SOGNO O REALTÀ
Giulietta dopo aver sentito il nome del paziente in coma, rimane fortemente scossa. Tanto da avere quasi un mancamento.
" Si sente bene? Si sieda, le prendo un po' d'acqua, mi aspetti qui"- dichiara l'operatrice sanitaria, mentre si allontana.
Ma Giulietta non attende, senza indugiare oltre, si alza dal sedile bianco e blu, avanza in corridoio, come se fosse sotto incantesimo.
Lentamente si porta fino alla fine del percorso.
Di colpo si ferma per osservare meglio al suo interno.
Attraverso una lastra di vetro, avvista due letti, uno di quelli, occupato da un uomo.
Quando guarda meglio si accorge che si tratta di Jack.
Disteso, immobile, con alcuni tubi collegati a delle macchine per monitorare i parametri vitali.
" Jack?! Sembri... No, tu non morirai... dobbiamo indagare insieme su questa faccenda! Ricordi? Non puoi lasciarmi da sola! "- dichiara a voce alta, esprimendo dolore e preoccupazione per la vita del suo amico.
Nel frattempo, Jack, o meglio il suo spirito, vaga in quella camera.
Rimane sconvolto alla vista di sé stesso addormentato in un letto d'ospedale, con aghi e tubicini posizionati in specifiche parti del corpo, e cavi collegati a un monitor multiparametrico.
Ripresosi dallo shock iniziale, sposta lo sguardo da sé stesso a osservare ciò che lo circonda.
Si accorge di lei, Giulietta, notando che è affranta e abbattuta.
" Sta... Piange per me? Giulietta si sta disperando per me! Non credevo che ci tenesse così tanto"- si domanda, rimanendo piacevolmente colpito da quello che ha appena visto.
Osserva la donna, mentre sta con le mani posate contro il vetro, lo sguardo fisso nella direzione del letto, mentre gli occhi le si riempiono di lacrime.
L'infermiera di prima la raggiunge con una bottiglietta d'acqua.
Vedendo quella scena non può non essere compassionevole.
" Vedo che ha trovato il suo amico! Mi dispiace tanto per..."- non riesce a finire la frase che Giulietta prorompe contrariata, facendola zittire di colpo.
" Non è ancora morto e... ( fa una pausa) non morirà! È giovane e una vita davanti!
" Jack si riprenderà e tornerà dai suoi amici e da chi gli vuole bene!"- dichiara risoluta e con la voce rotta dal pianto, seguitando a fissare avanti a sé.
" Sono certa che sarà così!
Io... potrei farti entrare! Se ti fa piacere! "- esclama la ragazza.
" Davvero, mi lasceresti entrare? Grazie di cuore" - esclama sorpresa.
Si appresta a indossare camice e mascherina, immediatamente dopo, fa ingresso in quella camera.
Una sensazione di angoscia la assale.
" Ciao Jack, ( mentre le sta dietro a braccia incrociate sul petto, ricambia il saluto alzando un braccio) non posso credere di vederti disteso in un letto di ospedale. " A chi lo dici!"- risponde con rammarico.
"Tu che non ti fermi mai, non puoi morire... ci siamo appena conosciuti e poi sei anche carino ( sorride compiaciuto) che non guasta e altruista. E un vero e caro amico!
" Ti prego Jack, apri gli occhi dobbiamo fare quella cosa insieme "- esclama accorata.
Giulietta seguita a parlargli, ricordando il breve periodo che si sono frequentati.
Sperando che la sua voce possa aiutarlo a uscire da quello stato di incoscienza.
" Se solo riuscissi a farmi vedere da te o perlomeno a farti far sentire la mia voce.
Potrei chiederti cosa è successo e perché sono ridotto in quello stato!"- aggiunge incazzato.
Improvvisamente, viene colpito da un ricordo.
" Ma certo! Adesso mi torna in mente che stavo percorrendo l'autostrada a gran velocità perché volevo avvisare te e Sabrina, di non andare a vivere in quella casa.
Ricordo di essere in agitazione per la paura di non riuscire a fermarvi in tempo, ma... non riesco a ricordare il perché!"- di rimando.
Cerca di rammentare il motivo per il quale correva, e poco alla volta le giungono le immagini di ricordi frammentati.
Tutti i suoi sforzi per rimettere i tasselli della memoria risultano vani.
Repentinamente, si accorge che la donna gli tiene la mano, senza cessare di parlargli.
Ma improvvisamente viene travolto dai ricordi, immagini sfocate che poco a poco, si fanno nitide.
Sovente è la visione di uno specchio e dopo più nulla.
" Ho capito adesso, so cosa fare! Tornerò in quella casa e mi accerterò se lo specchio che mi ha invaso i pensieri con insistenza, sia la ragione per la quale sono finito in coma in un letto d'ospedale"- afferma perentorio.
In un battito di ciglia, Jack non si trova più nella struttura ospedaliera, ma bensì in un ambiente buio e freddo.
Tetro e spoglio, come se si trovasse in un bosco, di notte.
A pochi metri una casa dal di fuori quasi fatiscente, con delle finestre che sembrano occhi.
Occhi dallo sguardo spaventoso che lo scrutano.
" Ovviamente, adesso che ho ricordato gran parte delle cose, che per la mia attuale situazione avevo rimosso, mi rammento anche di te! So che ti sei accorta della mia presenza e che mi stai guardando.
" Allora saprai anche che non me ne andrò, non prima di aver visto lo specchio"- dichiara deciso, rivolto alla lugubre casa.
Tutto a un tratto, da fuori si trova bruscamente, all'interno dell'abitazione.
Comincia a guardarsi attorno, tutto è perfettamente in ordine, i mobili sfasciati e datati, adesso sono nuovi e lucidi.
Tutto il resto in quella casa sembra tornare a vivere.
Le enormi stanze con le porte aperte, mano a mano che avanza piano, sono illuminate dalle moltitudini di candele all'interno di pittoreschi candelabri d'argento.
L'aria che si respira è leggera e frizzantina, come la primavera.
Tutto sembra aver ripreso vita.
Nel contempo che Jack, si aggira all'interno dell'immobile, la sua curiosità viene stuzzicata da un'unica porta chiusa.
" Perché questa enorme porta è chiusa, quale misteriosa stanza nasconde?"- pensa tra sé e sé, trapelando curiosità.
Repentinamente, scorge una bambina di circa cinque o sei anni, con dei nastri blu di velluto che avvolgono alcune ciocche dei suoi boccolosi capelli biondi.
La bimba che arriva saltellando, tiene per un braccio un grosso orso di peluche, mentre avanza verso di lui.
Non appena lo raggiunge, si arresta e silente, lo prende per mano e lentamente lo conduce proprio dove Jack si era prefissato dirigersi.
" Ciao riccioli d'oro! Dove mi stai portando"- la interroga curioso.
Appena si trovano davanti all'uscio chiuso, la piccola lascia la sua mano per tentare di arrivare alla maniglia d'oro e aprirla.
Si allunga mettendosi in punta di piedi, ma senza successo.
L' apertura é posizionata troppo in alto.
L' uomo la lascia fare.
La bimba lo fissa senza proferire parola.
Dapprima Jack è in difficoltà, ma poi intuisce cosa vuole trasmettergli.
" Vuoi che la apra io? Ma certo principessa riccioli d'oro!- mentre si accinge a posare la mano sulla maniglia e aprire la porta, lei attendeva trepidante.
Le due ante incominciano a distanziarsi l'una dall'altra e Jack, viene avvolto da una luce accecante e dalla melodia romantica di un violino.
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