Capitolo 7

Da quella fatidica promessa di giorni ne erano passati e Felix non aveva mai provato a rompere quella sacra parola data.

Si era dimostrato affidabile e tranquillo, era riuscito ad riaccendere quella fiducia verso gli umani a un Jack all'inizio indifferente. In cambio l'altro ragazzo gli aveva fatto assaporare quella piccola libertà che ingiustamente gli era stata sottratta. Portandolo a passeggiare oltre il profondo bosco.

Le belle giornate erano già alle porte, lasciandosi alle spalle l'inverno rigido passato.

E quella giornata di sole primaverile non era stata da meno. Jack per la prima volta si era dimostrato per quello che era. Una bellissima ed epica figura mitologica. Quella enorme fenice dalle ali aperte, brillava di piccole luci che nell'aria avevano preso a brillare e con uno scatto repentino aveva preso a sbatterle, mandando forti correnti d'aria che costrinse a Felix di chiudere un occhio e a ripararsi il viso con le mani. Sorrise il biondo, sin quando il vento impetuoso non si calmò, pian piano liberava il viso e apriva l'occhio.

L'unica cosa strana di tutto quello che gli era stato mostrato era il fuoco. Non c'era. Parlando di questo, Jack aveva imparato a gestire le fiamme, ma questo l'altro non poteva saperlo.

Poiché aveva deciso di fargli stare a contatto con l'ebrezza tiepida, aveva deciso di trattenersi. Non voleva rischiare di incenerirlo. Felix sorpreso gli si avvicinò, allungò una mano e gli accarezzò la testa rossa. Un brivido di puro piacere invase la fenice, che eccitato prese ad alzarsi su una zampa, con gli artigli ben piantati al terreno.

« Sei meraviglioso ».
Si lasciò sfuggire il più piccolo.

« Sali ».
Ruggí il più grande, tornando in posizione.

Felix fece ciò che gli era stata chiesto, ma spaventatosi un po' si aggrappò fortemente con le minute braccia intorno al collo della Fenice, le gambe intorno al suo busto. La faccia affondata nel caldo piumaggio rosso-aranciato.

Jack indietreggiò di un poco per poi iniziare a correre e come un battito di ciglia spiccò il volo verso il cielo azzurro e limpido. Felix realizzato finalmente ciò, alzò il viso e rimase sorpreso nel vedersi fluttuare in alto, non volle guardare giù, perché sapeva che sennò la paura lo avrebbe invaso e lo avrebbe mandato in panico. Al momento non aveva bisogno di questo, voleva decisamente godersi appieno quel momento.

Il vento gli sferzava addosso a tutta quella velocità, i capelli che sinuosi si muovevano all'indietro, come le piume di Jack, quest'ultimo difatti, nell'aria aveva preso a sterzare e a volteggiare come una piuma, per poi prendere a scendere in picchiata e risalire di nuovo.

Il più piccolo sentí il cuore battere un poco più forte per tutte quelle emozioni che stava provando e preso dal momento, senza pensarci su due volte, lasciò andare le braccia aperte ad accarezzare il vento. Ma nel farlo qualcosa andò decisamente storto, perse l'equilibrio. Jack il tempo di accorgersene, voltando la testa vide Felix cadere nel vuoto, mentre gridava il suo nome. Ma nell'esatto momento percepì il proprio mancare di un battito.




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