Capitolo 30
Rimaneva in silenzio e guardava davanti a sé riflettendo. Forse non avremmo dovuto dire tutto subito, magari metterlo al corrente in modo diverso, ma sapevo che non avevamo tempo da sprecare. Non potevo nascondergli più nulla, aveva visto Kurt e la mia storia la sapeva.
- Vi fidate davvero di loro? - chiese Edgar alzando lo sguardo verso di me.
- Kurt mi ha salvato la vita e ci ha detto diverse cose che ci servono. Sono dalla nostra parte, perché non provare a credergli? -
- Perché è un demone. -
- Voglio fidarmi di Kurt e degli altri. Non abbiamo nulla da perdere e se abbiamo lo stesso obbiettivo, perché non farci aiutare? -
Sospirò - Spero che tu abbia ragione. -
Ero sorpresa che fossimo riusciti a parlare in una camera da letto senza che nessuno ci venisse a disturbare, soprattutto Claire. Pensavo che sarebbe entrata e lo avrebbe portato via, invece non l'avevo ancora vista e ne ero ben felice. Avrei voluto invitare anche Sara e Steven, anche gli altri ragazzi, ma non li conoscevo abbastanza per sapere se fidarmi di loro. Non avevano assistito a nulla, perciò potevano far ancora più fatica di Edgar.
- Andiamo a far colazione? - chiese Monica soddisfatta. - Sono solo le cinque, ma sono certa che qualche bar sarà già aperto. Siamo in un posto abbastanza isolato, ma dovrà pur esserci qualcosa. -
- Se mangiassimo in casa? - chiese Francesco - Ho bisogno di farmi anche una dormita. -
- Non c'è niente in casa. Nessuno ha pensato di riempire il frigorifero, possiamo fermarci dopo. -
- Forza. - disse Serena prendendolo per mano e facendolo alzare dal letto - Faremo in fretta. -
- Aspettatemi. - disse Monica - Vado a chiamare anche Steven. -
Uscirono dalla camera lasciando da soli me e Edgar. Mi voltai verso di lui e gli sorrisi cercando di capire a cosa pensasse, ma quegli occhi azzurri erano indecifrabili e la sua espressione era normale. Non c'era nulla che potessi leggergli.
Avrei voluto chiedergli cosa gli fosse preso prima, insomma, se avesse avuto davvero l'intenzione di baciarmi. Io l'avrei fatto, cavolo, l'avrei fatto anche in quel momento! Volevo tornare fra le sue braccia e sentirmi al sicuro, ma era meglio non aumentare i nostri problemi.
- Vieni a mangiare? - chiesi dando un taglio ai miei pensieri.
- Facciamo bene a fidarci? - chiese guardandomi.
- Avrei preferito tenerti all'oscuro, ma dopo Kurt era difficile. Volevi spiegazioni e io te le ho date. Spetta te decidere, spero che sarai con me. -
- Perché l'hai lasciato andare la prima volta? - chiese nuovamente.
Per lui era davvero difficile da accettare e non lo biasimavo, ma doveva fidarsi di me. Oramai mi conosceva e sapeva che non avrei risparmiato un demone tanto alla leggera. Doveva sapere che ero dalla parte dei Knights fino in fondo.
- Mi ha salvato la vita e mi sembrava scorretto ucciderlo. Lo avrei fatto con qualsiasi demone e so che tu non sei d'accordo, ma quel che è fatto, è fatto. -
- Non capisco come hai fatto a lasciarlo andare. Io non mi sarei mai fidato. -
- Siamo persone diverse. - dissi stringendomi nelle spalle. - Ora ti va di andare a mangiare? Perché io ho fame e poi vorrei farmi una bella dormita. -
Mi guardò qualche istante e sapevo cosa stesse pensando. Voleva continuare la discussione, capire perché avevo fatto quelle scelte. Voleva essere certo di non sbagliare e fare tutto per il meglio. Ero certa che mi avrebbe chiesto nuovamente di dirgli tutto, e invece mi sorrise.
Mi baciò la fronte prendendomi la mano. - Andiamo a mangiare. -
Rimasi sorpresa, ma poi sorrisi e lo seguii felice.
Avrei pensato in un altro momento a sopprimere i miei sentimenti.
******
Mi vestii sistemando le armi e assicurandomi che avessi la più importante. Senza la Frusta non saremmo andati da nessuna parte e speravo con tutto il cuore che Kurt ci aiutasse e che andasse tutto per il meglio. Volevo eliminare Bulgrad e tornare alla mia vita, magari avrei potuto nuovamente uscire con le mie amiche e forse avere anche un ragazzo.
Scossi la testa e mi concentrai sul presente. Non dovevo far vagare assolutamente i miei pensieri, uccidere Bulgrad era fondamentale.
Scesi in salotto e mi sedetti sul divano mentre gli altri, uno dopo l'altro mi raggiungevano. Erano tutti tesi, infondo era arrivato il momento di combattere, di affrontare quel mostro che comandava i demoni. Era arrivato il nostro momento e non avremmo fallito.
Lo sguardo mi cadde inevitabilmente su Edgar. Vidi il suo bracciale, che nascose sotto la manica del giubbotto. Era come se lo volesse nascondere, eppure tutto il gruppo sapeva della sua esistenza e anche della mia Frusta. Sapevano che saremmo dovuti andare da Bulgrad in ogni modo, che dovevamo assolutamente arrivare da lui.
Salii con lo sguardo fino ad incontrare il suo. Stava guardando me e mi fece un segno con la testa che ricambiai. Eravamo pronti.
- Cerchiamo di non lasciare indietro nessuno. - disse Max attirando la mia attenzione. - Possiamo farcela e ricordate che Edgar e Ginevra dovranno arrivare a Bulgrad. -
Annuirono tutti e poi uscimmo.
Guardai i volti dei miei compagni e mi resi conto di quanto fossero seri e tesi. Erano tutti vestiti di nero, meglio confondersi con le ombre in modo da avere più vantaggio. Avevamo molte armi, non ci saremmo fatti fermare per nulla al mondo.
Per primo uscì Max, seguito da mio zio e Frank. Dietro di loro gli altri adulti e poi toccò ai ragazzi. Sara, Claire, Martina, Lucas e Andrea. Vidi Serena prendere la mano di Francesco e dietro di loro Monica e Steven. Mi voltai verso Edgar che si avvicinò mentre gli ultimi uscivano.
- Non farti avvelenare. -
- Farò del mio meglio. - risposi sorridendo.
Mi prese la mano stringendola. - Pronta? -
- Quandovuoi. -
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