Capitolo 38 - slice of life

la notte era passato ed il giorno nuovo s'era destato, però io continuavo a non avere alcuna idea sul come fare ad avvicinarmi a lui, dovevo escogitare un piano, la mattina scesi le scale ed andai a fare colazione dopo essermi vestito, poi corsi fuori, oggi sarei stato in giro per la città a scattar foto degli animali che la popolavano, c'erano cani, gatti, uccelli vari, non erano interessanti come le volpi, ma non avevo molta scelta.

finito con il giro di ronda andai in ufficio a passare sul Computer le foto, cercavo di sbrigarmi cosi me ne sarei andato a pranzo con dei colleghi, collegai la fotocamera ed avviai il trasferimento poi corsi a pranzo.

la sera ero distrutto, stare seduto per delle ore ed evitare al contempo Evelyn era estenuante, tornato a casa venni accolto dai ragazzi,

- bentornato - venni accolto da Justin e Darren

- oh grazie - mi presero le mie cose di mano e mi tolsero perfino la giaccia, facendomi accomodare in salotto

- a cosa devo il piacere? -

- beh ecco... ... ... - li guardai confuso

- vorremmo aspettassi qui mentre finiamo la cena -

- avete cucinato voi? davvero? -

- beeh... ... - io sorrisi

- sarà davvero interessante -

- (e che dio me la mandi buona) - loro tornarono in cucina ed io mi misi a giochicchiare con il telefono, ad un certo punto Justin tornò da me

- allora è pronto? inizio ad avere una certa fame - dissi con l'acquolina in bocca, lui però non mi guardava nemmeno in faccia e sembrava cercare le parole giuste da usare

- cosa? che succede? -

- nulla... ... è solo che... ... - sembrava imbarazzato, non capivo per cosa dovesse esserlo, mi alzai e mi diressi in cucina

- cosa mai sar... ... ... - entrando in cucina venni inondato da uno strano odore, quasi come di bruciato ed i miei occhi mi diedero una visione abbastanza brutta, non v'era piatto che non fosse sbruciacchiato qui e la, non sapevo se scappare o se chiamare un prete per l'estrema unzione di quel cibo, non so quale parte di me volesse morire, ma fatto sta che mi diressi al mio posto e mi cominciai a servire nel piatto da mangiare, avevo paura, pur avendo il 911 tra le chiamate rapide, avevo paura di morire qui,

- non dovresti mangiarlo, è terribile e disgustoso - disse Kurt, io non controbattei e cercai di non fare smorfie di disgusto

- smettila, perfavore... ... - continuai ad ignorarlo, non volevo sprecare del cibo che aveva preparato sicuramente faticando, lo trovavo piu orribile di quella cena stessa, lui si avvicinò provando a togliermi il piatto, tirai un colpo sul tavolo con la forchetta, i piatti vibrarono, i bicchieri tintinnarono, fu tutto il sono di un singolo istante,

- non ti azzardare a togliermi la cena da sotto al naso - riappoggiò il piatto a tavola e corse dietro ai fratelli, che erano rimasti anch'essi esterrefatti, dovevo averli spaventati leggermente con l'inaspettato ed improvviso gesto irruento,

- forza sedetevi, la cena è pronta - loro titubanti

- buon appetito - fu la cena piu silenziosa e lunga della storia, faceva abbastanza schifo come aveva cucinato, e piu di una volta vi fu un tentativo di fuggire dalla pena comune, ma era stato cosi tanto a cucinare, per quanto quel massacro si potesse definire cucina, che mi sembrava ancor piu terrificante l'idea di buttare tutto il suo lavoro, dopo aver finito di mangiare Kurt fu il primo ad alzarsi per andare a pulire i piatti, mentre noi cercavamo di digerire quel blocco di catrame che era la nostra cena

- (ha cucinato per me... ... ... lo avranno costretto quantomeno, ma comunque lo ha fatto) - sorrisi, ero pur sapendo che magari c'è stato spinto, felice che lo avesse fatto

- (però come risolvo ora? non voglio perderlo, del resto è solo un periodo passeggero, ora che ce l'ho a casa e che potrei coccolarlo tutto sarebbe tremendo doverlo lasciare) - mi grattai la testa pensando ad un piano,

- (che posso fare? pensa marco pensa... idea...) - dovevo parlargli, dovevo assolutamente risolvere la questione, mi alzai e mi diressi in cucina, metto i piatti ed i bicchieri nel lavandino dove Kurt stava finendo di lavare il suo piatto, mi fermai dietro di lui

- (ha davvero un ottimo odore...) - lui gemette, fu solo per un istante ma emise un gemito quando l'ho annusato,

- d.de.evo finire i p... - lo abbraccio e continuo a sentire il suo odore,

- solo un altro po' - appoggia la testa sulla sua spalla,

- ti prego, permettimi... ... solo un altro po' - mi ero fatto affascinare dal suo profumo, com'era possibile? i feromoni dovrebbero esser le femmine che li emanano ma soprattutto funzionare solo sulla stessa specie, ma allora che cos'era quello? era afrodisiaco, la fragranza piu buona che avessi mai sentito, mi attirava come le mosche con il miele, lui lascio cadere il piatto che aveva in mano e corse in camera mia a nascondersi, io rimasi ammutolito, fermi nella stessa posizione in cui mi aveva lasciato, confuso e con molte domande in piu, andai in salotto

- (pessima idea, non mi ci sarei dovuto avvicinare, anche se non contavo di sniffarmelo quando mi ero alzato) - mi sedetti sul divano pensoso

- (cosa posso escogitare per avvicinarmici? tutto fuorche il prenderlo da dietro) - sbuffai, ero confuso sul cosa avrei potuto fare, non era facile  se conti il periodo di calore era davvero complicata e stava per complicarsi ancora ulteriormente.



!!!DISCLAIMER!!!

approfitto per spiegare un paio di cose, questa è una fan-fiction scritta secondo un dating sim, ovvero 'Heart of the fox' scaricabile da play store, sicuramente alcune frasi saranno diverse, questo perché ogni tanto oltre al cambiar il sesso di qualche parola ci metto del mio o tolgo alcune cose, per me, inutili alla mia versione. vi invito a scaricarlo e a provarlo perché io dal canto mio ho adorato alla follia quell'otome game, della genius inc.

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