Cap. 5 - All'ombra degli altri.
Ren si accostò all'altro e dopo aver di nuovo preso il suo sedere tra le dita delle mani, gli sussurrò nell'orecchio. «Frenati, ti rendi conto che siamo nella cucina? Non è igienico! Lo so che il bacio di prima non è stato così... bacetto, ma ora basta».
Yusuke si girò verso di lui bruscamente e lo baciò l'ultima volta, colando di sudore dai capelli dal colore blu spento e accesi alla luce, come se stesse piovendo sulle sue nude spalle, raggiungendo l'incavo del suo tonico petto che mostrava quasi sempre, a metà.
«Sono serio, basta», il corvino tornò nel retro per recuperare il suo grembiule, camicia e giacca, indossandoli tutti in meno di un minuto e pulì la cucina da eventuali ricadute intime.
«Non vorrei rovinare la mia immagine e reputazione del buon barista, Da Vinci. Quindi smettila, abbiamo tutta la notte per fare ciò che vogliamo...».
Yusuke annuì e rindossò la camicia, poi raggiunse Ren e con violenza lo prese per il collo della giacca, i suoi occhi dal colore blu diventarono di un rosso rabbioso così come le sue gote per l'imbarazzo, «... se continui a chiamarmi così come faccio a calmarmi, me lo spieghi?!», gli urlò addosso.
Ren lo allontanò lentamente e sorrise, raccogliendo gli occhiali dal bancone e posandoli sul naso. «Calmati, è difficile stare lontani... è stata solo una notte e ora sembriamo inseparabili, ma ora il dovere, ok?».
Yusuke annuì e si fermò dietro il bancone in attesa di nuovi clienti, mentre Ren, come ultima cosa, gli camminò dietro la schiena, la abbracciò e appoggiò la testa sulla sua spalla destra, poi le mani scivolarono giù nei suoi pantaloni, ghignando.
«Questo non lo vedrà nessuno... però tu non urlare... Da Vinci».
«REN!».
Yusuke gemette e Ren gli coprì la bocca inserendone poi le dita, che l'altro mordicchiò tra i denti, chiudendo gli occhi. Si lasciò andare, godendo la squisitezza di Ren dal sapore di caffè.
«Zitto. Ciò che stai facendo adesso me lo farai stanotte con qualcos'altro di mio...», gli sussurrò nell'orecchio, facendolo agitare.
⸺
Passò la sera e calò la notte, Ren non riusciva a dormire. Seduto sul letto accanto a Yusuke ormai in dormiveglia, abbassò lo sguardo grigio sul telefono di nuovo e si soffermò a pensare a colui contro il quale non riuscì ad avere l'ultimo scontro prima della sua scomparsa.
«Akechi Goro», sussurrò con fierezza e il volto era ancora basso. Si aggiustò gli occhiali sul naso e sospirò, un improvviso brivido sovrastò la sua schiena, facendolo scattare in piedi.
«Sei qui, vero? Non sei morto, me lo sento», parlò nel vuoto.
«Ma che dico? Sono pazzo», si stese sul letto e rotolò vicino a Yusuke, svegliandolo. L'artista aprì gli occhi e sbadigliò, ma poi li aprì con sorpresa, quando Ren gli disse che forse il detective fosse ancora vivo, negando l'affermazione e tornando a dormire.
Ren non si dette per vinto e si recò nel bar, nella sua vecchia stanza ormai vuota e abbandonata a sé stessa, annusandone l'odore di vecchiume. L'aria puzzava del detective, la sua presenza era intorno al corvino e ne poteva toccare l'essenza come se lo stesse seguendo.
«Sei qui, Akechi. Lo so, non sono pazzo».
Continuò a parlare nel vuoto, ma un'aria gelida lo sovrastò, facendolo balzare dal terrore. In un momento del genere se fosse stato nel Metaverso avrebbe chiamato l'aiuto almeno di Raoul, uno dei suoi quindici Persona, o Arsène, il suo principale.
Esitò, girando gli occhi e controllando ogni zona semibuia della stanza.
«Sono pazzo, diciamolo», mugugnò tra sé e sé.
Deluso, rientrò a casa, raggiungendo la camera da letto. Entrò quindi nella cabina-armadio e si spogliò completamente senza fare un passo. «Se sei qui, fammi sentire un brivido sulla pelle nuda» disse, tentando di parlare con Goro Akechi, convinto che la sua presenza fosse in quella casa. Lui era lì, lo aveva seguito, poi ci nascose tra i vestiti.
Quello fu il momento in cui decise di uscirne.
«Curioso vederti nudo, Amamiya. Potrei dire che sei uno spettacolo non solo per gli occhi», si leccò le labbra, «... eri cosciente che io non fossi solo un mero fantasma, nascondi l'intelligenza nei tuoi comportamenti assurdi, i tuoi silenzi e respiri».
Goro camminò nello spazio della stanza circondata da armadi blu e rossi, di dimensioni quadrate, e si fermò dietro la schiena nuda di Ren rimasto immobile e scioccato, dando libero spazio all'altro di baciargli il lato destro del collo, muovendo i lunghi capelli sulla superficie della schiena, facendolo rabbrividire dal freddo.
«Quelle mani nude... i tuoi guanti...», Ren sibilò.
«Lunga storia. In ogni caso onoro la tua perspicacia e te ne do atto».
Ren deglutì. «Cosa vuoi da me?», esclamò.
Goro gli girò intorno, e standogli di fronte lo baciò con violenza sulle labbra, dove le sue erano ancora sporche del suo stesso sangue. Ren posò le mani sulle gote del detective e nascose le dita nei lunghi castani capelli, baciandolo altre due volte.
Goro sogghignò dietro il collo di Ren e lentamente avvolse le mani attorno al suo busto, lasciando libere le dita, che camminarono sempre più giù, a toccargli l'intimo mentre gli copriva la bocca. Ciò non impedì al corvino di gemere silenziosamente, muovendo la testa indietro e poggiandola nell'incavo del petto di Goro.
«Voglio vendetta nei tuoi confronti, hai finto tutto il tempo con me, non abbiamo neppure avuto l'opportunità di scontare un'ultima battaglia. Perciò vorrei tanto farlo ora che vedi, sono vivo». sussurrò nel suo orecchio, facendolo rabbrividire.
«Akechi...», gemette.
«È solo un assaggio, Amamiya», rispose.
Goro sparì dalla vista di Ren, appena egli si girò col volto rosso come una mela, poi, improvvisamente, tutto intorno cominciò a sgretolarsi, partendo dalle pareti della stanza e il suo stesso corpo.
«Ah!», gridò, agitandosi e perdendo l'equilibrio.
Yusuke lo udì e si svegliò, spaventandosi. Ren gli stava accanto abbracciato finché scattò seduto spalancando gli occhi e urlando. L'artista allora gli abbracciò la schiena e gli baciò la nuca teneramente. «Ren? Tutto ok? Perché hai urlato?», chiese, preoccupato.
Ren si girò verso lui e posò la testa sulla sua nuda spalla.
«Un incubo, Da Vinci, uno schifoso incubo».
Yusuke lo abbracciò stretto a sé. «È finita adesso, tranquillo».
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top