6- TREGUA?
-A me inquieta- ridacchiai lanciando uno sguardo a Linda. Eravamo in pausa pranzo e tutto il team creativo non aveva fatto altro che spettegolare sul signor Turner quella mattina.
-Non l'ho mai visto così ... pacifico-
-Il signor Turner non è pacifico, è terrorizzato- obiettò Mark infilandosi metà del suo panino in bocca. Osservai delle piccole briciole incastrarsi tra i suoi baffi.
Doveva davvero tagliarseli.
Il signor Gregory aveva davvero fatto una bella lavata di capo a Turner lo stronzo trasformandolo in Turner il muto.
Non mi aveva rivolto più di due parole in tutta la mattinata.
-E tutto grazie a questa deliziosa ragazza che pare aver colpito il cuore del nostro mega boss- guardai torva Linda che batteva le ciglia teatralmente. Vidi Mark reprimere una smorfia.
-Smettila di dire cavolate- mi lanciò un'occhiataccia sporgendosi sul tavolo.
-Cavolate dici? Tutti lo pensano. Sembra che il tuo nome sia uscito spesso nella discussione di ieri sera - arrossii alzando gli occhi al cielo.
-Beh quando ci sposeremo mi assicurerò che tu abbia un bel posto, ok?- ridacchiò mentre scuotevo la testa esasperata.
Alle sei Turner era ancora chiuso nel suo ufficio. Bussai esitante.
Mi guardò inespressivo, forse aveva ragione Linda, era un po' inquietante.
-Vado a casa, devo fare qualcos'altro per lei?- lanciò uno sguardo al grosso orologio appeso alla parete.
-No è tutto a posto. Vai a casa- dov'era il signor Turner e cosa ne aveva fatto Caleb? Ad ogni modo poteva tenerselo, quello nuovo era decisamente migliore.
Tornai a casa fischiettando, era stata proprio una bella giornata.
Ed era un po' triste che per me, negli ultimi tempi, una bella giornata equivaleva a zero insulti sul lavoro.
Andai diretta verso la casella di posta, facendo una smorfia alle bollette.
Guardai incuriosita una busta in carta beige, il mittente era la Fell company. L'aprii scoprendo con sorpresa che si trattasse di un invito.
"Anniversario del cinquantesimo anno dell'azienda"
Era uno scherzo?
Continuai a leggere mentre sfilavo il cellulare dalla tasca.
"Cena di gala nella sala reale del Luxury Hotel"
Linda rispose al primo squillo.
-Ehi Katie!-
-La nostra azienda da' una festa per i cinquant'anni?-
-Sì!! Sarà una evento grandioso! Pensavo lo sapessi- mi rigirai l'invito tra le mani.
-Ehm no, ho ricevuto oggi l'invito-
-Sarà pazzesco è un anno che se ne parla, se vuoi un aiuto per il vestito ti do una mano. Io l'ho fatto fare su misura dalla sarta ma ...-
-Si mi servirà un aiuto- feci interrompendo il suo monologo.
-Grande! Cosa fai stasera?- fece cambiando discorso. Lanciai un'occhiata alla mia casetta.
-Serata tranquilla, niente di che-
Persino la prozia Betty aveva una vita più eccitante della mia.
-Noi andiamo al Black Hole, vieni! Un po' di svago ce lo meritiamo e dobbiamo festeggiare la resa di Turner- Blake Hole?
-Non credo sia una buona id..-
-Alle nove e mezza, ti aspettiamo! Mark offrirà da bere di sicuro, non puoi rifiutare!- mi morsi il labbro indecisa.
Andare proprio dove avrebbe suonato Liam gli avrebbe fatto pensare che mi interessasse vederlo, ma d'altro canto perché dovevo rinunciare a una bella serata per lui?
-Penso di portare un amico..-
-Fantastico! È carino?- feci un sorriso.
-Si molto carino, ed è anche gay-
Io e Luke scendemmo dalla sua auto che erano le dieci. Colpa sua e della sua ossessione per i capelli.
-Sei proprio da rimorchio- disse dandomi una pacca sul sedere. Lo scansai con una smorfia.
Avevo scelto una gonna di jeans e un top nero con ai piedi dei comodissimi stivaletti in pelle.
-Sono sicuro che Liam sarà contento di vederti- alzai gli occhi al cielo.
-Chissenefrega di lui- il mio amico scoppiò a ridere.
- A me sì cara, eccome. Un pezzo di manzo come quello è una rarità-
🌸🌸🌸
Lo smoke hole era un locale in periferia, non troppo grosso e completamente illuminato da luci al neon in grado di uccidere anche una persona non epilettica. L'odore di alcool e sudore sembrava essersi impregnato nelle pareti rosso scuro.
Seguii Luke che si faceva largo tra la folla. Grazie alla sua altezza svettava sugli altri e la giacca luccicante che portava mi aiutava a non perderlo di vista. Schiacciai il piede di un ragazzo e borbottai delle scuse. Prima che sentissi la sua mano posarsi sul mio fondoschiena. Mi girai rabbiosa ma lui si era già voltato. Razza di pervertito.
Non vedevo Linda e nemmeno Mark, il locale era così pieno che dubitavo li avrei mai incontrati. Luke si fermò al bancone, evitando di appoggiarsi alla superficie appiccicosa.
-Non è il mio genere ma mi piace- disse guardandosi intorno, le labbra appoggiate al mio orecchio per farsi sentire. Mi sporsi verso il barista che sembrava aver bisogno di altre due mani per servire tutti.
Il palco in mezzo alla stanza era ancora vuoto, una tastiera era pronta in un angolo insieme a una chitarra. Dovevo ammettere che ero un po' curiosa di vedere Liam.
-Un gin tonic- Luke mi lanciò un occhiata
-fanne due- mi appoggiai allo sgabello guardandomi intorno. I miei occhi si fermarono su una ragazza biondissima, ballava vicino ad altre due con movimenti sinuosi.
-Chi è?-
-La ragazza di Liam- feci al mio amico che come me non si perdeva un suo movimento.
-Tu sei mille volte meglio- ignorai quel commento prendendo il drink che il barista aveva appoggiato davanti a noi. Ne bevvi un lungo sorso e mi sentii subito meglio.
Guardai il palco quando le persone iniziarono a urlare entusiaste e la musica che un attimo prima rimbombava nella stanza si fermasse.
Vidi Josh salire sul palco, una maglietta nera con sopra una scritta bianca.
"Gremlin", che razza di nome per una band. Bevvi un altro lungo sorso di gin quando entrò Liam.
Un coro di grida mi fece venir voglia di alzare gli occhi al cielo. Il ragazzo sorrise alla gente appoggiando l'asta del microfono davanti a sé.
Anche lui come l'amico aveva la maglietta della band, jeans scuri strappati sulle ginocchia e i capelli in un disordine studiato. Le luci al neon illuminavano il verde dei suoi occhi facendoli brillare. Il sorriso che regalava alle persone era mozzafiato, e in quel momento non c'era traccia dell'arroganza che conoscevo. Si vedeva che era felice. Si voltò per dire qualcosa al tastierista mentre la folla si avvicinava al palco. Sospirai piano senza muovermi dal mio sgabello. La zona bar si era svuotata, gli occhi erano tutti per loro.
Senza perdere troppo tempo iniziarono a suonare. E senza rendermene conto, mi ritrovai a guardarli come incantata.
I miei occhi non perdevano nemmeno un movimento del mio vicino di casa che con sicurezza si muoveva sul palco, una chitarra allacciata al collo e una voce calda, perfetta.
Suonavano musica rock, che solitamente non avrei mai ascoltato ma che sorprendentemente trovai affascinante. Erano magnetici, e capii l'entusiasmo della folla che cantava le canzoni a memoria.
Alla quarta canzone fecero una pausa. Liam aveva la fronte imperlata di sudore e si asciugò il mento con la maglietta scoprendo i suoi addominali da urlo.
Sentii gli urli delle ragazze e dischiusi le labbra al sorriso di Liam. Quel tipo di sorriso che lasciava spazio alla fossetta sulla guancia.
-Tesoro, sembra che ti stia venendo un infarto- guardai Luke che mi stava fissando. Un sorriso divertito sulle labbra.
-Che?- chiamai il barista ordinando un secondo giro.
Luke continuava a fissarmi attento, gli lanciai un'occhiata esasperata.
-Smettila di guardarmi così- sbottai sorridendo al barista quando mi porse il nuovo drink.
-Trovo molto dolce il tuo ridicolo tentativo di nascondere quanto quel ragazzo ti attragga- quasi mi strozzai con il drink.
Luke alzò il bicchiere lanciandomi un occhiolino, ma lui da che parte stava?.
Distolsi lo sguardo da Luke fermandolo sulla bionda che era corsa tra le braccia del mio vicino. Le braccia sottili intorno alla sua vita e la faccia di chi avrebbe detto di sì ad ogni sua parola. Liam era occupato a chiacchierare con un gruppo di ragazzi, una bottiglietta d'acqua in mano. Abbassò lo sguardo sorridendo gentile alla ragazza e sentii una fitta fastidiosa allo stomaco.
-Katieee!!!- quasi caddi dallo sgabello, Linda mi abbracciò stritolandomi. Gli occhi resi lucidi dall'alcool. Mark dietro di lei mi strinse in un abbraccio più sobrio.
Ero contenta che fossero arrivati perché non avevo proprio voglia di pensare cosa fosse quella fitta allo stomaco che sentivo. Lanciai un'altra occhiata alla bionda che era tornata dalle sue amiche.
-Non sono pazzeschi? Secondo me tra un paio di anni saranno famosi. - Luke era d'accordo con Linda e non fece altro che elogiare il gruppo e i bei faccini di ognuno dei membri.
Si unirono a noi appollaiandosi al bar, era facile sentirsi a proprio agio con Luke e anche Mark sembrò divertirsi. Incontrai un paio di volte i suoi occhi e ogni volta mi sorrideva timido. Sperai non avesse in mente di chiedermi un altro appuntamento.
Si zittirono solo quando il gruppo risalì sul palco. Suonarono altre tre canzoni prima che Liam aspettasse il silenzio per poter parlare. Aveva appoggiato a terra la chitarra e l'atmosfera caotica di poco prima sparì. Tutti avevano gli occhi puntati su di lui.
Si passò una mano tra i capelli sembrava nervoso.
-Oggi per me è un giorno particolare, non ero sicuro di volerlo fare ma i ragazzi mi hanno convinto - aguzzai la vista sporgendomi in avanti. Vidi Luke lanciarmi un'occhiata.
Gli occhi verdi del ragazzo sondarono la stanza ma sembrava distratto.
-quello che sto per fare non fa parte del nostro repertorio ma è importante per me- i suoi occhi continuarono a seguire la stanza, e mi sentii mancare il respiro quando incontrarono i miei.
Mi guardò con occhi brillanti di sorpresa, per un tempo che mi parve infinito.
Ritornai a respirare quando distolse lo sguardo inumidendosi le labbra.
Sentivo il cuore battere all'impazzata mentre lo guardavo raggiungere la tastiera. Sentivo ancora la sensazione dei suoi occhi su di me.
Sistemò il microfono e iniziò a muovere le dita sui tasti con un'agilità pazzesca. E tutto si trasformò alla musica dolce che lentamente riempiva la stanza. Le persone erano ammutolite, incantate da quelle note dolci. Liam prese un respiro e iniziò a cantare chiudendo gli occhi.
La canzone era malinconica, struggente. Parlava di amori persi e ritrovati.
Penso di aver smesso di respirare per l'intera durata della canzone. Quando le ultime note aleggiarono nell'aria riaprì gli occhi e mi sentii morire quando li puntò su di me.
Il pubblicò impazzì letteralmente, scorsi la bionda piangere sotto al palco.
Linda continuava a urlare e Luke mi tirò una ciocca di capelli costringendomi a staccare gli occhi dal palco. Sentivo le mani tremarmi, abbandonate sulle ginocchia.
-Beh bravo è bravo- commentò con un sorriso. Risposi al sorriso arrossendo alla mia reazione.
Era assurdo sì, ma non riuscivo a controllare i battiti furiosi del mio cuore.
Quando l'intera folla si riunì intorno a loro finii di bere il mio drink, mi sentivo frastornata.
-Vado a prendere un po' d'aria- dissi a Luke prima di farmi largo fino all'uscita. Mi appoggiai alla ringhiera di ferro che circondava l'esterno del locale e presi un lungo respiro.
Due drink e finivo così, ero imbarazzante. Gonfiai le guance sorridendo al cielo scuro. Preferivo dare la colpa alla mia scarsa tolleranza all'alcool, era più facile che ammettere che avesse ragione Luke.
Sentii la porta aprirsi e la risata squillante di una ragazza.
Guardai da sotto le ciglia la bionda che mi fissò con lo sguardo. Liam la seguì confuso prima di vedermi.
Perfetto.
-Katie- si era cambiato la maglietta e in quel momento ne aveva una verde scuro. La bionda lo guardò irritata. Deglutii sorridendo imbarazzata.
-Ehi- ma che bella conversazione. Liam lanciò uno sguardo veloce dietro di me per poi passarlo lungo il mio corpo. Avanzò lasciando la bionda indietro.
-Non pensavo che saresti venuta- il tono caldo della sua voce mi sorprese, senza il suo solito ghigno Liam era davvero .. incantevole.
Sì era il termine giusto.
Feci un passo avanti staccandomi dalla ringhiera. Ero pronta a dirgli che era colpa dei miei colleghi ma le parole uscirono dalla mia bocca prima di poter pensare.
-Ho cambiato idea-
I suoi occhi verdi intrappolarono i miei, e restammo in silenzio per un tempo un po' troppo lungo. La bionda si aggrappò al suo braccio facendo le fusa.
Quasi Liam non se ne accorse.
-Chi è lei?- fece lanciandomi uno sguardo sgarbato.
-Jess mi ordini un drink per favore? Arrivo subito- gli rispose lui con gli occhi incollati su di me.
Vidi la ragazza guardarlo scioccata, per poi schioccare la lingua infastidita.
Quando fummo soli deglutii nervosa.
-Allora?- mi affiancò appoggiandosi alla ringhiera, il tatuaggio che usciva dalla maglietta catturò la mia attenzione.
-come ti è sembrato?- alzai gli occhi su di lui spostandomi una ciocca dietro l'orecchio.
-Ero pronta ad andare a comprare dei pomodori da lanciarti sono sincera- vidi l'angolo delle sue labbra guizzare. Sorrisi imbarazzata abbassando lo sguardo su i miei stivaletti -ma siete stati grandi - non avevo bisogno di guardarlo per sapere che stesse sorridendo. Mi voltai dall'altra parte per nascondere il mio turbamento.
-Sono contento che tu sia venuta- mi voltai sorpresa.
Mi sorrise in un modo ... che mi fece ribaltare lo stomaco.
-Allora non ti faccio vomitare sempre- scherzai lanciandogli una finta occhiataccia. Sorrise accarezzandosi la punta del naso con le dita.
-Direi di no. Non sempre- deglutii a fatica al suo sguardo.
-Stai proponendo una tregua?- feci sorridendo al cielo stellato. Sentivo il suo sguardo addosso. Gli lanciai un'occhiata incuriosita.
-Beh tu hai rimandato il tuo corso di cucito. Mi sembra il minimo - alzai gli occhi al cielo colpendolo sul braccio. Mi afferrò la mano bloccandomi il respiro. Ci guardammo per un attimo. Sentivo il cuore esplodermi nel petto.
-Sei splendida questa sera- disse a bassa voce gli occhi puntati nei miei che sembravano volermi leggere nel pensiero.
Boccheggiai senza parole.
-anche se mi manca quel pigiamino a pois- fece poi con un sorriso malizioso. Mi liberai la mano dalla sua. Ancora frastornata.
-La tregua ha delle regole, la prima è quella di non prendermi in giro- puntualizzai senza guardarlo. Lo vidi sospirare.
-Ed eccola che la petulante torna all'attacco-
-Non sono petulante- borbottai con un broncio. Il suo sguardo scese sulle mie labbra per poi distoglierlo, la mascella tesa. Sorrise per poi staccarsi dalla ringhiera.
-Devo tornare dentro, sono convinto che Josh non veda l'ora di vederti- disse e percepii una punta di irritazione nel suo tono.
-Sì meglio che entriamo- feci sicura.
Grazie a tutti quelli che hanno continuato a leggere la storia di Katie. Grazie Davvero!
Fatemi sapere cosa ne pensate e non perdetevi il prossimo aggiornamento le cose inizieranno a cambiare molto velocemente.
Lasciate un commento e una stellina se apprezzate la storia un abbracciooo ❤️
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top