Capitolo 47-Un nome senza volto
La serata era passata tranquilla, anche se non si poteva definire così, visto che il sole era stato alto per tutta la giornata
Alessia era affacciata al balcone più alto del castello nel suo vestito grigio perla, da là si potevano osservare le casette dai tetti di vapore ed il labirinto di siepi intorno alla struttura
Le persone si muovevano ancora affaccendate per le vie, chi portava la spesa a casa, chi accompagnava i bambini e chi si ritirava dal lavoro
Ma poi all'improvviso il sole si oscurò per un istante e l'immagine di due ali spiegate in controluce apparve di fronte al castello
All'inizio la ragazza pensò ad un'aquila, poi però una volta che si fu avvicinato riconobbe un angelo
Era un ragazzo ma allo stesso tempo sembrava ultra terreno, il suo viso marmoreo non aveva età ed i suoi occhi color dell'oro colato risplendevano
I capelli diafani, lunghi fino alle spalle, erano lasciati liberi ed il vento li muoveva come se fossero un velo di seta
I muscoli sodi del suo torace erano ricoperti di pelle candida dove risplendevano tatuaggi d'oro con scritte in una lingua a lei sconosciuta
Le ali piumate sfumavano dal bianco all'argento e dalla vita in giù indossava una tunica di lino bianco tenuta su da una corda d'oro
L'angelo si posò sul balcone, accanto alla ragazza, sulla sua fronte risplendeva un diamante: era il loro protettore
Lei rimase immobile davanti a tutta quella maestosità ma trovò il coraggio di dire "Cosa ti porta su questo balcone?"
"Tu non sei di queste parti, ed è da molto che non vediamo stranieri" come per Icenwharth la voce le rimbombò nella testa, essendo il guardiano di quel luogo sicuramente sarebbe venuto a controllare
"Immagino, non tutti possono avere accesso a questo posto. Ma visto che conosco Tom..." spiegò Alessia
L'angelo si spostò impercettibilmente verso di lei, come per osservare meglio i suoi occhi "Io conosco quegli occhi" Disse con una voce sorpresa
Era più inquietante sentire il suono della voce di qualcosa che si avvicinava ad un uomo, ma non vedere le sue labbra muoversi
"Hai incontrato mio padre?" Il cuore della ragazza aveva aumentato il suo ritmo, forse avrebbe saputo finalmente chi era
"Mi ricordo quel colore, ma al momento non riesco a collegarlo a nessuno... o almeno a nessun viso, ricordo solo un nome: Gabriel"
Avrebbe voluto chiedere di più ma, appena la finestra alle sue spalle venne aperta, l'angelo volò via in un battito d'ali
Tom fece capolino sul balcone "Dovresti andare a letto, è tardi" esclamò
"Perché, che ore sono?" Gli domandò la bionda pensierosa
"Le undici passate"
Il tempo era volato e con quel costante sole giallo non riusciva a distinguere le parti della giornata
Però in effetti si sentiva abbastanza stanca, quindi emise un sonoro sbadiglio e s'incamminò verso la sua stanza
Tom nel frattempo era rimasto ad osservarla da dietro mentre camminava, si era accorto che c'era qualcosa che non andava
Gliel'avrebbe chiesto l'indomani, le ci voleva proprio una bella dormita
Intanto Alessia era arrivata alla sua camera da letto, ma la sua mente era lontana da quel palazzo ed al suo interno vorticava un unico pensiero
Gabriel, suo padre si chiamava Gabriel
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