La Maschera di Porcellana del Principe (Episodio 9)
L'acqua brillava della luce del mattino, si sedettero vicino all'albero cavo. Nella cesta c'era pane, marmellata, e frutta. Marco prese una mela e l'addentò. "Lorene, ieri sera ti ho chiesto di RosaNera perché - che gli dico... perché voglio consegnarlo al re? - perché, voglio scoprire chi è. Tu sai chi è vero?"
Lorene si rabbuio, seduta a gambe incrociate, le mani giocherellavano con il pane "Si! So chi è." sospirò "E'... che è complicato! - come faccio a dirgli che rapporto c'è fra me e RosaNera - Vuoi davvero sfidarlo?"
"Ti giuro Lorene, non è un capriccio. Io, non sono un viandante e non sono neanche un fuggiasco!"
"Beh, questo l'avevo capito..." anche se era palese si sentiva comunque delusa "sei un nobile, probabilmente della corte del re" abbassò gli occhi per poi rialzarli immediatamente e sporgendosi verso di lui "ma ti prego! Dimmi che non sei dalla sua parte" come poteva amare un ragazzo che non condivideva i suoi principi, che sposava le ingiustizie del re?
"Si! è vero! Faccio parte della corte del re. Ma odio lui e il suo viscido consigliere!"
Lorene lo abbracciò travolgendolo "grazie, grazie, grazie! Sarei impazzita se eri un suo sostenitore!" poi si staccò un attimo da lui, ormai sdraiato sull'erba, e lei sopra che lo guardava rapita. "Ma non posso dirti chi è RosaNera."
"Capisco" le prese la ciocca di capelli che le scendeva dal viso e la pose delicatamente dietro l'orecchio accarezzandola dolcemente, si avvicinò con il viso e le sfiorò le labbra. Lorene era ancora confusa, sentiva il cuore scoppiare ma non poteva ancora fidarsi di lui e si allontanò.
"Io non posso dirti chi sia, ma forse lui.., si, forse lui potrebbe decidere di rivelarti la sua identità" si rimise seduta affianco a lui e finalmente decise di iniziare a mangiare il pane con la marmellata "Oggi fatti trovare qui al solito orario. Lui ci sarà"
Marco la osservò assorto, e tutto se stesso chiedeva di toccarla di abbracciarla di baciarla. Sentiva crescere il desiderio e non riusciva a pensare ad altro. Lorene, girò gli occhi verso di lui, ed anche lei sentiva il bisogno di stargli vicino di sentire la sua pelle, il suo odore.
Fu un attimo, il pane rotolò per terra come il torsolo di mela, la mano di lei sfiorò dapprima il collo e poi la guancia, lui la prese per la vita avvicinandola al suo petto, le loro labbra si schiusero, i loro corpi si unirono. Sentiva i muscoli delle spalle di Marco, contrarsi appena li accarezzava, la camicia bianchissima era ormai per terra, come anche le sue vesti. Lorene permise tutti i baci, permise alle labbra di lui di scendere lungo il collo fino all'incavo del seno. Marco la accarezzava con infinita delicatezza prima il viso, poi le schiena, ora il seno. Lorene alzò il volto per permettergli di baciarla ancora e in alto vide le fronde dell'albero le foglie e il cielo tutto sembrava girare, tutto si confondeva nel piacere, il profumo dell'erba, il profumo della pelle, in lontananza il suono del fiume e la natura che li circondava.
Il sole era ormai alto, Marco la accarezzava, erano sdraiati sull'erba abbracciati uno affianco all'altro, il fiume scorreva placido, e il cinguettio mattiniero degli uccelli era ormai cessato.
"Ti amo!" e la baciò nuovamente
"Me l'hai già detto" sorrise guardando il pane e marmellata non lontano ormai diventato di proprietà delle formiche. Si alzò e corse verso il fiume tuffandosi.
"Lorene! Aspetta." si sedette recuperando la camicia, ma la ripose subito, per raggiungere in acqua la ragazza.
Lorene si immerse e godette del silenzio che si percepisce solo quando sei sott'acqua, raggiunse facilmente le gambe di Marco e riemerse proprio davanti a lui, saltandogli al collo lo baciò. "E' tardi! Io devo andare!"
Il ragazzo indugiava e la teneva stretta a lui. Lorene si divincolo facilmente e presto fu a riva prese il telo dall'incavo dell'albero e si asciugò in fretta, in pochi attimi era già vestita. Finalmente anche il ragazzo si ridestò e si rese conto di quanto fosse tardi.
"Accidenti è tardissimo! - devo ancora dirle la verità - Lorene, io devo dirti una cosa molto importante" uscì anche lui dall'acqua, lei gli lanciò il telo "Va bene Marco. Ma ora devo scappare! Puoi dirmela dopo che ti sarai visto con RosaNera"
Prese la camicia e la casacca ed anche lui si vestì velocemente " Ma è davvero importante. Io.." ma Lorene era scomparsa. Dove era finita? Non poteva essere scomparsa in quella distesa d'erba. "Lorene?" sconcertato si mise a correre certo di raggiungerla verso casa. Ma di lei non vi era traccia. Davanti alla casa sotto il porticato c'era Mami seduta intenta a ricamare.
"Mami, ha visto Lorene? E' scomparsa all'improvviso." riprese fiato.
"No, ragazzo mio." sorrise, certamente doveva essere scomparsa usando i suoi poteri "Non ti preoccupare, ricomparirà"
Sconsolato prese Bianca e tornò al galoppo ad Eridanium; appena varcate le mura, portò il cavallo al passo, una strana atmosfera si percepiva per le strade, la gente al suo passaggio bisbigliava e lo guardava con rancore, da un antro fu scagliato un ciottolo che arrivò a pochi metri da lui, immediatamente un gruppo di soldati lo raggiunse circondandolo "mio signore, non è prudente rimanere da solo".
"Sono stanchi delle angherie di re Alberto." disse più a se stesso che non a risposta alla raccomandazione del soldato.
La situazione ad Eridanium, dopo l'ultimo intervento di RosaNera, stava aggravandosi; per le vie voci silenziose, chiedevano giustizia, chiedevano la rivolta, ma nessuno aveva il coraggio di guidarla, nessuno alzava la sua voce a rivendicare la libertà; ma la rabbia della gente era palpabile ed una scusa qualsiasi avrebbe dato il via ad una violenza senza controllo.
Le sue stanze erano poste sulla torre più alta, gli archi del terrazzo formavano lunghe ombre, ma sia la stanza da letto sia lo studio erano luminose, la luce entrava dalle ampie finestre. Louis, era uno stregone molto potente e praticava sia la magia del buio sia la magia della luce, ma prediligeva quella oscura che riteneva più forte. L'aria sempre presente a quell'altezza muoveva le bianche e leggere tende di fiandra. L'arredamento essenziale, solo la libreria stracolma di testi dava un tono di colore alla monocromaticità dell'ambiente. Era seduto al suo scrittoio di noce, intento nella lettura dell'antico testo del patto, il testo del regno di Eridanium; servivano tutti gli antichi testi di ogni regno per realizzare il suo piano, ed oltre ai testi ovviamente anche i quadri magici. I testi li aveva già consultati tutti, ma non erano sufficienti, le formule magiche che contenevano erano ben nascoste, e avevano funzioni differenti a seconda di come si combinavano, e potevano essere utilizzate solo sui quadri magici. La voce del re arrivò acuta alle sue orecchie dandogli il consueto fastidio. Quando aveva scelto Alberto credeva avesse ereditato un briciolo di magia che ogni casa reale possiede a Bodinkòs, ma la realtà era che il re era solo un uomo ambizioso e assetato di potere. Si alzò lasciando il segno nel testo con una piuma bianca, e si avviò verso le stanze reali.
"Alberto?"
"Louis. Il bando non ha fatto breccia sul popolo. RosaNera ha rovinato tutto!" il re camminava avanti indietro innervosito.
"Alberto, credo che la rivoluzione del popolo di Eridanium sia imminente - e lei non avrà scampo - dobbiamo trovare il quadro dei tre volti, è l'unica nostra salvezza."
"Cosa dici!" urlò adirato "La tua magia li terrà a bada, e se non bastasse li puoi distruggere con un sol gesto"
"Non esiste solo la mia magia."
"Hai già sconfitto ed annientato il potere della luce, cosa ti può' fermare ora?"
Louis sospirò spazientito "Certo! Ma essere re di niente non è divertente! Se elimina i suoi sudditi su chi e cosa governerebbe?"
"Sento una nota di sarcasmo!" ringhiò Alberto "Dobbiamo catturare RosaNera, e giustiziarlo in modo esemplare!"
"Sono d'accordo, certamente c'entra con il quadro. Ma non mi è ancora chiaro se conviene eliminarlo"
"Non mi interessa cosa credi di leggere nei tuoi alambicchi e nei testi antichi. dobbiamo trovare il modo di catturarlo! Organizziamo una imboscata, se almeno qualcuno sapesse chi è!"
Il consigliere sorrise con il suo viscido ghigno "Già già... nessuno sa chi è. Ma qualcuno dice di essere una sua amica carissima" il re lo squadrò incuriosito "Chi?"
"Una ragazzina che vive presso il fiume, appena fuori le mura del regno" girò le spalle al re ripensando a come aveva avuto quella notizia "Un suo suddito, come altri, un maschiaccio di prima categoria! Non ho avuto bisogno della magia, basta saper ascoltare le voci di strada..."
"Bene! Non mi interessa come hai fatto." colpì per tre volte per terra con lo scettro e il comandante delle guardie reali comparve al suo cospetto "prendete un paio dei vostri e andate a prelevare questa ragazzina che abita vicino al fiume"
"re Alberto" intervenne lo stregone "Questo non basterà ad ammansire il popolo di Eridanium!"
"Lo so bene! E' arrivata l'ora di comunicare l'imminente successione al trono!" il capitano era ancora in piedi in attesa di ordini "Lei che ci fa ancora qui?" urlò "Entro sera voglio al mio cospetto, l'amica di RosaNera!"
Il capitano scattò al comando e giratosi per eseguire il volere del re, non riuscì a fare neanche un passo "Quanta fretta!" i passi sicuri raggiunsero il re e lo stregone "Re Alberto, Consigliere Louis" "Principe?!" dissero all'unisono. La maschera bianca di porcellana finissima copriva il volto del ragazzo, le vesti regali e il mantello erano le uniche cose che lo distinguevano come principe. "Principe, il suo rispetto al re" disse Louis invitandolo ad inchinarsi, ma il ragazzo non diede cura e fermò il capitano delle guardie "Ho una idea migliore, senza dover prelevare una innocente!"
"E che idea sarebbe?" disse stizzito Louis "Voglio sfidare in pubblico RosaNera! Non potrà tirarsi indietro! Non è un vigliacco!" soddisfatto il principe notò l'approvazione dei due "e sono certo di poterlo battere!" concluse sicuro di averli convinti.
"Principe... mi sorprendete" mellifluo Louis squadrò il ragazzo, il re si strofinò le mani "Ragazzo mio" gli mise una mano sulla spalla "credo sia una splendida idea!" disse infine il sovrano osservandolo di sottecchi "Preparati allora! Ti presenterai ai sudditi entro questa settimana e annunceremo il tuo insediamento al trono, durante il quale sfiderai quel ladruncolo - eliminerò entrambi in un colpo solo - Comandante mi mandi l'emissario, prepariamo subito il comunicato!" l'euforia e i suoi pensieri di potere furono interrotti dalle parole del principe "Molto bene! Quando l'avrò battuto, sarà giudicato dal popolo e la gente di Eridanium sarà felice di avere un re giusto! RosaNera non è un fuorilegge e catturarlo sarebbe solo un enorme sbaglio!"
La rabbia si impadronì nuovamente del sovrano "Stupido ragazzo! Tu non sarai mai il re di questo regno!" urlò, mentre la risata scomposta di Louis fece eco alle sue parole.
"Sarà inevitabile! Quando salirò al trono tutto cambierà!" sicuro il ragazzo li affrontò, Louis smise di ridere e gli si avvicinò "Solo io conosco il viso che si cela dietro questa maschera! Tu non esisti! Sei un orfano! Sei stato creato per dare speranza ad un popolo sottomesso! Sei un burattino al mio servizio!" la sala si gelò, un brivido percorse la schiena del principe, che abbassò la testa; ma pur sapendo quanto fosse pericoloso, non temeva il consigliere, rialzò il viso e fece scorrere in basso la fine porcellana scoprendo solo gli occhi "Non ho paura di voi! Io non sarò il principe, ma tanto meno Alberto è un re!" ripose la maschera sul viso "Prima o poi regnerò! Ciò sarà inevitabile se non vorrete essere giustiziati dal popolo stesso!"
Si voltò di scatto, la maschera gli doleva come sempre quando sfidava Louis, con passo svelto desiderava tornare nelle sue stanze, il suo mantello taglio' l'aria, sfiorando il viso del re, si posò a terra senza il minimo rumore. "Fermati!" si fermò senza voltarsi "Vieni al mio cospetto!" la magia della maschera lo costrinse a girarsi ed inchinarsi davanti a Louis e al re Alberto. Digrignò i denti per il dolore che provava "Emissario, portate questo comunicato alla piazza: domani il principe Andrea si presenterà ai suoi sudditi e sfiderà in pubblica piazza il ladro RosaNera"
Andrea si rivolse all'emissario "Fatti scortare dalle guardie!"
"e perché mai?" tuonò il re
"Siete stato per le strade della città ultimamente? Senza una scorta verrà certamente picchiato se non addirittura ucciso"
Finalmente Louis liberò il principe che si alzò prontamente.
Il re per niente preoccupato della sorte dell'emissario replicò con sdegno "Poco mi importa! Le mie guardie rimarranno al castello!"
Andrea fece segno all'emissario di seguirlo "Andrete con le mie guardie private"
Louis lo richiamò nuovamente "Principe" lui si fermò nuovamente senza voltarsi "Domani si presenterà con la maschera! E poi, vedremo!!" serrò i pugni, pur potendo toglierla quando voleva, il legame con quella maschera rimaneva. Non poteva starne lontano e doveva portarla sempre con se. "Vedremo!" con il suo tono, sfidò ancora lo stregone e scomparve dietro i tendaggi, contraendo il viso per il dolore che ancora gli stava infliggendo.
Alberto era soddisfatto, l'unico suo desiderio era il potere e la ricchezza e non intendeva cedere il suo trono a nessuno.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top