Il cassetto dei sogni
E il cuore?
Lui soffre se li sente bussare, i ricordi,
apre la porta e guarda l'altare della vita come in un tempio in preghiera verso un Dio che ci ascolta, nell'eco del silenzio che, assordante, ci sveglia,
necessario agli spazi di caos che ci impone la vita.
I ricordi ci assediano e, compagni di viaggio, sentimento e ragione trovano dimora nella strana dimensione della notte che consente al respiro di ritrovare il suo ritmo.
Tra le ombre e le sagome di pensieri apparenti, di battaglie perdute, di sospiri assopiti raggiungiamo i desideri, messi a tacere dal quotidiano senso del dovere.
É la vita.
Spesso i nostri percorsi sono delineati dalla nostra volontà,
a volte sono i sogni che ci spingono a volare, per questo costruiamo ali per seguirli i nostri sogni, cavalchiamo arcobaleni come ponti per raggiungerli.
A volte restano "nel cassetto", loro custode.
Immaginiamo di poterlo aprire ogni volta che vogliamo e poter ritrovarli intatti.
Poi un mattino ci svegliamo chiedendoci:
"Dove ho messo la chiave?"
"Dov'è finito il sogno?".
Abbiamo le ali ma non voliamo, l'altezza ci spaventa e poi cerchiamo il sogno.
Se lo abbiamo, bisogna che rischiamo di volare.
Il regista del tempo è lì che aspetta.
E quando il sogno non diventa realtà resta in quello spazio che lo ha raccolto.
Poi il ricordo lo ripesca; come lenza la distanza con la quale lo osserviamo,
come amo il rimpianto di non averlo realizzato.
É un piccolo pesce rosso che non abbocca e ritorna nel suo mare.
Forse un giorno qualcuno lo realizzerà, avrà il coraggio di volare.
É così che si perdono i sogni nel cassetto, nel mare mosso della nostalgia.
È così la vita, sottolinei un luogo, un incontro, un caffè più o meno amaro, un saluto a chi va via per non tornare, un abbraccio che ti scalderà il cuore ogni volta che lo penserai, un addio che non sarà mai un addio se ci lasci il cuore, un silenzio che resterà tale se la parola ti farà soffrire.
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