Senza perdono


Ciao, Lucy! Come stai?

Scusami se non ho potuto scriverti prima, ma ho avuto un po' di problemi a capire come si usano i gufi (proprio come quello che ti ha portato questa lettera; la risposta dovrai legargliela alla zampina, ma prima ti consiglio di dargli un paio di biscotti, dal momento che ha affrontato un lungo viaggio).

Oggi è il mio terzo giorno di scuola e sono curiosa di affrontare la mia prima lezione di Difesa Contro le Arti Oscure! Sono stata assegnata a Corvonero e, passata la sorpresa iniziale, mi sto trovando molto bene. Pare che qui finiscano i maghi e le streghe con il pallino per lo studio. Sembra proprio fatta apposta per me, non è vero? I colori della mia Casa sono il bianco e il blu con un corvo nero al centro. Il nostro dormitorio si trova su una delle torri più alte del castello: dalla mia camera posso vedere un panorama straordinario, con il lago e le montagne sullo sfondo.

Sono sicura che Hogwarts ti piacerebbe molto: è piena di scale e passaggi segreti. Pensa che ci sono persino i fantasmi! Però posso assicurarti che non fanno assolutamente paura, anzi, alcuni sono anche molto simpatici, come per esempio Sir Nicholas. Basta far finta di niente se ogni tanto gli si stacca parte della testa. Ѐ una cosa che imbarazza molto anche lui! Un altro fantasma è il professor Ruf e insegna Storia della Magia. Non è affatto severo, ma a dire il vero io lo trovo un tantino noioso quando spiega.

I miei compagni sono tutti molto affettuosi con me, ma ho stretto amicizia in modo particolare con dei ragazzi di Grifondoro. Conosci Harry e Jane Potter? Loro sono tra i miei migliori amici.

Le lezioni sono fantastiche e mi sto davvero appassionando alla magia. Qui ci insegnano a curare le creature magiche, a preparare pozioni che possono guarire dagli avvelenamenti e a trasformare gli oggetti in cose che potrebbero tornarci utili in caso di necessità. All'inizio ero molto scettica, ma con il passare del tempo mi sto rendendo conto che invece queste cose possono rivelarsi assai utili. Non sapevo di essere così ignorante, quando ero ancora senza poteri. E ora mi sembra tutto così semplice!

I professori sono tutti un po' stravaganti, ma ti posso assicurare che hanno un'eccellente preparazione. Persino l'insegnate di Pozioni, il professor Piton, che fa paura praticamente a tutti, non mi sembra poi così male. Esige molto, questo sì, ma sa insegnare ed è questo l'importante. L'unica sua pecca è che è il Direttore di Serpeverde.

E tu come stai? E la mamma? Mi mancate moltissimo! Non vedo l'ora che vieni a Hogwarts anche tu! Sono sicura che io e te ci divertiremo da matti insieme!

Scrivimi presto, mi raccomando!

Baci,

Susan

P.S. saluti anche da Peter!

***

Susan rilesse la lettera un paio di volte; poi la legò alla zampetta del gufo grigio che stava appollaiato di fronte e lei. Il volatile fece schioccare il becco un paio di volte e spiccò il volo, sparendo fuori dalla finestra. La ragazza finì di bere rapidamente la sua aranciata e si avviò verso l'aula di Difesa Contro le Arti Oscure.

Era ancora molto presto e la grande stanza era completamente vuota. Susan scelse uno dei banchi in prima fila e vi si sedette. Estrasse dalla cartella una copia di un giornale babbano, che si faceva recapitare ogni mattina per tenersi sempre informata su quanto accadeva fuori dalle mura di Hogwarts. Dopo aver scorto i primi articoli di politica e cronaca locale, i suoi occhi si fermarono su un trafiletto di poche righe, introdotto dalla foto in bianco e nero di un bambino sui dieci anni dai corti capelli scuri. Le prime parole bastarono a farle gelare il sangue nelle vene.

*******

SCOMPARSO

Barry Stewart, 10 anni, è sparito da casa intorno alle 20:30 di ieri sera. L'ultima volta che è stato visto, era nella sala d'aspetto della piscina comunale di Southampton, Yorkshire, in attesa della madre. Non si sa se si sia allontanato di sua volontà o se sia stato costretto da qualcuno. Chiunque lo vedesse, telefoni immediatamente alla polizia.

******

Susan cercò disperatamente di mantenere la calma. Quell'articolo le era troppo familiare. Ne avevano scritto uno simile per David, quando ancora sembrava esserci una speranza di ritrovarlo. E ora questa scomparsa, ancora una volta di un bambino di dieci anni. No, doveva essere tutta una coincidenza. Non poteva di nuovo essere il rapitore seriale di Nati Babbani, lo avrebbero detto che c'erano stati dei precedenti. Del resto, quante persone sparivano nel nulla ogni giorno in Inghilterra? Altrimenti non si sarebbero spiegati tutti quei programmi di cronaca che si vedeva spesso sua madre la sera dopo cena. No, Jane gliel'aveva detto che la Strega Suprema era quasi sicuramente morta. Peccato che fosse proprio quel quasi a preoccuparla.

−Buongiorno! – trillò una voce squillante al disopra della sua testa.

−Oh, buongiorno! – salutò Susan sollevata.

Era incredibile come Jane sapesse comparire sempre al momento giusto, come se le leggesse nel pensiero.

−Qualcosa ti turba? – chiese infatti.

−Oh, no, niente – rispose Susan. – Ho appena letto un articolo su un bambino scomparso e...insomma, sembra quasi uno dei delitti della Strega Suprema, a pensarci bene.

−Mmm – Jane afferrò il quotidiano e lesse il trafiletto attentamente, aggrottando le sopracciglia con fare pensoso. – Comunque, se può farti stare tranquilla, sul Profeta non c'era scritto nulla a riguardo. Se fosse stata una cosa che coinvolgeva la nostra comunità, ne avrebbero parlato eccome!

−Grazie, la cosa mi tranquillizza molto! – esclamò Susan sollevata.

−E di che? Comunque, a maggior ragione, concentriamoci su questa lezione!

In pochi minuti, l'aula si riempì completamente di vocianti studenti del quarto anno. Harry, Ron e Hermione erano seduti alle loro spalle e chiacchieravano animatamente con un ragazzo spilungone dai lunghi capelli neri e arruffati.

−Mio padre dice che Moody è uno degli Auror migliori che il Ministero abbia mai avuto – stava spiegando Ron a Harry. – Molte celle di Azkaban sono piene grazie a lui. Ma ora pare sia andato un po' fuori di testa. Ѐ strano che Silente abbia scelto proprio lui come insegnante.

In quel momento, calò il silenzio. Moody era appena entrato nella stanza con la sua andatura claudicante. Si sistemò davanti alla cattedra, squadrando gli studenti uno a uno con entrambi gli occhi.

−Prima di cominciare, vorrei mettere bene in chiaro una cosa – esordì con voce roca. – Silente mi ha mostrato i programmi svolti gli scorsi anni. Straordinariamente esaustivi, è vero, specie quello curato dal professor Lupin, tuttavia noto in ciascuno di essi l'assenza di un elemento fondamentale: l'approccio pratico. Potrete infatti essere a conoscenza di tutte le creature magiche di questo mondo, tutti gli incantesimi di difesa possibili, ma non potrete mai avere la speranza di cavarvela nella vita reale se i vostri studi si limitano alla pura accademia. In quest'aula voi imparerete ad affrontare ciò che vi aspetta là fuori, so che siete abbastanza maturi per farlo. Ci sono domande?

Nessuno rispose. Per tutto il discorso di Moody, Harry aveva più volte esclamato sottovoce la sua approvazione. Jane, invece, era rimasta in silenzio, il mento appoggiato sui gomiti, fissando il vuoto. Susan le scoccò un'occhiata allarmata, temendo che stesse per avere una crisi simile a quella di poche sere prima.

−Dunque, chi di voi sa dirmi quante sono le Maledizioni Senza Perdono? – chiese improvvisamente Moody.

Parecchie mani scattarono in aria.

−Signorina Granger?

−Tre, signore – rispose la ragazza con la sua vocetta acuta.

−E sai dirmi anche perché si chiamano così?

−Sì, signore. L'uso di una sola di esse è sufficiente per il massimo della pena ad Azkaban.

−Esatto! Per questo dovete essere preparati, perché sono proprio queste le maledizioni che un mago oscuro sceglierà per attaccarvi. Qualcun altro sa dirmi le loro particolarità? Signor Weasley?

−Tutte e tre sono terribilmente orrende. E non lasciano segni visibili – rispose prontamente Ron.

In quel momento, Susan provò una tremenda empatia nei confronti di Jane.

−Risposta esatta! – abbaiò Moody. – Weasley, qual'è la prima?

−Mio padre mi ha parlato della Maledizione Imperius...

−Oh, tuo padre dovrebbe averla vista un paio di volte. Ora capirete perché – il professore estrasse una scatola dalla tasca del pastrano, estraendovi un piccolo ragno scuro, che prese a zampettare forsennatamente sul palmo calloso della sua mano. – Engorgio! – disse puntandogli contro la bacchetta. In un batter d'occhio, il ragno si gonfiò fino a raggiungere le dimensioni di un merlo. Molte ragazze urlarono. – Imperio! – esclamò Moody puntandogli nuovamente la bacchetta contro.

Il ragno balzò sulla cattedra, dove prese a esibirsi in una serie di spettacolari piroette. Molti risero nel momento in cui, come mosso da fili invisibili, l'aracnide improvvisò un perfetto tip-tap.

−Divertente, vero? – li incalzò Moody. – Che altro volete che gli faccia fare? Infilarsi giù per la gola di qualcuno di voi?

Tutti smisero di ridere all'istante.

−Poco tempo dopo la caduta di Voi-Sapete-Chi, decine di maghi e streghe dichiararono di aver fatto delle cose orribili perché sotto l'influenza della Maledizione Imperius. La domanda è questa: chi sono i bugiardi? Avanti, fuori la seconda!

Altre mani si levarono.

−Neville Paciock! – chiamò Moody rivolgendosi al ragazzo dai capelli scuri accanto a Hermione. – La professoressa Sprite ti descrive come uno studente molto dotato in Erbologia. Vediamo come te la cavi con le Arti Oscure!

−Ehm...c'è la Maledizione Cruciatus – rispose Neville timidamente.

−Eccellente! Sicuramente una delle più orribili – puntò di nuovo la bacchetta contro il ragno. – Crucio!

La creatura si appallottolò bruscamente su se stessa, prendendo a contorcersi e a rotolare convulsamente lungo tutto il piano della cattedra, lanciando squittii acuti simili a grida di dolore. Dopo pochi secondi, il ragno prese a saltare sul posto, come se i suoi muscoli stessero scoppiando uno a uno sotto l'influsso di tante piccole scariche elettriche.

−LA SMETTA! PER FAVORE, LA SMETTA! – gridò improvvisamente Hermione.

Il suo braccio era stretto attorno alle spalle di Neville, pallido come un cencio, gli occhi sgranati dall'orrore.

−Paciock, se ti senti male, vai in infermeria! – tuonò Moody.

Il ragazzo annuì goffamente e si trascinò fuori dalla classe.

−Bene, come avete appena visto, la Maledizione Cruciatus è il metodo migliore per torturare una persona senza tagliuzzarla pezzo per pezzo. Vi posso assicurare che il dolore è lo stesso – proseguì il professore imperturbabile. – Ai tempi di Voi-Sapete-Chi andava particolarmente di moda tra...signorina Potter, dove credi di andare?

−Ne ho abbastanza, signore! – rispose lei con inaspettata veemenza, già a un passo dalla porta dell'aula. – Già mostrare degli anatemi illegali di fronte a una classe è una cosa abbastanza discutibile, ma parlare di Arti Oscure con una leggerezza quasi compiaciuta è uno scandalo!

Susan si volse verso Harry. Il ragazzo aveva gli occhi sgranati per lo stupore. Evidentemente, nonostante la sua inarrestabile franchezza, era difficile che Jane rispondesse male a un professore.

−Nessuno ti autorizza a rivolgerti a me in questo modo! – ringhiò Moody minaccioso. – Io sono il professore e io decido che cosa fare a lezione, è chiaro? Tu qui dentro non hai alcuna mansione al di fuori dello starmi a sentire!

−Io sono qui per imparare a difendermi dalle Arti Oscure, dal momento che conosco benissimo in che cosa consistono.

−Ah, davvero? E allora scommetto che sei abbastanza in gamba per continuare la lezione al posto mio, non è così? Per esempio, spiegando alla classe qual'è la prossima maledizione.

Gli occhi di Jane sembrarono prendere fuoco. Era evidente che quella era una vera e propria frecciata velenosa nei suoi confronti.

−L'Avada Kedavra, o l'Anatema Che Uccide – rispose seccamente. – Ma non credo che abbia bisogno di ulteriori approfondimenti, dal momento che ha ucciso entrambi i miei genitori. Be', buona giornata – e se ne andò, chiudendosi la porta alle spalle.

***

Jane camminava a passo spedito nel lungo corridoio deserto, le mani nelle tasche, gli occhi e le guance che le bruciavano per la rabbia e l'umiliazione. Non si era fermata quando aveva intravisto il lampo di luce verde balenare dietro la porta dell'aula di Difesa Contro le Arti Oscure. Si immaginava le reazioni dei presenti, in particolar modo di Harry. Sapeva che avrebbe dovuto restare con lui, ma la sola idea di rimanere nelle vicinanze di quell'uomo raccapricciante andava ben oltre le sue forze.

Non sapeva né come né perché, ma ogni volta che Moody si trovava nelle sue vicinanze, la ragazza cadeva in presa a un fastidiosissimo senso di nausea che non riusciva a controllare in alcun modo. Solo due volte aveva provato una sensazione simile e la cosa non la tranquillizzava affatto: in entrambi i casi, infatti, Voldemort si trovava solo a pochi passi da lei.

Non riusciva a capire come Moody, uno dei migliori Auror d'Inghilterra, potesse essere collegato proprio con il suo nemico numero uno, tuttavia Jane aveva la sgradevole certezza che ci fosse qualcosa che non quadrava in quella situazione. Già il fatto che il professore avesse usato un ragno come cavia per le sue maledizioni le aveva ricordato involontariamente uno dei modi preferiti con cui la Strega Suprema faceva sparire le sue vittime, trasformandole in creature sgradevoli che venivano puntualmente schiacciate da qualche incauto Babbano. Senza contare che anche Harry, a modo suo, stava dando dei segni di anomalia da un paio di settimane: la sua cicatrice era tornata a bruciare senza motivo. Di solito, quando i due gemelli si trovavano in pericolo, erano proprio questi i segnali che li mettevano in allarme. Era evidente che l'aggressione dei Mangiamorte alla Coppa del Mondo di Quiddich non sarebbe stato un episodio isolato. Voldemort stava macchinando qualcosa, ma come e quando avrebbe colpito restava un mistero. La cosa riempiva Jane di un'ansia indescrivibile.

I suoi passi si fermarono di colpo. Per poco non era inciampata nelle lunghe gambe di Neville, seduto a terra, la testa rivolta verso una finestra inondata di luce.

−Neville! Stai...

Si bloccò a metà frase. Il volto del ragazzo era rigato dalle lacrime. Jane trasalì: in quattro anni, nonostante tutte le umiliazioni subite davanti ai professori e ai Serpeverde, non aveva mai visto Neville piangere sul serio.

−Che uomo raccapricciante! – esclamò indignata, sedendoglisi accanto e prendendogli la mano.

Al suo fianco, la ragazza sembrava una sorta di minuscolo insetto.

−Scusami, non avrei mai voluto che mi vedessi così – balbettò Neville pulendosi nervosamente le guance con la manica della divisa.

−Stai tranquillo – lo rassicurò Jane. Neville era sempre stato uno dei suoi amici più cari; non poteva sopportare che fosse ridotto in quelle condizioni. − Ѐ stata la Maledizione Cruciatus, vero?

Il ragazzo annuì debolmente. – Jane, c'è una cosa che non ti ho mai detto, ma prima di rivelartela devi promettermi che non ne parlerai con nessuno, nemmeno con Harry – disse serio.

−Va bene, hai la mia parola – lo rassicurò Jane.

−Ti sei mai chiesta perché vivo con mia nonna?

−Mmm, qualche volta, ma temevo di essere troppo indiscreta nel domandarti il motivo.

−Be', i miei genitori non possono più occuparsi di me. Erano due Auror molto potenti, sai? Poi, un anno dopo la caduta di Tu-Sai-Chi, alcuni Mangiamorte li rapirono e li torturarono. Pare fossero a conoscenza di informazioni estremamente preziose. La Maledizione Cruciatus li ha portati alla follia. Succede, quando viene usata per più di qualche ora.

−Oh, mio Dio! Ѐ...orribile!

−Ora sono ricoverati al San Mungo. Passo a trovarli, di tanto in tanto, ma non mi riconoscono neppure.

La calma con cui Neville disse tutto questo fu la cosa più terribile. Jane sapeva quanto egli fosse forte, ma mai avrebbe immaginato che dietro la sua prontezza d'animo si nascondesse una simile tragedia. In quel momento, provò un'immensa stima nei confronti dell'amico.

−Prometto che non rivelerò a nessuno il tuo segreto – lo rassicurò abbracciandolo forte. – E voglio che tu sappia una cosa: sei davvero un grande mago. Sono certa che un giorno li lascerai tutti a bocca aperta, amico mio!

−Tu dici?

−Mi sono mai sbagliata?

Sulle labbra di Neville ricomparve il suo vecchio, inconfondibile sorriso, rivelando gli incisivi troppo grandi. – Se ho la tua parola, so di potermi fidare!

***

Camminava per un sentiero ghiaioso costeggiato da basse siepi ben curate. Di tanto in tanto, il suo sguardo incontrava il profilo marmoreo di una statua seminascosta tra gli alberi. Il silenzio era rotto solo dal canto degli uccelli e dal gorgoglio delle fontane.

Improvvisamente, Jane si fermò. A pochi passi da lei, accovacciato su un muretto, stava un ragazzino dai corti capelli neri, intento a disegnare sul terreno con un dito.

Non appena avvertì la sua presenza, egli si girò. Aveva due bellissimi occhi scuri, grandi, fieri e penetranti. Il suo sguardo la fece rabbrividire.

Poi Jane si risvegliò nel suo letto, madida di sudore.



*** Angolo Autrice ***


Buongiorno, buongiorno! Come state? Tutto bene dalle vostre parti? Qui la quarantena inizia davvero a pesare, per questo cerco di tenermi in forma scrivendo il più possibile :)

Allora, che ve ne pare di quest'ultimo capitolo? Lo so, qui sono andata un po' di pari passo con l'originale, ma vedrete che da adesso in poi la musica cambierà decisamente! A proposito, avete già qualche supposizione su chi possa essere il ragazzo nel sogno di Jane? Vediamo un po', sono curiosa di sentire le prime ipotesi... 

Direi che come aggiornamenti restiamo al lunedì, che ne dite? Se qualcuno di voi ha voglia di fare uno scambio di recensioni, mi unisco ben volentieri :)


Un abbraccio e... statemi bene!


Vostra,


F.

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