Cap. 33 - Troppo geloso.
Stava camminando svelto verso il bagno del locale dove si stava svolgendo la festa del matrimonio di Ann e Ryuji Sakamoto, con lo stomaco alterato dall'abbondante quantità di alcol che bevve, un po' per depressione nascosta, un po' per Goro Akechi e le sue provocazioni. Fece in tempo a varcare la porta e poggiare le mani sul bordo del gabinetto che cominciò a rimettere.
L'unico rumore che si sentiva era quello dei conati e la tosse. Nessuno corse in suo aiuto, lui stesso sollecitò gli amici a non accompagnarlo. Voleva stare da solo, solo con la convinzione di non riavere più la lucidità mentale di ragionare, oltre alla voglia di appendere Goro e Yusuke al muro con dei chiodi arrugginiti.
La tosse cessò così come il vomito venti minuti dopo, poi Ren tirò lo scarico e uscì dal bagno, fermandosi nell'anticamera, davanti allo specchio.
Volle urlare con le mani tra i capelli, ormai sopportava più le smancerie del suo ex fidanzato e amante da mesi; averli come camerieri a lavorare nel suo nuovo ristorante di sushi, forse non fu una bella idea, tantomeno allo stesso tavolo al matrimonio, uno a destra, l'altro a sinistra.
Gli serviva però del personale qualificato e non poteva certamente chiedere a Morgana.
Aprì il rubinetto, si gettò dell'acqua sul volto e la passò anche tra i capelli, appiattendoli e tirandoli all'indietro, ordinandoli ancora più di come lo erano per l'occasione, un elemento inusuale per un ragazzo che amava portarli sempre guastati.
«Che sto facendo della mia vita... sono al matrimonio dei miei amici e mi ubriaco. Goro Akechi, Yusuke Kitagawa, artefici della mia rovina, spero di non aver fatto schifezze nella sobrietà!».
Si gettò altra acqua sulla faccia, rimuovendo il filo di trucco che indossava sul contorno degli occhi, così come cadde anche il mascara nel lavandino. Improvvisamente Ryuji, lo sposo, ignorando le istruzioni dell'amico corvino, entrò nel bagno e lo chiamò.
«Renren... stai bene?», entrò, lo approcciò e gli abbracciò la schiena, tenendo salde le mani sul completo elegante che Ren indossava con una giacca senza code.
Ren sospirò, «Credo che tra pochi giorni, a solo una settimana dall'apertura del Dorobō, licenzierò Yusuke e Goro, almeno non li vedo tutti i giorni davanti agli occhi e mi rilasso l'anima», rispose.
Ryuji si grattò la testa e abbozzò un piccolo sorriso, «Sei davvero esagerato, se si amano, lasciali stare, è da quando siamo entrati, o meglio, siete entrati nel ristorante, non fai altro che interromperli quando si baciucchiano e li guardi con gelosia–».
«Per l'ennesima volta, non sono geloso!», Ren gridò sopra l'altro, stroncandogli la frase. Il biondo gli andò incontro, lo voltò di fronte e lo abbracciò con calore. Il corvino si fece trasportare dall'emozione e scoppiò in un pianto di sfogo.
«Ryuji...», mugugnò.
«Lo so, sfogati pure. So che non è facile accettare che il tuo ex e il tuo amante stiano insieme, devo dire che ne sono rimasto sorpreso anch'io, ma pensa positivo. Hai venduto il LeBlanc, hai un tuo All You Can Eat solo tuo vicino a casa. Ritieniti fortunato, chef multi-premiato... su, rimettiti».
Ryuji porse un asciugamano di carte prelevato dal distributore al corvino ed egli si strofinò la faccia, togliendo anche l'ultima briciola di trucco. Ryuji lo notò e guidò l'amico da Ann, che lo sistemò e con coraggio e forza, lo fece tornare al tavolo con Goro e Yusuke.
«Ti è piaciuto bere un sacco di vino, Akira? Hai avuto un effetto tardivo, ma vedo che stai meglio. Sai, temevo il peggio... soprattutto per la ragazza che hai baciato e portato dietro la console del dj...», gli disse Goro, stuzzicandolo, «... sta là, la vedi al tavolo là infondo? Ti sta fissando, salutala», ridacchiò.
Ren girò il volto e vide la ragazza in questione che gli faceva cenno con la mano, sorridendo, poi voltò le spalle e si nascose il volto tra le mani.
«Vi prego! Non ditemi che...».
«Vi ho visti baciarvi, poi siete spariti nelle ombre del locale, non so cosa è successo dopo...», osservò Yusuke, arrossendo e volgendo lo sguardo verso il suo ragazzo, Goro Akechi.
Ren si alzò velocemente dalla sedia «Vado a parlarle», e l'artista lo fermò per un braccio, «Che fai? Non ti permettere! Non ti ricordi che avete fatto, vuoi rischiare lo stesso? Stai qui!», ordinò, ma l'altro si era già staccato dalla presa e avviato al tavolo dove era seduta la ragazza.
«Ehi, scusami tanto. Sono Re... Ren Amamiya, mi dicono che ti abbia baciato mentre ero... ubriaco... vero? Se sì ti prego di scusarmi, non volevo, è stato un...», la ragazza lo baciò e lui ricambiò, trovandosi in difficoltà, «... incidente», terminò la frase.
«Mi chiamo Arisa... e diciamo che... mi hai portato là dietro», indicò velocemente il retro della postazione del dj, poi ridacchiò, «Poi, ti sei tolto la giacca e la camicia di dosso e...».
Ren scattò dalla vergogna, «Mi dispiace! Va bene? Non voglio sapere altro. È stato un piacere», urlò e corse di nuovo al tavolo con Yusuke e Goro, col rossore sul viso. Goro riprese a ridere quando lo vide e Ren lo schiaffeggiò sulla testa, «Sei davvero un cretino», sbottò.
«Come stai, che ti ha detto la ragazza? Renren dai, riprenditi», gli disse Ryuji, che raggiunse il tavolo dopo aver lasciato quello degli sposi dove Ann osservava la scena con occhi pietosi. Molto probabilmente avrebbe poi rimproverato Ren per aver bevuto un sacco di vino al suo matrimonio e aver fatto schifezze con le sue amiche ospiti, già fidanzate e non.
La sala era molto grande, il tavolo degli sposi si trovava al centro e di fronte, dopo chilometri di pista da ballo vi era il tavolo degli amici maschi, affiancato a quello delle ragazze. Ryuji vide lo sconcertamento negli altri ragazzi come Yuuki, il quale non volle dire una parola a proposito.
«Avresti dovuto controllarti, ultimamente fai meglio i sushi che il resto», commentò Morgana, spezzando il silenzio del tavolo maschile stroncato solo dagli schiocchi dei bacetti tra Yusuke e Goro, che Ren continuava a non sopportare, cercando di contenere il nervoso e non esplodere.
«Scusatemi, vado al bagno. Non devo vomitare, ma voglio stare da solo un po'», disse, mentre la musica insorse per un ballo lento e invitò gli sposi e le altre coppie in pista. Ci andò con passo felpato, poi chiuse la porta dell'anticamera a chiave e si riguardò allo specchio, notando l'apparizione di Joker Ombra dietro la sua schiena, che lo abbracciava.
Egli nascondeva un sorrisetto malizioso, «Sei perso ancora in te stesso?», domandò la sua voce.
«Quando sono geloso non ragiono, ma è sempre la stessa storia. Non voglio farmi vedere geloso, debole, che razza di leader sono?», lamentò il corvino.
Joker Ombra cominciò a scivolare le mani sul suo petto e sbottonargli la camicia, mostrando il sudore di un'azione ignota dovuta all'ubriachezza, «Se solo ti lasciassi andare, capiresti tutto», gli disse ancora e Ren si voltò e lo baciò sulle labbra, per prendere il suo collo tra le mani.
«Quante volte devo dirti che non ho intenzione di unirmi a te?!».
«Ritornerai sui tuoi passi, il tuo lato cognitivo è per metà distorto... quando cederai alla tentazione io riderò di te e tu mi darai tutto te stesso, risolvendo la questione nell'unica soluzione che stai pensando da giorni, leggo la tua mente».
Joker Ombra sparì e Ren uscì dal bagno sbuffando. Per il resto della serata cercò di divertirsi e dimenticare i precedenti, compresa Ann che non si risparmiò di rimproverarlo come se fosse sua madre. Una volta che tornò a casa, si diresse nella sua nuova stanza singola, si spogliò e trovò il numero della ragazza scritto sul braccio.
«Ah, benissimo», sbuffò e si addormentò, stanco.
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