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Alessio congiunse le braccia sulla sua testa stiracchiandosi.

-Sì, bravi, sedetevi lì.-

-Certo.-

Rispose Nicole avvicinando con una mano una sedia metallica e lasciandovisi andare sopra.

-Cos'è questo posto?-

-Volete aspettare due minuti prima di fare tutte queste domande?-

-Va bene... come vuole.-

Il ragazzo aveva abbassatoil tono di voce, si era accasciato sulla sua sedie e aveva iniziato a giocherellare col pugnale.

-Eccomi.-

Una donna entrò nella stanza preceduta dal rumore di tacchi sul pavimento in metallo.

-Regina?-

-In persona, che vi aspettavate? Che non avessi un corpo?-

Afferrò la terza sedia in quella stanza ed iniziò a raccontare concentrata.

-Insomma, ci ho messo un po' per arrivare qui da voi, non è tutto così semplice sapete?-

-N- non pensavo esistessi davvero.-

Mormorò Alessio.

-Suvvia, è un sogno no?-

Accavallò le gambe fasciate in un paio di pantaloni color prugna. Il fisico longilineo, la pelle candida e i capelli biondi legati in una crocchia si sposavano bene con la sua voce graffiante; il viso appuntito col naso all'insù e il taglio degli occhi palesemente nordico le davano carattere.

-Cosa ci facciamo qui quindi?-

-Oh, vi ho portato nelposto in cui-

Finse di pensarci.

-Tra massimo una settimana dovrete essere.-

-Tra una settimana?-

Il ragazzo aggrottò le sopracciglia.

-Oh, suvvia, per te non c'è alcun problema, ho gia avvertito tua madre.-

-Mia madre? Cosa c'entra lei?-

Scivolò ancor di più sulla sedia estraniandosi dalla conversazione e scivolando nel suo piccolo mondo.

-Quindi questa è la sede degli Insiders?-

Dedusse Nicole.

-Sì, guardati dietro.-

La ragazza si girò, proprio mentre una delle saracinesche blu che coprivano interamente le pareti di quella piccola stanza quadrata si alzò, lasciando intravedere tantissime persone che lavoravano a ritmo frenetico.

-Non fraintendere, sembra che lavorino, ma più che altro stanno utilizzando questi laboratori a scopo personale.-

-Ma non ci vedono?-

-Non direi proprio.-

In effetti quelle persone avevano tutte il volto oscurato, completamente nero e senza lineamenti.

-Ma perchè siamo qui? Volevi mostrarci il laboratorio?-

-Quartier generale, si addice di più; e comunque no.-

Con un colpo le saracinesce si riabbassarono.

-Volevo parlare un po' di voi.-

-Non aspettavamo altro.-

La donna iniziò a guardarsi le mani, ricoperte di tante piccole cicatrici di forma allungata; chissà cosa aveva fatto in vita sua per procurarsele.

-Innanzitutto penso che i principali sulla guerra li abbiate imparati vero?-

Annuirono contemporaneamente.

-Bene, anzi non proprio bene, lasciate un po' a desiderare per quanto riguarda i combattimenti; per vostra fortuna avete un altro campo in cui poter eccellere, soprattutto tu, Nicole; mi aspetto grandi cose.-

Si girò verso il ragazzo che le sorrise.

-E quale sarebbe questo "campo in cui potrei eccellere".-

La donna sbuffò, come se fosse cosa più che ovvia.

-La magia no?-

-Magia?-

Domandò Alessio.

-Esiste la magia?-

Gli fece eco la mora.

-Certo che esiste la magia, non siate sciocchi; niente bacchette magiche, pozioni, calderoni o quant'altro. La magia è un'arte, un'arte antica; un'arte che purtroppo non si può imparare, bisogna essere portati dalla nascita. E' un'arte strettamente legata al fattore k.-

Lasciò il discorso in sospeso.

-E voleva dirci solamente questo?-

-Ma certo che no, lasciate che vi illustri come funziona un incantesimo. Innanzitutto non è cosa da poco, non si impara in due giorni o giù di lì.-

Estrasse qualcosa dalla propria tasca, Nicole pensò fosse una bacchetta, ma si ricredette quando vide che si infilava quell'oggetto al dito.

-Difatti, molti dei nostri uomini, Insiders e Outsiders in generale, non sono in grado di utilizzarla.-

-E tutti coloro che hanno poteri magici sono qui radunati in quest'associazione?-

-Oh, certo che no, molti di loro vivono una vita normale, oppure esistono molte altre associazioni; ma è meglio non farne parola ora. Innanzitutto per fare un incantesimo c'è bisogno di un certo numero di elementi, per esempio.-

Si alzò in piedi.

-Io posso benissimo utilizzare questo anello, era di mio marito, me l'ha tramandato lui. Io di mio non sono in grado di compiere magie.-

Iniziò a disegnare dei simboli a terra, erano un insieme di linee rette o curve, che a volte si intrecciavano e a volte scorrevano parallele.

-Come quelle che sono comparse sulla mia mano...-

-Come scusa? Ti riferiscia quella volta col puma? Certo, in quell'occasione hai dato prova di una grande prontezza di spirito, e soprattutto di una grande capacità magica. Si chiamano signaculi. Ecco qui...-

Terminò di disegnare, e subito da terra si liberò una grande energia che fece sbalzare i ragazzi giù dalle loro sedie.

-Signaculi?-

Domandò il ragazzo alzando le sopracciglia.

-Sì, è lo storpiamentodi signaculus, è latino.-

Mosse una mano in aria come per sviare la conversazione.

-Ecco, vedete, è molto complicato; ma non è tutto qui. Alcuni maghi possono aiutarsi con particolari strumenti, o part-

Si interruppe a metà frase portandosi una mano al braccio, dolorante.

-Che ti è successo?-

Alessio si rialzò velocemente da terra e raggiunse la donna per soccorrerla.

-No, no, non è nulla.-

Disse lei alzando la mano e lasciando vedere un taglio che correva sul suo braccio.

-Ma quello non c'era prima.-

Constatò la mora.

-Ecco, appunto, stavo parlarvi dei  lati negativi dell'utilizzare incantesimi. Ogni cosa che voi facciate vi lascerà un marchio indelebile nel tempo.-

Tornarono a sedersi.

-Ecco perchè tutte quelle cicatrici...-

-Non sono molto belle da vedere vero?-

Disse la donna ridacchiando.

-Comunque prima stavo dicendo che molti uomini si aiutano con strumenti magici, oppure con particolari disegni sul viso.-

Comparirono una ciotola piena di una specie di pittura nera ed un pennello.

-Si dice che abbiano addirittura funzioni curative...-

Afferrò il pennello con due dita intingendolo nella pittura nera.

-Vieni Nicole, avvicinati.-

La ragazza fece come le avevano detto, si raccolse i capelli con le mani e chiuse gli occhi; Regina iniziò a dipingere linee curve che si intrecciavano su tutta la metà destra del suo viso, salivano sulla fronte fino alla radice del naso e poi scendevano sulle guancie, incorniciavano gli occhi in maniera perfetta. La sensazione del pennello umido sulla pelle era rilassante.

-Perfetto.-

La mora lasciò ricadere le onde morbide sulle spalle guardandosi intorno.

-Fantastico... è bellissimo.-

-Sì, e oltre che donarti un bell'aspetto aiuta molto ad amplificare i tuoi poteri.-

Indicò la serranda dietro di lei.

-Prova a concentrarti su quella ora, e cerca di aprirla.-

Nicole annuì concentrata.

-Come faccio?-

La donna scrollò le spalle.

-Prova a concentrarti.-

La ragazza strizzò gli occhi, sotto lo sguardo divertito di Alessio.

-Non funz-

Mormorò, interrompendosi a metà parola non appena la serranda si alzò, proprio come voleva.

-Brava, molto bene.-

Posò le mani sulle ginocchia sorridente, ma subito un dolore si fece strada nella sua mente, come la prima volta in cui aveva provato ad utilizzare la magia, solo più lieve; come un vetro che si infrangeva, di nuovo. Portò le mani alla testa, digrignando i denti.

-Ahia...-

-Che ti succede?-

Saltò su il ragazzo.

-Nulla... di nuovo... è come se un vetro si infrangesse nella mia testa, ogni volta un po' di più.-

Guardò Rosa in cerca dispiegazioni, ma lei scrllò le spalle.

-Non ho idea di cosa possa essere. Mi dispiace.-

Nicole spalancò gli occhie tirò un sospirò di sollievo.

-Passato?-

Domandò il moro, squadrandola coi suoi occhi smeraldo.

-Sì, sì, così come viene se ne va...-

Tornò a sedersi composta.

-Altro da dirci sulla magia? -

Domandò poi, sempre più presa dal discorso; voleva capire come meglio sfruttare le capacità che, a quanto pare, si ritrovava.

-Un'ultima cosa, se mi ricordo bene.-

Accavallò di nuovo le gambe iniziando a massaggiarsi un braccio.

-Ci sono delle persone che si dicono empatiche, ovvero hanno delle particolari abilità a contatto con un certo materiale, per esemio col fuoco, o l'erba, oppure ancora l'acqua.-

Alessio annuì.

-Fantastico...-

-Nicole, avvicinati un attimo.-

Cambiò argomentod'improvviso Regina.

-Perchè?-

Disse lei avvicinando il volto, la donna le posò una mano sul mento squadrandola meglio.

-Come sospettavo...-

-Cosa? Cosa sospettava?-

Intervenne Alessio; la mora si allontanò senza mai scollare lo sguardo da Regina.

-Tu, i tuoi occhi... sono d'oro.-

Il ragazzo si voltò a guararla, Nicole sembrava abbasanza agitata; si sentiva osservata.

-Sì... cioè non sono d'oro, cosa vai farneticando?-

-Io lo so cosa sei Nicole,hai un grande potere, non sei solo un grande fascinans.-

-Cos'è un fascinans?-

La donna si voltò velocemente verso Alessio.

-I magus sono coloro che hanno poteri magici limitati, fascinans è chi ha poteri maggiori, per esempio è empatico.-

Rispose sbrigativamente, per poi tornare a rivolgersi verso la ragazza. Aveva uno sguardocincuriosito.

-Magicae oculus, tu hai la Vista?-

-Cosa sarebbe?-

-E' un potere molto grande che in pochi hanno.-

Fece una piccola pausa, come per sottolineare l'importanza delle sue parole.

-Molti pochi. Non sappiamo bene in cosa consista, potresti avere grandi possibilità.-

-Di che genere?-

Roteò lo sguardo.

-Controllare le menti, leggere nel pensiero, vedere oltre.-

Scandì lentamente le parole, come in una cantilena.

Se avesse avuto veramente quei grandi poteri che Regina diceva, come mai non si erano mai manifestati nel corso della sua vita?

-No, non è possibile.-

Si coprì gli occhi con lemani.

-Sì invece, imparerai a sfruttare meglio i tuoi poteri nel tempo.-

Inspirò profondamente;q uando riaprì gli occhi Regina non c'era più. C'era solamenteAlessio che la guardava sorridendo; allungò una mano sulle sue spalle e la strinse a sè.

-Andrà tutto bene.-

Mormorò.

-Ma... come faccio a convincere i miei genitori che dovrò andare a vivere a Milano in una particolare associazione , che so usare la magia e tutto quanto...-

Scosse la testa.

-Ah, quante cavolate.-

Il ragazzo sorrise dinuovo.

-Non pensarci ora, non pensarci mia cara fascinans.-










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