GIORNO 1

Il ragionier Oreste Sparacchia, alle otto precise, come tutte le mattine, timbrava il cartellino all'ingresso dell'ufficio comunale. Per lui, però, era come se fosse il primo giorno di lavoro. Dopo vent'anni a separare la posta diretta al sindaco da quella dell'amministrazione comunale, avevano deciso finalmente di dargli un incarico diverso.

Con lettera ufficiale, registrata al protocollo generale e firmata in originale dal sindaco in persona, gli era stato annunciato il trasferito a un nuovo ufficio, predisposto appositamente per lui, in cui disporrà di autonomia nella gestione del lavoro e potrà mettere a frutto la professionalità, acquisita in tanti anni di servizio.

Quando entrò nel nuovo ufficio, si rese conto che era stato ricavato in un sottoscala, umido e sporco. Guardò quell'unica triste scrivania e capii che con il termine "autonomia nel lavoro" si intendeva, in realtà, che sarebbe rimasto completamente solo.

Non fu questa la delusione maggiore. Il lavoro, in cui avrebbe dovuto mettere frutto la propria professionalità, consistita nel dividere le cartelline gialle da quelle verdi.

Il ragionier Sparacchia, stava meditando di lanciandosi nel vuoto, saltando dall'alto delle pile di cartelline da dividere, quando ebbe un'idea che gli salvo la vita. Avrebbe trasformato quel luogo nel suo personale teatro. Il ragionier Oreste Sparacchia, come sapevano tutti quelli che lo conoscevano, aveva una capacità innata nell'improvvisate barzellette, freddure e storie divertenti.

Ogni mattina, prima d'iniziare a lavorare, avrebbe riuniti tutti i suoi colleghi dell'amministrazione e si sarebbe esibito su un tema a piacere.

Entusiasta per l'idea, convocò subito l'intero personale, con il pretesto di festeggiare il suo nuovo incarico e, davanti a un pubblico sorpreso, si esibì nel suo cavallo di battaglia: il monologo sui proverbi.

《Tanto va la gatta al largo, che affoga.

《Chi va piano, fa tardi.

《Chi cambia la strada vecchia per la nuova, si perde.

《Il gioco è bello, finché vinco io.

《Vuoi la moglie ubriaca e anche la botte piena? La soluzione è la botte piena con dentro la moglie ubriaca.

《Occhio non vede, vai a sbattere.

《Il lupo perde il pelo e sente freddo.

《Dio li fa e poi li accoppa.

《Tra "il dire" e "il fare" c'è di mezzo "e".

《Chi trova un amico trova un tesoro, ma chi trova un tesoro, troverà moltissimi amici.

《Chi tace, non sente.

《Proverbio per cuochi: non tutto il male vien per cuocere 

《Altro roverbio per cuochi: tentar non scuoce.

《Chi fa da sé, diventa cieco.

《Meglio una gallina oggi, che un uovo domani.

《Non tutte le ciambelle escono con il muco.》

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