Prologo

Capelli rosso fuoco, incorniciavano un viso dai lineamenti duri, due occhi scuri come la pece scrutavano la distesa di nuvole che avvolgevano le vette alte dell'Himalaya e due labbra rosse come boccioli di rose rosse suonavano dolcemente il piffero, ricreando note di una canzone a lui cara come una dolce ninna nanna.

La stessa che egli stesso aveva  sentito udire da sua madre, quando era ancora un piccolo bambino vispo e spensierato.

La stessa, che Jack, ricordava ancora molto bene .

Le lenti e calde  note continuavano a fuoriuscire come qualcosa che tanto ricordava la dolcezza del miele e sentirle, gli ricordava ancora una volta, che non era solo. Anche se non poteva vedere più i suoi genitori, ancora, ne poteva sentire la presenza.

Come in quel preciso momento, in cui un leggero vento prese ad accarezzargli la pelle diafana, che ai raggi caldi del sole prendeva a luccicare e in quell'attimo solo una cosa li venne in mente di fare.

Prendere quel turbine d'aria  che lo avvolgeva e renderla come propria accompagnatrice.

Ma, ancora prima di renderla tale, si assicurò di poggiare con molta cautela il piffero donatogli e senza pensarci, come era abituato a fare, si lanciò dalla vetta sui cui sedeva da ore, per poi spiccare il volo fino al cielo sempre più blu.

Fra quei cieli non visibili agli occhi altrui, ma dove vi regnava segretamente  quella bellissima Fenice ricoperta unicamente di fuoco.

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