Capitolo 31

Il bracciale di Edgar non illuminava molto, ma eravamo riusciti a oltrepassare alcuni Atrax e ucciderli prima che loro se ne accorgessero. Kurt aveva avuto ragione, avevamo fatto bene a dargli retta e non essere diffidenti.

Il fuoco illuminava la roccia proiettando strane ombre intorno a noi. Mettevano più paura quelle ombre che i demoni, confondevano le idee. Bulgrad aveva scelto proprio un bel posto, anche se freddo e fin troppo umido. Era parecchio silenzioso, non me lo sarei mai aspettato.

Avanzammo lentamente fino a quando Edgar si fermò all'improvviso. Guardai davanti a lui senza capire il motivo, fino a quando lo sentii.

- Cosa succede? - bisbigliò Martina.

Il brivido al collo era continuo, perciò non potevamo più affidarci ad esso. Eravamo in un covo di demoni, era ovvio che ne percepissimo la presenza. Capii perché si era fermato e alzai la testa con timore, l'ultima volta non mi era andata molto bene.

Il sibilo era nell'aria e lentamente anche gli altri si resero conto che gli Atrax all'inizio erano stati proprio una passeggiata, questa volta erano stati loro a coglierci di sorpresa.

Alzai la testa, ma prima che potessi fare qualsiasi movimento un filo bianco mi avvolse i piedi e mi alzò a mezz'aria facendomi dondolare. Urlai cercando di recuperare i coltelli che avevo nascosto, ma era piuttosto difficile mentre venivo fatta ondeggiare come un giocattolo.

Cercarono di aiutarmi, ma la luce di Edgar non illuminava abbastanza bene da capire quale Atrax colpire e molti coltelli furono lanciati nel nulla rischiando di colpire più me che i demoni.

Ben presto i demoni aumentarono e svariati occhi gialli e passi pesanti ci raggiunsero. Boa, Catdeath e Orchi erano intorno a noi.

Velocemente i miei compagni accesero le loro torce elettriche, era inutile evitare di far svegliare altri Atrax. La caverna si illuminò e riuscii a trattenere a stento un grido. Quei demoni schifosi attaccati al muro erano più di quelli che mi ero immaginata. Quanti ne aveva tenuti Bulgrad?

Notai anche dei Succhiasangue, Folletti e Corvi, ma non mi sorpresi più di molto. Erano comunque demoni, e molti erano minacciati da Bulgrad. Speravo solo che fra di loro ci fossero anche quelli che ci avrebbero aiutato.

Riuscii a recuperare il coltello dallo stivale e, non con poca fatica, tagliai il filo che mi teneva appesa. Caddi a terra non riuscendo a fermare la caduta e picchiai la schiena. Il coltello si conficcò nel terreno a qualche millimetro dal mio volto.

Cercai immediatamente la mia arma, ma non l'avevo più addosso. La Frusta non era più attaccata alla mia cintura.

Mi guardai intorno a terra e finalmente la individuai, ma appena mossi un passo fui scaraventata a terra da un Succhiasangue che cercò di morsicarmi senza tanti preamboli. Era assolutamente fuori controllo. Presi il paletto fra i capelli e lo conficcai nel suo cuore.

Non feci caso alla polvere disgustosa, ma cercai subito la Frusta. Non potevo perderla, ma i demoni si avventarono di nuovo su di me.

Scalciai, tirai pugni e ne feci fuori alcuni. Non prestai caso ai miei compagni, ma tenevo solo d'occhio la mia Frusta. Speravo che se la stessero cavando e che stessero avendo la meglio.

Spinsi via un demone e mi misi a correre per raggiungere la mia preziosa arma, ma inciampai e caddi a terra. Mi voltai pronta ad aggredire, a combattere e invece mi ritrovai a guardare il corpo senza vita di Max. Era riverso in una pozza scura e diversi Succhiasangue si stavano avvicinando per prosciugarlo.

Cacciai indietro le lacrime e afferrai i paletti nelle mani e mi lanciai all'attacco. Quei mostri non lo avrebbero toccato ancora.

Max era stato l'unico adulto a credere alle mie parole. Mi aveva dato retta e aveva deciso di attaccare Bulgrad dopo due giorni e di notte. Aveva seguito il consiglio di non utilizzare le torce elettriche. Si era fidato della mia parola e di quella di Edgar. Persino mio zio aveva dubitato di noi.

Riuscii a uccidere diversi Succhiasangue, ma erano troppi e quando mi voltai verso il corpo di Max vidi che lo stavano trascinando via. Le sue gambe erano state avvolte da ragnatele e oramai sapevo che non avremmo riavuto indietro quel corpo. Le ragnatele degli Atrax erano difficili da sciogliere anche una volta che quei mostri erano stati distrutti.

Mi guardai intorno in cerca della Frusta e la vidi prendere ad un Boa e allontanarsi.

Lo rincorsi per il corridoio che diventava sempre più buio e il vociare della battaglia si allontanava, ma se non recuperavo la Frusta Max sarebbe morto invano. I demoni l'avrebbero pagata cara per quello che avevano fatto.

Il mostro oltrepassò una porta da cui proveniva una luce azzurra. Sentivo qualcuno parlare, una voce profonda e terribile e il brivido dietro il collo aumentò.

Avanzai con calma e quando varcai la porta mi trovai davanti un mostro e ai suoi piedi la mia Frusta con il manico spezzato in due. Fra gli artigli teneva una pietra trasparente.

Arrivai a quegli occhi verdi brillanti, con pupille sottili e verticali. Mi sorrise freddamente.

Ci misiqualche secondo a capire ciò che era successo. Ciò che stava per accadere.

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