Capitolo 71

Una volta soli, decisi comunque di rimanere in piedi. Sedermi mi avrebbe fatto solo innervosire di più.

Lo zio continuava a rimanere al suo posto, attendendo che gli dessi spiegazione che non ero disposta a dare. Non era nemmeno spiegazioni! Edgar aveva avuto diversi problemi in famiglia, ma il nonno comunque era sempre rimasto al suo fianco per quanto possibile. Non era mai stato realmente solo e anche se Al, William e Joseph non sapevano la verità, erano con lui fin dalla prima media.

Non avevo alcuna intenzione di lasciarlo, niente e nessuno mi avrebbe convinto di cambiare idea. Lo amavo ed ero certa che questa volta nemmeno lui si sarebbe arreso.

- Cosa c'è di sbagliato in lui? - chiesi nuovamente.

- Non voglio che soffri. -

Troppo tardi, ma ora le cose erano cambiate. - Sono felice con Edgar e non capisco perché mi chiedi della sua famiglia. -

- Ginevra, sei giovane e hai una vita davanti. Capisco il fascino del ragazzo problematico, ma... -

Che diavolo diceva? Fascino del ragazzo problematico? Lui non lo era, aveva avuto discussioni in famiglia per nulla felici, ma nulla che non si potesse davvero sistemare. Edgar era gentile e affettuoso, chiunque lo avrebbe capito se solo lo avesse visto con la sorella.

- Non è il fascino del ragazzo problematico. - dissi duramente. - Non è nemmeno il fascino del ragazzo popolare. Zio, non so cosa pensi di Edgar, ma non ho intenzione di lasciarlo solo perché ha un brutto rapporto con suo padre, perché non ha una famiglia perfetta. -

- Ginevra... -

- No. - dissi bloccandolo un'altra volta. - Io non ho una famiglia perfetta. I miei genitori sono morti e vivo con voi. Allora anche lui dovrebbe cambiare idea su di me visto che non ho più un padre e una madre, visto che ho delle orribili cicatrici sul mio corpo. -

Il suo sguardo vacillo. - Noi ti vogliamo bene. -

Sospirai pentita in parte delle parole. - So che mi volete bene e ve ne voglio anche io. Forse non ho scelto le parole migliori, ma non mi fermerò per la situazione famigliare. Io sono interessata a lui, solo Edgar, e non ai suoi parenti. -

Annuì, ma non ne era ancora convinto. - Ti ha mai detto come è morta sua madre? -

- Sì. -

Impossibile dimenticare le sue parole. Un demone l'aveva uccisa appena era tornata a cacciare dopo la nascita di Edgar e da quel momento il padre aveva perso la testa. Fino all'età di sette anni, il nonno si era preso cura di lui, ma poi il padre aveva deciso di trasferirsi e prendersi cura del figlio. L'unico problema, era che non l'aveva mai fatto. Edgar badava a se stesso e suo padre l'aveva preso in considerazione solo quando era stato il momento di renderlo parte dei Knight. L'aveva iniziato a quel mondo assurdo di demoni e poi l'aveva spronato per diventare il migliore, senza mai una ricompensa, senza nemmeno un segno di affetto. Non era vissuto nell'amore di una famiglia.

Edgar era cresciuto in una casa senza amore, dove le donne si susseguivano una dopo l'altra senza fermarsi troppo a lungo. L'unica che si era fermata abbastanza, aveva dato alla luce Annalisa e poi se n'era andata abbandonando la figlia. Era stato Edgar a prendersi cura di lei, il padre nemmeno la voleva vedere. Aveva conosciuto l'amore con l'arrivo di Annalisa.

- Ti ha raccontato di suo padre, di... -

Sbuffai. - Mi ha detto tutto. Non mi hai ancora dato un vero buon motivo per lasciarlo. -

Mi fissò in silenzio. Quegli occhi grigi non mi avevano mai messo tanta pressione e stavo per impazzire. Non volevo lasciare Edgar, aveva accettato un Succhiasangue, perché non un umano? Edgar era un bravo ragazzo alla fine, lo zio lo conosceva bene e non potevo credere che avesse tante riserve su di lui.

- Devo parlare con lui. -

Trattenni a stento un sospiro di sollievo per essermela cavata. - Lo immaginavo. -

- Tu sei sicura? -

- Sì. - dissi decisa. - Credevo che Edgar ti piacesse. -

- É un bravo ragazzo nonostante quello che ha vissuto. - rispose e prima che potessi dire qualcosa alzò una mano continuando a parlare. - Ginevra, sei come una figlia per me e non voglio che tu soffra. Mi piace vederti felice, ma devo assicurarmi. -

Gli sorrisi trattenendo le lacrime. Lo abbracciai forte. - Non ucciderlo. -

- Tranquilla. - disse ridacchiando. - Solo una chiacchierata, nulla di spaventoso. - mi spostai guardandolo sospettosa. - Josh è ancora vivo, quindi penso che Edgar abbia buone possibilità di uscire sano e salvo da questa casa. -

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