Capitolo 12 Regolare

"You can't hurt him!"

Regolare

"Justin, cosa hai intenzione di fare?" Chiesi mentre ogni fibra del mio corpo si irrigidiva.
Il mio cuore iniziò a battere all'impazzata mentre i miei occhi erano fissi in quelli di Justin. Sarebbero bastati pochi secondi per commettere un errore irreversibile, la vita di un mio caro amico era appesa ad un filo e colui che aveva in mano le forbici era il mio stalker.
La situazione non era delle migliori e io non mi sentivo in grado di risolvere tale problema.

"Ti avevo detto di rimanere in camera" disse Justin con tono assente, i suoi occhi non sembravano guardare niente in particolare, erano persi nel vuoto. In quello stato avrebbe sicuramente ucciso Philip.
"Ci ritorno subito, farò tutto ciò che vuoi. Non ti colpirò più, ma lascialo andare" lo implorai cercando di fare qualche passo in avanti.
"Perché mi disobbedisce sempre dottore?" Chiese Justin.

Phil deglutì, spostò il suo sguardo verso di me e io non potei che sentirmi tremendamente in colpa per ciò che gli stava accadendo.

"Sa cosa le dico dottore? Non penso di aver più bisogno dei suoi servizi. La mia ragazza è tutto ciò di cui ho bisogno"
"Justin, pensi davvero che uccidendomi difronte a Katherine risolverai qualcosa?" Chiese Phil con voce esile mentre con la mano destra cercava di allentare la stretta del braccio di Justin intorno al suo petto.
"La traumatizzerai e lei non riuscirà più a guardarti negli occhi" continuò Phil.
Io iniziai ad annuire lentamente dando ragione al mio amico mentre gli occhi di Justin erano rivolti verso di me.

"Non è di questo Justin che mi sono innamorata" dissi sperando di convincerlo.
"Lui ti porterà via da me!" Urlò il ragazzo facendo pressione sulla gola di Phil con il coltello.
"Ti prego, Philip non dirà niente" gli assicurai.
"Tu non capisci, ma non è colpa tua. Vai in camera nostra e aspettami, se esci lo uccido"
Osservai Phil per qualche secondo prima di entrare nella camera da letto. Sperai di poterlo rivedere in futuro, non mi sarei mai perdonata l'omicidio di Phil.

Chiusi la porta alle mie spalle e tutta la tensione che avevo accumulato fuoriuscì dai miei occhi sottoforma di lacrime.
"Uccidilo e io ti odierò per sempre!" Urlai a squarciagola.

Tentai con tutta me stessa di non piangere e di ascoltare attentamente ogni singolo rumore proveniente dall'esterno della camera.
Il mio orecchio era premuto contro il legno freddo della porta e i miei occhi erano chiusi per permettermi di rivolgere tutta la mia attenzione a quella singola azione: ascoltare.
Solo questo potevo fare. Uscire nuovamente dalla camera sarebbe stato un grande rischio.

Passarono interminabili minuti in cui l'unica cosa che ero in grado di percepire erano dei leggeri bisbigli da parte di Justin e il rumore di qualcosa che strisciava contro il pavimento.
Senza volerlo delle lacrime percorsero le mie guance.
Non può aver ucciso Philip.
"Justin ti prego, ti supplico non fargli del male." Dissi poggiando il palmo della mano sulla porta. "Sono stata io ad aver sbagliato, io ti ho disobbedito. È tutta colpa mia" continuai. A questo punto le lacrime sgorgavano dai miei occhi senza alcun controllo, il palmo che fino a qualche secondo fa toccava la porta ora era stretto in un pugno, le unghie perforavano la mia carne ma io non sentivo alcun dolore.

"Rispondimi!" Urlai battendo il pugno contro la porta ripetute volte.
"Non puoi fargli del male Justin! Mi stai ascoltando?" Continuai ad urlare, la mia voce resa acuta per le troppe lacrime.
Bastarono pochi secondi e subito udii i passi pesanti di Justin avvicinarsi sempre di più.
Non aveva mai camminato in questo modo, i talloni sbattevano contro il pavimento. Voleva farmi sapere che stava arrivando e che era furioso.
Con un balzo mi allontanai dalla porta per evitare di essere colpita da quest'ultima e prima che Justin facesse la sua entrata in camera io mi lanciai verso la sponda del letto più lontana alla porta della stanza. Come se un materasso potesse proteggermi dal corpo del mio aguzzino.
"Smettila di urlare" disse Justin visibilmente irritato dal mio comportamento.
"Philip è vivo ma non ti permetto di vederlo per ora." Mi informò chiudendo la porta alle sue spalle.
"Sono stato così paziente con te" iniziò allontanandosi lentamente dalla porta della stanza per toccare il letto.
Eravamo esattamente agli estremi opposti e questo in qualche modo mi tranquillizzava ma una voce nella mia testa mi diceva di non abbassare troppo la guardia, eravamo chiusi in una stanza e lui stava venendo a prendermi.
"Cerco di farti capire che io sono perfetto per te quanto tu sei perfetta per me. Quello che sto facendo è anche per te." Continuò portando un ginocchio sul letto.
"Tu devi fidarti di me, perché non capisce che puoi fidarti di me?" disse avvicinandosi lentamente alla mia figura.
"O meglio, non vuoi capirlo"
Il mio cuore batteva all'impazzata mentre lentamente cercavo di raggiungere la porta del bagno.
"So che saremo molto felici tu ed io. Ma questo accadrà solo quando ti lascerai andare."
Justin sorrise quando, spostando lo sguardo dalla mia figura alla porta del bagno,capì quali erano le mie intenzioni, il mio modo per proteggermi da lui.
E come sempre fu più rapido di me.
Nel preciso istante in cui avevo raggiunto la mia meta, Justin era balzato sul mio corpo facendomi sbattere la testa contro il legno della porta per la troppa rapidità e forza.
Gemetti dal dolore per il colpo appena ricevuto e quando alzai gli occhi per osservare il volto di Justin lo vidi visibilmente preoccupato.

"Tutto bene? Non era mia intenzione farti del male" disse subito portando le mani sul punto preciso in cui avevo colpito la porta.
I muscoli del suo viso erano tornati a contrarsi ma questa volta non era dovuto all'ira, quel sentimento se ne era andato per far posto alla preoccupazione.

Stavo quasi per cascarci, stavo quasi per cedere, portare una mia mano sulla sua guancia per rassicurarlo sul fatto che non mi ero fatta alcun male, ma tutto questo era sbagliato. Tremendamente sbagliato.

All'improvviso ebbi un'idea, strinsi la sua spalla destra con la mia mano e lo osservai dritto negli occhi per qualche istante prima di fingere uno svenimento.
Le mie ginocchia non ebbero nemmeno il tempo di sfiorare il pavimento che le braccia di Justin mi circondarono il corpo sorreggendomi.

"No, dannazione" bisbigliò mentre trasportava il mio corpo sul materasso.
"Ti prego svegliati" continuava a bisbigliare mentre picchiava leggermente le mie guance tentando invano di svegliarmi.
"Cosa posso fare" disse tra se e se spostando una piccola ciocca dei miei capelli che era rimasta impigliata tra le mie sopracciglia. La sua mano accarezzava il mio volto delicatamente, quasi come se avesse avuto paura di farmi ancora più male. Come se a questo punto potesse essere possibile.

"Devo chiamare la dottoressa?" Domandò mentre avvicinava il suo orecchio al mio petto, probabilmente cercando di capire se respiravo ancora.
"Aspetto qualche minuto, se non si sveglia la chiamo" disse baciandomi la fronte.
"No, cosa stai dicendo. Hai un dottore proprio a qualche passo da questa stanza." Disse in fine alzandosi dal letto per poi uscire dalla stanza. Io continuai a tenere gli occhi chiusi, ero terrorizzata.
Facendo finta di essere svenuta, mi ero salvata dalla sua follia ma ora non sapevo come uscirne, avrei dovuto continuare a tenere gli occhi chiusi per quanto tempo? Un'ora? E come facevo a controllare il tempo?

"Aiutala, ha colpito la testa" non mi ero neanche accorta che Justin era già rientrato nella camera da letto. Ad ogni modo il suo interlocutore non proferì parola, ma io sapevo perfettamente con chi aveva appena parlato. Avrei voluto sorridere dalla felicità, lo aveva lasciato vivere.
Philip era ancora vivo e quando le sue mani toccarono il mio volto ne fui sicura.
"Katherine" sussurrò accarezzandomi una guancia.
"Sbrigati" intervenne subito Justin facendo si che una delle mani di Phil si spostasse sulla mia nuca.
"Mi hai assicurato che respira ancora, ed è così, i suoi battiti cardiaci sono regolari" lo rassicurò Phill allontanando le sue dita dal mio polso.
Qualcuno nella stanza sospirò rumorosamente, poi ritornò il silenzio mentre le mani di Phill lasciavano definitivamente il mio corpo.

"Quindi sta bene?" Domandò Justin sedendosi accanto al mio corpo.
"Ho esaminato il punto che mi hai indicato e per il momento non sembrano esserci problemi. Dovremmo aspettare un po'. Io ti consiglierei di portarla in ospedale"
"No, niente ospedale. Mi hai detto che il battito è regolare e che sul retro della testa non c'è niente. Lei è forte e si risveglierà a breve. Ora siediti in quell'angolo e non ti muovere se non vuoi essere colpito di nuovo." Rispose Justin mettendosi più comodo sul letto e avvicinandosi sempre di più.

"Non mi allontano neanche per un minuto da te ma svegliati il prima possibile" bisbigliò al mio orecchio prima di iniziare a lasciare dei baci lungo tutta la lunghezza del mio collo.

Se avessi avuto un briciolo di fortuna forse si sarebbe addormentato, peccato che non ero in grado di saperlo con certezza quindi rimasi semplicemente immobile con gli occhi chiusi combattendo contro la voglia di spingere lontano da me.
Una delle sue braccia mi cingeva la vita mentre una delle sue gambe si posizionò in mezzo alle mie facendo sì che si divaricassero più di quanto non lo fossero già.

Nella stanza regnava il silenzio e la mia schiena iniziava a darmi i primi problemi, la posizione in cui Justin mi aveva adagiata sul materasso non era una delle più comode e il mio corpo iniziava a ribellarsi; imponendomi di cambiare posizione, nonostante io non potessi muovermi.

Quanto avrei resistito ancora?

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Eccomi tornata con un nuovo capitolo di questo "libro".
Spero che vi sia piaciuto e vi informo che a breve uscirà il prossimo capitolo, vi ricordo che saprete le date degli aggiornamenti sulla mia bacheca.

Prendo questo piccolo spazio che mi è stato concesso da Wattpad per ricordarvi che questa emergenza che stiamo vivendo non  è permanente ma solo momentanea e che per superarla è necessario seguire le direttive del governo, non solo per noi stessi ma anche per tutti quelli a cui tenete, in primis i vostri nonni che sono più a rischio.

Detto ciò vi mando un bacione e ci sentiremo presto (più precisamente nel nuovo capitolo di Ragazza Sotto Copertura che è appena uscito) ;)

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