La donna con i guanti bianchi
Oliver Hampton si strinse ancora di più nel suo impermeabile grigio, tirandosi il bavero fin sopra i corti baffetti a spazzolino. Nonostante fossero i primi di giugno, faceva un freddo da inferno e basse nubi di vapore si sollevavano dall'asfalto ancora bagnato per il temporale di quel pomeriggio. I suoi occhi verdi saettarono attenti lungo il crocevia di viuzze tutte uguali, costeggiate da villette di mattoni rossi dai giardini ben tenuti. Fino a quel momento, non sembrava esserci niente di strano.
–Ehi, doc, ti va una sigaretta? – domandò in quel momento la voce di Page dall'interno della volante della polizia parcheggiata a meno di un metro da lui.
–D'accordo, Stan – rispose lui sorridendo a quello scansafatiche del suo collega.
Il ragazzo gli allungò una Lucky Strike dal finestrino aperto dell'auto e gliel'accese. In un attimo, il fumo e il pungente odore della nicotina gli invasero la gola. Oliver inspirò forte. Nonostante fosse a conoscenza che quel pestilenziale antistress babbano fosse la causa di morte di centinaia di persone ogni anno, non gli dispiaceva affatto concedersi quel piccolo sfizio durante la ronda notturna. Lo aiutava a restare sveglio. In fondo, se il fantomatico aggressore si fosse fatto vivo quella notte, lui sarebbe stato l'unico in grado di poterlo fronteggiare alla pari. Mentre il suo compare era convinto che fosse un vecchio poliziotto un po' rimbambito spedito in quella caserma di provincia chissà per quale motivo, Oliver era in realtà uno degli Auror più affermati del suo Dipartimento. Negli anni Novanta, aveva riempito un po' di celle di Azkaban con gli ultimi seguaci di Lord Voldemort. Solo uno mancava al suo appello, il più sanguinario di tutti. Era proprio lui che stava aspettando.
Un improvviso boato lo fece trasalire, la mano pronta sulla bacchetta, salvo scoprire che la fonte di quel rumore era proprio Page, che aveva appena acceso l'autoradio.
–Spegni subito quella diavoleria! – esclamò inferocito.
–Scusa, capo – rispose il giovane collega obbedendo all'istante, non senza una punta d'ironia nella voce.
–Si può sapere che cosa ti è saltato in mente, razza di idiota? – ringhiò Oliver furibondo. In quel momento, avrebbe tanto voluto scagliargli contro qualche fattura particolarmente rivoltante. – Con tutta questa confusione, il nostro uomo a quest'ora sarà a dieci miglia da qui!
–Ehi, calma, calma. Era solo un po' di musica! Del resto, perché mai dovrebbe piombare proprio qui?
–Tu pensa a tenere gli occhi aperti. Se ci hanno spediti qui nel cuore della notte, un motivo ci sarà!
Certo che c'era un motivo e Oliver lo sapeva fin troppo bene. Avevano tracciato una mappatura dei rapimenti. All'inizio erano all'incirca uno ogni due mesi, poi, improvvisamente, erano aumentati sempre più, con la puntualità di uno al mese. Ma tutti avevano in comune una cosa: avvenivano sempre nelle notti di luna piena. Per un mago, il plenilunio poteva celare dei significati molto importanti. Segnava l'inizio e la fine di un ciclo, simboleggiava la fertilità. Era il momento ideale per preparare una pozione particolarmente complicata. A quel pensiero, Oliver rabbrividì. Conosceva bene la Storia della Magia e gli orrori che avevano scatenato alcuni maghi e streghe dalla pessima fama. Se i Babbani avevano preso a sterminare la sua comunità, in fondo non avevano tutti i torti.
Durante le indagini, erano emersi dei punti in comune tra le vittime. Avevano tutte dieci anni ed erano prossime a compiere l'undicesimo. Tutti maghi e streghe mezzosangue, appartenenti a famiglie che ignoravano completamente l'imminente scatenarsi dei loro poteri. Proprio come in passato. Solo che, questa volta, invece che un massacro indifferenziato, l'assassino sembrava aver scelto accuratamente le proprie vittime. Una volta un maschio, una volta una femmina, che avrebbero compiuto undici anni proprio quel mese. Strano. E inquietante.
Per questo, al Ministero si procedeva per ipotesi. Uno dei possibili bersagli si chiamava Robert Craven e abitava proprio in quella via, al numero diciassette. Da quella distanza, Oliver poteva benissimo leggere il numero d'ottone posto davanti al cancelletto di legno bianco della sua casa.
In quel momento, qualcosa si mosse. Una pallida luna piena aveva appena fatto capolino tra le nuvole, illuminando i giardini di una spettrale luce bluastra, i profili degli alberi allungati in lunghe ombre scure che li facevano apparire come tanti artigli protesi per ghermire la preda. Fu allora che Oliver comprese che non erano soli in quella via. Un'altissima figura stava ferma sul ciglio della strada, a un centinaio di metri da loro. Sulle prime, il mago pensò si trattasse di una statua di ghiaccio, poi, man mano che la luna emergeva dalle nuvole, i suoi lineamenti diventarono più nitidi. Era una donna, una donna alta più di qualunque altra donna Oliver avesse mai visto, con la pelle diafana e i lunghi capelli di un biondo perlaceo elegantemente acconciati sulla sommità del capo. Era vestita completamente di bianco, dal lungo abito che le arrivava fino ai piedi ai guanti di velluto che le fasciavano le braccia lunghe e muscolose. Reggeva in mano una lunga bacchetta dalla forma bizzarra, che terminava in una punta acuminata, simile alla lama di un pugnale.
Poi, all'improvviso, si udì un rumore di passi risuonare sul marciapiede. Robert Craven si era appena richiuso il cancello di casa alle spalle, avviandosi verso la donna a passi incerti. I suoi occhi chiari erano sgranati in un'espressione vacua e instupidita. I movimenti meccanici indicavano che era sicuramente sotto qualche maledizione.
–Ehi, tu! – gridò Oliver balzando fuori dal suo nascondiglio.
Page lo imitò, uscendo goffamente dalla macchina, la pistola puntata verso la sconosciuta.
La donna li guardò con sufficienza. Un'espressione velenosa tinse i suoi occhi di ghiaccio. – Ѐ così che credete di fermarmi? – disse in tono sprezzante. La sua voce aveva una leggera inflessione straniera.
–Stan, il bambino! – ordinò l'altro seccamente.
Il collega si precipitò verso Oliver, prendendo Robert per le spalle e tentando di trascinarlo verso la volante, ma a quel punto accadde qualcosa di terrificante. Non appena avvertì il contatto del giovane, infatti, il ragazzino si voltò di scatto verso di lui, gli occhi rovesciati all'indietro, scagliandoglisi contro. In un attimo, le sue piccole mani furono serrate attorno alla gola del poliziotto.
–Stupeficium! – gridò Oliver puntando a malincuore la bacchetta alla schiena di Robert.
Il bambino si afflosciò a terra senza un lamento.
–Salite in macchina! Ora! – ordinò il mago, quando improvvisamente una tremenda esplosione aprì una gigantesca voragine sull'asfalto ai suoi piedi.
La donna vestita di bianco aveva aveva preso a scagliare una maledizione dietro l'altra contro di loro. Oliver si gettò in avanti con prontezza, andandosi a Materializzare a meno di un metro dalla strega. – Chi diavolo sei? – gridò facendo per Schiantarla.
–Non ti è dato conoscere il mio nome! – sibilò l'altra scagliandoli contro l'ennesimo sortilegio mortale.
Oliver lo schivò per un pelo. Alle sue spalle, un bidone dell'immondizia saltò in aria con una tremenda esplosione. – VATTENE, STAN! – urlò mentre la strega si preparava a colpire di nuovo. – METTITI IN SALVO!
Udì il fragore di un motore messo in moto; poi l'auto della polizia sparì in fondo alla strada, ormai fuori tiro. Vedendosi sfuggire la preda da sotto il naso, la donna emise un grido di rabbia. Oliver fece per prenderla alla sprovvista, quando una morsa d'acciaio gli serrò la gola.
–Non ti è dato conoscere il mio nome! – ripeté la strega con una voce metallica, innaturale.
Con sommo orrore dell'uomo, il corpo di lei prese a trasformarsi, crollando sul marciapiede umido. L'ultima cosa che Oliver vide in vita sua, fu un enorme serpente che torreggiava su di lui, pronto ad attaccare.
***
EDIZIONE STRAORDINARIA: TROVATO IDENTIKIT DEL SERIAL KILLER DI GIOVANI MEZZOSANGUE
Una scoperta che è stata pagata a caro prezzo. Ieri notte, infatti, l'Auror Oliver Hampton, che collaborava con la polizia babbana, è stato trovato brutalmente assassinato nella periferia di Londra, di fronte all'abitazione di Robert Craven, una potenziale vittima del killer che sta terrorizzando l'Inghilterra.
Il bambino è fortunatamente fuori pericolo, anche se al momento è ricoverato al San Mungo per rimuovere gli effetti della Maledizione Imperius, che lo avevano spinto ad allontanarsi da casa ieri notte. Stanley Page, collega di Hampton e testimone oculare dei fatti, ha riferito di aver visto chiaramente l'assassino. Si tratta di una donna sui quarant'anni, alta circa un metro e ottantacinque, dai capelli biondi, vestita completamente di bianco. Il suo modo di parlare tradisce un vago accento slavo, probabilmente russo.
–Ѐ stato orribile – ha dichiarato Page questa mattina ai nostri intervistatori. – Quella donna aveva qualcosa di disumano. Il suo sguardo ti paralizzava lì dov'eri.
Secondo il Ministero, l'identikit dell'assassina non è riconducibile a nessuna delle possibili indiziate presenti nel nostro Paese. Il fatto che provenga da fuori instilla in molti il dubbio che possa avere dei contatti con Tu-Sai-Chi, dichiarazione che è stata smentita immediatamente da Cornelius Caramell in persona.
–Ferma, ferma, ferma! Hai detto proprio bionda vestita di bianco?
Hermione smise all'istante di leggere ad alta voce. Si erano tutti asserragliati in angolo del chiostro del cortile interno del castello, cercando riparo dalla pioggia incessante con cui si erano svegliati quella mattina. I loro sguardi erano a dir poco carichi di sgomento. Quella notte l'assassino era tornato a colpire alla periferia di Londra, a meno di due chilometri dalla casa dei Pevensie. Era vicino, terribilmente vicino. Ancora una volta.
–Sì, c'è scritto proprio così – rispose Hermione in tono asciutto.
–Non è possibile! La Strega Suprema è l'esatto contrario! – protestò Jane confusa.
–Forse sta usando la Pozione Polisucco per far perdere le tracce – ipotizzò Ron.
–Sarà, ma mi sembra uno stratagemma abbastanza stupido – osservò Harry.
–E, inoltre, aveva un accento straniero. Chissà, forse dopo che Alhena Black è stata tutti questi anni in Albania...
–Come fai a essere così convinta che abbia a che fare con Tu-Sai-Chi?
–Oh, andiamo! C'è scritto anche qui sul giornale!
–Ma lo sai che sul Profeta dicono sempre un mucchio di sciocchezze!
Jane sbuffò. – Questo articolo non ci aiuta – sentenziò decisa. – Insomma, guardate anche voi. Dice tutto e niente. Sono tutte impressioni, supposizioni. Non ne verremo mai a capo se continueremo a leggere solo giornali.
–Ma cosa vuoi fare, scusa? – chiese Ron.
La ragazza gli lanciò un sorriso furbo. – Si dà il caso che io abbia trovato qualcuno che può aiutarci –rispose estraendo una lettera dalla tasca del mantello.
–Cosa? Hai scritto a Sirius? – esclamò Harry, riconoscendo la calligrafia del padrino.
–Esatto! – rispose l'altra. – Il sabato prima della terza prova sarà il nostro ultimo fine settimana a Hogsmeade. Ci aspetta per mezzogiorno alla Stamberga Strillante.
–Cosa? Oh, Jane, e io che ti facevo una persona assennata!
–Perché?
–Ma come perché? Con l'intero mondo magico che lo cerca, tu attiri Sirius proprio qui solo per farti dare qualche informazione su una strega che forse è morta?
–Ѐ stato lui a insistere. In fondo, Strega Suprema o no, era comunque intenzionato a passare. Voleva essere qui per la terza prova, per assicurarsi che non ti accada nulla di male. I fatti della settimana scorsa l'hanno parecchio turbato. Anche lui crede che tu sia in pericolo.
–Già, ma a lui non pensa mai – brontolò Harry incrociando le braccia.
–Ovviamente, Susan verrà con noi – proseguì Jane.
L'amica trasalì. – Che cosa? – esclamò spaventata. Conosceva bene la storia di Sirius, ma la sola idea di trovarsi di fronte a un ex galeotto la inquietava fin troppo.
–Hai diritto di sapere – sentenziò l'altra decisa.
Susan annuì in silenzio. Aveva una paura tremenda, ma doveva farlo. Per la memoria di David e per la sicurezza di Lucy.
–Bene – sospirò Harry. – Allora è deciso. Spero solo che non sia in arrivo qualcosa di peggio, anche se ho l'impressione del contrario.
–Prova a pensare positivo, allora – lo redarguì Jane senza troppi complimenti.
*** Angolo Autrice ***
IMPLORO PERDONO! Sul serio, visto che sono SETTIMANE che non mi faccio viva in alcun modo, tra aggiornamenti e recensioni. Ma vi posso assicurare che non era mia intenzione, solo che, come ho già spiegato nella mia pagina Facebook, gli ultimi giorni sono stati talmente intensi che non ho avuto nemmeno il tempo e la lucidità di sedermi davanti al computer a editare. A questo, aggiungiamo anche il fatto che ho ben due libri in dirittura di arrivo, e conto di darvi nuove a riguardo il prima possibile :) Insomma, non ho alcuna intenzione di abbandonarvi, anzi, se per qualche motivo non mi faccio sentire è proprio perché sto lavorando per voi!
Ma ora basta piangersi addosso, passiamo direttamente al capitolo. Che ne pensate, di questa inflessione dark della saga? Ai tempi, nel lontano 2013, più di un lettore mi confessò di avere avuto un bello jumpscare nel leggere questi ultimi paragrafi, e vi posso assicurare che il peggio deve ancora arrivare xD lo so sono una brutta, bruttissima persona! ;) La cosa che invece ha fatto fare un bel salto sulla sedia alla sottoscritta è stato constatare solo lo scorso anno che anche zia Row ha avuto un'idea simile sulle origini di Nagini e questa mia piccola intuizione mi ha letteralmente lasciata in uno stato a dir poco catatonico con tanto di bavetta alla bocca per un bel po'.
Preparatevi, il prossimo capitolo sarà ancora più interessante, perché finalmente sapremo qualcosa di più sulla Strega Suprema. E, visto che è pronto da un pezzo, non posso proprio permettermi di saltare l'aggiornamento: ditemi solo quando volete e posto tutto, anche domani sera :)
Grazie ancora per chi sta seguendo questa storia con passione e anche tanta pazienza: siete a dir poco fantastici <3 Se vi va, lasciatemi una stellina oppure fatemi sapere nei commenti come sta andando. Sembrano gesti semplici, ma aiutano tantissimo!
Un abbraccio a tutti voi,
F.
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