Capitolo 4

Il senso di bruciore che, Jack, provava all'altezza del petto era cosí grande, che nessuno mai sarebbe riuscito a calmare quel senso di gelosia che provava. Non quando in quella vita di solitudine non era mai riuscito ad assaporare, quella libertà che li avevano sottratto.

Non avrebbe mai potuto sapere nemmeno di che cosa sapeva. Non avrebbe mai potuto sapere quanto bella potesse essere.

Tutto questo non lo avrebbe mai scoperto.

Seduto su quella cima, che egli considerava sua, si godeva quel vento che gli accarezzava il volto e quella neve che continuava a scendere. Chiuse gli occhi e si lasciò cullare dalla sua dolce melodia.

Lasciò che quei pensieri volassero via, insieme quelle note che lentamente uscivano dal suo piffero e in parte questo poteva considerarsi un sollievo. Suonare era da sempre stato il suo modo per non pensare. Per lasciare fuori ogni cosa da sè.

Un rifugio dove rinchiudersi per sentirsi al sicuro. Piú vicino ai suoi cari genitori.

***

Dolce melodie, a lui sconosciute, ma che avevano il potere di riscaldare il cuore a chi le ascoltava, li risuonavano nelle orecchie.

Felix, ne era abbagliato. Aveva notato che in quel suono ci fosse qualcosa di nostalgico, che al solo sentirle ti facevano sentire come se ci fosse qualcosa che ti angosciasse.

Qualcosa che era in grado di farti rivivere alcuni momenti della tua vita. Belli o brutti che fossero.

Ripensò alla sua cara Shana, alle risate e alle pazzie che insieme avevano vissuto. Ripensò ai momenti che aveva passato con i suoi genitori, alla serata dei film che ogni sera guardavano insieme, ai loro abbracci, ai loro ti voglio bene e tutto questo gli mancò terribilmente. Lo angosciava il pensiero di loro disperati che aspettavano le sue notizie. E di lui, invece, che se ne stava bloccato tra quelle montagne, con le mani legate e con una creatura strana che non voleva lasciarlo libero.

Voleva solo andare a casa, dalla sua famiglia. Rivoleva la sua vita. Ci voleva così tanto a capirlo?

Perché tutte queste disgrazie? Cosa aveva fatto di così male in questa vita, per finire in una situazione del genere?

E pensando a ciò, non si accorse delle lacrime che come la prima giada del mattino presero a scendere, rigandoli le guance. Poggiò la testa sulla parete umida, che si trovava dietro di sè e si lasciò a quella sensazione di assoluta tristezza. Sperò di addormentarsi il più presto possibile, cosicchè, avesse potuto raggiungere casa nel calore dei sogni.

Almeno lí, li avrebbe rivisti e riabbracciarti.

***

Jack, si perse nel guardarlo. A guardare un Felix che dormiva serenamente. Da quel piccolo sorriso poté dedurre che stava sognando qualcosa di bello e per questo un poco di invidia provò. Non ricordava, quando era stata l'ultima volta che aveva dormito bene, senza alcun incubo che agitava i suoi sogni. Aveva perso il conto delle volte.

Se lui non poteva avere quella serenità nei mondi dei sogni, allora nemmeno quel piccolo demonio poteva provarla. Avrebbe distrutto ciò che stava sognando.

Allungò una mano sul dormiente e con un sorriso da furbo, abbassò senza troppe cerimonie la zip di quel giaccone che lo teneva al caldo, aveva deciso che poteva azzardare di più. Voleva stuzzicarlo.

Lo guardò ancora dormire e non poté non notare il gioco d'ombre sul suo viso dormiente. La luce che produceva il fuoco che ardeva ancora sulla legna, illuminava la pelle pallida, rendendo quelle labbra rosa ancora più invitanti. Guardando ciò, avvertí nuovamente quella strana sensazione che somigliava al solletichio. Che cosa era? E perché lo stava provando? No. Non era la voglia della fame, era qualcosa di molto più differente. Qualcosa che riusciva ad incendiargli l'interno, divampando come il fuoco più aggressivo. Aveva la strana voglia di sentire la consistenza di quel piccolo essere umano. Voleva scoprire quanto calore potesse emanare.

Quel ragazzo, avrebbe dovuto abituarsi a quella nuova vita. Dove non sarebbe più stato libero. Ma solo succube dei voleri del suo padrone, questa era la vera realtà.

Perso in questi pensieri contorti, quanto lui, si ritrovò a guardare quel viso che un momento prima era sereno, deformato dalle varie smorfie. Guardò le palpebre muoversi. Un altro segno che a momenti si sarebbe svegliato e non vedeva l'ora. Voleva vedere come avrebbe reagito. Ma tutto ciò scomparí quando i suoi occhi vennero catturati dalla curva del collo. Ne immaginò il sapore, la morbidezza e non resistendo oltre, come di chi fosse attirato da una forza misteriosa, avvicinò le labbra a quelle pelle, mentre le sue mani non si staccarono dal corpo caldo, quanto il suo, che stava toccando. Non ci riusciva, lo attirava come la gravità nello spazio. Erano due calamite che dovevano per forza unirsi.

Un verso strozzato lo riportò alla realtà e riappoggiando lo sguardo su quel volto, notò due occhi spalancati e terrorizzati, le labbra semichiuse. Jack, a quella visione si ritrovò a ghignare, facendo gelare il sangue, ad un Felix, senza parole e basito.

Cosa che al più grande piacque molto. L'aveva sempre detto, amava che le persone avessero paura di lui. Non si sarebbe mai fatto mettere i piedi in testa da quei demoni senza cuore. Nessuno gli avrebbe mai legato le ali. Poco ma sicuro.

«Non aspettavo altro».
Mormorò Jack, con una luce maligna che li colorarono ancora una volta, gli occhi di un rosso fuoco.

Nota Autrice: ecco il capitolo quarto, ho voluto rendere l'ultima parte un po' più stuzzichevole, spero di esserci riuscita. Voi cosa pensate che accadrà ora? Sono curiosa di sapere. Detto ciò spero che il capitolo vi sia piaciuto.😊

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