LA TELEFONATA


Gli operai di manovalanza, stamattina hanno iniziato i lavori nella casa appena acquistata, uno di loro trova in soffitta uno specchio.
L'oggetto, che era coperto da un lenzuolo, si presenta in buone condizioni.

Il capomastro, domanda a Giulietta se vorrebbe disfarsene.
Lei ci pensa un po', poi decide di tenerlo.
I lavori procedono senza altri intoppi, dopo un po' gli uomini si accorgono che si avvicina' ora di pausa e per rifocillarsi.

" Il pranzo lo offro io!"- prorompe la donna.
" Grazie signora, è molto gentile. Accettiamo volentieri!"- esclama il capomastro.
Successivamente, tutti gli operai edili, improvvisano delle sedute all'esterno dell'abitazione, per fermarsi a mangiare.

Anche Giulietta sta mettendo qualcosa sotto i denti, vista l'ora.
La persona incaricata a scendere in città, prima di andare chiede alla donna cosa desiderasse mangiare.
" Un vassoio con dell'insalata verde e noci e un cheesburgher.lsenza maionese, grazie"- gli comunica.

Anche se è distante da loro, la donna, non riesce a finire il suo pranzo.
Avverte gli occhi dei cinque uomini, puntati su di sé, e uno di loro esterna, senza riguardo, alcuni commenti volgari. Che giungono alle sue orecchie.

" Che schifoso! Potrei andare là e dirgliene quattro. Ma poi ?!
Io sono da sola, loro sono in cinque e qui intorno non c'è anima viva.
Meglio non stuzzicare il cane che dorme!"- pensa riflessiva.

Finita la pausa, riprendono i lavori.
" Ragazzi, diamoci da fare fino a che c'è luce. Qui fra un po' non si vedrà più niente. E io non ci tengo a rimanere quando sarà buio pesto!"-annuncia puntualizzando.

Il sole sta per calare, preannunciando l'imminente tramonto.
Gli operai edili, lestamente recuperano tutti i loro arnesi, caricandoli sul furgone.
Subito salgono a bordo.

Il conducente avvia il motore, nel frattempo osserva Giulietta che tenta invano di richiedere un taxi,visto che trova sempre occupato.

" Serve un passaggio? Da quello che ho capito non sa come tornare in città.
Non vorrà rimanere qui da sola? Tra un po' sarà così buio, da non vedere ad un palmo del suo naso"- insiste per persuaderla.

Giulietta, questa volta, non può fare a meno di accettare.
" Vi ringrazio, questa volta credo che accetterò"- afferma.
Si accomoda nell'abitacolo, in mezzo ai due seduti davanti.
Mentre gli altri tre si sono sistemati nel vano dietro del furgone.

La donna, si sente molto un po' pressata da quegli omoni.
Finalmente dopo circa un'ora e mezza di strada, ecco che giungono sotto l'hotel.
" Grazie, siete stati gentilissimi a domani!"- esclama con gratitudine e sollevata al tempo stesso.

" A domani buonasera!- la salutano.
Mentre il furgone blu con a bordo gli operai, si allontanano, la donna raggiunge l'ingresso dell'albergo, prende l'ascensore.
Quando giunge al piano scelto, si precipita fuori per rifugiarsi in camera sua.

Sentendosi ormai al sicuro, passa la chiave magnetica nell'apposito dispositivo, consegnato per aprire la porta.
Ma quando la porta si dischiude lentamente, mostra il viso di Sabrina.

" Ah! Tu sei già qua !"- dice sorpresa a bassa voce.
" Come è andata?"- la interroga con curiosità.
" Bene!"- risponde senza dilungarsi.
" Bene? Tutto qui, non hai altro da aggiungere?

"Ho capito, sei ancora arrabbiata!
Mi dispiace per questa notte... "- la interrompe, allontanandosi da quella stanza, per andare in bagno a fare una doccia.

" Hai sentito cosa stavo dicendo? Ero..."-
" Senti, non voglio tornare sull'argomento. Comunque non è per questo che sono arrabbiata... più che arrabbiata, delusa"- afferma con disappunto.

" Da me? E cosa avrei..."- domanda perplessa Sabrina.
" Forse perché per tutta la giornata, non ti sei degnata di farti sentire, di chiedermi come sono arrivata in quel posto? Se restare da sola con cinque uomini e in un luogo isolato, mi faceva sentire a disagio... se avessi paura? "- blatera irritata, inveendo contro di lei.

" Mi dispiace, hai ragione. Non ti ho chiesto nulla di tutto questo e non ho pensato se accompagnare gli operai edili, ti avrebbe creato imbarazzo. Avrei dovuto prendere un giorno e stare insieme a te!"- enuncia dispiaciuta con rammarico.

Cercando di calmare l'amica, Sabrina si dà la colpa di essere stata troppo egoista e di aver dato tutto per scontato.
Inizia ad accarezzarla, le sposta i capelli per liberare il collo.
Sta per avvicinarsi e posare le sue labbra, quando Giulietta, si scosta.

" No! Noi siamo solo amiche, lo hai detto tu stamattina. E quello che è successo la notte scorsa, è stato solo un momento di debolezza. Vado a fare una doccia, così mi scrollo di dosso tutto lo stress della giornata"- ribatte contrariata.

Si allontana scomparendo dietro la porta del bagno, lasciando l'amica ammutolita.
Mentre torna con il pensiero alla discussione appena avuta con Sabrina, avverte parecchia agitazione.

" Meglio che mi immerga nell'acqua calda, così mi calmo e se dobbiamo riprendere il "dibattito" spero di no, che non ho la forza di affrontare un'altra lite con lei"- pensa, intanto che sta entrando nella vasca.

Avvolta da quel tepore e dalla morbida e profumata schiuma, chiude gli occhi per un maggiore relax, ma si sveglia
nell' immediato, quando arrivano alle sue orecchie le note della suoneria del cellulare di Sabrina.

Drizza le orecchie in quella direzione per sentire chi la stesse chiamando.
" Come mai mi chiami ora, dopo tutto questo tempo? Non mi interessa quello che hai da dirmi... ! Lo sai dove sono, se ti preme tanto parlarmi, vieni fino a qui e trovami se ci riesci!"- chiude la chiamata, nervosamente.

Raggiunge la veranda, si porta fuori e nonostante il freddo e il vento, rimane lì ferma sconvolta a pensare, mentre le lacrime scendono sul suo viso.
Quando Giulietta intuisce chi era l'interlocutore, viene fuori dalla vasca velocemente.
" Alessio? E che cazzo vuole ora, perché mai l'avrà chiamata!?- si ripete ansiosa.

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