Gli aquiloni
Pensavo che il silenzio in cui mi trovai di fronte al bivio non fosse un caso.
Ho imparato ad apprezzare i temporali perché portano gli arcobaleni.
"Lei è il mio arcobaleno, nei suoi colori c'é la vita, la speranza, lei è tutto ciò", mi dissi.
Sulle ruvide barre di quel letto mi tenni, con quel poco di forze che mi restava, per rialzarmi.
Lui era fuori. Triste.
Aspettava.
Mi assopii.
Il sentiero del sonno fu cortese con me, mi condusse tra i suoi viali alberati.
Sognai pace e libertà.
Al mio risveglio non c'era più, era in fuga dal suo errore.
Io, invece, l'errore non lo avevo proprio calcolato in quella somma, era unicamente un risultato.
Uno splendido risultato.
Mi assopii. Ancora una volta.
Morfeo mi lasciò all'unico ricordo chiaro in quel momento: un sogno.
Collezionavo chiavi di ogni forma ma nessuna di esse apriva quel cassetto in cui avevo riposto gelosamente il mio sogno.
Rischiavo di perderlo.
Un orologio mi diceva che il tempo era necessario affinché trovassi le soluzioni.
Le chiavi in quel momento non servivano.
Presi un treno che mi condusse sull'arcobaleno, i miei aquiloni volavano ancora, non li avevo perduti, seguivo il loro volo, mi sentivo gabbiano e a distanza ricordai la solitudine che avevo vissuto.
Ero sicura di una cosa: a lei avrei insegnato a cavalcarli gli arcobaleni,
ad inseguire gli aquiloni che hanno bisogno del vento e che ogni tempesta porta un silenzio che insegna a non perdersi.
Niente si perde..tutto conduce a qualcosa..
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