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Un piede avanti all'altro: non era difficile camminare, per Nicole. Eppure, quel giorno, il suo equilibrio era completamente svanito.
Fissava ancora la sua mano candida, con quel piccolo marchio che non era assolutamente andato via al suo risveglio. Si era solo limitato a schiarirsi: infatti, ora, era di un colore ancora più strano. Dal nero pece di quella notte era sbiadito, fino a divenire di un colore tendente al grigio.
Avrebbe dovuto dare spiegazioni ai suoi genitori che si sarebbero sicuramente arrabbiati per quel tatuaggio non previsto.

Salì sull'autobus con uno scatto, per poi sistemarsi le cuffiette nelle orecchie. Non si era ancora arresa a trovare Alessio, perciò, era quasi abitudine cercarlo con lo sguardo tra gli studenti ammassati.

S'appoggiò con la spalla alla parete. Sembrava che tutti la stessero guardando "è pazza anche lei, come suo fratello".
Appena l'autobus si fermò alla fermata successiva, scese, caricandosi lo zaino in spalla. Sarebbe andata a piedi: non sopportava essere guardata in quel modo.

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-Quindi mi stai dicendo che non ti sei fatta un tatuaggio?-

Giulia stava mordendo una barretta al cioccolato, mentre giocherellava con la carta argentata di quest'ultima. La bruna annuì.

-Sì, non è un tatuaggio.-

-E quindi cos'è?-

-Giulia, te l'ho detto dieci minuti fa!-

Nicole scosse la testa, portandosi le mani alla radice del naso.

Inspirò.

-O hai una pessima memoria o sei stupida!- continuò.

La ragazza dai capelli lilla scrollò le spalle e lanciò lontano la cartaccia.

-Dovresti buttarla-

-Scusami se non ti credo quando mi dici che in un sogno ti hanno fatto questo "tatuaggio", che trovo, tra l'altro, abbastanza di cattivo gusto.-

Formulò le virgolette con le dita al pronunciare la parola "tatuaggio".

-A parte che io lo trovo carino- ribatté l'altra.

Giulia sbuffò.

-Lo so che è difficile crederci, ma io non avrei tutta quest'inventiva.-

-Hai ragione, non sei così creativa, non lo sei mai stata...-

La sua migliore amica roteò gli occhi.

-Ma ammesso che io creda a tutto quello che è successo...-

-Mm...?-

-Non è che mi potresti rispiegare tutto?-

La ragazza dai capelli lilla si aprì in un ampio sorriso, mentre Nicole si portava le mani ai capelli, pronta a ricominciare.

-Okay, okay, ho capito-

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Giulia portò le mani avanti, interrompendo l'amica che stava per spiegare, per l'ennesima volta, la storia, accompagnando il tutto con movimenti lenti, come se la ragazza dai capelli lilla fosse stata una bambina, e lei la sua maestra.

-Ora hai capito?-

Tirò un respiro, finalmente. La ragazza annuì.

-Be', insomma, non mi è per nulla chiaro, ma, ti prego, non ripetere tutto quanto di nuovo! Fidati, non mi sarà mai chiaro. Ma posso solo dirti che ho un'idea-

La campanella trillò di nuovo, avevano parlato per un'ora intera.

-Se ora tu andassi a casa e provassi a riaddormentarti?-

Un periodo ipotetico lasciato a metà, odioso.

-Probabilmente, lo risognerei-

Annuì.

-E allora fallo-

Era una bella ipotesi: ogni volta che avrebbe chiuso gli occhi, si sarebbe ritrovata con Alessio. Sorrise all'amica e, a passi svelti, si fece spazio tra i compagni che si spintonavano verso il cancello.

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-Tieni-

Margherita passò un bicchiere pieno a metà alla sorella, la quale lo afferrò, il palmo aperto.

-Grazie-

Era tornata a casa a piedi, velocemente. Lo sguardo della maggiore si poggiò sul palmo della ragazza.

-Tatuaggio?- chiese, inarcando un sopracciglio.

Nicole deglutì velocemente, pensando ad una scusa.

-No. Non è un tatuaggio fatto con gli aghi... insomma...-

-E, allora, perché non è andato via? -

-Uhm... sì, è indelebile... forse... ma non è un tatuaggio-

-Perché è grigio?- la sorella non accennava a porre termine a quel terzo grado.

Era diventato molto più chiaro rispetto a prima. S'avvicinò e prese il polso alla ragazza.

-Ti basta sapere che non l'ho fatto in studio o qualcosa del genere, okay?-

-Non l'avrai fatto da sola?-

Nicole si liberò dalla presa con uno scatto.

-No, no.-

-Okay, ma, solo, proteggilo, va bene? Potrebbe infettarsi...- ed ecco che Margherita cominciava ad esternare le proprie preoccupazioni e paranoie.

La bruna si limitò ad annuire. Avrebbe voluto dire la verità, ma nessuno le avrebbe creduto. Le bugie sembravano molto più verosimili.

-Ciao- ed ecco la madre.

Ella entrò in cucina e si sedette accanto a Nicole.

-Tatuaggio?- mormorò con aria stanca.

Come aveva fatto a notare quel minuscolo segno?

-In un certo senso...-

-Non l'ha fatto con aghi o altro, ma è indelebile- la imitò la sorella, sorridendo.

-Okay, avresti anche potuto chiedermi il permesso. Non te lo avrei negato, fidati.-

La bruna si alzò.

-Ah, penso ti faccia piacere sapere che Christian, oggi, mi ha permesso di entrare in camera e sembrava ricordarsi qualcosa- fece una breve pausa -I medici dicono che sta migliorando...-

Le due sorelle annuirono in risposta ed uscirono entrambe dalla stanza, che si era fatta troppo piccola per tutte e tre. Per tutta la mattina Nicole era riuscita a non pensare a Christian ed ora il suo cervello ricominciava a mantenerlo come pensiero fisso.

Si fissò il palmo, forse perché aveva iniziato ad avvertirvi un leggero pizzicore. La picca era leggermente più scura di poco prima.

Voleva dormire, sia per riposarsi che per seguire il consiglio di Giulia e, magari, ritrovare Alessio o qualcosa di più interessante.

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