La forma delle stelle (Parte II)
[ SIGYN ]
Anche la notte era splendida su Asgard, si estendeva sull'intero palazzo con le luci soffuse delle stelle e le ombre delle nuvole, come potevo ritirarmi nelle mie stanze di fronte a uno spettacolo simile?
Avevo tentato di addormentarmi smisurate volte ma senza riuscirvi, dunque tanto valeva impiegare il tempo nel migliore dei modi. Il banchetto di quella sera era terminato già da diverse ore e tutti si erano ritirati nelle proprie camere dopo di me, che avevo accennato a una scusa per allontanarmi prima. Ygritte mi aveva seguita solo per aiutarmi a vestire per la notte, intrecciandomi i lunghi capelli biondi con un nastro, per poi far ritorno alla cena e trascorrere altro tempo con l'oggetto del suo amore.
Per un istante provai una lieve invidia nei suoi confronti, così giovane e bella, ammaliata da pensieri leggeri.
Io forse non avrei mai avuto nulla del genere. Nessuna leggerezza a cui pensare. Quando fui certa che il palazzo si fosse addormentato con il calare della notte, decisi di uscire dalla stanza per potermi recare alla grande terrazza che si affacciava sui giardini interni, avrei avuto occasione di studiare le stelle dal punto più bello di tutta Asgard. Indossavo un lungo abito bianco e la treccia bionda si adagiava sulla schiena, percorrendola interamente.
Certa di essere sola appoggiai i gomiti sul parapetto di marmo e sollevai gli occhi verso il cielo, senza mancare di sospirare. Mi mancava Alta Foresta, mio padre e tutto ciò che avevo lasciato lì. Mi mancava la mia vita, il modo in cui mi prendevo cura del popolo. Sentendomi in colpa per ciò che avevo procurato non potevo che ricambiare dando tutta me stessa, apprendendo l'arte dei cerusici. Non ero rimasta che un'allieva e non avrei potuto proseguire i miei studi in quel campo.
"Non credevo che a quest'ora della notte ci fosse qualcuno, perdonatemi, vi lascio sola."
Riconoscere quella voce mi fu troppo facile e voltarmi fu invece più difficile del previsto. Incontrai gli occhi verdi di Loki che si era accorto del mio sussulto improvviso. Morsi l'interno della guancia e rimasi in silenzio pochi istanti prima di rispondere.
"Loki" soppesai il suo nome con attenzione. "Rimanete, non si disdegna mai la compagnia. Sarebbe un gesto davvero scortese se vi chiedessi di andare."
Aveva l'aria di un pallido fantasma apparso solo per arrecarmi fastidio con quel suo modo di fare saccente e per nulla incline alla gentilezza.
"Ma almeno sarebbe sincero" disse lui in modo netto e tagliente, ma al tempo stesso si avvicinò tenendo le mani serrate dietro la schiena.
Il suo sguardo era curioso e terrificante. Avevo timore di lui? Ancora non riuscivo a credere che fosse davvero in grado di scovare nella profondità della mia anima. Ma davanti a quegli occhi così intensi mi sentivo persa, disturbata.
"Che intendete dire?"
Quell'affermazione priva di esplicazione mi aveva resa nervosa. Le mani corsero a stringere le vesti bianche, avevo bisogno di un appiglio per non perdere la pazienza.
Loki fece un passo avanti e fu sfiorato dalle luci fioche delle stelle che brillavano su di noi, appoggiò i gomiti sul parapetto di marmo e sollevò gli occhi verso il cielo. Non si degnò nemmeno di guardarmi in viso, cosa che in realtà mi tranquillizzò. Non riuscivo a capacitarmi del suo ingresso in quella circostanza visto il trattamento che mi aveva riservato fino a quel momento.
"Lo avete detto voi stessa: sarebbe un gesto scortese se mi chiedeste di andare via. La vostra non è altro che buona educazione, la maniera che vi hanno insegnato per comportarvi con qualcuno che vi è di gran lunga superiore. Avrei preferito un briciolo di sincerità."
Mi inumidii le labbra e sciolsi le mani dalle vesti per inclinare appena il viso da una parte, non potevo credere a quelle parole.
"Vi sopravvalutate molto se credete di sapere che cosa penso davvero e in ogni caso, se mai vi avessi chiesto di lasciarmi sola sono piuttosto certa che mi avreste rimproverata per aver mancato di rispetto a un principe. In entrambi i modi sarei con le mani legate. Non ho forse ragione?"
Loki mi guardò di sottecchi e così potei notare quanto in quegli occhi umidi non vi fosse calore, distanti quanto le stelle o forse di più. Avevo idea che fosse rimasto soddisfatto della mia risposta e a quel punto tornò con la schiena dritta per assumere la sua aria elegante e impeccabile.
"Lo ammetto, vi avrei ripresa. Allora siete in grado di essere sincera."
"Non capisco perché lo abbiate messo in dubbio."
"Mai ho detto di averlo fatto, purtroppo per voi non avete le capacità di mentire adeguatamente. La sera del vostro arrivo ho notato quanto vi fosse difficile sopportare i discorsi di mio fratello e quanto vi abbia ferito io con le mie parole fredde. Dovreste imparare a non mostrare i vostri sentimenti, qui siete nella tana del lupo."
Inarcai un sopracciglio, per un attimo non provai più alcun brivido corrermi lungo la schiena. Ora, per qualche strano motivo, Loki non mostrava il desiderio di scontrarsi con me nonostante il suo atteggiamento precedente a quella sera.
Forse utilizzava semplicemente uno scudo per proteggersi dal mondo che aveva attorno. Perciò mi sciolsi in un sorriso e rimasi accanto a lui.
"La tana è anche vostra, se non erro."
Scorsi un lampo verde nei suoi occhi, simile a una apparente tristezza che non potei decifrare in nessun modo. Era il figlio di Odino, un principe, cos'altro desiderava?
"Ma io non sono il lupo" sussurrò lui stringendo le mani le une nelle altre. "Siete qui per ammirare il panorama o perché il vostro sonno è tormentato da incubi?" fu lui a voler cambiare discorso in modo repentino, evidentemente non voleva approfondirlo.
Scossa da quella domanda così mirata mi limitai a scrollare le spalle, la lunga treccia mi ricadde in avanti ed ebbi modo di accarezzarla con le dita affusolate. Era un gesto che facevo sempre quando mi sentivo in imbarazzo.
"Entrambe le cose."
"Credevo che mio fratello vi avesse già mostrato abbastanza delle meraviglie di Asgard."
Loki doveva aver compreso immediatamente la risposta solo osservando il mutamento dell'espressione del mio viso, cosa che lo fece ampiamente sorridere. Aveva ragione, non riuscivo a mascherare le mie emozioni!
"Oh, capisco. Mi è chiaro il motivo per cui non riusciate a dormire. Non gradite la sua compagnia? " domandò con un sorriso affilato che fu più tagliente delle sue parole.
Sfiorai lentamente il marmo freddo con le dita della mano per sciogliere la tensione accumulata.
"Non è così. Thor è gentile e il suo animo è puro, speravo di essere io una compagnia più gradita."
Loki si inumidì le labbra e scrollò le spalle, aveva intuito perfettamente a che cosa si stesse riferendo. Il giorno prima suo fratello avrebbe dovuto accompagnarmi per la città, così da mostrarmi le meraviglie della sua nuova casa. Ma mi aveva visto fare ritorno solo in compagnia della mia dama
"È la solitudine che vi preoccupa, dunque. Rassegnatevi, in questo luogo non vi aspetta nulla di diverso."
"Mi preoccupa essere sola anche se in compagnia."
Dopo quel sussurro e quella piccola confessione, smettemmo di parlare di ciò che affliggeva l'una e ciò che l'altro continuava a tenere dentro di sé. Trascorremmo gran parte della notte inoltrata a osservare le stelle che brillavano alte nel cielo, componendo mille disegni immaginari che entrambi ci divertimmo a indovinare. Loki mi narrò diverse leggende riguardo le costellazioni più belle e che amava studiare e io in qualche modo ne ero affascinata. Nella mia terra non avevo potuto osservare il cielo da smisurato tempo, poiché afflitto dalle costanti nubi grigie portatrici di neve.
Fu la prima volta in cui il principe dagli scuri capelli tentò di avvicinarsi a me senza mettermi alle strette e senza prendersi gioco della mie natura. Ebbi meno paura di prima, nonostante un certo senso di inquietudine mi rimase dentro. Ma almeno per quella notte ero riuscita a non sentirmi sola, in compagnia.
"E voi perché siete venuto qui?"
La domanda che gli rivolsi fu pronunciata poco prima che decidessi di tornare nelle mie stanze.
"Per ammirare il panorama."
Quella fu la prima volta in cui Loki mi mentì e riuscii a comprenderlo semplicemente leggendo all'interno dei suoi occhi. Ma non dissi nulla in proposito, né lo ripresi per quella menzogna. Che diritto avevo io di scovare nella sua profondità? Nessuno, e in più non avevo alcun motivo di conoscere la verità. Gliel'avevo già letto negli occhi e la risposta non doveva essere ascoltata per essere più vera. Gli augurai la buonanotte e mi ritirai nelle mie stanze.
**
[ LOKI ]
Non ero riuscito a chiudere occhio quella notte e non avevo nemmeno fatto ritorno nelle mie stanze se non all'alba, quando ormai era troppo tardi per abbandonarsi al sonno. A dire il vero nemmeno ne avvertivo il bisogno. Ripensai a lungo alla serata trascorsa in compagnia di Lady Sigyn e quando mi resi conto di ciò che stavo facendo dileguai immediatamente quei pensieri. Era stato piacevole discorrere di costellazioni e di leggende, ma in fondo le avevo fornito solo un assaggio di cultura e nulla più. La futura moglie di mio fratello si sentiva irrimediabilmente sola in un luogo a lei sconosciuto e per qualche motivo io stesso avvertivo la medesima sensazione. Destinato a rimanere sempre all'ombra di qualcuno in grado di emanare una luce più forte.
Quella mattina mi ritrovai a camminare nei giardini reali in compagnia di mia madre, le tendevo il braccio perché si sorreggesse a me e non vi era nessun momento che desiderassi più di quello.
"Ho fatto come vi avevate chiesto, madre. Ho conversato amabilmente con la nostra ospite per buona parte della notte."
Frigga sollevò un sopracciglio e arrestò l'incedere elegante per poter guardarmi negli occhi.
"Non ricordo di averti chiesto nulla del genere, ti avevo solo suggerito di non trattarla con freddezza."
La regina si lasciò sfuggire un sorriso di sottecchi che colsi immediatamente.
"Mio fratello trascura i suoi doveri di futuro sposo e se Lady Sigyn dovesse sentirsi troppo sola potrebbe persino decidere di tornare da dove è venuta."
"Dunque il tuo compito sarebbe quello di sopperire alle mancanze di Thor?"
"Ci sono abituato, madre."
Frigga sospirò a lungo e riprese a camminare, io al contrario mantenni uno sguardo vigile di fronte a me.
A dire il vero la notte precedente rappresentava un caso, non pensavo che l'avrei trovata su quella terrazza e intavolare una conversazione era stato un semplice atto di curiosità, senza l'intenzione di prendere il posto di mio fratello. Piuttosto avevo provato un certo interesse per quel carattere a volte schivo ed altre sicuro di sé, non riuscivo ancora a comprendere che tipo di donna fosse. Un anno prima l'avevo conosciuta risoluta ed implacabile, ora che era giunta al palazzo non sembrava che un uccellino in gabbia.
"Forse dovrei parlare con lui per accertarmi che non stia sottovalutando la questione" sussurrò Frigga lievemente preoccupata.
Questioni come i matrimoni combinati mettevano a dura prova l'anima delle persone, ma un principe non poteva permettersi di fare errori, soprattutto se erede al trono.
"Dubito che il vostro tentativo riscuoterebbe successo. Thor ama ascoltare solo se stesso" commentai rigirando quelle parole sulla lingua come braci ardenti.
"Da un certo punto di vista, Loki, tu sei sempre stato più maturo di lui. Sai osservare gli altri e comprendere le loro debolezze e i loro punti di forza. Thor non fa che fidarsi solo delle proprie qualità."
Lasciai di proposito scivolare il discorso per poterne affrontare degli altri e riprendemmo a camminare nei giardini.
Ciò che non mi sarei mai aspettato di vedere fu la visione di Lady Sigyn, la donna il cui nome non faceva che battere sulle nostre lingue da qualche giorno a questa parte, seduta su una delle panchine di marmo intenta a intrecciare i lunghi capelli di fuoco della sua dama di compagnia con dei fiori bianchi. Il suo volto era sorridente e colmo di grazia ed eleganza, solo allora mi resi conto di quanto fosse interessante l'espressione appena accigliata che manteneva grazie all'arco curvato delle sopracciglia. Con delicatezza posizionava i fiori tra le ciocche rosse. Potei udire persino le loro risate fresche giungermi alle orecchie. Si erano ricreate un loro spazio, uno spazio che assomigliava a un quadro primaverile.
La considerai una sciocca pretesa femminile di riempire il tempo e decisi di non soffermarmi ulteriormente su di loro.
"Madre, mi è appena tornato in mente un impegno che non posso rimandare. Possiamo proseguire la nostra passeggiata nel pomeriggio?"
Frigga aveva compreso il mio desiderio di allontanarmi e mi accordò il permesso di ritirarmi. Così mi congedai sorvolando i giardini piuttosto in fretta per fare ritorno all'interno del palazzo.
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