Cap. 49 - Per farlo ragionare.
Uno, due, tre giorni, la relazione tra Ren e Joker Ombra divenne sempre più seria, più intima, più viva, tanto che i due non potevano più separarsi. Ren cadde nella follia assoluta, non vedendo oltre il suo sguardo, considerando i piani della sua Ombra come buoni.
Joker Ombra però voleva solo tenere Ren con sé e strapparlo dal mondo reale, provando un'ossessione maniaca nei suoi confronti, e ciò era tutto tranne che buono.
L'unica soluzione per Ren era ammettere come, in realtà, avvertiva la mancanza di Goro non solo come compagno di avventure tra le lenzuola, ma molto di più, quando anche lui in sua prossimità sentiva il cuore battere un ritmo a lui sconosciuto.
Quella notte, dopo aver passato due ore sotto la sua nemesi nella sua stanza con la porta chiusa, infilò i pantaloni neri del pigiama non badando alla biancheria e si sedette sul letto, schiena contro il muro, una gamba stesa, l'altra piegata.
Fuori pioveva, quel temporale batteva fugace, con fulmini accecanti che squarciavano il cielo all'apparenza nero e senza stelle.
Ren non riuscì a dormire, Joker Ombra aveva annebbiato tanto la sua mente da non smettere di immaginare la sua voce e i baci sul collo, il tocco guantato rosso, gli occhi giallastri che si specchiavano sui suoi grigi, i capelli rossi bagnati di sudore, incantandolo.
Improvvisamente a rompere l'atmosfera silenziosa fu la vibrazione del suo telefono, che si mosse tra le coperte guastate, facendolo svegliare dallo stato di catalessi assoluta. Si accinse così a cercarlo e dopo che lo trovò vide un numero forse sconosciuto, ma familiare.
Avvolto dalla stanchezza rispose lo stesso e sbadigliò, pronto a gettarsi sul letto e dormire per uno o due giorni, «Pronto? Sono Ren... chi chiama alle tre del mattino...», suonò la sua voce cupa e assonnata alla cornetta.
«Sono Arisa, non hai salvato il mio numero? Ci eravamo anche mandati dei messaggi...», rispose.
«Arisa, chi?», insorse lui, spaventandosi.
La ragazza sospirò, «Sono la ragazza che hai quasi scopato nel ristorante al matrimonio della tua amica Ann Takamaki e suo marito Ryuji Sakamoto!», urlò, sfondando l'orecchio destro di Ren, che balzò sul materasso.
«Non urlare! Ho capito chi sei e... scusami tanto, ma ho cancellato il numero. Pensavo non volessi più parlarmi, visto che non mi hai mandato più messaggi. Mi è sembrato strano... io però ultimamente sto affrontando un momento molto difficile della mia vita, che non so se vorrei continuare. Inizio a diciassette anni e mi infiltro nel Metaverso per caso con un'applicazione, accompagnato da un gatto parlante che mi dice che devo far ragionare le menti distorte delle persone e divento poi il leader di un gruppo di giustizieri e ora non avrei voluto affrontare tutto ciò», disse tutto d'un fiato.
«Non capisco...», disse la ragazza.
«Lascia perdere. Comunque, pensavo seriamente non volessi più avere a che fare con me».
«No...», Arisa si trovò nel salotto di casa sua con addosso una camicia da notte femminile, lunga fino alle ginocchia, senza indossare biancheria, per dormire fresca la notte.
«Sai...», iniziò a scivolare la mano in mezzo alle gambe, «Quella notte avrei voluto stare con te, ma appena raggiunsi la tua casa ti vidi con quel ragazzo che era con te al matrimonio, quello con i capelli lunghi e castani, dall'aria spavalda... e stavate facendo... delle cose», spiegò.
«Ci stavi spiando?!», Ren la rimproverò e arrossì sul volto, pensando a quella notte.
Arisa abbassò il capo e sospirò di nuovo, «Perdonami, è stato un caso. Ma a te piace quel ragazzo, vero? Vi ho visti molto affiatati. Io volevo solo passare una notte con te ma, a quanto pare...».
«Ascolta», lui la interruppe, «Quel ragazzo è uno degli elementi per il quale forse perderò la sanità mentale e mi darò completamente al nemico, annullandomi e uscendo da questo mondo di cui ne ho le scatole piene a dire il vero. Sono tutti pronti lì fuori a spezzarti il cuore, e quando vuoi darti a te stesso ti dicono che la cosa potrebbe distruggerti. Beh, allora io voglio auto-distruggermi in questo caso».
Arisa spalancò gli occhi, impaurendosi dalle inquietanti parole del corvino, non essendo a conoscenza di tutto ciò che precedette la storia del ragazzo come il gruppo dei Ladri Fantasma e la sua vecchia relazione con Yusuke.
«Lo dici sul serio? Sei pazzo?!».
Ren rise, «Intendo la morte della mia morale...».
«Ok...», la ragazza rimase sconcertata da ciò che Ren le diceva.
⸺
Intanto, mentre la telefonata andava avanti, Goro, Yusuke, Ryuji e Ann si trovarono dietro la porta della stanza, pronti a coglierlo di sorpresa, chiuderlo con loro nella stanza, e cercare di farlo ragionare. Ryuji, soprattutto, a udire quelle sue parole, sentì il cuore spezzarsi. Goro lo immaginò, ma allo stesso tempo pensò a come, forse, di Ren, ne era innamorato.
Yusuke voleva solo salvare un ex fidanzato, un grande amico, dalla follia.
Ren sentì la loro presenza non appena loro si fermarono dietro la porta, e, chiudendo la chiamata con Arisa, si alzò dal letto, indossò la maglia del pigiama e si avvicinò alla porta, ma non udì nessun suono, poi, con uno scatto i quattro ragazzi spinsero la porta facendo barcollare Ren, che cadde per sua fortuna sul letto.
«Lo sapevo che eravate voi! Ora cosa non mi conferma che volete che mi fidanzi con quella ragazza? Troppe coincidenze: la chiamata e voi là dietro a spiare, proprio ora che mi sento in armonia con me stesso. Andate via!», gridò il corvino, innervosendosi.
Ann parlò per prima, «Arisa non c'entra nulla, Yusuke e Goro hanno detto a me e Ryu che hai una relazione con la tua Ombra e che potrebbe essere pericolosa, la tua mente è distorta, la gelosia ti sta mandando fuori di senno. Capisco, è difficile, non ti rendi di come Joker Ombra stia cercando di allontanarti sia da Yusuke, da Goro, da noi? Non sei più lo stesso da giorni».
«Non farti uccidere dalla tua oscurità...», disse Yusuke, «Quante volte hai cercato di alzare la voce a tavola al matrimonio quando io mi baciavo con Ake? Quante volte ti alzi e te ne vai quando si parla di noi due? Sei geloso e ti capisco, ma ora basta. Ammettilo!»
«L'ho detto che sono geloso, L'HO DETTO!», urlò Ren.
«No, non è solo quello che devi dire...», mormorò Goro, «Devi ammettere che io... che io... ti piaccio...».
«Mai! Perché non è vero! Ti ho detto che non m'importa più di te!», urlò di nuovo Ren, arrossendo sul viso, «Volevi la nostra ultima battaglia? Guarda caso ora è il momento giusto. Andiamo nel Metaverso e combattiamo, se vinci tu, ti dirò tutto, se vinco io, mi lascerai morire nell'oscurità della mia Ombra distorta!».
Ormai Ren aveva perso il controllo. Goro fece un passo in avanti e gli porse la mano, Ren la strinse ed entrambi si scambiarono degli sguardi di sfida, lasciando Ann e Ryuji a bocca aperta.
Yusuke, dunque, consigliò loro di lasciare la casa e li ringraziò per aver collaborato nella missione. Sapeva che era una questione tra il castano e il corvino, allora, senza avvisare, uscì dalla stanza e sibilò.
«Portalo indietro sui suoi passi, Ake, mi fido di te».
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