto il corpo. Ci restò a lungo, là fuori, ma rientrò in tempo a casa per lavarsi, vestirsi, e tornare al ristorante. Ormai la sera bussò al cielo e la pioggia cessò.
Ren si diresse quindi al locale, ne aprì lo porta, accese le luci, sistemò i tavoli e si accinse a raggiungere la cassa, cinque minuti dopo gli altri due chef che assunse in suo aiuto fecero il loro ingresso, «Buonasera Ren», ed entrarono nella cucina.
«Sempre puntuali, ottimo», borbottò lui, notando il ritardo dei due amanti, che solo dopo dieci minuti si fecero vedere intenti a varcare la porta e mettersi subito all'opera: Goro posizionò posate e bacchette a tutti i tavoli, Yusuke invece accolse i primi clienti della serata.
Ren sbuffò, non sapeva cosa fare con quei due, ma al momento erano i migliori camerieri con esperienza che aveva, perciò dovette arrendersi. Si mosse, quindi, piazzandosi al bancone dell'angolo bar e riempì un cestino di biscotti della fortuna.
Quando poi voltò lo sguardo in avanti, trovò il volto di un ragazzo molto simile a lui, dai capelli corvini corti e spettinati, vestito con pantaloni attillati neri e una maglia rossa. I suoi occhi brillavano di un giallo ipnotizzante, e Ren ne rimase incantato, tanto da abbassare lo sguardo e notare che stesse indossando dei guanti rossi.
«Joker Ombra?!», fu in procinto di gridare, ma la sua mano gli stroncò la parola.
«Sono io, Ren, e chiamami Joka. Non hai idea di quanto sia diventato facile per noi Ombre accedere al vostro universo adesso! Le tecnologie vanno avanti anche al di fuori del vostro mondo. Un po' è merito di Aiko Ombra, per il resto c'è lo zampino di Sir Kita e Prof Akechi, che non sopporto», sibilò.
Ren non rispose, fu troppo concentrato a fissare sé stesso negli occhi, balbettando soltanto cose senza senso, allora Joker Ombra lo approcciò e lo baciò sulle labbra con morbidezza, solo così il corvino poté riprendersi dal suo momentaneo shock.
«Ma? Davvero?», chiese, ancora mezzo stordito.
L'Ombra annuì sorridendo, «Voglio starti più vicino, pensi che non ti abbia sentito nella doccia? Anche io vorrei lo stesso, voglio frequentarti, starti vicino, avere una vera e propria relazione con te. Il nostro legame è più forte di ciò che pensi, Amamiya», lo stuzzicò, strizzando l'occhio.
Ren s'incantò da quel gesto, e volle solamente svenire tra le sue braccia, darsi completamente a lui, donargli i suoi gemiti e corpo, «Forse è meglio lasciar perdere, proprio adesso che Akechi ha scoperto, non so come, che io e te...»
«Lo so, ma non è nulla di cui preoccuparsi, la gelosia passa anche dall'Ombra del detective, e mi riferisco al professore di teatro che si ostina ad amoreggiare con il suo Preside, poi chiede a me di passare le notti insieme. Che cosa stressante! Io vorrei invece stare tutto il tempo con te».
Joker Ombra toccò il mento di Ren e lo osservò amorevolmente, in seguito, quando Ren ricambiò lo sguardo intenso una forte tensione si creò tra loro, un atto fulmineo, un accordo stipulato nelle loro stesse menti, come se si stessero capendo a vicenda.
«L'ho detto, sì. Toccami, trattami come fossi la tua preda, fammi tuo», sibilò Ren.
«Volentieri, allora l'accordo è stato firmato?», chiese Joka.
«Coi miei gemiti, corpo, e sangue. Un giorno sarò io a uccidere Goro Akechi, udirò il suo ultimo grido e sarò felice di averlo rimosso dalla mente... A questo punto potrei di nuovo tornare dal mio Da Vinci, povero artista offuscato da quel traditore. Joker, sono più che sicuro adesso, prendimi con te...», disse, fantasticando le cose più volgari da fare con la sua Ombra.
«Bene, ci vedremo stanotte, Renren», Joka baciò Ren di nuovo e uscì dal ristorante, mentre Akechi seguì ogni istante della conversazione porgendo l'orecchio, poi seguì Joka con la coda dell'occhio, quindi si avvicinò alla cassa con un piatto di sushi sul palmo della mano sinistra.
Rise e scrutò gli occhi sognanti di Ren, «Avevo ragione, Amamiya. Ora, per far sì che non dica niente a nessuno, farai cosa ti ordinerò di fare, comprendendo anche quei piccoli istanti in cui potrei divertirmi a toccarti e avvertire ancora come tu mi piaci allo stesso livello di Kita?», provocò, e l'altro dovette per forza accettare, arrossendo subito sul viso.
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