Cap. 54 - Come il primo bacio.
«Dimmi Ryuji».
«Hey, Kitagawa. Mi spiace per il bacio... ti giuro che non era mia intenzione. Volevo però chiarire la situazione. Verresti domani sera a casa mia per un drink? Devi venire solo».
«Va bene, ci sarò».
La telefonata non durò più di dieci minuti, poi la notte lasciò spazio al sole di rinascere nel cielo.
Un'altra volta i tre ragazzi del Dorobō erano a lavorare e servire sushi, non a caso Ryuji passò di lì verso le nove e un quarto e si fermò a parlare con Yusuke.
Ren li osservò dalla cassa e captò quelle occhiate. In un intervallo in cui non vi erano nuovi clienti da servire Ren si accinse verso la cucina per controllare i cuochi.
Goro, invece, più volte lanciava sguardi sinistri verso Yusuke, ogni volta che si incrociavano tra i vari tavoli del locale, con la minaccia negli occhi, "se non ti muovi a dirlo, lo faccio io".
«Goro, tutto ok?», gli chiese Ren, chiamandolo dal bancone.
Goro ghignò, avvicinandosi, e Ren ricambiò.
I loro occhi si stanziarono come in tutto il locale echeggiò l'urlo di Yusuke che perse l'equilibrio e si fece cadere un piatto per terra. Il corvino, vedendo la scena, rise sotto i baffi.
«Bravo, ora chi pulirà? Mio caro Da Vinci?», lo provocò.
Goro sospirò, «Non farci caso, ricordi Skull? Sembra la sua ispirazione sia salita alle stelle, forse ha avuto altri riscontri con il palestrato», chiuse gli occhi, sorridendo beffardamente.
«Lo vedo distratto... però non è il tipo da fare certe cose», disse, e Goro scoppiò a ridere.
«Sembra abbiamo a che fare con qualcuno il quale, per potersi ispirare, come dice lui, usa metodi "tangibili"...», disse Goro, virgolettando e mimando con le dita delle mani, «Sakamoto è sposato ed è il tuo migliore amico, o lo è Morgana?».
«Mona non lo sento da un po', dovrei chiamarlo. In ogni caso non vorrei ferire i sentimenti di Ann, si vede che alla fine è solo attrazione tra loro... Yusuke avrebbe bisogno di uno psicologo», commentò Ren, portandosi il palmo della mano destra sotto il mento e poggiando il gomito sul bancone, osservando come la distrazione faceva confondere l'artista.
«Può darsi... ma adesso non mi interessa, considero la mia reputazione. Ci sono dei clienti e devo piuttosto pensare a lavorare, le storie sentimentali verranno dopo. Akechi, quindi, fammi un favore: dopo che finiamo, vieni in camera mia, dobbiamo parlare del nuovo Yusuke», ordinò ghignando.
«Vuoi fare sul serio, Ren?», il detective abbassò lo sguardo furtivo sul corvino.
«Certo, facciamolo crollare», rispose.
⸺
Il tempo passò e la sera calò, Ren e Goro rientrarono in casa e si fermarono nella stanza di Ren, vicino al letto, uno di fronte all'altro, in silenzio per tutto il tempo, poi fu Goro a parlare per primo, «Va bene, parto dicendo che non lo so, ma ne sono certo, che si siano baciati una seconda volta».
Ren fissò Goro dritto negli occhi, «La cosa mi fa arrabbiare un pochino».
«Come mai?».
«È sempre un nostro amico, e in quanto ex Leader dei Ladri, vorrei la pace tra noi...».
Ren fece un passo verso Goro e lo baciò a stampo sulle labbra e l'altro ricambiò, arrossendo sulle guance, «Vedi? Se sei in grado alla fine... baciare qualcuno risulta così semplice, vero?», sussurrò dolcemente nel suo orecchio, vibrando parole soffici sul lobo.
«Ma in questo caso sei tu...», Goro sibilò, imbarazzandosi.
«La nostra situazione è ben diversa, ma il concetto è quello. Anche solo per ispirazione, dopo che vi siete lasciati come fidanzati e siete rimasti come amici di letto, la voglia rimane, perché siamo esseri umani», Ren avvolse le braccia al collo del castano.
«Capisco, ma io...».
«Sssh!», Ren interruppe Goro, «No, non adesso», mormorò, premendo un altro bacetto.
Ren e Goro ormai erano avvolti nell'intimità della stanza, il silenzio che si creò tra i loro sguardi incrociati non calmò l'atmosfera romantica e tranquilla che li stava circondando.
Solo la luce fioca illuminava i loro volti confusi, ma un'ombra di preoccupazione aleggiava nell'aria. Ripresero a parlare, ma, mentre discutevano di piani e strategie, Goro non poteva ignorare il turbamento nei suoi occhi.
«Ren...», iniziò, con una debole voce appena sopra un sussurro, «Se la metti così... c'è qualcos'altro su cui dobbiamo discutere, e riguarda noi. Non puoi permetterti di collegare l'istinto di Kitagawa a baciare Ryuji con noi, quando, invece, nei tuoi paraggi il cuore mi batte...».
Ren sospirò, capendo del riferimento, «Lo so, il nostro rapporto è complicato, molto complicato, ma ci sono cose più importanti, però, nulla nega che possiamo aiutare Yusuke senza rinunciare a ciò che proviamo. Non vorrei perdesse la sanità mentale come ho fatto io con Joker Ombra».
Goro, senza esito, prese le mani di Ren e le strinse forte nelle sue, guardandolo con un mix di gratitudine e tristezza, «Sì, a proposito di questo... quella lotta tra noi a cosa è servita, allora?».
«A capire che il nostro amore ha forme diverse? Possiamo trovare un equilibrio, ma alla fine siamo rivali nonostante tutto, forse siamo quegli opposti che si attraggono?», chiese Ren.
Goro sospirò, abbassando lo sguardo, «Per come va avanti, mi sembra un sogno irrealizzabile. E Ryuji... è sposato con Ann. Yusuke non può interferire con la sua felicità».
Ren annuì comprensivo, «Già, per questo non voglio distrarmi parlando di noi due. È Yusuke il problema adesso? Dobbiamo farlo crollare? Facciamolo. Noi due siamo un'altra faccenda, Goro Akechi. Non mischiamo le cose».
«Forse possiamo trovare un modo per coltivare il nostro amore senza ferire nessuno», Goro sollevò lo sguardo, gli occhi rossastri profondi di riflessione. Fece un passo verso Ren e lui non si mosse.
In seguito, passo dopo passo, il detective si attaccò al corvino e un dolce bacio sfiorò le loro labbra, chiuse i loro occhi simultaneamente con un battito di ciglia che anticipò il culmine di un sentimento represso, le braccia si avvolsero in un tenero abbraccio.
Ren spalancò gli occhi nel momento in cui avvertì le mani calde di Goro sulla pelle sotto la maglia e balzò all'indietro, «Che fai, sei pazzo? Stiamo solo parlando di giocare con Yusuke, ma fargli comunque capire che ciò che fa è sbagliato! E tu mi tocchi sotto la maglia? Concentrati!».
«Dicevi "per caso"? Come noi due?», Goro spinse Ren in avanti, nascondendo una lacrima che volle scendere dal suo occhio destro, poi girare il capo in direzione opposta all'altro, arrossendo.
Ren lo approcciò e scivolò la mano sinistra sotto il suo mento, pressando delicatamente le labbra sulle altre per scambiare un bacio e i loro labbri si sfiorarono appena, un contatto leggero fece scintillare l'aria intorno a loro.
Un bacio timido, un'innocente esplorazione di qualcosa di meraviglioso. Goro sentì il cuore accelerare mentre il bacio si approfondiva, unendo le loro anime in un'armonia unica.
Era come se il mondo intorno a loro si dissolvesse, lasciando solo spazio per il calore del loro amore reciproco. La dolcezza del bacio si mescolò con la promessa di un futuro condiviso, un legame che cresceva con ogni secondo che passava.
Quando si separarono, i loro sguardi s'incrociarono di nuovo, carichi di una comprensione più profonda. Non c'era bisogno di parole per esprimere quello che sentivano. Si scambiarono un sorriso, come se quel bacio avesse aperto una nuova pagina nella loro storia.
«Ma la nostra... non è, non era, non sarà una storia d'amore...», sibilò il corvino, tremando.
«Ne sei ancora convinto, Akira?», rispose Goro, riprendendo a baciarlo con più enfasi.
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