Il Mio Diciassettesimo Compleanno & L'Inizio Della Fine
Quell'anno il mio compleanno cadeva di mercoledì ma visto che i miei erano indaffarati con il lavoro, mia madre decise di organizzarmi una festa la domenica successiva.
Il ragazzo dal pianoforte bianco aveva cominciato l'università e lavorava part time in un'agenzia di viaggi e le occasioni per vedersi durante l'anno si erano ridotte maggiormente.
Desideravo un compleanno indimenticabile e poteva esserlo solo se il mio principe fosse stato con me.
Erano passati tre mesi da quell'ultima notte in spiaggia e Lui mi mancava da morire e questo senso di abbandono mi rendeva irascibile nei confronti di chiunque.
Lo chiamai chiedendogli di venire da me e festeggiare con me, però Lui doveva lavorare quel Sabato notte e la cosa mi fece andare su tutte le furie.
Gli dissi che se non fosse venuto significava che non ci teneva abbastanza a me e che ero stanco di essere sempre in secondo piano, e senza lasciargli il tempo di spiegarsi, chiusi la chiamata in preda all'ira.
Lui tentò di richiamarmi, ma rifiutai tutte le sue chiamate.
Sabato, ricevetti un suo sms che diceva:
"Anche se dovrò guidare tutta la notte, Domani ti consegnerò il mio regalo di compleanno personalmente J adesso, però smettila di fare il bimbo capriccioso. Ti Amo!!!"
Il sorriso fece ritorno sul mio viso, ma per orgoglio non risposi, avrei aspettato di vederlo per chiedergli scusa personalmente.
La Domenica arrivò e mia madre era in fermento intenta ai preparativi. Guardai il cellulare per vedere se c'erano Suoi messaggi ma niente.
Arrivato mezzogiorno, provai a chiamarlo, ma il telefono era fuori copertura.
Ero adirato eppure continuavo a ripetermi che sarebbe arrivato da un momento all'altro e probabilmente aveva dimenticato di caricare la batteria del cellulare.
Maturai quella speranza per tutto il giorno, sorridendo a parenti e amici mentre dentro mi sentivo morire.
Tutti erano intenti a mangiare e divertirsi mentre io passai quasi tutta la giornata guardando fuori dalla finestra aspettando di vedere la sua macchina ma niente. Non arrivò mai. E la mia rabbia cresceva.
Pensai che probabilmente si fosse addormentato ed era rimasto a casa e ora non rispondeva al telefono perché se ne vergognava.
Lo odiai profondamente. Mi sentivo tradito e deluso. Non riuscivo a credere che la persona che tanto amavo era stata la causa della mia infelicità in un giorno che per me era importante.
Quando la festa terminò, andai in camera mia e spensi il cellulare perché non volevo sentire le sue scuse.
Poi mi misi sotto le coperte piangendo sommessamente fino ad addormentarmi. Non mi ero mai sentito tanto solo prima di allora. Se solo avessi saputo la verità...
***
Passarono due giorni prima che riuscissi a mettere il mio orgoglio da parte e che quel silenzio prolungato cominciasse a preoccuparmi.
Presi il telefono ignaro di quello che stesse succedendo. Squillo una volta, poi due, poi finalmente qualcuno rispose, ma non era la voce del ragazzo dal pianoforte bianco, era una voce femminile.
Ci misi un po' per capire che si trattava di Sua madre perché il tono era più basso del solito.
Chiesi se Lui c'era e lei iniziò a piangere, e poi a insultarmi con termini che non riporterò in queste pagine ma che non posso cancellare dalla mia memoria. Poi mi disse di non chiamare mai più e di non farmi più vedere e mise giù.
Le urla e gli insulti mi avevano provocato uno stato confusionale, eppure una cosa era chiara.
Il ragazzo dal pianoforte bianco era morto guidando per venire da me.
Le ginocchia improvvisamente mi cedettero e mi ritrovai inginocchiato sul pavimento della mia stanza fissando il vuoto senza neanche piangere.
La mia mente si rifiutava di credere che non lo avrei più rivisto e continuavo a ripetermi che doveva essere solo un macabro scherzo, ma sapevo che non era cosi.
Se solo non avessi insistito perché Lui venisse da me, niente sarebbe successo.
Cominciai a capire che non sarei più stato tra le sue braccia, che non avrei più potuto baciare le sue labbra, che non avrei più sentito la sua voce.
Continuavo a fissare il vuoto senza piangere mentre tutti questi pensieri affollavano la mie, mente.
Non sapevo che fare. Avrei voluto parlarne con mio padre e cercare almeno il suo conforto ma sapevo che non potevo.
Mi feci forza e mi arrampicai sul letto, dove rimasi steso finché le lacrime iniziarono a uscire sole e soffocai i singhiozzi con il cuscino.
Quando il cuore ti si spezza, ti si spezza letteralmente. Io potevo e potrei ancora oggi contare i pezzi del mio. Mi sembra di sentire le crepature che lo attraversano. So che può sembrare assurdo, ma è davvero così.
È una ferita che non si rimargina e rimane lì a ricordarti cosa hai perso, e non solo chi hai perso perché perdere la persona che ami non significa solo perdere qualcuno, ma significa perdere l'Amore in cambio di un futuro incerto.
Compresi, quel giorno, che da quel momento niente sarebbe più potuto essere come lo avevo sognato, progettato.
Ho raccontato questa storia, come se fosse una fiaba, perché è come una fiaba che io l'ho vissuta, da quel giorno, però smisi di credere nelle fiabe e persi per sempre la mia innocenza assieme alla speranza di un lieto fine...
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top