czetery

Era così bello.
Ma anche malsano, il loro amore.

Si conobbero lì, una coppia di esseri inutili, chiamati anche gay.
Ormai da tradizione dovevano essere disprezzati.
E chi siamo noi per spezzare le tradizioni? Nessuno.
Nessuno come quelli che cercarono di aiutare quel bambino in casa.

Ma anche fuori.

Nessuno prese sotto il suo controllo la situazione, lasciandola così com'era.
Le lacrime non bastavano, ma neanche i tagli.

Gli svenimenti, le botte che riceveva.. no, non si può aiutare una schifezza del mondo.

Quel povero ragazzo si era già pentito di aver provato anche solo ad essere libero.
La sua libertà durò come la vita delle farfalle, prima di accasciarsi al suolo o prima di essere incorniciate ad un muro color beige spento.
Proprio come il suo sangue coronava le scritte sui muri dei bagni di scuola.
Com'Era denso, rosso scarlatto.. perfetto per marchiare il muro.

Lui aveva solo provato ad amare veramente una persona, senza preoccuparsi dell'aspetto, della famiglia, dell'età, del suo sesso.
Ma era troppo difficile accettare che un ragazzino del 21esimo secolo potesse amare anche uno dello stesso sesso.
E per giunta sperare di non essere picchiato!
Ma quello è il minimo sindacale.

Tornava a casa a "piedi".
Se quelli si potevano definire piedi.
Macinati dal sole, dall'asfalto ardente e dalle pietrine che si conficcano nella pelle e provocano dolore.
Gli avevano rubato le scarpe.
O meglio, gliele avevano strappate davanti agli occhi.
Come anche i vestiti, le notti insonni.

Il ragazzo di cui si era innamorato scappò via al solo sentire le parole "ti amo".
E dire che queste parole dovrebbero far battere il cuore forte, pieno di amore ed affetto.
Ma i propri ideali erano muri fitti, insormontabili per quel bambino.
Combatteva contro tutti e contro se stesso.
Perché proprio lui con questa maledizione.
Lui, tra 30 milioni di ragazzi nel suo paese.

Lui.

Ma quella manina piccola, rosa..
Quella.

Proprio quella.

Suo fratello la usava per accarezzargli la faccia piena di lacrime, per aiutarlo di più. Era l'unico tranquillo, non capiva la gravità della situazione.
Tutti si facevano il segno della croce davanti a lui e benedicevano il bambino ogni settimana, per non farlo contagiare.
Come se si potesse.
Ma vallo a spiegare a quel mondo chiuso e privo di miglioramenti.

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