Rabbia e Rancore (Episodio 11)
Il tramonto rosso fuoco, all'orizzonte si stagliavano strisce di nuvole porpora e rosa, nubi più scure si insinuavano in alto tagliate dagli ultimi raggi del sole; lo spettacolo che offriva il cielo ricordava l'infuriare di una battaglia, ed annunciava una notte di temporale. Quella mattina il principe si presentò al popolo salutando dalla balconata, non riuscì a proferire parola, fu Louis che parlò in sua vece "Popolo di Eridanium" un secondo di silenzio per ottenere l'attenzione della piazza. RosaNera era seduto nascosto sul davanzale della solita finestra senza vetri. Umberto era poco lontano e gli altri ragazzi mischiati tra la gente in punti strategici della piazza. La famiglia dei gemelli era rimasta indietro rispetto al castello, il padre non voleva rischiare nuovamente di essere preso. "Oggi è un giorno speciale per Eridanium, oggi ufficialmente conoscerete il vostro principe erede al trono" la voce dello stregone arrivava distintamente in ogni angolo della piazza e anche nelle vicine vie "Ventuno anni fa il principe Andrea fu salvato dalla magia oscura che si era abbattuta sul palazzo. Benevolo il nostro re Alberto la cresciuto e protetto, è arrivato il momento per lui di prendere il suo posto nel nostro regno" Louis si spostò affiancandosi al re, e face avanzare il ragazzo che salutò dalla balconata, il popolo esultò, con voce adulatrice il consigliere continuò "Come promesso ventuno anni fa inizieranno i preparativi per la grande festa dei cinque giorni prima dell'incoronazione, e fra un mese esatto al compimento dei suoi ventidue anni, il principe Andrea diverrà il vostro re!"ancora il popolo fece sentire la sua approvazione "ed ora il principe impartirà il suo primo ordine" la gente si ammutolì erano certi che avrebbe svelato il suo volto, Andrea si contorceva dal dolore, era una farsa, nient'altro che una farsa, sentiva insinuarsi nella sua testa le parole dello stregone, si avvicinò al bordo della balconata ed alzò entrambe le braccia, ma non si tolse la porcellana finissima che ricopriva il suo viso, il disappunto di alcuni serpeggiò tra le persone e una voce per tutti si fece sentire "Principe svela il tuo viso!" Andrea abbassò le braccia per calmare il vociferare che iniziava ad alzarsi da più punti della piazza "Ecco il mio primo ordine: Ufficialmente si aprono le giornate per i preparativi dell'incoronazione, vi ordino di adornare la città per i festeggiamenti e ..." il vociare si trasformò in urla, dal mezzo della piazza gremita fu lanciato un sasso verso la balconata, subito le guardie si porsero davanti ai reali. Il principe rimase per un attimo a guardare la folla che insorgeva "Vogliamo il principe! Vogliamo vedere il suo volto!" mentre Lois e Alberto erano già scesi e stavano in gran fretta cercando di raggiungere le proprie stanze, il principe scese lentamente la scala e si soffermò davanti al portone serrato del castello "Mio principe? E' rischioso rimanere qui." La sua guardia personale lo prese per un braccio e lo trascinò via. I soldati fuori dal castello ebbero difficoltà nel trattenere la gente che con già in mano i sassi voleva entrare e scagliare la rabbia all'interno del palazzo reale, si sentivano presi in giro. Urlavano e spingevano contro la transenna umana formata dai soldati "Usurpatore! " Ed ancora più forte "VOGLIAMO IL RE LEGITTIMO !!!". RosaNera osservò dall'alto la folla incontrollata che abbatteva i soldati che inerti non riuscivano più a proteggere le porte del castello, inevitabilmente il portone si aprì rompendo il legno che lo serrava dall'interno.
Le guardie del re intervennero e Louis diede loro la potenza di un esercito, riuscendo così a sedare la ribellione. Furono giustiziati sommariamente diversi uomini e alcune donne. Neanche l'intervento dei ragazzi e di RosaNera riuscì a evitare quelle morti. Jack e Melanine cercarono di far scappare le persone intrappolate nella piazza, Umberto si era buttato nella mischia ed era entrato nel castello rischiando di essere falciato anche lui dalla brutalità delle guardie trasformate dallo stregone.
I ricchi e i nobili, che ascoltavano gli editti dalle balconate che circondavano la piazza, avevano osservato inorriditi, molti di loro erano da tempo in contrasto con la famiglia reale, ma solo pochissimi si sarebbero uniti alla ribellione, troppi erano i privilegi di cui godevano.
Il ritorno alle proprie abitazioni della gente di Eridanium, fu accompagnato da rancore e rabbia, Lorene raggiunse Umberto che stava aiutando i gemelli a portare alcuni uomini feriti. Jack, stava aiutando Melanine e Giusy che a loro volta aiutavano altre persone a portare i feriti dal medicante. Alcuni avevano preparato delle portatine per trasportare i morti e dare loro una giusta sepoltura. "Umberto, dov'è Roby?"
"Era con me quando abbiamo assaltato il castello, sarà qua in giro!"
Lorene corse verso Giusy "Stupido! Non sei mica RosaNera!!!" sentì la voce preoccupata della ragazzina e vide Roby sdraiato su una lettiga rimediata da uno straccio e due pezzi di legno. Era ferito, ma era vivo! "Lasciami in pace! Non vedi che sto benissimo!" e senza successo cercò di alzarsi "Certo certo! Stai benissimo! Sei... non so cosa sei !" le lacrime scendevano copiose sulle guance sporche di Giusy. Roby l'accarezzò asciugandole e sorrise mentre Jack legò con una corda la lettiga e l'agganciò ad un asino. "Ciao Lorene! Ci vediamo alla locanda."
"Certo Roby" li osservò mentre si dirigevano verso le loro case "Jack? Tutto ok?" La piazza ormai quasi deserta, c'era ancora qualche ferito che veniva soccorso e portato via. "No! Non è tutto ok!"
"Andiamo! Non c'è più niente da fare qui" si sentiva così inutile. Tutte quelle morti ... perché? E lei non era riuscita ad evitarle!
Si sedettero al solito tavolo. Melanine e Giusy non c'erano, una era rimasta ad aiutare il medico, e l'altra era rimasta in compagnia di Roby. Intorno al tavolo solo Lorene, Jack, Umberto, e i gemelli Fabio e Enrico. La signora Luisa servì loro subito da mangiare e da bere, il padre di Umberto li guardava sconsolato dal bancone.
"I genitori di Anna sono morti" disse Fabio abbassando lo sguardo "Roby? Come sta?" chiese Umberto "Ha un bello squarcio sul braccio, ma se la caverà" rispose Lorene segnando con il coltellino il tavolo di legno. Rimasero in silenzio, Lorene prese il cucchiaio facendo diversi giri nel piatto, anche gli altri assorti come erano non toccarono cibo.
"Lorene! Tu sei la migliore amica di RosaNera! Devi dirgli cosa è successo! Deve aiutarci!" sbottò uno dei gemelli. Lei non si mosse, il capo chino, guardando il piatto come se potesse darle tutte le risposte "Sa cosa è successo! Era in piazza, era affianco ad Umberto...Ma lui è solo! Io non so, non so cosa fare!" in quel momento entrò Melanine con Anna in lacrime, in braccio un bimbetto di 4 anni il fratello di Anna.
"Ciaco!" urlò la sorellina di Umberto, ed Anna posò delicatamente il piccolo Carlo che corse verso Elena "Lena!" disse di rimando il bimbetto. Subito la locandiera prese Anna e la fece sedere su un tavolino appartato e le servì un te caldo, mentre Melanine raggiunse i ragazzi. Era stremata ed un velo di tristezza si era sostituito al suo solito buon umore.
"Devo Andare!" Lorene si alzò "Mani sarà preoccupatissima!"
I ragazzi non dissero niente, era lei il leader ed ora lei non sapeva cosa fare. Umberto la fermò prendendole la mano, si guardarono per un attimo, lui conosceva i poteri magici di Lorene "Cosa hai sentito?" l'espressione di lei fu eloquente "Dolore" ma sapeva che quello era ciò che provava lei, in realtà aveva sentito distintamente il terrore dell'oscurità, le guardie del re erano uomini terrorizzati dai demoni che ne avevano preso il controllo. Uscì e si mise a correre verso casa non accorgendosi della gente che si stava avviando verso la locanda.
Il vociare fuori dalla locanda preoccupò i genitori di Umberto "Bambini andate con Anna su nelle camere degli ospiti. Umberto, vieni con me a vedere cosa succede. Luisa rimani dietro al bancone" Si unirono anche gli altri ragazzi e varcando la soglia ciò che videro li sorprese non poco. C'erano diverse persone ordinatamente si erano riunite davanti alla locanda, tutti in città sapevano di Lorene e dei ragazzi, tutti sapevano che aiutavano RosaNera e sapevano della particolare amicizia fra loro. "Brava gente cosa fate qui davanti alla mia locanda?" Giusy e Roby si avvicinarono "Vogliono parlare con Lorene"
"E' andata via! E' andata a casa!" rispose a bassa voce Umberto. "Perché le vogliono palare?"
"Pensano che RosaNera sia l'unico che possa guidarli e organizzarli per attaccare il palazzo e ..."
Il locandiere prese allora la parola "Suvvia brava gente. Tornate alle vostre case. RosaNera ci ha spesso aiutati ma è un ragazzino come potrebbe guidarvi?" il signor Gerardo aveva ragione, un ladruncolo che probabilmente non raggiungeva i sedici anni di età come poteva essere il capo di una rivoluzione? Una donna di circa cinquant'anni con un evidente ferita sul viso affiancata da un uomo di circa trent'anni intervenne "Ho perso mio marito e mia figlia oggi!"
"Lorene abita con sua madre al casolare vicino al fiume. Andate da lei, solo lei sa come contattare RosaNera!" i ragazzi si girarono sorpresi, Anna quella ragazzina timida che raramente partecipava alle loro scorribande, aveva parlato con voce sicura a tutta quella gente. "Anna?" chiese Melanine "I miei genitori non ci sono più! Voglio unirmi a voi!".
I ragazzi guardarono tutta quella gente cosa attendevano ancora? Giusy vide avanzare suo nonno verso di loro "Andremo da lei. E voi ci accompagnerete"
"Nonno?" ma la folla approvava "Giusto! L'anziano ha ragione" si diedero quindi appuntamento prima del tramonto, fuori dalle mura, sulla strada che portava al fiume.
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