Capitolo 34-Un fulmine a ciel sereno
Alessia aprì lentamente gli occhi per richiuderli in seguito, poi come un fulmine a ciel sereno si ricordò di ciò che era accaduto
Sbattè gli occhi più volte e riuscì a focalizzare l'immagine del soffitto a volte e poi quella delle lenzuola candide in cui era stesa
La stanza era circondata da altri letti e da mensole con sopra vari medicinali, doveva essere in infermeria
Si mosse ma constatò con un gemito di dolore che le faceva male dappertutto
Si accorse anche di una mano che stringeva la sua e poi vide la testa argentea di Tom addormentata accanto a lei
Infatti poco tempo prima anche lui aveva aperto gli occhi e nonostante le molteplici bende che gli fasciavano il corpo volle sedersi accanto alla ragazza
Ma la stanchezza aveva preso il sopravvento e si era addormentato con la testa posata sul cuscino del suo letto
Alessia gli accarezzò piano la guancia, sembrava un angelo quando dormiva: con le ciglia chiare che creavano piccole mezzelune sui suoi zigomi magri e con le labbra sottili socchiuse da cui ogni tanto usciva uno sbuffo d'aria
Quel lieve contatto fece fremere le palpebre di Tom che mostrò le sue iridi grigie alla ragazza che lo stava contemplando
"Buongiorno" biascicò con la voce impastata di chi si è appena svegliato
"Come ti senti?" Gli chiese lei di rimando
"Come una mummia appena uscita dal suo sarcofago, tu?"
Alessia soffocò una risata, come faceva a fare battute in un momento come quello?
"Indolenzita, come se fossi appena tornata da una battaglia"
"Ed in effetti è stato così... hai fame?" Le chiese il ragazzo mentre le posava in grembo un vassoio con varie ciotole contenenti pasta in bianco, verdure, una mela verde ed una bottiglietta d'acqua naturale
"In effetti si. Ma da quanto tempo siamo qui?" La ragazza diede un morso alla mela
"Di preciso non so, però penso che sia sera" disse ridacchiando dopo aver sbirciato l'acqua scura fuori dalla bassa finestra rettangolare
Chiacchierarono e scherzarono per un po', in seguito l'atmosfera si fece più pesante quando la bionda disse
"Devono essere stati tremendi questi ultimi mesi passati in quel posto"
"Apparte le torture ed il freddo, la mia cella non era niente male..." scherzò con tono amaro "...ma almeno ho scoperto che lei può controllare la lava e come quando tu usi il ghiaccio i suoi occhi cambiano colore, diventando neri" le spiegò
"Ho capito!" Esclamò la bionda "...tutti i sovrani o loro discendenti ereditano un potere in più rispetto agli altri membri della tribù. E lo si riconosce per il colore degli occhi, ma allora..." un ricordo aleggiò nella sua mente, anche gli occhi di Tom una volta erano diventati ambrati
"Si, io sono un principe... mio padre è il re della tribù dell'aria ed io so cotrollare oltre che la luce anche il sole ed i fulmini" terminò lui
Ora tutto quadrava, ecco perché una volta quella guardia si era riferita a Tom con l'appellativo 'principe'
"Scommetto che tutti davano per scontato che io l'avessi capito, invece quel pensiero non mi aveva nemmeno sfiorato la mente"
Si sentiva una stupida, d'altronde sua madre non avrebbe affidato la sua protezione se non ad una persona di cui si fidasse
"Meglio così, almeno so che ti sei innamorata del vero Tom e non del principe Tom" le disse sorridendo
Lei gli diede un leggero bacio sulle labbra
"Vorrei visitarlo una volta, il tuo regno"
"Quando vuoi"
Le prese il viso tra le mani e ricominciò ad assaporare le sue labbra
Erano di nuovo insieme...
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