Le Leggendarie Stanze di Syrian (Episodio 19)
<<Si sono fermati qui !>> Alberto indicò dove poco prima Lorene perse i sensi <<Sembrerebbe siano saliti per queste scale>> gocce di sangue macchiavano il granito dei gradini, Louis era dubbioso <<Effettivamente, le tracce sono molto evidenti>> disse il consigliere analizzando anche le altre alternative.
Alberto era agitato quei tunnel lo soffocavano <<Io ritengo che siano andati per forza per le scale ... la principessa Lorene aveva una profonda ferita al fianco... non credo abbiano avuto il tempo e la forza di pensare ad un diversivo>> la luce in fondo alle scale lo attirava, voleva uscire da quei tunnel al più presto. Il consigliere analizzò il legno marcio e scartò immediatamente quella via, quindi schioccò le dita illuminando per pochi attimi il cunicolo con un fascio violetto <<Seguitemi! Sono andati da questa parte!>> disse infine.
<<Stai scherzando? Non c'è la minima traccia del loro passaggio in quel cunicolo!!!>> Alberto sbottò alterato, fermando i soldati.
Una scintilla di cattiveria percorse gli occhi del viscido consigliere << Come credete! Se ritenete più saggio seguire le scale non sarò io ad oppormi. So per certo che solo una strada porta alla salvezza, vi ricordo che i tunnel sono infestati da mostri e chissà cosa altro. Io andrò ... >> Il re lo interruppe con rabbia <<Basta!! Favole e leggende!!! Chiacchere tra villani sulla strega Syran e i suoi anatemi!!! Questi tunnel sono solo i sotterranei della città, nient'altro!>>
Rimasero in silenzio qualche istante sfidandosi con lo sguardo, Si percepiva la tensione dei due e la paura tra i soldati.
Alberto digrignò i denti <<Eh sia. Ci divideremo! Lexas, Tetrei e voi altri tre con me! Noi seguiremo la via più sicura quella delle scale!>>
<<Bene!>> disse soddisfatto Louis e rivolgendosi ai soldati rimasti <<Voi tre venite con me, seguiremo la via più sicura quella del cunicolo... Ricorda Alberto non sempre è tutto come appare!>> schioccò le dita ed il tunnel si illuminò in diversi punti lungo la parete di una luce violacea fosforescente. I soldati lo seguirono seppur titubanti costretti dalla magia dello stregone.
Sir Lexas avrebbe voluto seguire Louis, credeva nelle leggende <<Re, ne è certo? Non sarebbe meglio seguire il consigliere?>>
<<Che ti prende Lexas credi ancora alle favolette dei bambini?>> rispose acido Alberto e risoluto salì sul primo scalino e mestamente lo seguirono i due sir e i soldati.
I primi gradini erano grezzi e poco regolari, via via salendo si facevano più regolari e il granito lasciava il posto ad un marmo bianco. Ad ogni passo si illuminavano, sir Tetrei si guardò indietro e notò che gli scalini cambiavano colore dopo il loro passaggio da bianchi e luminosi divenivano neri come la pece, sembrava che il tunnel li ingoiasse.
<<Re, non possiamo più tornare indietro>>
<<Quindi? Cosa ci importa siamo ormai vicini. Non sentite anche voi le voci dei due ragazzi>>
Tesero l'orecchio per ascoltare quello che ancora il loro udito non percepiva sentirono un soffio leggero che appena li sfiorò portava le voci come un eco lontano
<< ...Calmati Lorene, non è colpa tua. come potevo io sapere chi eri realmente tu, e tu come potevi sapere chi fossi io...>>
I soldati si rincuorarono e ripresero fiducia, Alberto sorrise soddisfatto, aveva avuto ragione lui. <<Avanti soldati corriamo così da raggiungerli prima che trovino la via d'uscita>> e convinti da quegli echi lontani, prima i soldati, poi seguiti dai sir e da Alberto salirono le scale correndo fino ad arrivare al termine delle scale. Si fermarono di scatto guardando il pavimento che specchiava la volta del tunnel, in fondo si vedeva un azzurro inconfondibile era il cielo riflesso e piccole nubi che si muovevano velocemente << Ecco l'uscita! Andiamo!>> esortò il re.
Il primo soldato iniziò a camminare sullo specchio il suo corpo però non veniva riflesso e più si dirigeva verso le nuvole più veniva inghiottito da una nebbia lattiginosa, fino a scomparire. Alberto rimase un attimo perplesso e vedendo il timore sul viso dei soldati li incitò a proseguire <<Avanti, seguiamolo>> e gli altri due soldati scomparvero come il primo. Lexas e Tetrei incrociarono i propri sguardi <<Alberto, sei certo che non sia successo niente ai soldati?>>
Non rispose Alberto al suo posto si sentì nitidamente l'urlo di Louis <<ECCOLI!!>>
<<Evidentemente i tunnel si riuniscono...>>pensò Alberto e disse seccato <<Direi che siamo certi!!>> e si incamminarono insieme; più si addentravano più la nebbia si infittiva fino a farli perdere. Alberto aguzzava la vista ma vedeva solo e nient'altro che bianco. Camminava lentamente, cercando la parete del tunnel ma non riusciva a trovare niente era come in un'infinita ovatta. Non capiva più da quanto tempo stesse camminando, finché il suo piede sinistro non toccò terra e precipitò lungo la cascata.
Il suo corpo cadde nell'acqua del fiume, e le correnti lo trascinarono inerme fino a buttarlo su una riva non molto lontana dalle mura di Eridanium, stessa sorte avevano avuto i sui fedeli e i tre soldati. Inermi per terra, tra arbusti e terra.
Louis si avvicinava lentamente ormai certo di averli catturati. Il suo ghigno rendeva il suo viso deformato e spaventoso. Si fermò di scatto quando vide dei corpi cadere aldilà della parete trasparente. Riconobbe dalle vesti, Alberto. I ragazzi si girarono osservando anche loro quella scena inconsueta, confermando loro che non era una via di uscita.
Andrea non sapeva cosa fare, non voleva cadere nuovamente nelle mani di Louis, piuttosto avrebbe preferito morire. Guardò il suo aguzzino, posò gli occhi su Lorene sfinita più che mai, ed infine osservò la parete cangiante <<Lorene, forse non ci salveremo ma ...>> anche lei guardò quella parete <<Andrea...>> ma entrambi rimasero stupiti dell'immagine oltre i giochi di luce, una figura eterea e longilinea stava disegnando una porta affianco ad essa un ragazzo che l'aiutava ed era identico ad Andrea. Louis si irrigidì <<Marco?>> disse sorpreso, e quindi corse con la spada sguainata verso i ragazzi. << Saltiamo verso la porta saltiamo dall'altra parte!>> urlò Lorene e si alzarono di scatto salendo di corsa i gradini, spiccarono il salto insieme e con un balzo si ritrovarono al di là della porta, spalancata da un Marco sorridente che prese al volo Lorene, mentre Andrea fu accolto dalla eterea donna.
La porta con un tonfo si chiuse in faccia al consigliere, e scomparve sotto gli occhi attoniti dello stesso. La parete trasparente si infranse e l'acqua invase il cunicolo trascinando lo stregone e i soldati lungo tutto il percorso fino a sputarli fuori da un tombino della piazza di Eridanium. Storditi e svenuti furono accolti dai soldati schierati con il popolo; prontamente furono legati e portati nelle segrete di Eridanium.
I ragazzi sentirono degli urli soffocati e videro i corpi travolti dalla forza impetuosa dell'acqua e dopo un rombo assordante più niente, solo silenzio.
Lorene in braccio a Marco atterrato per terra, affianco a lui Andrea anch'esso in terra. Un luminoso salone ottagonale li aveva accolti, sia il pavimento sia le pareti erano bianchi percorse da venature blu elettrico. Il salone era inondato dalla luce intensa e pulsante dei marmi gli stessi degli scalini.
Appena Lorene si rese conto di essere comodamente seduta sulle gambe di Marco si ritrasse imbarazzata portandosi davanti ad entrambi <<Ma voi siete gemelli!>>
Andrea rise e diede una pacca a Marco <<Era ora che venissi in nostro aiuto!!! Cosa stavi aspettando?>>
<<Dillo a Syrian, è lei che ha fatto tutto, io ... >> indicando il nulla <<Ma dove è finita?>>
Lorene era sempre più costernata <<Ma chi siete voi? E dove siamo capitati?>>
I ragazzi si alzarono e porsero la loro mano a Lorene che aiutata da Andrea e Marco, a sua volta si mise in piedi.
<<Io sono il principe Andrea, al suo servizio Regina di Eridanium>> e fece un elegante inchino.
<<Io sono semplicemente Marco, con la sfortuna di somigliare a questo qui!>> e anche lui fece un elegante inchino.
<<Siete praticamente identici!>> disse lei.
<<Ma non siamo fratelli, non siamo neanche parenti!>> concluse Marco, che si appoggiò alla parete portando le mani dietro la nuca, il tempo di accorgersi delle vesti piene di sangue addosso a Lorene <<ANDREA!>> urlò avventandosi addosso a lui <<Ti avevo detto di proteggerla! Sei un idiota!>>
<<Sa proteggersi da sola!!!>> si divincolò il ragazzo << La tua ragazza è RosaNera!>> e avvicinandosi alla ragazza le alzò leggermente la camicia per vedere la ferita, che non sembrava più sanguinare come prima. <<Lorene! Non sei più ferita.>> esclamò sorpreso; lei si tastò il fianco e non c'era più nessun taglio, anche Marco la esaminò, finché, Lorene spazientita diede una pacca ad entrambi che all'unisono emisero un 'AHI' infastidito. <<La smettete? Smettetela di parlare come se io non ci fossi e smettetela di guardare!>>.
<<Perdonami Lorene..>> disse Marco e rivolgendosi al principe <<Che importanza ha chi sia lei! Hai permesso che la ferissero!!!>> e le si avvicinò controllandole il corpo, ma le sue mani si avvicinarono troppo al seno e ricevette uno sonoro schiaffone da parte della ragazza.
<<Smettetela voi due mi state facendo impazzire!>> Lorene si allontanò dai due spintonandoli <<Fino a pochi istanti fà ero convinta che Andrea fosse Marco ed ora venite fuori che siete due persone distinte.>> poi guardando con rabbia Marco <<E comunque sei uno stupido!!! Ed io so difendermi benissimo da sola!>> ed in cagnesco si rivolse ad Andrea <<e tu non pensare di avere ragione!>>
Andrea sospirò, nel frattempo si era appoggiato ad una delle otto pareti, con le braccia conserte <<Comunque Marco te lo posso assicurare, sa difendersi benissimo da sola!>>.
Lorene digrignò i denti offesa e pur di avere l'ultima parola sentenziò <<Ma guarda...che sfortuna! Anche le tue ferite si sono rimarginate.>>.
I ragazzi rimasero un attimo in silenzio, il primo che interruppe quell'attimo di pace fu Marco <<Sono quasi certo che Syrian ci abbia trasportati in qualche modo nelle sue leggendarie stanze, questo spiegherebbe la vostra guarigione>> ed anche lui si appoggio alla parete affianco al gemello.
<<Siete identici>>
<<Già, infatti Louis ci scambiava a suo piacimento.>>
<<Ma la maschera della tortura l'avevo solo io!>>
<<Questo è vero, ma quando torturava te, anche io sentivo dolore>>
<<Non certo lo stesso!>>
<<Ok, questo te lo concedo...ma compensava la cosa con le frustate e ...>>
La ragazza attonita, seguiva il loro battibecco, e cercava qualcosa che le permettesse di riconoscerli, di differenziarli, ma erano del tutto identici; poi un fascio di luce illuminò gli occhi di entrambi, notò nei loro occhi nocciola il verde smeraldo di Marco, e l'azzurro intenso di Andrea.
<<Voi siete i gemelli perduti del regno di Euganei>>
<<Cosa?>> dissero all'unisono interrompendo le loro schermaglie.
<<Voi siete i gemelli del regno di Euganei>> ripeté Lorene.
I ragazzi si scrutarono seri per un attimo e poi iniziarono a ridere uno di fronte all'altro <<Impossibile>> Andrea fu il primo a smettere di piegarsi in due divertito <<Tanto per cominciare io sono più grande di Marco, inoltre siamo simili perché Louis ci ha fatto un incantesimo quando ci ha trovati tra le rovine del castello di Eridanium.>>
<<E cosa ci facevate tra quelle rovine?>>
<<Dopo la disfatta della Regina Annika e di re Michele, tutta Eridanium aveva subito danni, io e Marco siamo orfani vivevamo nella casa della dama Mergherita, adiacente al castello.>>
Tutti sapevano cosa era "la casa della dama Mergherita" era un rifugio per i bisognosi soprattutto per madri o padri soli e per bambini e ragazzi senza genitori. Fortemente voluta dalla regina che aveva aiutato dama Mergherita che a soli sedicianni aveva dato alla luce il futuro capitano delle guardie reali. Dama Mergherita era una donna buona e solare e dava asilo a chiunque avesse bisogno.
Lorene seppur guarita si sentiva stanca quel luogo completamente asettico le dava un senso di torpore. Si appoggio al muro in mezzo ai ragazzi e quasi contemporaneamente tutti e tre si sedettero.
<<Eppure, avete le caratteristiche dei principi scomparsi. Forse le regine degli Euganei hanno pensato di proteggervi portandovi presso dama Mergherita>> le parole di Lorene erano stanche, divenivano un sussurro. <<Non vi sentite anche voi stanchi?>>
<<Un po', più che altro ho un gran sonno>> disse Marco avvicinandosi alla ragazza, la quale rannicchiandosi appoggio la testa al petto di lui, che portò il proprio braccio intorno alle spalle di lei.
Andrea fischiettò <<Possiamo evitare? Non mi va di fare la candela!>>; subito Lorene si raddrizzo allontanandosi, si portò le ginocchia al petto <<Io non sono insieme a lui! Sia ben chiaro!>> disse indispettita.
Gli occhi dei ragazzi iniziarono ad abituarsi al candore luminoso della stanza. <<Ci sono porte per ogni lato, chissà da quale siamo entrati noi.>> Andrea si stirò e appoggiò la testa al muro guardando il soffitto, Lorene abbracciò le ginocchia, e Marco la cinse col braccio avvicinandola a se, sussurrandole <<Io, invece sono insieme a te>> . Lo impietrì con lo sguardo e spostò il suo braccio dalle sue spalle.
<<Una, due, tre porte a destra>> disse l'ex principe.
<<tre a sinistra>> replicò il gemello.
<<Bravi! Sapete contare fino a tre!>>
Si voltarono, e il muro dietro di loro era bianco senza nessun segno.
<<Beh, ragazzi siamo in una bella candida stanza ottagonale con sei porte, che facciamo?>> l'ex ladro si alzò di scatto stufa di essere in un posto senza far niente ed imbarazzata per la presenza di Marco e Andrea <<Non so voi, ma io mi sono stufata di stare qui! Voglio tornare in città!>>
<<Cosa proponi? Proviamo ad aprire le porte?>>
<<Perché no?>>
<<Lorene!>> i ragazzi la chiamarono in contemporanea e indicarono il lato opposto <<Li non c'è una porta c'è un quadro.>>
Si girò osservando la parete indicata dai ragazzi <<E' strano, è confuso... guardate tre volti>>
<<Marco, guarda questo volto, il primo qua in alto, non ti ricorda RosaNera???>>.
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