La forma delle stelle (Parte I)
[ SIGYN ]
L'alba al palazzo di Asgard era diversa da quella a cui ero abituata ad Alta Foresta. Quei colori tiepidi, caldi, l'oro traboccante da ogni riflesso del sole sui fiumi che scorrevano intorno alla città: tutto sembrava un sogno. Affacciata alla finestra della camera avevo gettato un'occhiata all'esterno per osservare quel nuovo mondo a cui mi sarei dovuta abituare e in quel momento non mi rammaricai di aver lasciato il regno di Alta Foresta.
Per anni mi ero risvegliata con le membra gelide e gli occhi colmi di una neve che non si sarebbe sciolta facilmente, nemmeno nelle più calde giornate di sole, a causa delle incessanti lotte contro i Giganti.
La notte trascorsa tra le nuove lenzuola era stata stranamente piacevole, non credevo che avrei facilmente preso sonno.
Per quella giornata Thor mi aveva promesso una visita alla città, così da farmi conoscere i luoghi più belli del regno, un consiglio che la regina stessa aveva suggerito all'orecchio del figlio, di modo che si creasse l'occasione per trascorrere del tempo insieme.
"Lady Sigyn, il principe vi attende insieme ai suoi compagni."
Ygritte aveva un incedere leggero e quasi non mi ero accorta del suo arrivo all'interno della stanza. Ma ciò che aveva detto mi risultò particolare, quanto strano.
"I suoi compagni?"
Il primo pensiero che mi balenò fu l'idea della presenza di Loki. Non che desiderassi la sua lontananza, ma il timore di urtarmi di nuovo con lui crebbe in modo smisurato, senza che riuscii a comprenderne il motivo. Da provocazione nasce altra provocazione e speravo di non ricadere ancora nel tranello.
"I Tre Guerrieri e Lady Sif, ho notato soltanto la loro presenza" sorrise Ygritte all'angolo delle labbra, mentre le guance arrossivano smisuratamente.
Quella conferma mi bastò per trarre un respiro di sollievo, così potei abbandonarmi all'idea che il turbamento della mia dama di compagnia riguardasse la presenza di Fandral. Decisi di scostarmi dalla finestra e mi feci aiutare a indossare la pelle di lupo migliore che avevo condotto con me. Fui felice di sapere che Loki non ci avrebbe accompagnati durante la vita e immediatamente parvi più rilassata.
Io e Ygritte uscimmo dalle stanze e percorremmo il lungo corridoio che ci avrebbe condotto all'uscita del palazzo, dove tutti erano in nostra attesa.
Solo allora mi accorsi che esattamente dalla parte opposta stava camminando proprio colui che avrei desiderato evitare.
Gli occhi verdi e astuti di Loki si soffermarono a lungo nei miei, ma non si trattò che di un breve istante in cui colse l'occasione per schernirmi. Infatti, non mi volse il saluto. Passò oltre con la soddisfazione dipinta sulle labbra sottili, mentre io avvertivo una cieca rabbia montarmi in corpo. Strinsi i pugni con forza e mi voltai appena per seguire il suo incedere misurato.
"Buongiorno, principe Loki."
Probabilmente fu il tono di sfida nella voce che lo fece voltare lentamente, mostrandosi dimentico di non aver preso in considerazione la mia presenza. Lo sguardo di lui, freddo ed impassibile, mi provocò un brivido raggelante.
"Pensate che per me questa sia a tutti gli effetti una buona giornata o che lo sia, che mi piaccia o no?"
La mia espressione si tramutò in stupore, cosa che provocò la risata improvvisa di Loki, il quale probabilmente non voleva concedermi altro tempo. Dunque, si voltò per continuare sulla sua strada, lasciando me e Ygritte immobili e spaesate. Iniziavo a comprendere il motivo per cui non doveva essere benvoluto a corte.
Ripresi a camminare per raggiungere Thor e i suoi compagni, non avevo intenzione di soffermarmi ancora di più sulla scortesia e l'atteggiamento sprezzante del più giovane dei principi.
Quantomeno trovai in Thor un sorriso anziché un sogghigno, gentilezza anziché sarcasmo.
**
Asgard era luminosa e fresca come un giardino fiorito e io fui totalmente rapita dagli scorci meravigliosi che si intravedevano dagli angoli più nascosti della città. Persino Ygritte era riuscita a staccare gli occhi da Fandral per concedere al proprio sguardo di immergersi nella bellezza di quel nuovo mondo.
Ciò che più mi entusiasmò fu il grande mercato che si estendeva per buona parte della più importante piazza della città, mercanti di tutti i Nove Regni si radunavano lì per vendere gli oggetti più strani che fossero stati costruiti.
"Leggo stupore nei tuoi occhi, Lady Sigyn."
La voce di Thor interruppe il flusso di pensieri e mi costrinse a spostare lo sguardo nel suo.
Fino a quel momento avevamo parlato amabilmente delle meraviglie di Asgard e Thor si era mostrato gentile quanto affabile, ma al tempo stesso non aveva fatto altro che interrompere il discorso per affrontare le argomentazioni riguardo le battaglie che aveva vinto insieme ai suoi compagni.
Mi sentivo felicemente impressionata da lui, nonostante continuasse a lasciarsi cadere in atteggiamenti arroganti, come quello di credere di essere un re migliore di suo padre ancor prima di ascendere al trono.
"Fino a qualche giorno fa, principe Thor, la mia vita era completamente raccolta intorno al popolo di Alta Foresta. La mia adolescenza è stata immersa nel sangue, nelle ferite e nelle morti a cui ho dovuto assistere. Questo luogo è pari a un sogno e non potrei essere più lieta."
Thor sorrise all'angolo delle labbra, conosceva la terribile situazione di Alta Foresta e ricordava il modo in cui ci eravamo conosciuti per la prima volta.
"Era esattamente ciò che speravo, Lady Sigyn" si morse l'interno della guancia, fermandosi di fronte a un banco per osservare alcune pietre preziose.
Avevo sempre trovato motivo interesse nello studio delle pietre preziose ed ero affascinata dalle loro qualità, ma nel mentre che ero immobile a osservarle avvertivo la trepida volontà di Thor di non rimanervi troppo a lungo. Percepivo il suo desiderio di allontanarsi, quasi fosse richiamato da altro. Quando pensai di capire rimasi perplessa.
Il mio futuro sposo era intento a osservare il gruppo composto da Lady Sif, Ygritte e i Tre Guerrieri che si erano accostati ai margini della piazza del mercato per lasciarci brevi movimenti di intimità. Colsi gli sguardi scoccati tra Sif e Thor e non vi lessi che amarezza, un'amarezza che mi fece sentire a disagio.
Lasciai scivolare le mani lungo i fianchi e sorrisi appena.
"Non devi farmi da guida per tutto il giorno, tu conosci già le vie di Asgard. Rimarrò qui con Ygritte ancora un po'."
Thor tornò in sé e sollevò un sopracciglio, non era certo di aver compreso.
"Come?"
Gli sorrisi in modo incoraggiante.
"Ho sentito dire da Volstagg che oggi giungeranno diversi guerrieri dai Nove Regni per partecipare ad un torneo, ho anche sentito che lui e tutti gli altri sarebbero andati a studiare la situazione. Vai con loro, non c'è bisogno che tu rimanga qui. Io saprò cavarmela perfettamente."
Quando il suo amico gli riferì quel particolare ebbe un fremito che gli fece mutare l'espressione del viso, era evidente a tutti quanto preferisse lasciare la visita dei mercati di Asgard e recarsi alla preparazione del torneo per conoscere i guerrieri che si vantavano di possedere la sua medesima forza.
"Ho fatto una promessa, Lady Sigyn, ti avrei scortata per la città..."
"Thor" lo interruppi con un gran sospiro. "Abbiamo tutta l'eternità per trascorrere del tempo insieme, prometto che non mi offenderò se sceglierai di andare via con i tuoi compagni. Io e Ygritte ce la caveremo egregiamente, puoi stare tranquillo." Posai una mano su quella di lui per rassicurarlo, ma quel tocco provocò un passo indietro da parte sua, come colto dall'imbarazzo.
"Non potevo sperare di avere una futura moglie migliore, ti ringrazio" sorrise lui, ripresosi immediatamente da quel momento di incertezza. Mi afferrò con sicurezza una mano e depositò sul dorso un bacio appena accennato, per poi allontanarsi e raggiungere i propri compagni, comunicando a Ygritte di scortarmi fino al ritorno.
Era incredibile quanto fosse facile sentirsi soli pur essendo in compagnia di qualcuno.
***
[ LOKI ]
Non ero in ritardo, ciononostante mia madre era ferma sulla soglia della biblioteca e teneva una mano racchiusa sul pomo della porta, in mia attesa. Era un gesto che le capitava di fare di rado, solo quando aveva da rimproverarmi qualcosa. Eppure, non appena mi vide mi tese la mano libera perché potesse stringerla e non mancai di ricambiare quel gesto affettuoso appena mi fermai di fronte a lei.
"Buongiorno, madre."
"Che mi piaccia o no?" mi canzonò immediatamente prima di rivolgermi uno sguardo carico di ammonizione, ma senza far vacillare il sorriso caldo dalle labbra.
Trattenni con tutte le mie forze una risata e ritirai la mano per condurla dietro la schiena.
"Avete udito tutto, non vi si può proprio nascondere niente."
"Sei stato molto scortese, Loki, e non ho potuto evitare di notare che anche ieri sera non sei stato rispettoso nei confronti della nostra ospite" mi indicò di entrare insieme a lei all'interno delle biblioteca.
Il padre degli dèi era riuscito a raccogliere innumerevoli volumi di storia e magia provenienti anche dai Nove Regni, come regalo di nozze per Frigga quando era giunto il giorno della loro unione. La biblioteca crebbe ogni giorno di più sotto la supervisione della regina e fu costruita un'ala del palazzo interamente dedicata ad essa per permettere di contenere i libri che di volta in volta venivano raccolti.
"Ho solo ricambiato un vecchio benvenuto, tutto qui. Non ho nulla contro di lei" ammisi mentre la seguivo verso uno dei lunghi tavoli centrali dove ci mettemmo a sedere, scostando le grandi sedie intagliate con il legno più pregiato di tutta Asgard.
Quando fummo comodi e i nostri sguardi si incontrarono, mia madre mosse un nuovo rimprovero nei miei confronti.
"Sei troppo duro riguardo i tuoi giudizi, Loki. Lady Sigyn dovrà abituarsi a una vita che è molto diversa rispetto a quella che ha vissuto fino ad ora, perciò non renderle le cose più difficili di quanto già non siano" tentò di spiegarmi mentre apriva uno dei grandi volumi dalla rilegatura rossa e me lo posizionava di fronte perché leggessi ogni parola a voce alta.
"Quale misero destino è mai questo! Sposare un principe e diventare regina in futuro, come ho fatto a non pensarci prima? Dovrei essere più comprensivo, avete ragione, madre."
Frigga inclinò appena la testa di lato e si lasciò sfuggire un lungo e interminabile sospiro. In fondo, anche lei sapeva che mi ero sempre distinto da tutti gli altri perché in grado di riconoscere le debolezze e le fragilità di chi mi capitava intorno, ma al tempo stesso non ero mai stato perspicace nei miei confronti, a detta di lei.
"Ti chiedo solo di portarle rispetto, non di diventare sua amica e confidente."
"Avete già imposto a mio fratello il matrimonio, speravo che non avreste richiesto da me un'amicizia."
Mia madre era a conoscenza di quanto mal sopportassi l'idea che tutti preferissero Thor a me, che si era dimostrato un valido guerriero sul campo di battaglia, mentre io mi rifugiavo nelle nebbie per fuggire dalla morte.
Non godevo di grande popolarità a corte, anche a causa del fatto che avevo ereditato le arti magiche che mia madre stessa mi aveva insegnato. Ma prima o poi sarebbe giunto anche il mio momento, nonostante Frigga non desiderasse altro che una mia dimostrazione di onestà e purezza.
"Con il tempo Thor imparerà ad amare Lady Sigyn, dopo il rispetto arriverà anche quello" sembrò volersi scusare Frigga di non aver dato la possibilità a Thor di scegliere lui stesso la propria compagna, ma le alleanze tra i regni in quei tempi così bui erano assolutamente necessarie.
"Un re non dovrebbe auspicare all'amore, madre. I sentimentalismi rendono gli uomini deboli e fanno perdere di vista i propri obiettivi" le dissi con sicurezza, mentre mi avvicinavo il volume tra le mani per poi iniziare a leggere ad alta voce, troncando immediatamente il discorso che stava nascendo.
Le lezioni di magia non duravano più di una mattinata ed ero sempre soddisfatto dopo aver imparato tutta la teoria necessaria per poter migliorare le mie capacità. Mia madre era un'eccellente insegnante.
**
[ SIGYN ]
Avvolta nei miei pensieri non avevo pronunciato una sola parola da quando io e Ygritte avevamo fatto ritorno al palazzo di Odino. Ci eravamo recate nel giardino interno per accomodarci su una delle panchine di marmo in attesa che scendesse la sera e avesse inizio il banchetto.
Ygritte si mostrava lieta di quella nuova vita e non aveva fatto altro che accennare a quanto Fandral fosse un perfetto gentiluomo, con quel suo sorriso affilato e il suo sguardo colmo di fascino. Non mancai di rispondere a ogni affermazione con un sorriso, nonostante la leggera preoccupazione che era nata nella mia dama di compagnia.
"È un vero peccato che il principe abbia deciso di seguire la preparazione al torneo dei Nove Guerrieri, speravo che ci scortasse per tutto il giorno."
"Mi chiedo se sia felice" mi lasciai sfuggire quella frase senza volerlo e mi resi conto che Ygritte colse l'occasione per approfondirla.
"Che cosa intendete dire?"
"Se sia felice di convolare a nozze con una completa sconosciuta."
Compresi, appena pronunciata, di quanto ridicola fosse quell'affermazione. Chi si sarebbe felicitato di una simile situazione? Io non lo ero, arresa all'evidenza di dover mantenere i miei obblighi, ma la speranza di una vita migliore non l'avevo ancora del tutto lasciata.
" Certo che lo sarà, siete splendida, Lady Sigyn, e tutti sarebbero felici di sposarvi" sorrise Ygritte che andò a stringermi una mano con dolcezza.
Sospirai di fronte a quel calore e poi mi alzai in piedi per sciogliere il discorso, non volevo caricarla di problemi non suoi.
"Sarà meglio prepararsi per il banchetto, non possiamo permetterci di arrivare in ritardo" comunicai con una leggera freddezza.
Solo in quel momento mi accorsi che una figura oscurata dalle prime ombre della sera si era affacciata alla terrazza che si spiegava sul giardino e sorrideva verso di noi. Un ghigno, non un sorriso.
Gli occhi verdi di lui erano come spighe di ghiaccio in grado di conficcarsi sin sotto la pelle. Quel suo sguardo era volto a schernirmi, a prendersi gioco di me? Che avesse udito ciò che avevo detto? Era probabile, la sola idea di una tale possibilità mi fece sprofondare.
Non dovevo mostrare debolezze, men che meno alla persona che pareva divertirsi alle spalle altrui. Chinai con imbarazzo la testa e feci segno a Ygritte di seguirmi.
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