jedenaście

Intraprese quel lungo viaggio senza meta, pur di fuggire dalla realtà oppressiva in cui si trovava.
Non poteva più vivere e lo sapeva, dopo tutto ciò che era successo.. non comprendeva neanche come avesse sorriso con suo fratello.
Forse proprio era quel monello ad essere particolare.
Oltre al legame affettivo, non capiva come potesse realmente.

Non sorrideva da giorni, poi dopo aver visto sparire pure l'unica persona che gli stava vicino.. il pensiero neanche gli sfiorava le tempie.
Ma si ritrovò a fare quella tenera smorfia meglio conosciuta come sorriso, per la semplice presenza di un balocco.

Bianco candido, labbra rosse ed armoniose, gli occhi blu acceso.. una bambola in carne ed ossa.
Ma erano tutti bellissimi in quella casa, lo doveva ammettere.
La bellezza non fa di te migliore rispetto agli altri.
Ma non era questo a cui pensava Sune mentre si tagliava in preda al panico.

Le crisi lo mangiavano la notte, circondato dalla fitta foresta di conifere e pini.
Dove fosse non lo sapeva, come tutto ciò che era successo.

Ma perché proprio lui.

Perché.

Si ricordava le parole rincuoranti della mamma durante le notti di tempesta, ma anche come fossero finite bruscamente.

Per uno stramaledetto "ti amo", la sua vita è circondata da esseri inanimati e da tanta neve.
Lo strato di ghiaccio sottostante non facilitava di certo la sopravvivenza, ma cosa poteva fare se non vivere.
Lo avevano privato di tutto, spogliato ed aperto come un oggetto da buttare. Il rispetto per la persona non esisteva.. ma soprattutto per il suo cuore.
Non gli importava il suo corpo, pieno di lividi e di tagli, però voleva quantomeno preservare la sua tanto amata bontà.
Ma venne estirpata come un albero da ogni essere vivente che lo circondava, finendo per diventare un mostro.

Lo odiavano tutti, ma perché.
Cosa aveva mai fatto di tanto atroce.
Cavolo, era solo 14enne. Poteva anche essere soltanto confuso! Ma non bastavano le scuse per placare il brusio nelle orecchie di tutti.
Un brusio fastidioso, insulso e distruttivo per quel bambino.
Un eterno bambino che ancora desiderava realizzare i suoi sogni.
Anche se questo vorrà dire gattonare per le lunghe strade ciottolate alla ricerca di un tozzo di pane.

Era abituato quasi a quella vita frenetica, dove niente era più assicurato, né acqua né viveri.
Il ricordo della sua vecchia vita lo accompagnava in mezzo a quegli arbusti ricoperti di neve.

Aveva freddo, ma non c'era modo di riscaldarsi,soltanto camminando.
Il sole e la luna si scambiavano il posto troppo velocemente o forse aveva già perso la cognizione del tempo.
Ogni momento poteva trovare la terra che tanto cercava, ma non arrivava mai.
Un pianto disperato ed isterico prese posto nel suo visino sporco.

Da quanto non si faceva una doccia chiamata doccia? Da troppo.
Non era quello il momento per pensarci, non riusciva neanche a farlo.
Pensare sprecava troppe energie e le sue forze erano agli sgoccioli.

Cadde a nella soffice e candida neve, sporcandola di liquido cremisi.
Si era ferito per tutte le piante che lo circondavano ed ora aveva delle nuove ferite a fargli compagnia.
Non gli faceva più male un misero taglio superficiale, era sicuramente peggiore Östen quando lo picchiava con il ramoscello.
Scherzava, ma non sapeva controllare la forza.

Vero... Östen.
Chissà perché aveva deciso di abbandonarlo.
Non voleva aiutarlo? Farlo sorridere? E perché proprio in quel momento, uno dei peggiori, aveva decido di andarsene?

Non aveva altro che fare Sune, se non pensare ad ogni argomento vagasse nella sua mente.
Era stremato ma voleva camminare ancora ed ancora.
Ma le gambe si rifiutavano di muoversi, troppo deboli e magre.

Così decise di sognare per un momento qualcosa che potesse farlo calmare.
Non voleva avere una crisi di panico nel nulla, dove nessuno l'avrebbe mai sentito.

Tutta quella neve, quegli alberi fitti che non lasciavano intravedere il cielo, il freddo glaciale ed il silenzio assordante.
Stava impazzendo, ma era soltanto la ciliegina sulla torta.
Voleva tornare indietro nel tempo, non dire mai quelle due paroline.

Voleva un abbraccio dalla sua mamma, voleva la protezione di suo padre.. voleva una famiglia accanto.

Il pianto si fece più fitto ed i gemiti erano l'unico suono in tutta quella foresta.
Per quanto ancora sarebbe sopravvissuto?
Sperava poco ormai.
Voleva sperare, essere ottimista.
Ma in quella situazione chi mai avrebbe potuto.

Si arrese al buio della notte, socchiudendo gli occhi lentamente.

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