Cap. 30 - Joker contro Joker.
Si teletrasportò nel Metaverso, davanti al Palazzo di Yusuke. Si guardò attorno e non vide Ombre, l'area era completamente vuota. Joker si trovò da solo a soli pochi metri dal ponte che portava al Palazzo di Aiko Ishikami, l'ex di Morgana, il Laboratorio della Mutaforme, inattivo.
Una cosa troppo assurda da credere, il modo in cui il Mondo Cognitivo cambiò nell'arco di anni dopo la sua prima esplosione e rinascita. Ren scosse la testa, poi qualcuno gli toccò la spalla.
«Sei davvero testardo, peggio delle mie alunne. Sai quanto sia pericoloso venire qui da solo, tu, leader dei Ladri Fantasma. Non faresti una bella figura con il tuo ex Yusuke Kitagawa», parlò la graffiante, ma soave voce sotto la maschera di Fox con linee nere invece che rosse, nero come il suo alterato costume e i suoi capelli, con il volto ingiallito. Sir Kita era dietro di lui.
Ren ansimò e subito tolse la mano di Sir K. dalla spalla, spostandosi dall'altra parte, «Non mi toccare!», urlò. Sir K. rise, chiudendo gli occhi e togliendosi la maschera, mostrando un graffio sul lato sinistro del viso, causato da una delle sue alunne in un momento non molto congeniale al colloquio per cattiva condotta, «Come sei suscettibile? Joker Ombra ci avrà messo il suo solito stile... peggio di me, considerando tutti i rimproveri di Goro l'attore. Ah...», lamentò.
«Joker Ombra?!», Ren balzò dallo spavento.
Sir K. annuì con la testa, «Certo, o vuoi chiamarlo Joka. Purtroppo, è innamorato di sé stesso, te, nel vero senso della parola. Mi disgusta più di me che vado a letto con le mie alunne, o meglio, lo facevo. Giuro, mi sono disgustato delle mie stesse azioni, ma bada, ciò succede solo se Yusuke mi lascia la sua mente contorta. Tu, proprio tu, dovresti chiudere questo. Le Ombre si stanno impossessando dei vecchi Ladri, poi passeranno alla gente comune».
«Questa responsabilità mi opprime...», commentò Ren.
«Sei ancora un leader, oltre la scomparsa dei Ladri Fantasma. Tu, per primo, non dovresti farti prendere dalla tua Ombra. Combattila, non deve vincere, perché se lo facesse, tutto il mondo sarebbe distrutto. Devi evitare a tutti i costi questo affronto...», disse Sir Kita.
«E se non volessi uccidere me stesso?».
«Moriranno i tuoi amici, il tuo fidanzato Yusuke. Tutti coloro che ami», gli rispose.
Ren rise, «Io e Yusuke non siamo fidanzati».
«Nella sua cognizione lo siete eccome. Capisci adesso cosa intendo? Prima affronta Joker Ombra, poi affronta Yusuke...», Sir K. scomparve nel nulla, lasciando Ren tra dubbi e paure.
Immediatamente ritornò nella realtà e si chiuse nella sua stanza, cercando di trovare la forza di parlare con Joker Ombra, un Joker diverso dalla cognizione di Akane Hasegawa.
«Joker, so che sei qui, sento il tuo respiro sul collo», disse, alzando la voce.
Joker Ombra non si fece aspettare, si posizionò dietro la schiena di Ren e lo abbracciò stretto a sé, poggiando le labbra screpolate sul lato destro del suo collo, sussurrando con una voce sottile come un filo di nailon e cupa come quella di un mostro, «Sono qui, Akira».
Ren chiuse gli occhi e inspirò profondamente, toccando il braccio di Joker Ombra, camminandoci su con le dita della mano, ghignando maliziosamente, «Mi vuoi uccidere anche tu? Per la mia infedeltà nei confronti di Yusuke? Mi sono dato tra le braccia di Goro... sono stato il primo a fare l'errore. Io merito ciò che vuoi farmi. Avanti, se non lo fa Goro, lo farai tu, uccidimi».
«Non è così facile come pensi. Perché allora sacrificare te quando Crow sarebbe più appetibile, riguardando indietro a tutte le sue fughe senza permesso? Io voglio averti con me, sentire la tua energia su di me, magari anche aumentare il tuo potere. Ti perdi tra le faccende amorose quando c'è qualcosa di più importante».
«Già, hai ragione», Ren tirò fuori il pugnale che tenne stretto nel viaggio tra il Metaverso e la realtà, colpendo Joker sul petto, un colpo difeso dalla sua nemesi con lo stesso coltello, duplicato, «Va bene, che sia ora dello scontro. A chi vince!».
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Lo scontro durò un pò di tempo e alle fine terminò in una vincita da parte di Ren, il quale, ormai sudato e stanco, respirava con fatica e gocciolava sudore persino dai capelli. Gettò l'arma a terra e posò gli occhi grigi su Joker Ombra ridotto in uno stato di preghiera, steso sul pavimento e la paura negli occhi rossi spenti dopo la battaglia. Ren si permise di mettere il tacco delle sue scarpe nere sullo stomaco di Joker, ridacchiando.
«Credo ora di essere capace di combattere le mie battaglie, persino quelle amorose», enunciò, seguito da una debole risata da parte di Joker Ombra, che smentì, «Ti sbagli».
Si alzò con fatica e riprese Ren tra le braccia, ritentando di poggiare il naso sul suo collo, annusando quanto profumo e gusto emanava la sua anima abbasta distorta a causa delle gelosie, l'amore per Yusuke e la voglia di uccidere Goro Akechi, o baciarlo.
Fu solo nel momento in cui Joker riuscì a conquistare il controllo del corvino baciandolo sulle labbra in modo intenso che Ren si svegliò ancora nel cuore della notte senza respiro e spaventato dalle sue stesse azioni.
«Il problema del Metaverso è che ora con tutto ciò che ci sta succedendo nemmeno noi stessi resistiamo a farci manipolare la mente. Kita lo ha già subito, ora sta toccando a te, in primis, l'ho vissuto io. Ancora prima di venire qui e fuggire da quel luogo irrequieto, ho lottato contro me stesso, Goro Ombra, non quello del Palazzo. La mia nemesi, quel Goro che voleva mangiarmi la mente e portarmi alla follia. Quel folle ti ha sparato alla fronte».
Akechi entrò nella stanza, appena l'orologio da parete nel bar segnò le quattro e dieci del mattino. Aveva le braccia conserte, con addosso il pigiama a righe verticali di Loki. Ren lo scrutò con sguardo pietoso, girando appena la testa. Un sospiro uscì dalla sua bocca.
«Saresti tu la maggiore causa dei miei problemi, se solo non mi avessi tradito come Ladro, o anche come rivale, forse avrei voluto uno scontro equo con te, ma non mi hai dato nemmeno quello. Ora sì, anche io lotto contro me stesso, e non so se davvero ho vinto», disse Ren.
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