SACRIFICI
Ci siamo appena trasferiti da una casa in campagna ad un edificio a 5 piani in città.
Sono figlia unica,vivo da sola con mio padre;mia madre è morta quando io avevo 3 anni all'età di 44 anni di infarto.
Mi chiamo Francesca e scrivo questo diario che mi ha regalato mia cugina ieri prima di partire,infatti mi è venuta a trovare per l'ultima dato che poi è ripartita per Londra per gli studi.
Abbiamo entrambe 18 anni. Solo due mesi di differenza.
Bene, iniziamo bene la giornata.
Mio padre deve uscire per lavoro,sempre per il lavoro per colpa sua siamo venuti qui. Già non avevo prima degli amici,figuriamoci ora.
'Perché non provi a conoscere il ragazzino qua sotto,sembra simpatico. Lavora al bar qui vicino.'
Non risposi ma annuii semplicemente.
Appena uscii,mi diressi in camera "mia" per prendere il giubbotto abbastanza leggero dato che si stava avvicinando l'estate e la scuola era quasi finita.
Sono appena scesa dalle scale,non ho voglia di stare qualche secondo ferma immobile nell'ascensore.
Attraverso la strada e intravedo il bar con non molte persone.
Entro e ordino un cappuccino e un cornetto.
Poi si presenta.
'Salve io sono Stefano,ho 21 anni e mi sembra di averla vista stamattina nel mio palazzo'
'Oh beh si,mi sono trasferita...E comunque la roba qui è davvero buonissima'
Gli dico con tono sarcastico.
Quando lo vedo che esce dal bancone noto subito i suoi jeans neri strappati,che contengono una maglia nera leggera e stretta e il grembiule con su scritto "sani";che nome bizzarro.
'Piacere'
'Oh si mi scusi,io sono Francesca ho 18 anni.
Sono felice di averti conosciuto,almeno potrò avere un amico'
'Ma certo'
Pago e torno a casa.
Mio padre non è ancora tornato allora deciso di iniziare ad anticiparmi i compiti per l'estate.
Mio padre torna alle 7:30 e mentre lui cucina io apparecchio per due. Ho tanta fame per questo aiuto mio padre,in difficoltà come sempre;d'altronde è un uomo!! Rido tra me e me e penso a Stefano,era stato così gentile con me:mi aveva fatto pagare la metà.
Mangiamo uova strapazzate,carne e un po' di Cola.
Tornai in camera mia,come ogni maledetta sera,finisco di fare l'ultimo esercizio e mi ficco sotto le coperte cadendo in un lungo sonno profondo sognando quegli occhi azzurri il pettorale muscoloso e la sua voce tranquillizzante.
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