1. Lezioni di volo

Sin dalla notte dei tempi le storie hanno affascinato e incantato coloro che le ascoltavano, trasportandoli in un mondo di magia. Questa ha inizio molti secoli fa, quando ancora i draghi volavano sopra il nostro mondo e i druidi governavano le forze della natura. Non era più tanto raro, come oggi, trovare fate che danzavano allegre sull'acqua e folletti intenti nel tessere la rugiada mattutina.

I krix, dalla folta coda rossa piena di funghi, saltavano tra le radici della foresta, tendendo le loro lunghe orecchie a punta e annusando l'aria con i doppi nasi; al mattino, gli anatoka volavano fino in cima alla montagna più alta e facevano risplendere le loro piume di fuoco imbevendole dei primi raggi del sole.

Ogni cosa era permeata di magia e tutto prosperava grazie al potente flusso degli Antichi, alberi maestosi che crescevano nel cuore della foresta. Tra le loro potenti e forti radici scorreva il fiume Arbor le cui acque si mischiavano con la linfa degli Antichi stessi che colava vischiosa dalla corteccia.

Se il fiume Arbor si fosse prosciugato, nulla in quel mondo si sarebbe salvato e qualsiasi essere sarebbe scomparso nel giro di pochissimo tempo.

Per questo motivo, preoccuparsi della salvaguardia degli Antichi era compito degli elfi dei boschi, creature forti e alte che avevano costruito il loro ricco regno tra i rami degli Antichi. Erano un popolo pacifico, amante della musica che era continuamente diffusa per ogni angolo del regno.

Il sovrano, Illithor, era uno degli elfi anziani. Era da ormai millanta lune che governava sulla foresta ed era giunto per lui il momento di decretare il suo erede il quale, sapevano tutti, sarebbe stato Cyran, il suo primogenito. Dopodiché, Illithor si sarebbe trasformato in forza vitale e si sarebbe unito con i suoi antenati nel flusso del fiume Arbor.

Ma Cyran non era solo il principe ereditario, era anche il cavaliere di draghi più forte e valoroso che si fosse visto nella foresta da secoli. Era capitano della guardia reale e aveva protetto più di una volta i confini dagli orchi, che gli elfi sprezzantemente chiamavano orchi-dorki per lo strano verso che facevano quando ridevano, simile a un grugnito.

Ognuno sapeva qual era il suo posto e il suo destino. Ognuno eccetto Nym, che anche quel giorno se ne stava chiuso nella biblioteca reale osservando i futuri cavalieri di draghi che si addestravano nella radura.
«Non posso neanche immaginare che mio padre voglia che salga su una di quelle lucertole volanti in maniera continua. Sono sicuro che Irlyd sia felice di rimanersene a riposare nelle stalle.» Cominciò a lamentarsi Nym mentre accarezzava la testa squamata di Toots, una simpatica siris dalle sei zampe palmate e dalla piatta coda, più grossa di lei di abbondanti cinque foglie, rossa a macchie gialle. Era una creatura estremamente velenosa se avesse deciso di gettare il suo veleno direttamente in faccia alla sua vittima, o se solo avesse deciso di leccargliela, ma era stata salvata che era ancora cucciola da Cyran dalle grinfie degli orchi-dorki, che consideravano il suo veleno una prelibatezza sulle torte melmose e aveva ormai imparato a vivere tra gli elfi.

La piccola creatura emise il brontolio che era solita fare quando Nym le accarezzava le squame. Per lei era quello il posto migliore in cui poter vivere.
Per Nym, invece, non era così.
Era cresciuto nella Foresta di Aeon e non aveva mai avuto il permesso di attraversare i confini. Dalla finestra della sua camera, una torre del castello costruito su uno degli alberi degli Antichi, gli era possibile osservare la Brughiera Sussurrante e i Boschi Tremolanti abitati dagli elfi della notte e dai folletti dei boschi. Deliziosi hyelope, palle di pelo solitamente marroni dalle orecchie a punta e dalle lunghe zampe posteriori che usavano per saltare tra gli arbusti, avevano fatto di quei posti le loro tane e, se Nym fosse riuscito a impossessarsi di un guardastelle, sarebbe stato in grado di vederli durante le giornate di pioggia.

Ma perso nei suoi pensieri, Nym non si accorse che qualcosa gli stava venendo incontro.
«Togliti Nym!» Ma quando l'elfo se ne rese conto, era ormai steso gambe all'aria, con la schiena appoggiata a una libreria in fondo la biblioteca, libri che gli erano caduti sulla testa e qualcosa che gli premeva sullo stomaco.
«Ottimo atterraggio Zafira.» Nym sarebbe riuscito a riconoscere la voce dell'amica Leena ovunque.
Si tolse i libri da davanti gli occhi e spostò la pesante coda di Zafira dalla sua pancia riuscendo finalmente a respirare. Inoltre, fece appena in tempo a bloccare la lingua velenosa di Toots che stava per leccarlo.
«Vedo che state migliorando voi due.» Aggiunse sarcasticamente alzandosi e spolverandosi i pantaloni marroni corteccia.

«Tu sei ancora rinchiuso qua dentro?» Gli chiese Leena. «Io e Zafira ci stiamo allenando per la parata che si terrà in onore del ritorno di tuo fratello, crediamo di avere qualche possibilità di essere notate. Magari riusciremo ad entrare tra la guardia reale finalmente!»
La ragazza accarezzò la sua draghetta rosa sotto il mento e questo fece rilassare così tanto l'animale che se ne cadde a terra con un leggero tonfo.
Nym, dal canto suo, aveva cominciato a mettere i libri sugli scaffali, posizionandoli secondo un ordine ben preciso di sua invenzione: prima per autore, poi per titolo e infine per colore. Era sicuro che neanche il bibliotecario sarebbe stato in grado di fare di meglio.

«Sì, beh, questi libri non si leggono da soli. Io e Toots preferiamo rimanere al chiuso.» Poi abbassò la voce, come se non volesse farsi sentire da qualcuno «E poi lo sai che Toots è sensibile alla luce. Non vorrei che si facesse del male.» Ma sia la siris che Leena lo guardarono storte: tutti conoscevano Toots e tutti sapevano che era un animale a sangue freddo. Il sole avrebbe potuto farle solo bene.

«Vieni almeno ad aiutarci.» Continuò Leena «Stiamo migliorando, è vero, ma non siamo ancora all'altezza di presentarci alla parata per Cyran.»

Ma prima che Nym potesse parlare, si sentirono dei passi pesanti avvicinarsi e qualcuno urlare dietro la porta: «Cos'è stato questo baccano? Nella mia biblioteca poi!»

I due ragazzi si guardarono spaventati.

«È Elduin, il bibliotecario.» Sussurrò Nym a Leena «Forza scappiamo!»

Entrambi salirono sulla schiena di Zafira che inciampò un paio di volte in qualche libro ancora rimasto a terra. Con non poca fatica la draghetta riuscì a spiccare il volo e ad uscire dalla finestra in tempo perché Nym potesse vedere il bibliotecario aprire la porta e mettersi le mani nei pochi capelli che gli erano rimasti per il disordine che avevano lasciato.

«Non penserete che tutto questo si pulisca da solo? Piccoli teppisti! Se vi prendo...» Ma ormai erano troppo lontani perché riuscissero a sentire altro.

Nym e Leena volavano alti sulla Foresta di Aeon. Il vento scombinava loro i capelli mentre il sole baciava i loro visi.
Volare era uno dei passatempi preferiti di Leena, era nata per vivere ad alte quote, ma per Nym era diverso. Lui non era forte, non era coraggioso come la sua amica; tutto quello che aveva erano grossi libri polverosi e un cervello niente male.
«Quando possiamo scendere?» Chiese aggrappandosi più forte che poteva alla grossa sella di cuoio.

«Vuoi già scendere? Siamo appena partiti.» Leena non si reggeva più alle redini, le aveva lasciate per aprire le braccia e abbracciare la brezza che le accarezzava il viso. I lunghi capelli rossi sembravano brillare alla luce del sole e le sue trecce parevano contenere ceppi di fuoco.
«Ti prego Leena.» Insistette il ragazzo.

Leena riprese il controllo del suo animale sbuffando.
«E va bene. Ip ip Zafira, andiamo alla radura.»

Scesero in picchiata verso un campo pieno di fiorellini rossi e Nym era sicuro che sarebbe morto da lì a poco tempo. Si resse con quanta forza aveva in corpo alla sella e fece nascondere Toots nel suo cappuccio di foglie. Lui sapeva che di Leena ci si poteva fidare, ma sapeva anche che gli atterraggi di Zafira riuscivano ad essere abbastanza buoni solo pochissime volte; il resto del tempo andava a finire in mezzo a qualche ramo o si schiantava a terra creando profondi solchi nel terreno.

L'atterraggio fu più che burrascoso. Zafira non era riuscita a piantare bene le zampe ed era finita con il muso per terra scivolando per una decina di metri sulla pancia. Leena riuscì a reggersi alle redini e, essendo abituata, non cadde dalla sella; Nym, invece, non era legato a nulla e finì per volare tra un cespuglio di morbacche.

Nym cominciò a camminare in tondo davanti al drago «Zafira, il tuo problema sono quelle zampe.» e gliele indicò.
La draghetta tirò fuori la lingua blu e chinò la testa per guardarsi le zampe ma cadde in una capriola che per poco non prese Nym. Andò invece a sbattere contro un albero di melette lì vicino.

«Sei sicura di non voler cambiare drago?»

Chiese Nym a Leena che intanto se ne stava seduta all'ombra a mangiare morbacche con Toots.

«Non lo dire neanche per scherzo Nym!» La ragazza si alzò e andò ad accarezzare il suo drago. «Lo sai benissimo che Zafira non può volare senza di me. Non posso abbandonarla così. E poi ci siamo promesse che saremmo riuscite ad entrare nella guardia reale e lo faremo insieme.»

Nym non poté che cedere.

«E va bene. Forza Zafira, ricominciamo.» La piccola draghetta si rialzò impacciatamente in piedi arrotolandosi la lunga lingua intorno al muso e cadendo un paio di volte inciampando nelle sue stesse zampe.

Nym si slegò dalla cinta di liane un quadernino con la copertina di foglie e una matita di legno.
«Secondo i miei studi le tue zampe sono troppo grosse per il tuo corpo.» Cominciò a leggere «Questo dovrebbe darti maggiore aiuto negli atterraggi, ma a quanto sembra ci metti troppa forza e finisci per perdere l'equilibrio.» Il ragazzo parlava più a sé stesso che al drago che non capiva una sola parola di quello che stava dicendo. «Devi quindi provare a frenarti usando le ali. Anche quelle sono molto grandi, potresti usarlo a tuo vantaggio: cattura tutta l'aria che riesci nelle ali, ti faranno da peso e non ti faranno cadere. Mi hai capito?»

Gli occhi lilla di Zafira brillarono per un secondo, poi l'animale annuì. Corse fino in fondo al prato con le due zampe anteriori sollevate e le ali aperte. Prese la rincorsa e spiccò il volo alzando qualche zolla di terra.

«Bene così Zafira.» Le urlò Nym da terra. «Ora prova ad atterrare come ti ho detto.»

Il drago fece un paio di giri sulle loro teste prima di scendere in picchiata verso il terreno proprio contro Nym.
Il ragazzo cominciò a correre ma Zafira lo stava ormai inseguendo.

«Apri le ali e raccogli il vento.» Continuava a urlarle Nym mentre correva.
Fu una questione di attimi.
Zafira puntò le zampe sul terreno, ma perse l'equilibrio e finì muso a terra; colpì le gambe di Nym che le cadde addosso. Alla fine, entrambi si ritrovarono ricoperti di terra, Nym anche della bava della lingua di Zafira che gli era finita addosso.

Il drago mugugnò dispiaciuto.
«Non preoccuparti. Andrà meglio la prossima volta.» La rassicurò Nym accarezzandole le scaglie dietro le grosse orecchie a punta. «Forse volerà meglio se le sali in groppa.» Propose il ragazzo a Leena.

«E perché mai? State facendo un ottimo lavoro.» Gli rispose di rimando l'amica ben cosciente del fatto che, se fosse salita su Zafira, a fine giornata sarebbe stata ricoperta di lividi. E poi erano atterrati proprio accanto a dei cespugli di morbacche che non si mangiavano di certo da sole.

«Forse potremmo...» Cominciò Nym, ma una folata abbastanza potente di vento gli scombinò i ricci castani. «È perfetto!» Poi, cominciò a salire sull'albero di melette dal quale cadde con un sordo tonfo reggendo una liana in mano.
Senza dire niente, legò un'estremità della liana intorno al tronco dell'albero e l'altra estremità attorno una delle zampe di Zafira.
Prese dal fianco il suo flauto e intonò una leggera melodia. Improvvisamente si alzò un vento abbastanza leggero ma che permetteva al drago di volare tranquillamente.
Poi si mise di fronte l'animale e aprì le braccia.
«Apri le ali e senti il vento dentro di loro.»

Zafira fece come Nym le disse, spalancò le ali e tirò fuori la lingua blu che prese a svolazzare nel vento. In un primo momento il drago sembrò apprezzare, ma poco dopo il vento diventò più forte. Zafira provò a reggersi con le zampe al terreno, ancorandosi con gli artigli, ma il vento divenne così forte che si alzò in volo con le ali a farle da vela.

«Stai andando benissimo.» Provò a confortarla Nym coprendosi il volto dal vento.

Proprio in quel momento una tromba risuonò in lontananza e, come risvegliato da un sogno, Nym saltò.
«Mi staranno cercando, devo proprio andare.»

E senza aggiungere altro, prese Toots e scappò verso il castello, lasciando Leena a bocca aperta e Zafira ancora attaccata alla liana incapace di scendere.







Ed eccoci qua, una nuova storia un po' diversa da quello che sicuramente vi sarete aspettati🌿 Spero comunque che possiate dare a Nym e a me la possibilità di presentarci, di farvi vedere di che pasta siamo fatti e di rendervi partecipi di questa nuova avventura

Vi auguro una buona lettura☀️

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