16. L'avvenimento più bello al mondo
Nym salì su Irlyd con una sicurezza che non aveva mai avuto e sorridendo.
«Sei sicuro di quello che fai?» Gli chiese Leena che lo inseguiva «Posso prendere io il tuo posto.»
Il ragazzo le regalò un sorriso «Ti ringrazio, ma ho accettato io questa sfida. Vedrai che andrà tutto bene.»
Irlyd prese il volo e si andò a posizionare sulla linea di partenza segnata in bianco sulla terra rossa dell'arena. Mytis atterrò accanto a lui. La draghessa era molto più piccola e affusolata di lui e aveva le ali estremamente sottili. Le scaglie verdi ricordavano l'erba fresca impreziosita dalla rugiada mattutina.
«Allora, principe, sei pronto a perdere?»
Nym sorrise sporgendosi verso il basso a guardare Alwin seduto su Mytis, e annuì compiaciuto. Guardò davanti a sé il percorso che era stato allestito per loro: una serie di cerchi di fuoco, nuvole da aggirare e intrichi di liane in mezzo ai quali passare.
«Al mio segnale partite.» Essendo una sfida ufficiale, Ruith era il testimone di entrambi. Nonostante Nym fosse il principe, l'istruttore non nutriva nessun tipo di simpatia né per lui né per Alwin. Il gioiello della sua corona era Elasha, degna erede di suo fratello. Quindi corromperlo non sarebbe servito a niente. «Ali spiegate...» I draghi si prepararono: testa bassa, coda alta e ali pronte a prendere il volo. Ruith mosse un fazzoletto, segnale che gli avversari potevano partire.
Alwin con Mytis si trovava avanti a Nym; la sua draghessa era più piccola e più agile, per questo guizzava tra gli ostacoli come un pesce nuotava nell'acqua. Attraversò i cerchi senza muovere una fiamma: chiudeva le ali intorno al corpo difendendo il suo cavaliere e vi passava attraverso come un argentello nuotava risalendo la corrente del fiume. Gli occhi di Mytis risplendevano della luce della contesa, lo stesso luccichio che riempiva gli occhi di Alwin.
Nym, nonostante fosse dietro di loro, non sembrava preoccupato. Si reggeva alle redini di Irlyd che aveva sul volto un ghigno rabbioso. Non amava che qualcuno osasse trovarsi davanti a loro in quel modo, ma non avrebbe mai osato andare contro Nym, era infatti sicuro che il suo cavaliere sapesse quello che stava facendo. Affidò la sua intera vita nelle mani del ragazzo.
Una volta iniziato il secondo giro, Alwin si voltò «Ti piace la nostra scia, principe?» E rivolse a Nym un inchino canzonatorio, ma sul volto del suo rivale era stampato ancora un sorriso.
Non ci volle molto che Alwin capì il motivo di quell'espressione: in qualche secondo il vento cambiò soffiando più forte. Mytis, che aveva eseguito i primi due giri di pista volando sulla corrente d'aria che la rendeva leggera, ora si ritrovava con le ali riempite da un vento così forte che rischiava di spezzargliele. Gli occhi le si riempirono di paura, aveva perso il controllo del suo stesso volo.
«Cosa sta succedendo? Mytis?» Alwin cercava di tirare le redini in modo da riportare la sua draghessa nella corrente giusta, ma era del tutto impossibile.
Irlyd, invece, ruggì e, dopo che Nym si fu abbassato, girò la sua apertura alare in modo da accogliere quanto più vento possibile. Superarono Alwin e Mytis che furono sballottolati in aria come foglie in autunno.
Ora c'erano Nym e Irlyd in testa. I due terminarono i giri e scesero a terra sani e salvi davanti ad Alwin e Mytis che erano stati scagliati a terra con violenza. Irlyd ruggì di fronte a Mytis spalancando le ali e quella dovette abbassate la verde e sottile testa.
«Tieni a bada il tuo drago.» Il volto di Alwin era contratto in un'espressione di rabbia mentre accarezzava Mytis che si sentiva terribilmente in colpa per quello che era accaduto.
Nym scese da Irlyd e gli accarezzò il collo ricolmo di scaglie. «Coraggio, abbiamo vinto. Non c'è bisogno di essere antipatici con loro.» Lasciato stare il suo drago, il giovane principe si diresse verso Alwin e gli tese una mano, ma questi la guardò di traverso prima di spingerla via con un forte colpo.
«Non ti stringerò la mano. Hai vinto per un colpo di fortuna, niente che avesse a che fare con il tuo talento.»
Nym rise a quelle parole «In realtà ti ho appena dimostrato come le mie conoscenze siano superiori alle tue. La mia intenzione non era metterti certo in imbarazzo ma, vedi, se avessi saputo che quelle che stavano arrivando erano nuvole ricolme di vento, sicuramente non mi avresti proposto una sfida. Non una che potesse mettere in pericolo Mytis, almeno. Quindi,» Nym gli tese nuovamente la mano «ora siamo pari?»
Alwin fece andare il suo sguardo dagli occhi di Nym alla sua mano tesa per poi ritornare agli occhi. Gli si avvicinò abbastanza affinché il ragazzo potesse sentirlo sussurrare.
«Questo era solamente l'inizio. Hai vinto questa sfida, ma non credere che ti lascerò vincere ai giochi veri e propri. Scoprirai che tutto quello che ti ho detto fino ad oggi non erano solo parole. Non solo gli abitanti di Aeon, ma anche tutti gli altri scopriranno quale inetto sei. Non ti basterà l'appellativo di principe per salvarti. Se sei un incompetente, rimani tale anche con il sangue reale che ti scorre nelle vene.»
Ma i suoi occhi parlavano più della sua lingua. Erano feriti e questo si ripercuoteva anche sulle sue parole.
Alwin si allontanò, prese le redini di Mytis e la condusse lontano da lì. I suoi amici gli andarono incontro, ma lui li cacciò via con un semplice gesto della mano. Anche Leena ed Elasha si avvicinarono a Nym.
«Sei stato meraviglioso, e poi quel giro? Incredibile! Devi insegnare anche a me e Zafira come aprire le ali in quel modo.» Leena era più che entusiasta per l'amico. La voce le era diventata acuta per l'emozione ed era subito corsa da Irlyd per mettere a confronto le sue ali con quelle di Zafira.
«Sei stato bravo, fratello.» Al contrario, Elasha era più contenuta, anche il timbro di voce era più grave. «Come facevi a sapere che avresti vinto? Non sei mai stato un asso del volo e hai comunque deciso di accettare la sfida.»
Nym scrollò le spalle. «Spesso non è solo la bravura fisica che dà dei risultati. Vedi quelle nuvole?» Elasha alzò la testa e si coprì gli occhi con le mani «Sono chiamate nubi lenticolari, si formano principalmente nelle zone montuose, quando i venti sono più forti. Questo vuol dire che...»
«Che sapevi ci sarebbe stato un vento così forte che Mytis non ce l'avrebbe fatta a volare. Nym sei un genio.»
Presa dall'entusiasmo, Elasha si lasciò andare a un leggero saltello sul posto.
«Era proprio questo che volevo dimostrare ad Alwin. Certo ci vuole una certa tecnica a cavalcare un drago, ma ci vuole altrettanta conoscenza di tutto quello che può essere un territorio o un agente atmosferico che può incidere sull'incolumità del proprio drago.»
«Non ho idea di cosa io gli abbia fatto. Non so perché mi odia tanto.» Mentre camminava, Nym colpiva dei sassolini con la punta della scarpa facendoli rotolare poco più avanti. Leena, accanto a lui, andava avanti tenendo la testa alzata verso il cielo.
«Lo sai com'è fatto Alwin, non agisce mai secondo un perché. Le cose le fa e basta.»
Nym fece un cenno di consenso. Leena aveva ragione, ma non poteva essere solo come diceva lei. Ci doveva essere un'altra motivazione ai comportamenti di Alwin.
«Nym!» I suoi pensieri vennero interrotti da Hul che correva nella loro direzione. Il fauno arrivò da loro due con il fiatone. Si piegò sulle ginocchia e iniziò a inspirare ed espirare velocemente.
«Hul, cosa succede?» La voce di Nym faceva trasparire tutta la tensione che quel momento aveva creato.
«Toots... si è svegliata...» Nonostante la fatica della distanza percorsa correndo, Hul sorrideva mentre pronunciava quelle parole.
Nym lasciò tutti lì e corse verso le sue camere. Se Toots fosse stata veramente sveglia, non avrebbe voluto perdere neanche un altro momento con lei. Corse non curandosi delle persone che aveva intorno, le urtava senza scusarsi. In quel momento, davanti ai suoi occhi, non vedeva altro che Toots che lo stava aspettando. Tuttavia, una volta arrivato davanti alla porta di legno della sua stanza e dopo aver appoggiato una mano sulle foglie verdi, la tristezza lo avvolse. Se avesse aperto quella porta non avrebbe avuto nessuna certezza che Toots sarebbe stata felice di vederlo come lo era lui. Per una volta si disse che non gli importava. Lei avrebbe potuto odiarlo per il resto della sua vita e Nym l'avrebbe anche capita, ma in quel momento doveva vederla sveglia, doveva sapere che stava bene.
Aprì la porta dopo aver preso un respiro profondo e la prima cosa che vide furono gli occhi ancora addormentati di Toots illuminarsi di fronte a lui. La siris si alzò sulle zampe barcollanti. Era rimasta molto tempo a dormire, ma la sola vista di Nym le fece passare qualsiasi tipo di torpore.
«Toots, stai bene!» Nym si gettò sulla siris e grosse lacrime gli uscirono dagli occhi. «Mi dispiace, mi dispiace davvero tanto. Non ho mai voluto che ti facessi del male, ho sempre cercato di proteggerti e ho fallito. Perdonami.»
Ma mentre il ragazzo piangeva, la siris gli si avvicinò gli strofinò il muso sulle guance bagnare stimolando in lui un leggero solletico. Le sue squame vibrarono ed emise quel piccolo ruggito che piaceva tanto a Nym e lo rendeva felice.
«Toots è una tosta, non ha mai smesso di lottare.» Hul e Leena erano arrivati nelle sue stanze e guardavano la scena dalle sue spalle. «È stata però questa a farla risvegliare: è l'acqua del fiume Arbor» Il fauno consegnò a Nym una boccetta contenente dell'acqua cristallina «Mi dispiace averla presa senza il permesso di qualcuno,» Abbassò gli occhi pieno di vergogna «e ora che Toots sta di nuovo bene provvederò a rigettarla nel letto del fiume.»
Nym lo abbracciò, lo tenne stretto in una presa potentissima e gli bagnò la spalla di calde lacrime.
«Hai salvato Toots, non hai bisogno di scusarti o chiedere il permesso a nessuno. Ti devo la vita e non avrò pace fino a quando il debito non sarà ripagato.»
Hul sapeva che non avrebbe mai permesso a Nym di sacrificarsi per lui, ma ricambiò l'abbraccio in silenzio.
«Soldati, armi!»
Le grida degli ordini di Cyran riecheggiavano per tutta la foresta; nemmeno la costante musica riusciva a sovrastarli.
«Come mi piacerebbe essere tra di loro.» Leena guardava dal balcone di Nym tutta la scena. Aveva i gomiti appoggiati al parapetto e il mento sulle mani. Nym, invece, era impegnato con Toots dandole da mangiare frutti maturi. Era da ormai qualche giorno che la siris si era risvegliata, e questo per Nym continuava ad essere l'avvenimento più bello al mondo.
«Un giorno anche tu e Zafira farete parte dei cavalieri dei draghi.» La rassicurò Nym che non aveva sentito una parola di quello che aveva detto Leena ma che era sicuro dell'argomento tirato fuori dall'amica.
«Ogni giorno io e Zafira ci svegliamo prima di tutti per poterci allenare il più possibile. I giochi sono la nostra unica speranza per essere notate. Se dovessimo avere il favore del re nulla potrà fermarci.»
La ragazza aveva iniziato a camminare nervosamente per il balcone e la sua voce era acuta.
«Io sono il figlio del re e tutto questo favore non lo vedo, anzi.»
«Di cosa stai parlando? Hai visto quanto ti adorano i tuoi fratelli? Se glielo chiedessi Cyran ti farebbe immediatamente entrare tra i cavalieri dei draghi. O in qualsiasi cosa tu voglia. Se il figlio del re, il fratello del futuro re e di una principessa formidabile e amata da tutti.»
Nym prese fiato.
«Hai visto come mi trattano tutti gli altri, Alwin e la sua banda?»
La ragazza gli rispose con un soffio.
«Davvero ti preoccupi di quelli lì? Tu sei un reale e anche se la tua famiglia crede di essere a pari livello di tutti gli abitanti della foresta di Aeon, tu sei un principe. E questo nulla potrà cambiarlo,» lo prese per le spalle e lo guardò fisso negli occhi foglia «né Alwin né nessun altro. Sono stata chiara?»
Ma il ragazzo le annuì solo per gentilezza.
«Ma quella non è tua sorella? Ehi Ela...» Nym le tappò la bocca prima ancora che la ragazza potesse finire di parlare.
«Fai silenzio.» E si portò un dito alle labbra. «Vieni con me, ti devo far vedere una cosa.»
Nonostante i suoi tentativi di camuffarsi, Elasha indossava un mantello rosso scuro troppo appariscente che anche Leena era riuscita a scorgere dalla cima di uno degli Antichi. I due ragazzi scesero di corsa il tronco dell'albero investendo qua e là qualche guardia per la fretta. Il riso si era impossessato di loro mentre Toots tentava di rimanere attaccata alla spalla di Nym.
Arrivarono alle spalle di Elasha che avevano il fiatone e si nascosero dietro delle casse di frutta. La principessa, del tutto ignara di essere seguita, si copriva il volto con il cappuccio del mantello nonostante tutti la guardassero confusi riconoscendola.
«Tua sorella lo sa che non è un ottimo travestimento quello?»
«Non credo,» le rispose Nym tenendo gli occhi puntati sulla schiena di Elasha «è la seconda volta che la vedo così.»
Leena si alzò dal loro nascondiglio.
«Non credo farà molto caso a noi.»
«Anche secondo me, ma la prudenza non è mai troppa. Vieni.» Nym tirò l'amica per un braccio andando a nascondersi dietro un carretto di verdure.
Seguirono Elasha in questo modo per tutto il villaggio fino a quando, nella piazza centrale, non video Alwin con i suoi amici. Elasha passò loro davanti senza che quelli si accorsero della sua presenza, intenti com'erano a ridere e mangiare melette che avevano sicuramente rubato a qualcuno.
«Questa non ci voleva.» Nym si nascose appoggiando la schiena a un tronco. Il respiro era diventato affannoso; mai Alwin o qualcuno dei suoi gli aveva mai fatto così tanta paura. Si appoggiò una mano sul petto sentendo che il cuore continuava ad accelerare.
«Nym? Cosa ti sta succedendo?»
Dolore e sensi di colpa si mischiarono dentro di lui. Non sapeva descriverla bene come sensazione, ma poteva sentire bene un grosso peso gravargli sul petto. Nelle sue orecchie non sentiva più nulla se non solamente un fischio fastidioso. Leena lanciò un'occhiata verso Alwin e gli altri, serrò le labbra e prese immediatamente una decisione.
«Toots, proteggilo fino al mio ritorno.»
La siris annuì seria e saltò dalla spalla al grembo del ragazzo. Si accoccolò lì iniziò a emanare un caldo ruggito di affetto. Con difficoltà Nym sollevò la mano e la portò sulle scaglie di Toots cominciando ad accarezzargliele. Lentamente i rumori tornarono a farsi sentire. Le persone intorno a lui emettevano di nuovo parole e il mondo sembrava avesse smesso di ruotare.
Poté addirittura sentire Leena che parlava con qualcuno: «... credo di averlo dimenticato nell'arena. Potresti andarmelo a prendere?» e un attimo dopo la ragazza era tornata da lui. «Puoi uscire, sono andati via.» Il sorriso di Leena comparve da dietro l'albero incorniciato dalla rossa chioma di fuoco.
Nonostante l'avessero persa di vista per qualche minuto, ritrovarono Elasha poco più avanti, ancora intenta a nascondersi dagli sguardi altrui con poco successo. Entrò in una stradina buia e ne uscì dall'altro lato proprio di fronte la casa di Ryfon. Si guardò intorno, bussò tre volte ed entrò dalla porta che si era leggermente aperta per lei.
Nym fece segno a Leena di seguirlo e si nascosero entrambi sotto la finestra di legno dove Nym si era nascosto l'ultima volta.
«Ora fai silenzio e ascolta.» Le sussurrò il ragazzo a fior di labbra.
«Perché quella faccia così sorpresa?» Elasha sorrise «Non pensavi sarei venuta?»
«Sinceramente no, principessa. Io...»
«Chiamami Elasha, quante volte te lo devo ripetere?»
«Solo un'altra, principessa.» Ryfon sembrava imbarazzato. «Alla fine la spilla non l'avete lasciata a me, non mi aspettavo una tua visita, princi... Elasha.»
Dall'intelaiatura Nym e Leena potevano benissimo vedere la scena: Elasha girava per la stanza guardandosi intorno, mentre Ryfon giocherellava con le mani agitato. La stanza era molto semplice: un tavolo di legno, alle pareti due credenze e una piccola cucina nell'angolo. Niente a cui Elasha era abituata.
«La tua casa è davvero bella.» Sorrise la ragazza cambiando argomento. «Deve essere comodo viverci: hai tutto qui, non c'è bisogno che corri da una parte all'altra di un enorme castello se ti sei dimenticato qualcosa.»
«Immagino di si, ma non ho mai abitato in un castello prima d'ora, non saprei dirti.»
Lo sguardo di Elasha fu catturato da dei piccoli fiori gialli infilati in un vaso sul tavolo.
«Questi sono nuovi? L'ultima volta non c'erano.»
«Hai un attento occhio. Si sono nuovi, mi ricordavano di te così li ho raccolti e... e li ho appoggiati sul tavolo così da poterti ammirare ogni mattina.» Gli occhi della ragazza si illuminarono. Ryfon si avvicinò a lei e le prese delicatamente le mani. «So che sono solamente un umile fabbro, ma quando sei vicino a me sento che accanto a te è il mio posto. Ho sognato di te nelle ultime settimane, sogni dolci nei quali mi sorridevi. E quando mi svegliavo, mi rendevo conto di vivere in un incubo perché non eri con me. Le mie mani sono dure e callose, ma quando stringono le tue smettono di essere quelle di un fabbro e diventano quelle di un re. Non ho un castello, non possiedo gioielli, ma so cos'è la felicità e per me sei tu.»
Il volto di Elasha era radioso, capace di emettere luce solo perché sorrideva. La ragazza strinse ancora di più le mani del fabbro.
«Non mi importa che le tue mani siano dure e non m'importa che non vivi in un castello. Tutto quello che hai detto, tutto quello che provi, per me è lo stesso quando mi sei accanto. E neanche tutti i gioielli del mondo potranno mai convincermi che la felicità non sia stare con te.»
Prima che potessero vedere o sentire altro, Nym e Leena si allontanarono lentamente dalla finestra lasciando ai due nuovi amanti la loro intimità.
«Allora non avevo capito niente.» Disse Nym una volta che si furono allontanati a sufficienza.
«Tua sorella e il fabbro, chi l'avrebbe mai detto.» Leena sorrideva dalla gioia.
«Se lei è felice, a me sta bene così.»
Il Sole colpiva Nym dritto in faccia benedicendolo in quella lieta giornata.
Credo di aver riempito questi capitoli di così tanti foreshadowing che mi stupisco di come nessuno mi abbia ancora dato una valida ipotesi sul finale
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