Capitolo 29
La situazione era molto delicata, ma sapevo che erano entrambi abbastanza intelligenti da capire che non fosse il momento di attaccare. Inoltre se solo ci avessero provato, mi sarei incazzata da morire e la mia occhiataccia bastò a entrambi per metterli al loro posto.
- Di cosa devi parlarci? - chiesi richiamando l'attenzione di entrambi che si guardavano in cagnesco.
Si voltò e accennò un piccolo sorriso, per poi farsi serio. - Bulgrad cerca un diamante ed è in possesso di un Knight. Questa pietra può riportarlo alla sua vecchia forza, nel giro di solo qualche minuto. Dovete impedirgli di prenderla e sbrigarvi a farlo fuori altrimenti sarà la fine. -
- Perché ci aiuti? - chiese Edgar diffidente.
- Perché non mi piace, a nessuno di noi Corvi e anche altri demoni. - alzò una mano per fermare Edgar - So quello che stai per dire, ma non possiamo attaccarlo. Dalla sua parte ha tutti gli Atrax e sono più micidiali per noi che per voi, noi non possediamo alcun antidoto. Quasi tutti i Boa sono dalla sua parte perché deriva dalla loro famiglia e anche diversi Orchi e Deathcat. I Succhiasangue non possono ribellarsi a lui, altrimenti morirebbero e quelli che hanno ancora qualche tratto d'umanità metterebbero in pericolo le persone a cui tengono. Per i Folletti è la stessa cosa. -
- Potreste allearvi. - disse Edgar stringendo i denti.
- Sono più i nemici che gli amici, e non tutti sono disposti a rischiare. Non credere che non ci stiamo provando. -
- Dove si trova questa pietra? -
- Non lo sappiamo e nemmeno lui, per vostra fortuna. I vostri amici hanno trovato il nascondiglio, perciò fate in fretta ed eliminatelo. Fra due giorni diversi Atrax verranno allontanati dal nascondiglio, agite quella notte. Gli Atrax sono meno pericolosi di notte e non accendete alcuna luce elettrica, tollerano meglio il fuoco. Potresti usare il tuo giocattolino ragazzo. -
- Come possiamo fidarci di te? -
- Vi ho appena salvato. Se Bulgrad muore, noi demoni potremmo anche condurre una vita normale. Non tutti sono fuori controllo come pensate. -
- Edgar. - dissi stringendogli la mano. - Che bisogno avrebbe di mentire? Non perdiamo nulla a fidarci. -
Si voltò verso di me con uno sguardo indecifrabile. - Perché gli credi? -
- Perché mi ha già salvato una volta. - dissi e prima che potesse aprire la bocca gliela coprii con una mano in modo che non si mettesse a urlarmi addosso. - Non arrabbiarti e fidati di me. Non è il primo demone che ci vuole aiutare. -
- Avete parlato con Toby? - chiese il Corvo attirando la mia attenzione.
- Lo conosci? -
- Tu e le tue cugine, non siete delle sconosciute fra i Ribelli. Ti sorprenderesti di quanti demoni sono con voi Knights. Uno di noi era sempre pronto a proteggervi nel caso ce ne fosse stato bisogno, ma nessuno vi ha mai cercato di uccidere. -
Edgar spostò la mia mano dalla sua bocca, ma non urlò addosso a me. Non alzò la voce, ma era estremamente arrabbiato e con il Corvo.
Il suo tono era glaciale. - É stata avvelenata tre volte. Poteva morire. -
- C'eri sempre tu al suo fianco e le hai salvato la vita. Se fosse stata in pericolo, saremmo intervenuti, proprio come ho fatto questa notte. -
- Perché non fermate gli altri demoni? -
- Lo facciamo, ma ce ne sono davvero molti. Prima di ucciderli cerchiamo di farli ragionare. -
Edgar si voltò verso di me e mi guardò dritto negli occhi. Vidi un miliardo di emozioni passare in quegli occhi azzurri. Doveva avere una gran confusione in testa, ma ero felice che non avesse cercato di uccidere quel Corvo e che non mi avesse urlato addosso. Per il momento non lo aveva ancora fatto.
Sospirò passandosi una mano fra i capelli - Credo che tu e le tue cugine mi dobbiate dare delle spiegazioni. -
- Terrai la bocca chiusa? -
- Sì, ma dovrete essere sincere. -
- Va bene. - dissi sorridendo sollevata e stringendogli la mano. Mi voltai verso il Corvo - Grazie ancora. Uccideremo Bulgrad. -
- Lo spero e avrete anche il nostro aiuto. -
- Se scopri altro della pietra, faccelo sapere. Puoi dirlo a me, o una delle mie cugine. Puoi fidarti anche di lui, anche se non sembra in questo momento. É una brava persona. Anche di Francesco, Toby l'ha incontrato. -
- Sono felice di averti rivisto Ginevra. -
- Anche io... -
- Kurt. - disse sorridendo e poi volò via.
Mi voltai verso Edgar che al posto di rimproverarmi, o chiedermi subito spiegazioni, mi abbracciò. Esitai qualche istante e poi chiusi gli occhi stringendolo. Non mi importava per quale strano motivo lo stesse facendo, ma mi piaceva. Forse sarebbe stata l'ultima volta.
Mi piaceva stare fra le sue braccia e sentire il calore del suo corpo. Mi piaceva come mi stringesse a lui e come i nostri corpi combaciassero in ogni punto.
- Ho davvero creduto che ti facessero fuori. - sussurrò al mio orecchio.
Mi allontanai leggermente sorridendo. - Sono stata avvelenata tre volte e sono ancora qua. Non possono farmi fuori facilmente, dei demoni non mi uccideranno. -
Sospirò scuotendo la testa, ma stava sorridendo. - Tu e le tue cugine... -
- So che sembra assurdo e sbagliato, ma lo capirai. I demoni non sono così male, l'hai visto anche tu. -
Mi fissò dritto negli occhi e mi resi conto che eravamo davvero vicini. Le nostre labbra avrebbero potuto toccarsi se solo avessimo riempito quei pochi centimetri di vuoto. Sentii il cuore accelerare nel petto e un dolce calore espandersi in tutto il corpo.
Il suo sguardo era caldo e invitante. I suoi occhi passarono dai miei alle mie labbra, un percorso che ripeté più di una volta e che anch'io seguii. La sua bocca era proprio invitante.
All'improvviso si staccò, raccolse le armi da terra e prendendomi la mano e ci avviammo verso casa.
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