Capitolo 6

La colazione con la mia famiglia non è una cosa che capita tutti i giorni. Ma non è questo ciò che mi sorprende di più. Mio fratello e la ragazza che non avevo idea che avesse sono qui a tavola con noi.
Guardo per la decima volta l'anello di fidanzamento che indosso al dito e poi il braccialetto d'oro pregiato e probabilmente costoso che mi ha regalato mio fratello, insieme alle dozzine di scuse che pensava di dovermi per non essere venuto alla festa. Tuttavia, nonostante la sua innocenza, difficilmente riesce a staccare gli occhi da Leyla. Ok, non che sia qualcosa che non abbia mai visto in lui prima. Alp è, come posso dire... gli piace innamorarsi per brevi periodi.

<<Spero che tu ti senta meglio adesso>> mi dice mia madre, solo per poter distogliere lo sguardo dai due amanti.

<<Sì, certo>> mento mentre guardo la colazione dentro il piatto. Se solo sapesse... Tutto quello che sa è che mi sono sentita male e sono rimasta nella stanza affittata da Mert.

La mia attenzione viene attratta dalla risata fastidiosa della nuova arrivata. Stringo i denti, irritata. Lei, più o meno della mia età, dai capelli biondi, dai lineamenti fini e dal corpo atletico sembra un oca. Voglio dire, è appena venuta a casa dei genitori del suo ragazzo per la prima volta e si comporta come una ragazzina. Non sarebbe un problema per me, ma dall'aspetto e dalla rabbia dei miei genitori, sono sicura che non sono indulgenti come me.

<<Alp!>> sbotta mia madre, sorridendo falsamente .
<<Per favore vieni con me!>> si alza elegantemente dal tavolo, guardandola duramente.
Papà fuma semplicemente dal suo posto e guarda impassibile, o quasi, il suo giornale.
Alp, un bravo fratello, ma che conta troppo su di me, probabilmente anche perché è più piccolo, guarda velocemente nella mia direzione, implorante. Alzo gli occhi al cielo e mi alzo anch'io. Perché pensa sempre che io possa aiutarlo? Che io possa sempre essere la sua salvezza?
La mamma va in cucina senza voltarsi, sapendo che la seguiremo. Alp mi guarda in modo strano, sapendo che avrebbe avuto una discussione piuttosto accesa. Questa volta, ma solo questa volta, sono d'accordo che una discussione del genere sia necessaria per rimettersi la testa sulle spalle. Sono già stanca che ci presenti a tutte le donne con cui finge di avere una relazione.

<<Figliolo>> esordisce la mamma in tono esasperato appena entriamo in cucina, dove la cuoca raccoglie il pasticcio che è riuscita a fare mentre preparava la colazione.
La donna cinquantenne ci rivolge un solo sguardo, quanto basta per capire che è giunto il momento di lasciarci soli. Rimaniamo soli e mi preparo mentalmente per quello che seguirà.
Il rapporto tra lui e mia madre è abbastanza stretto, cosa che non si può dire di me e lei. Di questa famiglia sono vicino solo a mio fratello.
Guardo il diretto interessato, un bell'uomo alto, ben fatto e un po' arrogante, mentre sposta il peso da una gamba all'altra, visibilmente non dell'umore giusto.
So che preferirebbe essere da qualche altra parte in questo momento, cioè sotto la gonna di quella ragazza. Si passa una mano tra i capelli castani, ereditati dai nostri genitori, e si appoggia al tavolo.

<<SÌ? È successo qualcosa?>> domanda, fingendosi interessato come se non lo sapesse.

<<Da dove l'hai presa?>> domanda nostra madre in modo aspro.

Lo sguardo di mio fratello diventa improvvisamente serio ma anche infastidito. Le sue labbra sottili e virili si stringono in una smorfia.

<<Mamma, parla bene!>> sbotta, costringendo nostra madre ad alzare le sopracciglia accuratamente disegnate e dipinte.

<<In realtà ho parlato troppo bene! Non so dove continui a trovarle! Guarda tua sorella! Sposerà qualcuno della famiglia Kurt. In effetti, l'erede della famiglia. E tu... cammini con ogni...cosa che ti capita addosso!>> lo rimprovera lei.

<<Forse perché non corro dietro alla ricchezza!>> sbotta l'uomo accanto a me.

Sbatto le palpebre velocemente, pensando di non aver sentito bene. Sono assalita da un calore scomodo che mi scuote tutto il corpo. Incrocio il suo sguardo ed è come se potessi vedere come la durezza si addolcisce, si trasforma, fino a lasciare spazio al pentimento. Gli dispiace di avere questa opinione o di averla espressa a voce alta?

<<Demet, mi dispiace!>> lui si allunga, vorrebbe afferrarmi la spalla, ma io già mi giro in punta di piedi, ferita dalle parole che non meritavo.

<<Non ho finito la discussione!>> sento la mamma che lo chiama, ma Alp non la ascolta più, viene dietro a me.
Accelero il passo e salgo le scale fino al primo piano, con la voglia di allontanarmi da lui e nascondermi in camera da letto. Non mi sento ancora bene, ho i postumi della sbornia e ho la sensazione che se parlo, vomiterò tutto il cibo.
Mi precipito in camera da letto, ma non riesco a chiudere la porta, perché lui la sta già spingendo, e anche se cerco di non permetterglielo, si dimostra più forte di me. Lui è così. Più forte fisicamente, ma che si rivolge sempre a me per risolvere i suoi problemi.

<<Demet, sorella, mi dispiace!>> escla.

Vado alla finestra e mi metto le braccia al petto, nervosa e sconvolta. Prima di tutto ho conosciuto Mert grazie a lui. Dopo che ha pugnalato quell'uomo, Alp mi ha confessato tutto. Mi ha detto che aveva paura che Mert si rivoltasse contro di lui e lo denunciasse, anche se lui stesso lo aveva aiutato. Mi ha raccontato tutto quello che ha fatto, motivo per cui ho contattato Mert Kurt. Per assicurarmi che manterrà il segreto, con tutto che fosse sbagliato, ma anche per restituire l'enorme cifra che ha pagato per far sì che la vittima mantenesse il silenzio. Quello fu il momento in cui posò gli occhi su di me.
E soprattutto, da quel momento ho avuto una sorta di certezza che il segreto di mio fratello fosse nascosto in sicurezza.

Se solo si allontanasse da me, morirei. Lui è l'unico che mi mostra un briciolo d'amore.

<<Ho incontrato Mert quando hai fatto quella stupida cosa>> gli ricordo. <<Ti sei mai chiesto se puoi fidarti di lui al cento per cento?>> alzo le sopracciglia. <<Se rompessi con lui... Ne sei sicuro
che non parlerà?>>

<<Demetr, quella notte...>> si ferma di botto, scuotendo la testa. <<Mi fido solo di te, lo sai! Ma non pensavo che dovessi preoccuparmi. Tra pochi mesi ti sposerai...>> la confusione sul suo volto è evidente. Sospiro, rendendomi conto che sono l'unica consapevole che il mio cuore non si è mai aperto a nessun uomo prima. Nessuno sa che sposerò Mert solo perché è l'opzione migliore...per tutti. Posso confessarglielo oppure posso tacere, per non complicare le cose. A lui piace vivere una vita tranquilla, quindi non voglio dargli motivi per impazzire e cercare di risolvere i miei problemi. Dopotutto non riesce nemmeno a risolvere i suoi problemi.

<<Va tutto bene tra noi>> gli sorrido con la massima calma e sincerità possibile. <<L'idea che sto con lui per la ricchezza è incredibilmente sbagliata!>> si siede sul bordo del letto ed è d'accordo, ma non sembra del tutto convinto. Mi sembra preoccupato.

<<Basta parlare di me. Parlami della tua ragazza>> mi siedo accanto a lui sul letto e lo guardo con interesse. L'ha portata qui senza preavviso, è semplicemente comparso in soggiorno e l'ha presentata come Leyla, la sua nuova e bellissima fidanzata.

<<L'ho incontrata a Portland qualche mese fa. Appartiene ad una famiglia modesta>>

<<Ti piace davvero?>> gli chiedo la cosa mi interessa di più.

<<Si, mi piace davvero, Demet>> gli sorrido, ma non del tutto. Sono felice per lui, ma sono anche invidiosa. Perché può stare con chi vuole e io devo sempre pensare a cosa vogliono i miei genitori, anche quando si tratta del mio compagno di vita.

**

Non mi sono sentita mai del tutto a mio agio quando mio fratello si mette al volante. E non perché non sappia guidare, ma perché guida troppo forte e con troppa sicurezza. Ho l'impressione che proprio queste persone siano soggette a gravi incidenti.
Ho solo venticinque anni. Sono troppo giovane per morire. Ho tutta la vita davanti a me, anche se forse non sarà mai piena da tanti punti di vista.

Non posso credere che andrò di nuovo in un club, proprio un giorno dopo aver fatto cose scandalose in un posto del genere.
L'unica cosa che mi ha convinto a farlo è la mia migliore amica. È arrivata questo pomeriggio e mi ha convinta molto abilmente che dopo essersi presa cura di un neonato, merita una sana serata di divertimento. Questo mi ha convinto, ma anche l'opportunità di invitare mio fratello, implicitamente Leyla. Così conoscerò meglio la persona che ha catturato la mente di Alp. Tuttavia, brucio dalla curiosità di scoprire se si tratta di nuovo di una cosa del momento, o addirittura il suo cuore vagabondo è stato rubato.
Seduta accanto a me, sul sedile posteriore, tra me e Melek, Leyla manda un messaggio. Non sbircio. Voglio iniziare con il piede dritto e non violare la sua privacy.
Davanti, mio ​​fratello guida e alla sua destra c'è il suo migliore amico Berat. Raccontano con entusiasmo i ricordi della nostra adolescenza e Leyla a volte ride. Ho sentito queste storie decine di volte, ma a volte sorrido ancora.

<<Però quella più tremenda è sempre stata Demet>> inizia a raccontare Alp, spifferando di come da piccola quando andavamo in campagna dai nonni mi facevo rincorrere dalla gallina chioccia solo perché io volevo rubare sempre il pulcino più piccolo che adocchiavo. O ad esempio quella volta quando vidi il mio gatto infilare la sua zampa dentro l'acquario con i pesci di mio fratello, cercando sicuramente di mangiarli. Io però quella volta la presi per le zampe di dietro e la lanciai contro l'armadio. Per non dimenticare di quella volta quando quasi ho rischiato di restare paralitica al braccio destro solo perché volevo le albicocche dall'albero.

<<Hai una sorella meravigliosa>> dice la ragazza guardandomi.

<<Esageri>> ridacchio leggermente. Forse un tempo ero più spensierato e più menefreghista, poi però non so cosa mi ha fatto diventare così. È come se un giorno tutto è cambiato, io sono cambiata. Quando? Neanche io lo so.

Guardo Melek che è stranamente silenziosa.
Cattura il mio sguardo e fa cenno alla ragazza accanto a noi. Non le piace.

<<Ho saputo con chi sei fidanzata>> finalmente la ragazza di mio fratello ci rivolge, anzi, mi rivolge la sua totale attenzione, mentre noto una sorta di ammirazione nei suoi occhi.

<<Davvero?>>

<<Si. È un buon partito>>
Non mi piace la parola usata, ma sono consapevole che fuori la pensano tutti così.

<<Ma comunque è l'amore conta>> dice, probabilmente vedendo la mia espressione turbata.

<<Anzi>> gli sorrido con forza. <<L'amore
è la cosa più importante>>
Una cosa dico e credo e un'altra cosa faccio. Ah, Demet. Dove ti porterà la vita?

<<A proposito di amore, come hai conosciuto Alp?>> domando interessata durante il tragitto fino al club dove andremo e di cui probabilmente non ho nemmeno sentito parlare.

La ragazza molto contenta e con il sorriso sulle labbra mi racconta di come mio fratello l'abbia rimorchiata mentre erano in piscina. Tipico.

<<Siamo arrivati!>> esclama Berat, e il mio sguardo si sposta pigramente verso il finestrino della macchina, senza molto interesse.
Ma mentre lo faccio, sento il cuore battere forte e le gambe cominciano a tremare come gelatina. Sbatto le palpebre rapidamente e riprendo fiato come se avessi appena completato un chilometro di corsa.

È qui che la vita mi ha portato? Di nuovo al City Life.

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