ADUIAL
-Siediti con noi Aduial sono certo che avrai molte cose da raccontarci- Falko mi invitò a sedermi ad uno dei tavolini mentre sua moglie Annelore si avvicinava portando pane caldo con formaggio e un bel bicchiere di birra per tutti.
-In effetti è così, Falko non sono tornato solo per ritrovare Konradin, ma anche per svolgere delle ricerche molto importanti. - risposi mentre addentavo del formaggio.
-Quali ricerche?
-Sono andato in Giappone per trovare un modo per rintracciare Johannes, ma non ho scoperto nulla se non vecchie leggende che già conoscevo, per questo sono tornato ad Amsterdam.
Falko mi osservò attentamente, come se stesse assimilando tutto quello che stavo dicendo con aria pensierosa mentre sua moglie gli poggiava una mano sulla spalla.
-Beh sembra che da laggiù ti sia portato un piccolo souvenir- sorrise Annelore mentre indicava l'arco e le frecce che avevo appoggiato alla parete.
-Si, infatti, ho imparato molto in Giappone, ma ora quello che ho scoperto mi serve qui. C'è una guerra che sta per scoppiare
-Guerra? Un'altra?
Annelore si portò le mani alla bocca come a voler soffocare un grido mentre Falko sgranava gli occhi sorpreso.
-Di nuovo contro la Spagna?
Scossi la testa e i miei interlocutori si calmarono. Non potevo dire loro i miei timori, probabilmente non mi avrebbero mai creduto, mi pentii di aver parlato a sproposito con Annelore e Falko. Loro erano due semplici locandieri, amici fidati certo, ma semplici locandieri.
-A proposito Aduial ho qui qualcosa per il ragazzo. - affermò Falko alzandosi dalla sedia per poi andare dietro al bancone e recuperando quello che sembrava un piccolo scrigno. Sopra vi era appoggiata una chiave dorata.
-Cosè? - domandai mandando giù un altro boccone di pane e formaggio.
-Lo scoprirai da solo amico mio, prima finisci di mangiare.
Ero troppo curioso così terminai in fretta la mia cena per poi concentrarmi sullo scrigno che mi aveva portato Falko.
Lo aprii e guardai dentro. Rimasi a bocca aperta, all'interno vi erano due diari, unera sicuramente di Johannes, ma ignoravo chi fosse l'autore del secondo.
-Questi sono i diari di Johannes e di sua moglie, Sara. Non so cosa ci sia scritto dentro, avevo promesso a Johannes che non avrei letto nulla finché tu non fossi tornato. - spiegò Falko.
-Konradin avrebbe il diritto di sapere cosa c'è scritto qua dentro, forse dovrei darglieli.
-Hai ragione. Quel ragazzo ha il diritto di sapere.
Il diario di Johannes era un semplice quaderno relegato in pelle marrone con incisa una rosa dei venti, mentre quello di Sara era anchesso marrone decorato con dei disegni di fiori colorati, chiuso con un lucchetto mentre il diario di Johannes era stretto in un elastico chiaro. Non era un tipo da fronzoli Johannes Van der Walees, esattamente come suo figlio.
-Oltre ai suoi diari ci sono anche delle mappe con tracciate le rotte di Johannes dopo che ha lasciato per lultima volta Amsterdam- affermò Falko
-Bene, porto questi a Konrdain e poi mi metto a studiarle, penso di riuscire a capire cosa avesse in mente Johannes quando è partito.
Voltai le spalle ai miei ospiti e andai verso le scale. Mentre salivo fino ad arrivare nella camera che ci avevano assegnato Annelore e Falko, pensai che il ragazzo avrebbe preferito avere una camera tutta per sé.
Bussai alla porta.
-Prego. Entrate.
Sorrisi per poi aprire la porta ed entrare. Konradin era seduto sul letto con le gambe incrociate che guardava fuori dalla finestra le gocce di pioggia che picchiettavano contro il vetro con aria assorta. Osservandolo meglio mi resi conto che era molto diverso dal giovane sporco e cencioso che avevo incontrato nemmeno mezzora prima.
Si era raso la barba, i capelli gli scendevano morbidi sulle spalle e sembravano raggi di sole, indossava una camicia bianca infilata nei pantaloni neri che fasciavano alla perfezione le gambe muscolose, i piedi nudi erano incrociati sotto le gambe. Notai che al collo gli scintillava un medaglione dargento con al centro una rosa dei venti.
-Quel pendente era di tuo padre. Ricordo di averglielo visto al collo molto tempo fa- dichiarai appoggiandomi allo stipite della porta.
-Aduial! Mi hai fatto prendere un colpo! - affermò il ragazzo portandosi una mano al petto mentre io ridacchiavo passandomi una mano tra i capelli color della notte.
-Scusa.
Lui scosse la testa alzandosi dal letto mentre io entravo. La stanza era illuminata solo da una lanterna, ma la sua luce era davvero fioca. Io non amavo molto la penombra così schioccai le dita e feci comparire tanti globi luminosi di vari colori grandi come il pugno di un bambino che resero quella stanza più luminosa.
-Wow! Cosa sono? Fuochi fatui? - domandò il ragazzo mentre cercava di afferrarne uno color del cielo.
-Non proprio sono globi luminosi, molti alchimisti giapponesi usano questa magia per non usare le candele, si vede molto meglio. Pensa ci riesco anche io che ho un occhio solo che funziona- sorrisi mentre indicavo il mio sventurato occhio destro.
-Cosa è successo al tuo occhio?
-È una lunga storia, ragazzo. Te la racconterò unaltra volta, comunque sono qui per consegnarti questi.
Gli tesi i due diari e lui li prese in mano studiandoli con attenzione.
-Cosa sono?
-Sono i diari dei tuoi genitori, ho pensato che fosse giusto che li avessi tu. Tuo padre li lasciò a Falko poco prima di scomparire.
Non ero a conoscenza di cosa sapesse Konradin sulla scomparsa di Johannes, speravo che non pensasse che il padre lo avesse abbandonato, perché ero certo che non fosse così.
-Grazie.
Prese in mano quello di sua madre e lo osservò attentamente.
-Puoi lasciarmi i globi luminosi? Sai mi piacciono molto- sorrise come un bambino e mi resi conto che era ancora più carino. Mi chiesi come fosse possibile che ancora fosse da solo.
-Certo, te li lascio pure. Mi ha detto Annelore che ti lascerà la cena dietro la porta così se vorrai mettere sotto i denti qualcosa
Proprio mentre finivo di dire quelle parole la donna comparve sulla soglia con un vassoio su cui vi era della zuppa di piselli, su un piatto a parte vi era del pane imburrato e della pancetta, e un bicchiere di karnemelk, ovvero latte fermentato.
-Ti ho portato la cena Konradin, spero ti piaccia. - sorrise cordialmente Annelore mentre il ragazzo appoggiava i diari sulla scrivania e prendeva il vassoio.
-Grazie, signora.
La donna sorrise dolcemente per poi spostare lo sguardo sui miei globi luminosi.
-Ancora i tuoi trucchetti Aduial?- domandò lei con un sorriso furbetto mentre io mi limitavo a scuotere le spalle.
-Ti lasciamo solo ora Kor, so che vorrai riflettere.
-Quando hai finito di mangiare lascia il vassoio fuori dalla porta, verrò a prenderlo tra un po- sorrise Annelore mentre, insieme a me, usciva dalla stanza
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