Capitolo 4 Notizia dell'ultima ora

-I can't call the police!-

Notizia dell'ultima ora

26 Settembre

"Ti devi calmare va bene? Non c'è nessuno in questa casa, ci siamo solo tu ed io Katherine" disse Lola stringendomi in un abbraccio.
"Ho paura Lola" bisbigliai a pochi centimetri dal suo orecchio. La mia amica mi strinse più forte contro il suo corpo cercando di tranquillizzarmi.
"Non devi averne, io sono qui con te. Andrà tutto bene" mi rispose facendomi annuire.
In compagnia di Lola restai in cucina mentre la mia amica parlava a vanvera cercando di distrarmi dai miei pensieri. I signori Smith erano da poco usciti per andare a lavoro e io non potei che sentirmi in ansia. Se bene i poliziotti quel giorno non avessero trovato niente di sospetto nella mia abitazione, io non riuscivo a darmi pace. Le impronte presenti sulle scale esterne erano state rese irriconoscibili da me stessa e ciò che era presente nel salotto secondario di casa mia non era riconducibile ad una impronta dovuta alla mancanza di fango. In casa non mancava niente, il messaggio che mi era stato inviato proveniva da un telefono usa e getta. Irriconoscibile quindi a una persona.
I poliziotti avevano ricondotto tutto a un mio problema scaturito dalla paura di rimanere sola dopo la morte di mio padre. Ero stata affiancata a una psicologa per qualche settimana, sebbene ora non mi preoccupassi più di essere inseguita da un ragazzo, l'assenza di un adulto mi provocava sempre una sensazione di timore.

Quando Lola decise di far riposare le sue povere corde vocali sentii un rumore sospetto provenire dal giardino. Irrigidendo tutto il mio corpo portai subito lo sguardo verso la finestra.
"Hai sentito?" Domandai continuando a fissare ossessivamente il giardino completamente vuoto.
"Si Katherine, probabilmente sarà uno dei gatti del vecchio Galbraith che rovista nel cestino dell'immondizia. Vado a dare un'occhiata e torno subito" mi informò facendomi rallentare i battiti cardiaci.
"No! Non andare!" Urlai in preda al panico, ero più che convinta che fuori dalla casa non ci fossero gatti che cercavano qualcosa da mangiare. Forse il timore di essere perseguitata da uno stalker non era poi realmente svanito.
"Potrebbe essere pericoloso" aggiunsi calmando il mio tono di voce.
"Katherine è solo un gatto. Non ti preoccupare non mi graffierà" mi rispose sarcasticamente. Come poteva non capire la gravità della situazione?
Nonostante le mie suppliche Lola uscì dalla casa e con un balzo andai verso la finestra per osservare la mia amica.

Il mio telefono iniziò a vibrare all'interno della tasca posteriore dei miei jeans.
Continuando a tenere lo sguardo fisso su Lola afferrai il telefono mentre la ragazza fuori dalla casa sorridendomi mi mostrò il piccolo gatto che, secondo lei, aveva fatto tutto quel rumore.
Distogliendo lo sguardo dalla mia amica lessi il messaggio da parte di un numero a me sconosciuto.

Bel giardino

Il cuore iniziò a battere senza controllo mentre, bussando contro il vetro della finestra, feci cenno a Lola di rientrare in fretta.
Mentre Lola mi mostrava il pollice della mano destra io iniziai a torturarmi le mani dallo stress
"Che ho fatto? Perché a me?" sussurrai tra me e me camminando avanti e indietro per la stanza come una scema.
Riportando lo sguardo verso il giardino osservai la mia amica mentre riportava il gattino all'anziano Galbraith.
Dei rumori provenienti dal piano superiore mi fecero sussultare e istintivamente provai a chiamare la polizia.

"Siamo spiacenti ma il numero da lei selezionato è inesistente"

Respirando profondamente mi feci coraggio e con passo lento iniziai a salire le scale. Appena poggiai i piedi sull'ultimo scalino cercai qualcosa da usare come arma di difesa. Sporgendomi verso la stanza dei genitori di Lola afferrai la scopa.
I rumori provenivano dalla camera che condividevo con la mia amica, titubante portai una mano sulla maniglia. In quel momento l'unica cosa che riuscivo a sentire era il battito del mio cuore che, appena feci pressione sulla maniglia, iniziò ad accellerare. Strinsi nella mano destra il bastone della scopa e spalancai la porta della mia stanza trovando tutto perfettamente in ordine.

Appena portai lo sguardo sulla finestra aperta rilassai i miei muscoli sospirado dal sollievo. Forse questa volta mi ero agitato per nulla. Era stato il vento a far rumore, un'anta della finestra iniziò a sbattere contro il muro e velocemente la chiusi.
Lasciando cadere la scopa sul pavimento mi diressi verso il bagno per sciacquare il mio viso.
Appena accesi la luce portai lo sguardo sullo specchio. Il cuore d'improvviso si fermò per qualche secondo mentre la mia mano tremolante afferrava il pezzo di carta attaccato al vetro.

"Più tenterai di informare la polizia, più persone soffriranno.
Mi raccomando, elimina i messaggi che ti invierò sul telefono e distruggi questo biglietto. Lo dico per il bene della tua cara amica Lola.

P.S.
Spero che cadendo tu non ti sia fatta male.
A presto J"

Rimasi con il pezzo di carta in mano per alcuni secondi, totalmente ferma a contemplare la mia immagine riflessa nello specchio. Non avrei continuato a stare da Lola, ora che avevo ottenuto la conferma dell'esistenza del mio stalker non potevo esporre anche Lola a questo pericolo.

"Katherine sei qui?" La voce della mia amica interruppe il mio flusso di pensieri e presa alla sorpresa accartocciai la lettera nel palmo della mia mano.
"Kath tutto bene?" Mi chiese appena uscii dal bagno.
"Ma certo" risposi cercando di sorridere.
"

Mi sembri strana" rispose lei visibilmente preoccupata.
"No, mi sono decisa a ritornare a casa mia, vi ho già importunato abbastanza"
"Ma cosa stai dicendo? Ai miei genitori fa piacere averti qua. Almeno passa la notte qui, se domani mattina sarai ancora di questa idea allora ti accompagnerò io" io le sorrisi e annuendo ci dirigemmo al piano inferiore, dove io, approfittandomi di un momento di disattenzione da parte di Lola, gettai il biglietto nel cestino della carta.
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8 ottobre

"Scarlet potresti venire da me oggi?" Domandai lasciando cadere le zaino sul pavimento.
"Certo, al momento sono impegnata ma posso raggiungerti fra un'ora" mi informò la ragazza facendomi agitare
"Va bene. Ci sarà anche Lola con noi. Magari fate amicizia"
"Devo portare qualcosa?"
"No, non preoccuparti. A stasera" la salutai prima di riattaccare.
"Ti vedo un po' strana ultimamente" disse Lola mettendo la tovaglia sul tavolo.
"Io strana? Sei tu quella che si è fatta colorare le ciocche di viola e di blu" risposi aprendo un cassetto dal quale presi due posate e due coltelli.
"Dimentichi che mi sono rasata un lato della testa" precisò facendomi ridere.
"Perdonami" dissi con una voce drammatica mentre ponevo gli utensili sulla tovaglia.
"Non so se riuscirò a perdonarti ma ci proverò" alzando gli occhi al cielo la osservai mentre accendeva il fuoco per far bollire l'acqua della pasta.
"Dovresti colorarti anche te i capelli. Da quanto è che hai quel taglio?" Mi domandò. Aprendo la bocca per risponderle fui interrotta
"Da una vita. Secondo me staresti bene rossa" mi informò facendomi alzare le sopracciglia.
"Rossa" ripetei con un tono giocoso tentando di nascondere il mio sorriso.
"Esattamente" confermò la mia amica facendomi alzare gli occhi al cielo.
Quando finalmente l'acqua per la pasta iniziò a bollire accessi la televisione.
"Spaghetti o penne?" Domandò Lola mostrandomi le due buste aperte.
"Penne" risposi distrattamente cercando di digitare, col telecomando, il canale su cui era in programma il telegiornale.

"-ompiamo la notizia per connetterci in diretta con Adam Puth."
Aggrottando le sopracciglia alzai il volume della televisione ignorando i lamenti di Lola.
"E bene è successo da pochi minuti, una moto ha tentato di investire una ragazza sui diciassette anni, Scarlet Moon è caduta e presenta delle ferite alla testa. La ragazza si trova ora in ospedale, per il momento non sappiamo l'identità del presunto omicida. Appena sapremo qualcosa in più ve lo faremo sapere, ti restituisco la linea Deborah."

Rimasi a fissare la televisione con gli occhi sgranati mentre Lola spegnendo il fuoco per la pasta si infilò il giubbotto.
"Era la ragazza che doveva venire qui vero?" Mi domandò la mia amica facendomi annuire lentamente.
"Dobbiamo andare a vedere come sta"
Mentre ancora incosciente mi infilavo il giubbotto il telefono iniziò a vibrare.

"E ancora non sai di cosa sono capace pur di averti qui con me
-J"

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Capitolo revisionato ✔

Vi prego di informarmi se durante la lettura avete trovato errori ortografici

Grazie

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