Capitolo 20
I suoi occhi esprimono puro shock. Lo stesso shock che ho avuto io quando l'ho vista quella notte al City Life.
Ricordo perfettamente quella sera. Sin dal primo momento in cui misi piede al locale mi sentii strano. La testa mi pulsava, il cuore scoppiava dentro il mio petto mentre le gambe mi tremavano. Inizialmente pensavi di avere un malanno improvviso, poi però nell'aria sentii un profumo che nessuno aveva mai usato, nessuno a parte la mia Selin.
Una fragranza insolita, ma che sa di fresco. Una fragranza che ti fa pensare al caldo dell'autunno, la lavanda.
Iniziai a guardarmi intorno, ignorando persino il mio migliore amico che mi dava a parlare. I miei occhi la cercavano, nonostante la mente sapeva che poteva essere impossibile che lei fosse lì. Eppure tra mille persone il cuore l'aveva riconosciuta.
Lei era lì, dentro il mio locale. Ballava come un tempo, in modo sensuale, per niente volgare, attirando l'attenzione di molti sguardi. Rimasi fermo, sorpreso, shockato e destabilizzato. Lei era lì ed io non potevo crederci.
Quando il suo sguardo si possò su di me ogni fibra del mio corpo andò in fuoco. La donna che un tempo avrei voluto sposare era lì. Rimasi a guardarla incredulo. La donna che mi aveva mentito per un anno, tempo in cui ci siamo amati fino al cielo e oltre.
Sospiro, sentendomi in colpa. Le sto nascondendo troppe verità, però non posso perderla. Non di nuovo.
Quando lei andò via io rimasi davvero devastato, arrivando a pensare che lei non mi amava come io amavo lei. Per questo non la cercai. Non subito perlomeno. E quando lo feci non sapevo da dove iniziare. Lei mi disse chiaramente che Selin non esisteva, era un nome inventato, quindi cercarla senza sapere il suo reale nome era come cercare un ago in un pagliaio.
Una cosa impossibile. Per questo chiesi aiuto a mio padre. Lui aveva gli allacci giusti affinché la trovassero. Ci è voluto un po', ma quando Hasan, il detective, mi disse di averla trovata esultai di gioia. Una gioia che svanì subito quando la prima cosa che mi disse era che era impegnata, che aveva una relazione. In quel momento non volete sapere più niente, neanche il suo vero nome. Non in quel momento perlomeno. Ero pieno di così tante sensazioni contrastanti.
Poi però quella sera tutto cambiò, di nuovo.
Il fatto che non mi riconoscessi mi aveva stranito, pensando che fosse per via della droga. Poi però lei mi baciò e improvvisamente mi sentii rinascere, per questo quando tornai a casa presi il fascicolo che avevo su di lei, leggendolo.
Rabbia, dolore, e ogni sensazione spregevole provavo contro la mia persona quando scoprì che la mia dolce Selin ebbe un incidente. Un brutto incidente che la portò sotto i ferri, subendo un trapianto al cuore. Un operazione che a lei necessitava già da tempo. In più quel incidente le causò un emorragia intracranica. Niente di preoccupante da quello che dissero i medici. Eppure lei è qui, senza ricordarsi alcune cose.
Stringo involontariamente le mani quando penso che questo dettaglio a lei le è stato nascosto. E non capisco del perché. Perché le hanno mentito? È chiaro che lei non ricordi alcuni dettagli della sua vita prima dell'incidente. Ad esempio non ricorda che lei un tempo guidava, e sembra che nessuno glielo abbia detto. Così come non ricorda di me, di noi, della nostra storia, lei non sa niente. È come se non fosse mai successo, eppure ci siamo amati tanto. Io la amo ancora tanto, perché per quanto ho cercato di dimenticarla, di strappare dalla mia mente ogni ricordo di lei, e dal mio cuore ogni sentimento riservato, non sono stato in grado. Per questo quando l'ho rincontrata non l'ho più lasciata andare. Magari lei non si ricorda di me, però io si, e lotterò affinché in lei rinasca quel forte sentimento.
Dovresti dirle tutta la verità, la coscienza mi rimprovera.
Già, dovrei. Ma come si fa?
<<Già>> rispondo a bassa voce alla sua domanda, sospirando.
I suoi occhi se possibile si sgranano ancora di più, rivolgendomi uno sguardo per niente invitante. Apre la bocca, fermandosi quando si rende conto che neanche lei sa cosa dirmi.
Sono sicuro che le rotelle del suo cervello girano così tanto che tra un po' andranno in corto circuito.
Storce il naso mentre stringe le labbra e la sensazione di gelosia si insinua nuovamente dentro di lei. Ho già avuto modo di scontrarmi con la sua gelosia, adesso però avere la conferma che è gelosa di una donna che praticamente non esiste mi fa sperare che dentro di lei si ricorda di me. Magari non il suo cuore, che non è più suo, ma la sua mente, in un piccolo angolo remoto, sono sicuro che mi custodisce.
<<Io pensavo, avevo capito, insomma...>> balbetta in modo impacciato, sospirando in seguito. Abbassa lo sguardo, non prima di vedere la tristezza nel suo sguardo. Si muove con imbarazzo, schiarendosi la voce.
<<Penso che è arrivata l'ora che io vada>> si alza di fretta, rovesciando la tazzina con il cappuccino. Un imprecazione esce dalla sua bocca, facendomi sorridere. È nervosa e quando succede fa sempre pasticci.
<<Perchè? Hai degli impegni?>> chiedo mentre mi alzo a mia volta, afferrando la sua borsa. Un abitudine che avevo sempre, quando stavamo insieme. Non ho mai capito perché ma ovunque andava se la dimenticava sempre.
<<No, solamente...non voglio disturbarti. Magari hai da fare. Come ad esempio cercare quella...donna>> gira gli occhi infastidita mentre ci dirigiamo verso la cassa.
<<Quale donna?>>
<<Quella Selin. Magari improvvisamente senti la sua mancanza e te la vai a riprendere. Che fa ti sbrighi a pagare? Non ho intenzione di litigare nuovamente con te su chi deve pagare il conto>>
La guardo con gli occhi sgrananti mentre lei in tutta tranquillità aspetta con il broncio. Come succedeva un tempo.
Non le andava bene che io volessi pagare quando uscivamo insieme, per questo litigavamo sempre, poi però ad una certa si era arresa, capendo che io lo avrei fatto comunque.
<<Te lo ricordi>> sussurro piano, sorpreso. Come mi ha sorpreso prima, quando si è ricordata che sono allergico al cacao.
Devo confessare che sono anche confuso, non capendo come sia possibile che si ricorda questi particolari ma non si ricorda quando la sua mente gli abbia memorizzati.
<<Certo che me lo ricordo. Anche ieri hai fatto così per il gelato. Sei insopportabile>> sbuffa mentre usciamo dalla caffetteria, ringraziando mentalmente che la signora Azra non si sia più fatta vedere. Mentre Demet era distratta le avevo detto sotto voce che le avrei spiegato tutto quando saremmo stati da soli.
Lei voleva davvero bene a Selin, insomma a Demet, e quando le dissi che andò via rimase davvero male.
<<Allora, la andrai a cercare?>>
<<Ma a chi?>> chiedo confuso mentre camminiamo lungo il marciapiede.
<<A quella donna...a Selin>> spunta quel nome in modo duro, quasi con disprezzo, e difficilmente mi trattengo dal sorridere.
<<Perchè dovrei cercarla?>> domando mentre la guardo di sottocchio, notando come si tortura il labbro inferiore.
Dio, vorrei baciarla qui, proprio in questo momento.
<<La amavi, no? Allora perché rinunciare a lei?>> la sua domanda mi prendere alla sprovvista. Si ferma di colpo, cercando il mio sguardo.
<<Non ho rinunciato a lei. Inizialmente, quando mi ha lasciato, ero davvero ferito, pensando che mi avesse preso in giro, che non mi amava come io amavo lei. Insomma, da quando la vidi la prima volta iniziai a provare un forte sentimento per lei. Chiamalo amore a prima vista>> ridacchio piano, pensando a quel periodo. <<Da quel momento ho cercato ogni modo di avvicinarmi a lei, per conoscerla. Devo confessare che mi ha fatto penare per un po', però poi si è sciolta, proprio come io ero sciolto, pazzo di lei. Il mio amore per lei cresceva giorno dopo giorno, arrivando ad amarla così tanto che pensai di sposarla. Il giorno del suo compleanno andammo a fare colazione nel suo posto preferito e le chiesi di sposarmi. È stato in quel momento che lei mi disse di non meritarmi, raccontandomi che lei non era chi si era fatta passare, e nonostante le mie suppliche lei mi lasciò, andando via. Ho provato a togliermela dalla testa, pensando che la nostra storia fosse stata solo una finzione, ma mi sono sbagliato. Il suo ricordo era così vivo dentro di me che mi era impossibile fingere che non sia mai esistito. Per questo decisi di cercarla>> con il cuore in mano e pieno di paura le racconto di noi, di quel giorno, sperando che la sua mente si ricordi almeno qualcosa.
<<L'hai trovata?>> chiede balbettando.
<<L'ho trovata>> rispondo sospirando.
Se solo io avessi letto quel fascicolo prima. Se solo l'avessi cercata prima, avrei scoperto che lei ha subito quel incidente quel giorno stesso, quando andò via dalla caffetteria. Questo lo so grazie alle indagini di Hasan, poi però lei me l'ha confermato, quando mi ha raccontato di come la sua vita è cambiata l'anno scorso.
<<E perché non la rincorri?>> la sua voce esce in un sussurro mentre abbassa lo sguardo, capendo quanto lei in questo momento si senta inferiore.
Mi ci è voluto un po', ma ho capito perché lei si era inventata quell'immagine di se stessa. Sfoggiare come Selin le permetteva di avere fiducia in se stessa. Era audace, coraggiosa e poi si sentiva bella. Si sentiva amata. Si sentiva forte, quello che Demet, lei, in realtà non è. Sua madre è stata in grado di farla sentire così sbagliata che pensa di essere inferiore, di non meritarsi niente, quando in realtà non è così.
L'unica a non meritarsi niente è quella famiglia subdola che non ha mai saputo farla brillare.
<<Chi ti dice che io non l'abbia fatto?>> domando mentre le alzo il mento, guardandola negli occhi. I suoi sono lucidi e rossi, trattenendo evidentemente le lacrime. Vederla così mi ricorda il giorno in cui mi lasciò. Era devastata ma per la delusione non capii.
<<E allora perché sei qui?>>
<<Perchè ho tutto quello voglio proprio qui, davanti a me>>
<<Cosa vuol dire questo?>> chiede con gli occhi sorpresi.
<<Vuol dire che la donna che voglio è qui, davanti a me>>
<<Perchè?>> domanda con la voce tremante.
<<Perchè sotto ogni forma sono innamorato di te Demet>> sollevo la mano, asciugando quelle lacrime che non è più in grado di trattenere. Poche volte l'ho vista piangere, e ogni volta il mio cuore è diventato piccolo, sentendomi impotente. Darei qualsiasi cosa per vedere sul suo viso solo il sorriso.
<<Davvero?>> i suoi occhi luccicano in modo diverso mentre sul suo viso spunta un sorriso così dolce che mi fa sciogliere sotto ogni punto di vista. Questa donna con tutte le sue sfumature mi fa impazzire.
<<Davvero>>
<<E con quella...>> non le do tempo di finire di parlare che premo le mie labbra sulle sue.
Sento come perde la stabilità, aggrappandosi disperatamente a me. Mi afferra per la maglietta e mi avvicina di più a lei, come se volesse barricarmi ancora di più tra le sue braccia. Con un braccio le avvolgo la vita, mentre la mano sinistra la appoggio dietro la sua nuca, passandomi le dita fra i suoi capelli morbidi.
Le sue labbra si aprono leggermente, permettendo di baciarla in modo dolce, sensuale, quasi erotico, arrendendosi completamente tra le mie braccia.
È vero, non è la prima volta che ci baciamo da quando l'ho incontrata, però è la prima volta che la sento coinvolta con anima e corpo. È la prima volta che la risento...mia.
Una valanga du emozioni sta ormai seminando il caos in me.
Il ritmo del bacio improvvisamente aumenta e la passione ci colpisce ancora più forte. Le nostre bocche si muovono in modo sincronizzato mentre le nostre lingue danzano in un modo che presto ci porterà ad entrambi in fiamme.
Baciare Demet è come iniettarmi l'adrenalina nelle vene.
Mi chino e la afferro per le cosce, alzandola fra le mie braccia. Avvolge le gambe attorno alla vita e un gemito mostruosamente esce dalla mia bocca. Mi prende i capelli in pugno e quasi le mordo le labbra in un bacio, quando gli tira leggermente. La sua lingua crea scompiglio nella mia bocca, intrecciandosi con la mia lingua con tale ferocia, fino a intorpidirmi. Premo le labbra sulle sue ancora una volta, poi mi tiro indietro lentamente e prendo un'enorme boccata d'aria, avendo l'affanno.
<<Ci sei solo tu Demet>> la rassicuro mentre ci separiamo il giusto che ci permette dì guardarci negli occhi.
Vorrei dirle di più, vorrei confessarle di noi, di quello che eravamo un tempo però ho paura di come potrebbe reagire. Ho paura che lei possa stare male. Ho notato come il suo cuore reagisce quando viene "attaccato" dalla mente. La fa stare male ed io non voglio questo.
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