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Consigliamo di leggere il capitolo con "Plan the escape" dei Son Lux. Buona lettura💕!
La procedura di estrazione della Prova si ripeté esattamente come per la prima, e anche questa volta Feira rimase ferma a guardare degli sconosciuti che decidevano per il suo destino. Il soprintendente estrasse il foglio dalla busta scelta avendo cura di non mostrarlo a nessuno, poi iniziò la spiegazione:
"La seconda prova, come da tradizione, sarà individuale. Ovviamente nulla vi vieta di formare dei gruppi o di aiutarvi a vicenda se pensate che ciò possa favorirvi nel suo svolgimento, l'unico caso in cui potreste ricevere una penalità è quello in cui voi tentaste di danneggiare un vostro compagno. Ora vi mostrerò l'argomento della prova"
Sul foglio che l'uomo aveva appena girato verso di loro era disegnata una montagna, di un colore stranamente tendente al violaceo, e Feira si chiese che significato nascosto potesse mai avere. I Combattenti avevano dipinto in faccia uno sguardo perso, certo non paragonabile all'espressione che si era formata sui loro visi dopo l'annuncio della prova precedente, ma era qualcosa di molto simile.
"Per descrivere questa prova i Giudici della Luce hanno pensato a un paragone: questa montagna è viola e anche l'Arena in cui ci troviamo lo è, inoltre le sue pareti sono molto alte e quindi adatte ad una scalata. Penso che ora abbiate intuito la difficoltà di ciò che state per fare, per questo saranno ammesse alleanze tra Combattenti anche se il punteggio sarà individuale. Ma passiamo alla Prova vera e propria, voi dovrete scalare la parete esterna dell'Arena usando come materiale per assicurarvi al muro e per aiutarvi nell'impresa ciò che troverete nella natura circostante. Non sono ovviamente ammessi componenti artificiali ma solamente prodotti della terra come legno, foglie, liane, piante, rocce, eccetera. Non si potrà uscire dai confini tracciati con un filo rosso disposto intorno all'Arena a forma di cerchio, pertanto ognuno di voi sarà munito di un Gps e controllato dai Giudici della Luce. Bene, ora possiamo dare inizio alla Prova. Siete tutti pronti?"
Un cenno d'assenso generale scosse il gruppo di Combattenti. Un'aiutante dei Giudici distribuì dei braccialetti Gps a tutti, poi il soprintendente emesse un lungo fischio prolungato al quale tutti i concorrenti iniziarono a correre verso l'uscita dell'Arena. Feira vide un'ombra che cercava insistentemente di raggiungerla da dietro e si chiese chi mai potesse volere il suo aiuto dato che non conosceva nessuno. Si voltò e nello sconosciuto che la inseguiva riconobbe Mike, il ragazzo che era in squadra con lei nella prova precedente e che aveva categorizzato come "l'unico con un po' di sale in zucca oltre a me". Si chiese perché la sua mente avesse bisogno di ripetere chi fosse ogni persona quando la vedeva anche se erano stati vicini fino a pochi secondi fa. Forse perché in questo modo sembrava che queste persone le fossero più vicine, che almeno loro sarebbero rimaste fino alla fine senza andarsene subito dalla sua vita. Si guardarono per pochi secondi e poi, come se avessero raggiunto una profonda intesa, incominciarono a correre uno di fianco all'altro. Raggiunsero in poco tempo il confine esterno dell'Arena, poi si fermarono un attimo per ragionare sulla migliore strategia da adottare per concludere la prova al meglio.
"Secondo te quale sarebbe il metodo migliore: costruire una scala o una corda per arrampicarci o scalare la parete usando le fessure nella roccia o gli alberi che circondano l'Arena?"
"Trovare qualche fessura credo sia un'impresa quantomeno impossibile perché la parete esterna è rivestita di cemento, potremmo provare a scalare la prima parte partendo dall'appoggio di qualche albero e poi usare dei rami da inserire nei buchi dei tubi di scolo per la parte finale."
"Sì, potrebbe essere una buona idea. Ora direi che la cosa migliore da fare sia dividerci: uno dei due farà un sopralluogo del contorno dell'Arena per capire qual è il punto migliore da cui iniziare la scalata e l'altro andrà alla ricerca di rami e possibili appigli. Che ne dici?"
"D'accordo. Io andrò in esplorazione e tu a cercare materiale. Andiamo"
Feira rimase colpita dalla freddezza con cui si era svolto il dialogo. Era stato un semplice scambio di opinioni riguardanti una sfida, non c'erano tracce di umanità o di sentimenti, si era svolto quasi come un colloquio di lavoro. Feira non era sempre stata una persona apatica verso gli altri come si mostrava attualmente, ma da quando aveva ricominciato a farsi condizionare dalle emozioni che provocava in lei il ricordo del fratello, tutte le sue sensazioni erano state prosciugate da quel vuoto che il passato aveva creato dentro di lei. Le uniche emozioni che ormai era capace di provare erano la tristezza e il dolore, quello profondo che lacera il cuore e non permette anche ai fili più resistenti dell'amore e dell'affetto di ricucirlo.
Iniziò a perlustrare la zona circostante l'Arena partendo dal lato ovest, ma notò soltanto alcuni bassi cespugli ornamentali che non erano certamente utili alla scalata che avrebbero dovuto affrontare. Si spostò più avanti raggiungendo la zona a nord ma la sua ricerca non diede risultati migliori della precedente. Cominciò a pensare che i Giudici avevano involontariamente creato un ostacolo molto più complicato da superare rispetto a quello apparentemente insormontabile della parete dell'Arena, ovvero la ricerca del materiale adatto per la scalata. Avevano fatto molta attenzione che non ci fossero piante o altri arbusti che in qualche modo potessero aiutare i concorrenti, ed era sicura che avessero fatto in modo anche di eliminare ogni traccia di materiale naturale che avrebbe potuto avvantaggiarli troppo.
Nonostante tutto decise di non scoraggiarsi e di non abbandonare la sua ricerca, perciò continuò il giro intorno all'Arena durante il quale si imbatté in un paio di concorrenti ma in nessuna pianta. Sentendosi sconfitta in partenza, nonostante sapesse che non doveva lasciare che quella sensazione la invadesse, raggiunse Mike che aveva trovato circa una dozzina di rami di modeste dimensioni che certamente non gli avrebbero permesso di vincere la sfida senza appigli sulle pareti dell'Arena.
"Ho controllato tutto il perimetro e a parte qualche inutile cespuglio qua e là, di alberi neanche l'ombra. Che facciamo?"
Mike rimase un attimo in silenzio a fissare la struttura dell'Arena che si stagliava in lontananza in netto contrasto col cielo terso che li avvolgeva. Poi si riscosse dai pensieri che avevano momentaneamente affollato la sua mente e rispose:
"Penso che la cosa migliore da fare sia avvicinarsi all'Arena e farsi venire qualche idea sul momento dato che a quanto pare pianificare la scalata nei minimi dettagli è risultato inutile"
Si incamminarono verso l'Arena con poca convinzione. A Feira pareva che tutto stesse accadendo a rallentatore, non sembrava neanche che stessero svolgendo un'importantissima prova che avrebbe potuto modificare il loro destino. Prendevano decisioni a rilento, non riuscivano a decidersi su quale delle tante strategie che gli erano state insegnate in cinque anni di duro allenamento dovessero adottare. Insomma, non erano concentrati abbastanza in proporzione all'entità della sfida che stavano affrontando. Improvvisamente l'equilibrio che fino ad allora li aveva circondati immergendoli in una calma irreale si ruppe, e successe ciò che nessuno si sarebbe mai aspettato in un momento come quello. Una voce proveniente dagli altoparlanti dell'Arena si diffuse nell'aria, annunciando la sospensione delle Prove per un pericoloso inconveniente appena accaduto. Subito dopo il messaggio si udirono spari e urla provenire dalla fortezza, e da lì in avanti fu il caos.
Alcuni cercarono di scappare e di rifugiarsi in un posto che ritenevano sicuro, altri iniziarono a correre più veloce che potevano per raggiungere la fortezza, altri ancora urlavano spaventati e cercavano di capire cosa stesse succedendo. Soltanto Feira rimase perfettamente immobile, la mente in uno stato di trance nel quale tutto ciò che stava accadendo intorno a lei scorreva lontano come un ricordo sbiadito, soffuso. La confusione che regnava perennemente dentro di lei si confondeva perfettamente con quella che ora si stava scatenando al suo esterno. Inconsapevolmente iniziò a correre dirigendosi verso la fortezza, inconsciamente stava cercando di capire cos'era successo per elaborare le sue future azioni. Era quello per cui era stata addestrata, quello per cui aveva combattuto per gran parte della sua vita. Sembrava un automa mentre sfrecciava veloce attraverso il vento, anche se a poco a poco la sua anima si svegliava dentro di lei e ricominciava a prendere coscienza delle sue emozioni.
Arrivata nelle vicinanze della fortezza vide una folla che urlava, si picchiava, distruggeva, gente che si gettava su altra gente, ma soprattutto persone che cercavano in ogni modo di distruggere il palazzo. Provavano ogni arma per creare più danni possibili, e ci stavano riuscendo anche con un certo successo. Poi vide i Guerrieri della Luce che uscivano dall'armeria e si dirigevano verso la massa informe di gente in rivolta, e sentì altri spari riecheggiare nell'aria. Era sempre più vicina e per evitare di essere in qualche modo coinvolta si nascose dietro a una torretta del Gate. Fu spettatrice di violenza, distruzione, terrore, dolore, sangue. Tutto ciò risvegliò dentro di lei l'antico ricordo della perdita di Jason, la profonda solitudine e la rabbia che l'avevano lentamente consumata dentro per anni. Le lacrime iniziarono a sgorgare copiose dai suoi occhi e a bagnare con cattiveria le sue guance. La sensazione di impotenza di fronte a quella strage la stava distruggendo, non era più capace di pensare lucidamente, di ragionare, di riuscire a prendere la giusta decisione per poter in qualche modo aiutare quella povera gente che stava morendo di fronte ai suoi occhi. Poi prese una decisione. Senza neanche aver compreso bene cosa stesse succedendo, capì che non sarebbe sopravvissuta rimanendo a guardare la brutalità che stava accadendo davanti ai suoi occhi. Si girò e iniziò a correre come il vento, spinta dalla rabbia riaccesa dentro di lei dalla violenza a cui aveva appena assistito.
Non sapeva da quanto tempo stesse andando avanti, sapeva solo che ormai il dolore alle gambe non contava più, importava solo ciò che vedeva di fronte a lei, ovvero una porta. Una porta a lei sconosciuta, mai vista prima, ma che ora ai suoi occhi rappresentava solo salvezza. Si fermò un attimo a riflettere se quella fosse la decisione giusta da prendere, ma ormai la sua mente era annebbiata da tutto il dolore a cui aveva assistito. Perciò, preso un respiro profondo, bussò.
*Angolo autrici*
E dopo cinque mesi... *rullo di tamburi*... ABBIAMO AGGIORNATO! 😂*applausi* *folla in adorazione* *monumenti che si ergono da soli* *cori di alleluia* 😂
Ok, ora facciamo le serie. Questo capitolo è stato molto difficile da scrivere sia perché la scuola ci prosciugava e noi lentamente affondavamo nel profondo delle sue viscere, sia perché eravamo indecise sul finale del capitolo. La parte delle Prove è solo l'inizio della storia ed è anche la parte più "noiosa", per questo abbiamo deciso di variare lievemente la traccia iniziale della storia evitando di rimanere bloccate.
Detto questo vi salutiamo (e cercate di non ucciderci, lo sappiamo che cinque mesi sono veramente TROPPI).
🖐🏻💖
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