Il Sentiero Iridescente (Episodio 15)
RosaNera vide sfilare al suo cospetto i cittadini di Eridanium, ognuno lo salutò rispettosamente, chi con un accenno di inchino, chi prendendogli la mano, chi con saluto militare. Lorene nei panni del ladro mascherato osservava in silenzio, i loro visi, i loro occhi che esprimevano gratitudine, e nello stesso tempo completa fiducia... fiducia in lei che era solo una diciassettenne che giocava a fare il ragazzaccio mascherato.
La gente pian piano tornò in città, percorrendo la strada maestra, lungo la via si erano formati capannelli di tre quattro persone, discorrevano degli avvenimenti appena accaduti, si udiva il vociare a tratti sorpreso e meravigliato, e nello stesso tempo timoroso del potere della luce che si era mostrato in tutta la sua magnificenza, e tutti erano consapevoli che il duello avrebbe deciso il futuro del regno.
Il sole ad ovest occupava con tutti i suoi lunghi raggi l'orizzonte cedendo il passo all'imbrunire della sera, i colori tipici del tramonto inondarono la piana allungando l'ombra delle figure che allontanandosi svanivano nella luce del tramonto.
Jack e Melnina erano uno affianco all'altro le dita delle loro mani strette, quasi che quel solo contatto potesse tenerli uniti per sempre, Anna, appena vicina, giocava nervosamente con il lungo nastro trasformato in frusta, al suo fianco Giusy si mordeva il labbro nervosa; Umberto stava impettito affianco a RosaNera come se fosse il suo secondo mentre i gemelli e Roby stavano qualche passo dietro a loro. Quando l'ultimo cittadino si congedò, i ragazzi si voltarono verso l'ormai decretato capo in attesa dei suoi comandi.
Gli incanti ancora aleggiavano e un surreale silenzio circondava i ragazzi, si sentivano solo i rumori della natura circostante: lo scorrere lento del fiume, gli insetti della sera, la brezza che faceva muovere delicatamente le foglie delle splendide querce peduncolate che puntellavano qua e là, la riva, diventando poi un bosco dall'altra parte del fiume. Ogni tanto Umberto si guardava in giro inquieto "Dove si è cacciata Lorene?", si domandava preoccupato non sapendo la vera identità di RosaNera, non sapendo di averla avuta sempre affianco.
La quiete fu spezzata dalla voce mascolina della ragazza che si volse al suo migliore amico "Umberto, ho bisogno di un riparo per la notte" Lorene non aveva intenzione di tornare da Mami, temeva eventuali ritorsioni da parte del re e del consigliere "Certo vieni alla locanda, al solito" rispose in automatico, ma lei non se la sentiva neanche di mettere in pericolo la famiglia del suo migliore amico "No, preferirei un posto fuori dalla città, che non metta in pericolo nessuno di voi" Giusy intervenne ricordandosi un luogo dove il nonno la portava quando era più piccola "Forse so io dove potresti nasconderti... è a ridosso della foresta stregata nessuno ha il coraggio di avvicinarsi" si assentò per qualche istante, ricordando le passeggiate con il nonno e quel luogo incantevole e misterioso "beh a parte mio nonno, ovviamente" ed emise un risolino imbarazzato.
"Molto bene! Allora dovrai accompagnarmi ... e... con voi altri ci vediamo domani in piazza" RosaNera impartì le ultime indicazioni, posizionando strategicamente gli amici, e spiegando loro che l'unica priorità era quella di proteggere la folla, indipendentemente dal ceto. "Voglio che ogni uomo, donna, bambino sia al sicuro, ognuno di loro è una vita preziosa!" Annuirono con rispetto ed ognuno contribuì con le sue qualità nella pianificazione della mattinata seguente, Fabio sfoderò le sue doti da stratega, Giusy un intelligenza fine ed arguta, Umberto l'anima del condottiero.
Non lontano Philippe li osservava, vedendo i loro spiriti guida che splendidi si innalzavano e danzavano in armonia incrociando le loro scie di colori luminose.
Sorrise l'anziano Philippe, e si incammino verso il casolare di Mami e Lorene. Si fermò a pochi metri da esso e rimase lì, fermo, appoggiato sul suo nodoso bastone "E' già andata via, quanta fretta mia signora" e sorrise nuovamente "Sarà meglio che mi sbrighi" prese la strada maestra per raggiungere il vicino villaggio. Suo era ora il compito di messaggero.
Il temporale della notte precedente aveva regalato una giornata tersa e limpida, nessuna nuvola si era vista nel cielo in tutta la giornata e con l'imbrunire la volta celeste, punteggiata da numerose e luminose stelle, si offriva allo sguardo vanitosa della sua bellezza. La luna illuminava la radura e si rifletteva sul fiume giocosa su quel sereno scorrere dell'acqua, il suo contorno si muoveva fra le leggere onde. I ragazzi si salutarono Melanine, Anna, Jack e i gemelli tornarono alle loro case, Anna, dalla morte dei suoi genitori, si era trasferita alla locanda con il fratellino, l'insistenza della sig.ra Luisa non permetteva alcun diniego.
"Andiamo Giusy, accompagnami!" disse usando ancora il tono falsato da uomo.
"Hei, io vengo con voi!" subito Roby si impose, pur essendo ancora dolorante per le ferite riportate i giorni precedenti
"Non se ne parla!" rispose prontamente Giusy "Non sono sola e per il ritorno c'e' Umberto!" Umberto fece un sorriso compiaciuto le era sempre piaciuta quella ragazzina, in verità lui aveva un debole anche e soprattutto per Lorene, ma con lei non c'era storia, poi da quando si era profilato quel bellimbusto di Marco, aveva perso del tutto le speranze. Roby si inalberò e guardò in cagnesco l'amico "Cosa ti ridi? Non devi tornare alla locanda ad aiutare tuo padre?"
"Ooooh smettila Roby! So badare a me stessa e poi sono preoccupata per te e per il tuo braccio! Tornatene a casa a riposare, è meglio!" ma il ragazzo ormai accecato dalla gelosia non volle sentire ragioni e infine tutti e quattro si incamminarono verso la foresta stregata, la foresta di Syrian la strega.
Le strade verso il posto indicato erano poco battute e quindi molto trascurate, camminarono silenziosi finché Giusy non li fece abbandonare la mulattiera piena di erbacce per prendere un sentiero quasi invisibile ormai coperto da erba ed arbusti ed appena accennato. Lorene notò che doveva esserci passato qualcuno lo stesso giorno, difatti l'erba era piegata e alcuni arbusti recisi. Allertò Giusy e i ragazzi, ma il cammino continuò nel silenzio della sera, finalmente Giusy indicò un grosso masso inclinato, appoggiato su un grosso tronco. Brillava alla luce della luna. Il tronco si slanciava alto e dietro ad esso iniziava il bosco, dapprima alcuni alberi e poi la fitta foresta. Il bosco appariva scuro in contrasto con il cielo stellato e i rumori notturni incutevano non poca angoscia. Lorene stranamente si sentiva quasi protetta da quella atmosfera, mentre i ragazzi ne erano evidentemente terrorizzati, anche se cercavano di nasconderlo.
"Giusy è perfetto!"
"Si, immaginavo ti sarebbe piaciuto" disse con un filo di voce e stringendo istintivamente la mano di Roby. Lorene lo notò, si rese conto anche del pallore dell' amico Umberto; si affrettò a congedarli "Beh, ragazzi ci vediamo domani!" Giusy da sempre protettiva, strinse ancor più forte la mano del ragazzo il quale istintivamente espresse il suo disappunto "Hey, mi stati stritolando le dita!" Giusy lo freddò con i suoi occhi di ghiaccio e pose un ultima domanda "Sicuro, RosaNera? Non vuoi che uno di noi rimanga con te?"
"Tranquilla! Qui sono a casa mia! Su, tornate, è già molto tardi!" i ragazzi non se lo fecero ripetere. Si salutarono e ripresero il sentiero da dove erano arrivati. Giusy era un ottima guida, conosceva quei posti molto bene ed aveva anche uno spiccato senso dell'orientamento. Fecero alcuni passi e si voltarono per salutare nuovamente il loro giustiziere, ma lui era scomparso.
"Andiamo!" infine disse Umberto e in poco tempo presero la mulattiera, a passo veloce arrivarono alla strada maestra e raggiunsero la porta est, era ormai sera inoltrata quando esausti rincasarono.
Finalmente sola, intorno a se solo il buio, in alto le stelle e la luna illuminavano di quell'azzurro tenue le rocce più lucide e quelle più iridescenti essendo prevalentemente minerali di 'Tetraedrite' composti di solfuro di argento, rame, antimonio, zinco e ferro. La foresta si innalzava scura come la pece, il suo profilo frastagliato di bassi ed alti alberi sembrava ritagliare il firmamento stellato, dando l'illusione di una gonna svolazzante. Si tolse la maschera e provò sollievo, quella schermatura di velluto nero, irrigidito nel profilo da un sottile filo di metallo coperto dal risvolto cucito da un semplice ricamo, era diventata pesante come l'enorme responsabilità che le avevano caricato nel pomeriggio. Il sol gesto di spostarla sulla testa a cerchietto dei capelli, le diede respiro. Si sentiva impreparata e inadeguata, si avviò stanca, verso il masso inclinato che sembrava riflettere la luce della luna più di altri posizionati qua e là sulla radura come se un bambino li avesse lanciati a casaccio. La roccia con l'albero affianco formava un riparo ideale per una notte praticamente estiva. Si abbassò quel poco sufficiente per guardare all'interno di quel rifugio e l'avvolse la totale oscurità "Devo tornare a casa a prendere le mie cose, e qualcosa per illuminare questo posto" si disse, pose la preziosa spada all'interno di una rientranza naturale e lentamente si diresse verso la casa di Mami.
Amava la notte, amava passeggiare in quelle ore dove ogni cosa si trasformava, i rumori cambiavano, e gli animali notturni le facevano compagnia con i loro versi. Percorse il sentiero assorta senza rendersi conto di camminare su un tratturo costellato di filamenti d'erba iridescenti, piccoli fiori dai colori fluorescenti e insetti anch'essi luminosi, ma osservando meglio oltre alle lucciole si potevano vedere esili figure dall'aspetto umano che brillavano alla luce della luna lasciando una scia di polverio scintillante. I suoi pensieri evocavano, invece, l'oscurità maligna percepita all'interno della carrozza, si era sentita persa, aveva sentito il male, il nulla, e l'energia che fuoriusciva che si insinuava soffocando gli spiriti più deboli.
Non la preoccupava il duello, il principe era leale, ma sarebbe rimasto tale, sotto il controllo della magia oscura? Certo, lei sapeva utilizzare un pochettino la magia della luce, aveva anche una potentissima arma, ma quella stessa lama ventitré anni prima non aveva sconfitto l'orda demoniaca scatenata da uno stregone potentissimo di cui nessuno conosce ne il nome ne l'aspetto. Alcuni insinuavano fosse stato aiutato dalla strega Syriam, ma lei e l'anziano Philippe sapevano che non poteva essere possibile.
Le sue gambe la portarono automaticamente davanti la casa, il sentiero scintillante aveva lasciato il passo ad una mulattiera piena di erbaccia fino ad arrivare alla strada maestra e poi alla strada sterrata e curata che portava alla abitazione; non era riuscita a cambiarsi ed era ancora con le vesti nere, la camicia leggermente scollata che permetteva di intravvedere le clavicole, mentre l'incavo del seno era nascosto da una sottile fascia anch'essa nera, i pantaloni e gli alti stivali la slanciavano ed infine il mantello le ricopriva le spalle ma fungeva anche da cappa, per coprirsi nei periodi freddi. Nelle giornate più fredde oltre alla camicia, aveva una pesante e comoda casacca. Si avvolse nel mantello, la notte era ancora fresca pur essendo iniziata l'estate, si avvicinò con cautela anche se era certa che Mami l'avrebbe riconosciuta anche in questi panni. Una quiete insolita circondava la dimora, nessuna luce filtrava giocosa dai battenti lasciati socchiusi, il porticato era buio, la porta principale accostata.
Lo sapeva, in casa non c'era nessuno e non ci sarebbe più stato nessuno, ma entrò ugualmente spalancando la porta con violenza ed il rumore secco contro il muro fece eco all'interno della stanza dove il camino sempre acceso, aveva ancora un po' di brace calda e null'altro, nessun odore di pietanze calde, le belle pentole di rame erano ben riposte appese alla parete, il tavolo di legno spoglio, e il divano pezzato vuoto "MAMI" chiamò urlando e sapendo che non avrebbe ricevuto risposta, salì a due a due i gradini che portavano alle camere da letto, entrò in quella della madre; era in perfetto ordine, il letto matrimoniale era coperto da una deliziosa trapunta ricamata dai colori dell'arcobaleno, illuminato dai pochi raggi della luna che riuscivano ad entrare dalla finestra coi battenti socchiusi, l'armadio vuoto aveva le ante appoggiate, da esso il caratteristico odore di canfora stuzzicava le narici, il piano del comodino solitamente pieno di libri e degli occhiali della donna, era vuoto e mostrava le venature più scure di un legno color nocciola. Indietreggiò uscendo da quella camera, era sgomenta, dove era finita la sua 'Mami' ? Forse era andata via con Philippe? Si diresse verso la sua camera, unica stanza rimasta esattamente come l'aveva lasciata all'inizio di quella lunghissima giornata, prese il minimo indispensabile e quando si sedette affranta sul suo letto notò sul piano della scrivania un biglietto ed un libro che non aveva mai visto prima.
Mia piccola bambina, ormai è arrivato il tempo che la tua Mami torni al suo villaggio.
Sii tranquilla, fatti guidare per ogni tua scelta dal tuo cuore e dal tuo io interno. Sii sempre coraggiosa.
Ricordati, ogni cosa che desideri se chiesta nel modo giusto sarà sempre ottenuta.
Usa con saggezza i tuoi poteri, e ringrazia sempre.
Spero che il mio regalo possa aiutarti ad affrontare il futuro che ti aspetta. Abbine cura e sappi che sarà il libro a chiederti di leggerlo nel tempo e nei modi che riterrà più opportuni.
Abbi cura di te. La tua Mami
Piegò la lettera e la pose tra le prime pagine di quel testo, sfogliandolo si accorse che non vi erano parole, la maggior parte dei fogli erano decorati da cornicette, alcune molto semplici ed altre estremamente elaborate; alcune pagine erano completamente bianche senza il minimo segno, mentre altre riportavano disegni e dipinti bellissimi ma appena li si osservava con più attenzione, i paesaggi e i personaggi scomparivano, i colori prendevano vita, e si trasformavano in quadri astratti, dipinti da eccentrici artisti. Frastornata chiuse il libro e lo infilò nella capiente borsa dapprima preparata, scese le scale osservando come fosse desolante, quella casa così vuota, si chiuse la porta alle spalle e senza voltarsi, più confusa che mai, si incamminò verso la foresta di Syriam.
Angolo Autrice set-2017:
Ciao a tutti,
voglio ringraziare tantissimo @amarantoazzurro per le correzioni e i suggerimenti, se vi va e vi piacciono i racconti basati sulle divinità greche, allora andate a leggere la sua bellissima storia "I Semidei di Asteria".
voglio anche ringraziare di cuore tutti coloro che si prodigano per fornirci la possibilità di attuare scambi di lettura. Sono davvero entusiasta di questa opportunità e sto scoprendo così tanti bellissimi pianeti, che semplicemente ADORO <3
Quindi grazie @MichelaVolover che è stata la prima ad avermi inserito in una delle sue liste SdL, e poi
grazie @justcallmemiia , grazie @LUCA-G2003, grazie @Giorgia332 , grazie @Misteryland , grazie @RedMoonHead
grazie per dedicarvi a noi tutti, grazie per il vostro tempo che usate nel seguire gli SdL. Spero di essere sempre all'altezza nelle mie recensioni e con i miei racconti; e spero di non essermi dimenticato nessuno, il grazie è ovviamente anche per tutti gli altri che non ho menzionato.
Nel prossimo episodio vi segnalerò i racconti che ho letto ultimamente e che mi hanno colpito particolarmente, per ora la smetto qui, e vi inserisco alcune curiosità (anche se dovrebbero far parte del capitolo "curiosità" :D :D :D ) =>
La Farnia (Quercus robur L.) detta anche, quercia peduncolata, è un grande e maestoso albero che si eleva mediamente fino a 30-35 m., ma, in esemplari isolati, può raggiungere i 50 m. ed un diametro del tronco di oltre due metri; molto longeva supera anche i 500 anni di vita. E' uno degli alberi cosmici, carico di simbolismi, da sem pre ispiratore di vigore e forza (robur); la sua chioma ombrosa ispira pace e serenità d'animo tanto è vero che il medico personale di Bismark, trovando l'illustre paziente esaurito dai gravosi impegni politici, gli ordinò di sdraiarsi mezz'ora al giorno sotto una quercia per ritrovare la lucidità persa. (descrizione presa da http://www.parcofluvialegessostura.it/fileadmin/parcofluvialegessostura/content/pubblicazioni/quaderno_flora.pdf)
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