Quel Ragazzaccio di Lorene (Episodio 4)
"Lorene!!! Eccoti finalmente! Ma ti pare l'ora di tornare?" gli occhi nocciola di Mami squadrarono la ragazza dalla testa ai piedi "Guardati!" sbottò "Sembri un ragazzaccio di strada!" Lorene agguantò affamata una pagnotta e rovesciò delle monete sul tavolo ad assi di legno "Mami, ma io sono un ragazzaccio!! - Sorrise divertita. Era uscita prestissimo, amava uscire prima che sorgesse il sole, passeggiare lungo il fiume, ascoltare il silenzio, sentire l'odore del mattino, tutto di quei momenti la faceva sentire libera. "Mi farai impazzire! Sicuramente impazzirò! Anzi già ora mi fai diventare matta!" le girò le spalle per prendere una pentola di rame coperta con una tela, e da cui fuoriusciva un delizioso profumo, che interruppe immediatamente il "Dai Mami ..." due parole che significavano l'inizio di un lungo racconto per giustificare la giornata completamente passata fuori casa.
Lorene apparecchiò la tavola con una colorata tovaglia, due piatti, due bicchieri e due posate. I tovaglioli personalizzati con il nome erano stati ricamati da Mami. Il vassoio di vimini contenente un paio di pagnotte tra i due piatti; Mami portò al tavolo la brocca d'acqua ed il piatto preparato: orzo con pezzettini di carne essiccata, e della verdura conservata sottolio.
La loro casa era accogliente e calda, e Mami era tutta la sua famiglia, l'unica persona che riconosceva come madre, anche se Mami la aveva accolta quando aveva poco più di un anno, ma da quell'istante l'aveva trattata come sua figlia e per lei non c'era nessun'altra mamma.
A volte pensava ai suoi veri genitori, chi fossero, perché l'avessero abbandonata. Aveva ricordi vaghi per lo più sensazioni, calore, abbracci, risate cristalline. Lei non ricordava come fosse arrivata davanti alla porta di Mami, ma era li che Mami la trovò seduta sullo zerbino che giocava con le formichine che in fila indiana percorrevano il loro tragitto interrotto dalle piccole dita della bimba.
"eh, sentiamo cosa ti ha trattenuto questa volta, da non poterti permettere di essere a casa né per pranzo né per cena?" Mami si accomodò, con i suoi soliti modi aggraziati, iniziando a mangiare. Pur essendo una donna di povere origini, era molto fine ed elegante, alta e magra vestiva in modo semplice, lavorava il piccolo campo dietro la casa più che sufficiente per mantenere entrambe, e riusciva a racimolare qualche soldo con il ricamo. Lorene, invece, si sedette trascinando la sedia vicino al tavolo, ed affamata si riempì la bocca di due grosse cucchiaiate di orzo, con già in mano alcuni pezzi di carne ed un pezzo malamente spezzato della pagnotta. Con la bocca ancora piena, come un fiume in piena, inizio' a raccontare gesticolando e facendo cadere pezzettini di mollica e orzo dappertutto.
"... immagina lo spettacolo. La rugiada brillava sulla distesa di erba che scendeva scomparendo verso la riva del fiume, la luce rosa del mattino dipingeva il luccichio delle onde, è stato un momento che è durato un attimo infinito... " guardo' oltre Mami come ad assaporare ancora quell'immagine e poi cambiando repentinamente tono "Ascolta invece cosa è successo oggi... sai no, che la strada maestra percorre per un tratto il regno di Eridanium? Beh! Una carrozza di nobili scortata dalle guardie reali del regno di Euganei è passata di prima mattina... speravano di farla franca, io ero li. Sai ho visto tutto, ho aiutato anche... perchè sai che sono una sua amica e..."
"e? E un tubo! Sai bene che non approvo questa tua amicizia! Sai che è pericoloso! Sai che non tollero il furto! Quindi quelle monete sono da ridare ai legittimi proprietari mia cara Lorene!" sbottò Mami e visibilmente irritata continuò "Questo ladro, è un mascalzone! Lui e la sua banda sono il terrore del regno di Eridanium!"
"Non è vero Mami!" esclamo' Lorene, sentendosi ferita nel profondo "Lui ruba solo ai ricchi, ai nobili e difende i più deboli! Tutto quello che ruba lo dona alla gente."
Mami prese a sparecchiare la tavola "E' pur sempre un ladro! Ti sei domandata chi ci fosse nella carrozza? Non tutti i nobili sono persone malvagie. Non tutti sono come il re di Eridanium."
"Bhe.. non so, beh forse, non so bene. Si! L'ho aiutato ma non so chi ci fosse nella carrozza. Ma poi cosa c'entra! RosaNera combatte le ingiustizie! Lo sai anche tu! Lui non colpisce gli innocenti!"
"Sarà! Ma quei poveretti hanno avuto fin troppo coraggio a passare per il nostro regno"
"Dovevano andare a Menhir, ed è l'unica strada dal regno di Euganei, a meno che tu non voglia passare dalla foresta stregata" e con la bocca ancora piena "c'è anpcora pqualcosa pa manpgiare?"
"Santa ragazza! Mi farai impazzire!" e le porse delle frittelle di pane.
"Comunque, è stato un gentil'uomo! L'ho visto portare una sedia, una coperta e del vin caldo al cocchiere, perchè sai" fece una breve pausa per riprendere fiato "per rubare la carrozza lo aveva spinto giù dalla cassetta ed è rimasto li tutto solo sulla strada maestra. Dovevi vedere quanto sono state ridicole le guardie. Poi non so cosa sia successo, io sono rimasta sull'albero di guardia. Poco dopo sono tornate le guardie con la carrozza ed hanno ripreso il loro viaggio verso Menhir" fece una pausa per ingurgitare le frittelle "Poi è arrivato RosaNera! Sono saltata giù dall'albero e mi ha consegnato le monete, ed è andato via" si riempì di acqua il bicchiere fino all'orlo bevendo di un fiato, ed infine si pulì la bocca con la manica "si è diretto verso la porta est, dove inizia la via dei poveri."
Mami, che nel frattempo si era messa a lavare le poche stoviglie e a rassettare i disastri della ragazza, alzò gli occhi al cielo. Lorene, non da meno, la aiutava senza risparmiarsi, e soprattutto senza smettere di parlare e raccontare nel dettaglio ogni singolo avvenimento. Corse lungo i prati, arrampicate sugli alberi, e poi non mancava il giro nel portare aiuto ai bisognosi. Le giornate di Lorene erano sempre un'avventura. Spesso discuteva con le guardie del re, ogni qual volta che facevano un sopruso, e sempre interveniva in suo aiuto RosaNera.
Mami ascoltava sospirando, interveniva ogni tanto, quando il fiume di parole di Lorene si interrompeva.
"Oh Lorene, quando ti ho trovato sono stata così felice. Una bella bimba, il Signore non mi ha dato figli... ed ho trovato te, dalle gote rosse quei begli occhi grandi e neri, e guardati ora!" concluse delineando con la mano la figura della ragazza. Lorene si mise a ridere, sapeva già dove voleva arrivare la madre, sognava per lei un destino più "femminile", mentre la realtà dei fatti era che lei scorribandava per tutto il giorno, a volte capitava anche che si azzuffasse con altri ragazzi. La ramanzina quindi era d'obbligo tutte le sere e quando rientrava molto tardi o a notte fonda, Mami, ansiosa com'era, la riprendeva e le ricordava tutto il bene che le voleva, Lorene la lasciava sfogare e poi la abbracciava amorosamente, godendosi il tepore sicuro della sua casa.
"Mami, rassegnati non sarò mai una leggiadra damigella" ed imitò un grosso inchino e con una piroetta si buttò sul grosso divano pezzato posto proprio davanti al camino che scaldava la stanza e creava giochi di luce sulle pareti. La donna si asciugò le mani su grembiule e si sedette accanto. "Comunque, signorina, tu sei sempre presente quando quel ladro è nei paraggi. VERO Lorene!"
"beh, è che passavo di lì..." giocò un po' con le dita e cambiò discorso "Devo portare i ricami in città domani?"
"Si, sono già pronti, li sulla mensola, anche se non so se in piazza ci sarà mercato, sai che il re ha emanato un altro divieto e... " sospirò. "Tranquilla Mami, ho i miei clienti di fiducia" e si ranicchiò tirandosi il plaid sulle spalle e scoprendo i piedi "Mami, mi racconti come era prima? Prima del re Alberto" sapeva a memoria la storia, ma amava ascoltare le gesta dei sovrani che prima di re Alberto avevano governato saggiamente. La donna inizio' a raccontare dei legittimi sovrani, delle feste, della felicità del popolo e del benessere che prosperava. "Sai Mami, prima o poi dovrà lasciare il trono...il legittimo erede è quasi pronto e il re Alberto non ha alcun diritto...lui è ... beh non è neanche re! Si fa' chiamare re perché ha manie di grandezza ma lui non è niente! Il principe dalla maschera di porcellana, lui è il legittimo erede al trono! Tutti dicono che è buono, anzi buonissimo, ed io lo spero davvero. Il popolo di Eridanium è stanco dei soprusi, ma non si ribellerà mai al re credono sia protetto dalla magia di Syran"
"Si! Figurati!" sbotto la madre.
"Già! Anch'io non ci credo, non posso credere che Syran sia malvagia, forse dispettosa, ma non malvagia. Purtroppo però la maggioranza della gente crede che il re sia protetto dalla magia malvagia di Syran" si guardò le mani preoccupata, e iniziò a tamburellare sul divano con il piede "Io penso che ci sia qualcosa di più brutto"
"Cosa Lorene?"
"Penso che il re Alberto opera con la magia del buio e se questo è vero, beh anche il principe forse..."
"Va bene, non è un nostro problema per ora, cosa ne dici di ravvivare il fuoco e di preparare del buon te' caldo?"
"ah dimenticavo! Oggi ho incontrato un ragazzo al fiume, uno strano ragazzo. Non è di qua." gli occhi della ragazzina si illuminarono "Ci siamo dati appuntamento, ci rivedremo anche domani, sai non so, è simpatico!"
"Davvero?!!!" Era la prima volta che Lorene riportava un incontro con un ragazzo che non fosse una azzuffata "E', è fantastico! Vai che forse è la volta buona. Ho nel baule un bel vestitino e con alcuni accorgimenti ti starebbe un amore"
"Mami! Ma stai scherzando?!! Si è simpatico, è vero! M non è quello che pensi! E comunque, se vuoi saperlo, è anche un ragazzo maleducato e basta!!!!" con stizza diede la tazza di te' alla madre e tirandosi le ginocchia al petto sorseggio' con cautela il suo te.
La donna prese la tazza con delicatezza soffiò per raffreddare l'infuso, e mentre si scaldava le mani guardò divertita il volto assorto e confuso, di quella bimba che stava diventando donna e mormorò "ci sarà un giorno che damigella sarai...così è scritto..." la figlia la guardò sorpresa "Cosa hai detto Mami?"
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