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Feira si pentì quasi subito di ciò che aveva appena fatto. Non aveva pensato alle conseguenze che il suo gesto avrebbe potuto implicare, né si era fermata un attimo a ragionare se quella fosse o meno l'azione giusta da compiere. Si era semplicemente abbandonata all'impulsività dettata dalla foga del momento. La prima cosa che si chiese fu come ciò fosse potuto accadere, dopo tutti quegli anni di addestramento a restare calma e pensare lucidamente anche nelle situazioni più complicate. La seconda domanda che si pose riguardava invece la porta a cui aveva appena bussato. Si domandò a che cosa si potesse accedere tramite quel passaggio e subito le salirono alla mente un'infinità di luoghi pericolosi abitati da mostri che torturavano tutti quelli che osavano presentarsi alle porte del loro regno. Di colpo le sembrò di udire dei passi provenire dal muro di fronte a sé, perciò velocemente si spostò di lato di circa due metri e si nascose dietro una colonna di pietra che sporgeva leggermente dalla parete, mantenendo però lo sguardo fisso sulla porta. Ansimando vide le assi di legno che pian piano si distanziavano tra loro lasciando un piccolo spiraglio per permettere a chiunque ci fosse dall'altra parte di controllare chi aveva bussato. Trattenne il fiato per una manciata di secondi, fino a quando non sentì il rumore dei cardini e vide la porta che lentamente si richiudeva. Rimase in quella posizione ancora un momento, per far sì che la tensione le scivolasse via dal corpo, poi girò la testa di fronte a sé.
Si spaventò vedendo il viso impenetrabile di Mike che la fissava con un'espressione indecifrabile che sembrava contenere tutte le emozioni al suo interno. Si lasciò sfuggire un gridolino e poi si accasciò a terra con la testa appoggiata al muro alle sue spalle.
"Mi hai fatto spaventare"
Mike sembrò non fare caso alle sue parole e iniziò un discorso a parte:
"Cosa pensavi di fare?"
Feira rimase un attimo a fissare l'espressione di rabbia mista a comprensione che si era accesa sulla bocca di Mike dopo aver pronunciato quelle parole. Poi iniziò a pensare a cosa potesse rispondergli dato che nemmeno lei aveva idea della risposta.
"Sinceramente? Non lo so. Ho iniziato a correre appena ho sentito i rumori provenienti dalla Fortezza e automaticamente ho cercato il luogo che mi sembrava più sicuro, senza in realtà rendermi conto se fosse o meno adatto a trovare riparo."
Questa volta sul viso di Mike si dipinse un vago accenno di sconforto.
"Sei consapevole di cosa ci sia oltre questa porta?"
"No"
L'espressione di Mike cambiò leggermente dirigendosi più verso la preoccupazione.
"Questo" disse indicando le assi di legno leggermente pendenti sugli spessi cardini "è un ingresso laterale per il Regno di Asvard"
Feira trattenne il respiro per qualche secondo maledicendosi mentalmente per essere stata troppo impulsiva. Si fermò un attimo a riflettere su cosa poteva fare ora, dato che non sapeva ancora nè le cause che avevano portato alla rivolta, nè le conseguenze che ne sarebbero seguite. Tornare alla Fortezza sarebbe stato troppo pericoloso, e se durante la rivolta avessero scoperto il pianoforte? Se fossero riusciti in qualche modo a ricollegarla a quella stanza? Di certo sarebbe stata una tragedia per la sua dinastia e ne avrebbe portato la decadenza. Si rese conto che Mike stava aspettando una spiegazione, e più che mai in quel momento lei non poteva dargliela tanti erano il caos e l'incertezza che aleggiavano nella sua testa. Da un lato c'era la sua possibile salvezza tornando a casa, a quello che era sempre stato il suo posto sicuro, la Fortezza. Dall'altro però, c'era la salvezza della sua stessa dinastia, che avrebbe messo pesantemente in pericolo se si fosse scoperto dell'esistenza del pianoforte e del fatto che lei lo suonasse quasi costantemente senza denunciarne la presenza come avrebbe dovuto. Alzò lo sguardo di fronte a sé, e per un attimo si perse nella profondità dell'azzurro degli occhi di chi la stava guardando, intrisi di preoccupazione per lei e anche un po' di pietà.
"Senti Mike io... non so cosa fare, non riesco a rimanere lucida e impassibile di fronte a tutto ciò che è successo. Un turbinio di emozioni ha creato un vortice dentro di me che non riesco a controllare, ne subisco sempre di più gli effetti, e sono impotente contro di lui. Ormai l'incertezza si è impossessata di me, mi serve il tuo aiuto per uscire da questo circolo. La situazione è grave: alla Fortezza, come ti sarai accorto, c'è stata una rivolta e la gente sta distruggendo l'edificio. Per quanto i Guerrieri della Luce potranno respingerli, continueranno a creare ingenti danni finché non verrà del tutto debellata la loro furia. Io non sono sicura di poter tornare, sia per la mia incolumità che per quella della mia famiglia. Da un momento all'altro potrebbe crollare una parete della torre e rivelare il pianoforte di cui conosco l'esistenza da più di 10 anni, e se riuscissero a ricollegarlo in qualche modo a me sarebbe la fine sia per me che per la mia dinastia già pesantemente martoriata dal dolore per la scomparsa di Jason. Negli ultimi anni la mia famiglia si è lentamente rialzata e non vorrei essere la causa della sua ricaduta. Per il momento sarebbe meglio che io rimanga lontana per un po' dalla Fortezza, ma non voglio sembrare una vigliacca, anzi, voglio partecipare attivamente alle vicende che si susseguiranno all'interno del Regno. Per questo ho bisogno del tuo aiuto. Ho pensato di rifugiarmi in un luogo abbastanza neutrale come il villaggio dei pescatori, anche se appartiene al nostro Regno, ma ho bisogno di un collegamento diretto con la Fortezza. Potresti venire da me due o tre volte a settimana per avvisarmi dell'accaduto e aggiornarmi sugli sviluppi della rivolta e relativa indagine o qualcosa del genere, intanto io vedrei di scoprire qualcosa dalla mia posizione "esterna" ai fatti. Ma per questo mi serve la tua approvazione."
Finalmente Feira era riuscita a riprendere in mano un po' del suo autocontrollo, o perlomeno era stata capace di mettere insieme un discorso che non era apparso sconclusionato e privo di un filo logico. Mike rimase per un attimo a fissarla in una specie di stato di trance, e cercò di riorganizzare le numerose idee che gli avevano affollato la testa durante il discorso di Feira. Mentre stava per iniziare fu momentaneamente interrotto dal movimento scattante con cui la ragazza si rimise in piedi e quasi contemporaneamente si asciugò le lacrime, poi cominciò:
"Feira, io non penso affatto che tu sia una codarda, anzi ti ammiro per la grande tenacia e forza che hai dimostrato in questi anni sopportando il più profondo dei dolori, quello legato alla famiglia, ai tuoi cari. Per questo appoggio pienamente i tuoi pensieri e la tua strategia, e sono pronto ad aiutarti in ogni tua decisione futura, a patto che essa non sia troppo avventata o presenti apparenti difficoltà. Mi permetto però di farti una piccola osservazione: il villaggio dei pescatori sarebbe il primo luogo in cui andrebbero a cercare i Guerrieri della Luce in caso diventassi una fuggitiva a causa della scoperta del pianoforte, sarebbe poco prudente sceglierlo come nascondiglio o rifugio. Invece sarebbe più sensato, o quantomeno sicuro, chiedere ospitalità proprio nel regno di Asvard, come stavi quasi per fare inavvertitamente. L'ultimo posto dove immaginarebbero di trovarti sarebbe proprio questo, tra le schiere dei tuoi nemici di sempre. E poi, potresti guadagnare punti in più sulle indagini: potresti scoprire implicazioni nella rivolta del complotto che fece rapire tuo fratello o addirittura l'infiltrazione di nemici al suo interno. Credo sarebbe la mossa migliore da entrambi i punti di vista."
Feira analizzò velocemente i fatti e si rese conto di come teoricamente la sua mente allenata avrebbe dovuto funzionare. Mike era stato molto più bravo di lei a gestire il problema e il piano che ne era uscito, spiegato e sapientemente organizzato nei minimi dettagli, era perfetto per la situazione. Mostrò la sua approvazione con un cenno del capo e un'espressione riconoscente, poi mormorò un "grazie" e qualche altra parola di gratitudine e decise che avrebbe bussato nuovamente alla porta che poco prima aveva allontanato con decisione dai suoi programmi. Poi rivolse a Mike le sue ultime parole prima di iniziare una nuova fase della sua vita.
"Io vado, fammi la cortesia di avvisare i miei genitori che sono al sicuro, facendogli promettere di non parlare con nessuno della tua implicazione in questa faccenda. In cambio potranno ricevere qualche informazione rilevante tra quelle che ricaveremo. E... grazie, grazie ancora."
Mosse qualche passo in direzione della porta, sempre fissando lo sguardo deciso, coraggioso e autoritario ma comprensivo di Mike. Poi, girò la testa e con fermezza bussò contro le spesse assi di legno per la seconda volta in quella giornata.
*ANGOLO AUTRICI*
Buongiorno a tutti, cari lettori, e bentornati in questo veloce e (speriamo) non momentaneo ritorno dalla nostra lunga pausa. Ci eravamo bloccate in questa prima parte più "noiosa" e scontata(?) della vicenda che già in passato ci aveva dato problemi. Per fortuna ora dovremmo averla quasi del tutto superata e d'ora in poi dovrebbe mettersi in atto la parte più importante e sostanziosa della storia, il "cuore" come si suol dire(?). Speriamo d'ora in poi di riuscire ad aggiornare almeno una volta o due al mese (tsk, povere illuse) e speriamo di recuperare il vostro interesse nella vicenda che, secondo noi almeno, potrebbe risultare avvincente(?). Alla prossima (speriamo il più presto possibile)!💘
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