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Lasciammo le isole galleggianti presi dalla fretta di preparare le carrozze sia per noi che per i doni da portare al re.
Mio padre rimuginò per tutto il tragitto, mentre io occupavo il tempo parlando con Tiana e osservando il paesaggio che cambiava di continuo.
Tiana mi chiese se fossi mai stato al cospetto del re degli umani e mio padre rispose al posto mio: "Si Thalassius, ti ci ho portato quando avevi un mese di vita, in quel palazzo molti anni fa conobbi tua madre".
Era la prima volta chemio padre parlava di lei, volevo saperne di più.
- "Il tuo nome l'ha scelto lei. In onore di tuo nonno ovvero mio padre, il re Thalas. Disgraziatamente morì il giorno della tua nascita. Nonostante non vide mai di buon occhio la mia scelta di sposare un'umana, lei decise di chiamarti così. Amavo tua madre, l'avrei portata con me in capo al mondo. Quel giorno persi sia tuo nonno che lei dandoti alla luce", per la prima volta mi resi conto di quanto giovane fosse mio padre nonostante lo sguardo duro e vissuto che lo rendevano più saggio e meno propenso all'avventura.
- "Padre vi prego ditemi di più su di lei"
A corte, nel nostro piccolo villaggio, molte donne elfo giravano intorno a mio padre elogiandolo per la sua bellezza. Aveva lunghissimi capelli tra il biondo e il verde come i miei come anche i miei stessi occhi tendenti all'oro.
I suoi, forse per i dispiaceri, erano un po'più spenti ma ugualmente forti e impavidi; in testa portava fiero la sua corona fatta di foglie e rami d'oro con un diamante prezioso al centro.
I suoi vestiti erano pesanti come i miei e quelli di Tiana, fortunatamente per il viaggio ci eravamo portati diversi tipi di vestiti in caso le temperature fossero cambiate.
Mio padre sospirò e acconsentì: "Partiamo con ordine allora. Vivevo nel palazzo coi tuoi nonni, mia madre era molto bella e aveva una corona fatta di corni e lunghi capelli ondulati che arrivavano alle caviglie, erano tra il biondo e il castano. Somigliavo molto a mio padre, lui ovviamente più vecchio. Mi spedirono dal re degli uomini una volta compiuti 17 anni come segno di pace tra le due razze. L'accordo era farmi vivere per un po' con loro.
Il re degli umani era giovanissimo, avevamo la stessa età e al suo fianco aveva una donna altrettanto giovane e bellissima con lunghissimi capelli biondi quasi bianchi e vispi occhi color argento che ti scrutavano l'anima. Quando la si vedeva passare sembrava fatta di velluto. Ricordo che quel giorno aveva un abito leggero, elegante bianco e oro. Le si vedevano le spalle poiché camminando i capelli andavano leggermente indietro. Aveva un intuito molto elevato e sapeva sempre intuire le intenzioni degli altri, qualunque esse siano.
Fu lei a presentarmi come dama di corte quella che poco più avanti sarebbe stata tua madre. Aveva capelli rossi e castani, un corpo esile e sottile. Somigliava a un piccolo elfo indifeso. Adornava i capelli con fiori del giardino, quando la conobbi aveva un vestito delicato e armonioso con sfumature verdi e bianche. Non le piacevo molto a causa dei miei occhi che la intimorivano. Il suo compito era accertarsi che non mi mancasse nulla.
Durante le sere di inverno mi piaceva passeggiare nel giardino della corte, sotto suggerimento della regina mi misi la mia armatura e un po' di pelliccia per stare più al caldo, quella precisa sera tua madre volle seguirmi per non perdermi di vista nonostante avessi notato che non si sentisse molto bene, pochi minuti dopo iniziò una bufera e sentii un tonfo.
Mi girai e la vidi a terra nella neve con i capelli sparsi il viso verso il cielo, mi affrettai a raggiungerla credevo fosse morta, spaventato la presi in braccio e la portai dentro il palazzo. Chiamai le ancelle che mi aiutarono, apparve la regina che mi accarezzò il viso dicendomi che sarebbe andato tutto bene. Rimasi al suo capezzale per diversi giorni aspettando che aprisse gli occhi. Le sfiorai delicatamente il viso e lei pian piano si svegliò.
Mi chiese cosa stessi facendo e la guardai come se fosse l'unica donna degna di essere guardata, il suo viso dolce ma deciso mi erano entrati dentro. Abbassai la testa e la ringraziai di essere ancora viva. Rimase interdetta seduta sul letto, mi sorrise accarezzandomi la testa e mi ringraziò di averla salvata.
Da quel momento a poco a poco la distanza che ci separava si fece sempre meno fino a che in primavera la vidi seduta sotto a un ciliegio intenta a ricamare, aveva sciolto i capelli e non aveva messo nessun fiore. Ilvento spostava le sue ciocche delicatamente come se la stesse accarezzando e fu lì che avvicinandomi mi feci coraggio e la guardai negli occhi.
Aveva un vestito color pesca, mi tolsi l'armatura per dimostrarle la mia fiducia. Mi sedetti accanto a lei e la baciai.
Ci guardammo negli occhi non aveva più paura, capii in quel momento che l'avrei sposata.
Le nozze si celebrarono a palazzo sulle isole galleggianti. Se ne innamorò subito, adorava quella magia che sprigionavano. Nonostante le prediche di mio padre alla fine ci aveva dato la sua benedizione e alla cerimonia vennero anche i sovrani degli uomini.
La regina Windhalla, questo era il suo nome, le diede un abito per il matrimonio. Era bellissima, in quelle perle e decorazioni con le piume sulle spalle. Nonostante fosse un tabù sposare gli umani, alla fine la nostra unione sigillava l'accordo di pace tra umani ed elfi.
Pronunciai il nome di tua madre davanti agli dei 'Eclyse', le misi l'anello inciso con simboli elfici al dito e fu finalmente mia moglie.
Porto dentro di me il suo ricordo, e ciò che la nostra unione rappresentava". Finì il suo racconto emi accarezzò la testa, la carrozza si fermò, eravamo arrivati a destinazione.
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