L'artigiano di parole - prima parte
Avevo conosciuto un giovane aspirante scrittore.
Era un giorno di Luglio.
Su uno scoglio, un po' nascosto agli occhi indiscreti, sostammo a cercarci.
Le nostre labbra si adagiarono le une sulle altre, delicatamente.
Fu dolce trovarsi.
Un sogno, soltanto un sogno in cui Morfeo mi aveva cullato, generoso e non ci fu confine tra sogno e realtà.
Quelle labbra straniere, pallide..non le avrei dimenticate
Mai.
E rimasero per sempre sulle mie.
Vendeva parole, lui ed io le compravo.
Lo chiamavamo "il poeta del mare".
Amava il mare e la sua isola.
Artigiano del bosco e della parola colorò la mia tela e scolpì una forma.
In quel bosco mi persi, tra le sue parole, mi porse la sua mano ed io la colsi.
Un contatto inaspettato.
Era un giovane scrittore un talento che aspetta l'esordio, con l'hobby della lavorazione del legno.
Distratto, scriveva ovunque trovasse uno spazio, i suoi racconti affascinavano chiunque lo ascoltasse.
Narratore del tempo, di storia, di viaggi e avventure, creava sogni con le parole.
Paroliere per hobby, professore di segni: Incompleto ma saggio.
Spesso viaggiava in mare, gli mancava, sempre, da quando aveva lasciato la costa.
Ormai abitante dei monti, navigava da sempre.
Mi piaceva guardare il verde intenso dei suoi occhi.
Mi ci perdevo.
Su quel treno locale, quel giorno, lui raggiungeva la madre, io la spiaggia.
L'indomani ci ritrovammo, inconsapevolmente, a far parte entrambi di uno stesso progetto.
In un legame che sarebbe durato una vita e di più.
Riusciva a far poesia dal nulla ed era bello ascoltarlo.
Un giorno al bar vicino al luogo di lavoro sentii qualcuno da dietro avvicinarsi, mi abbracciò, mi chiese scusa subito dopo e fu dolce sentire il suo abbraccio e le sue scuse.
"Proprio un uomo d'altri tempi"- pensai.
Ne scrisse una poesia dal nostro incontro e la lessi.
Al cospetto di un castello antico, sulla strada che lo costeggiava,
lessi quei versi e mi sentii regina:
di quel castello e della mia poesia.
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