Guardie e Ladri (Episodio 2)
GUARDIE REALI DEL REGNO EUGANEI
"Nessuna strada intorno ad Eridanium è sicura"
L'ultima frase del colonello delle guardie, si insinuava nella mia testa, appena varcammo il confine del regno di Eridanium. In lontananza vedevo le mura, purtroppo era l'unica strada sicura per arrivare a Menhir.
"Sicura..., naaah? La verità è che non esisteva più nessuna strada sicura nei dintorni di Eridanium, si era costretti a scegliere se finire persi nella foresta stregata oppure rischiare di essere derubati dalla banda di briganti con a capo il ladro leggendario di queste terre"
un rumore dal lato della strada mi distolse dai miei pensieri e subito portai la mano all'impugnatura della spada
"ovviamente avevo scelto i briganti, erano pur sempre umani e quindi gestibili con la spada... la foresta stregata invece... era tutt'altra cosa"
un frusciare di foglie attirò la mia attenzione, nuovamente guardai il terreno pieno di foglie degli alberi spogli vicini alla strada, ma sapevo già che tutto era immobile visto la mancanza di vento, feci rallentare il mio cavallo accostandomi alla carrozza.
Il conte accostò la tendina sporgendosi quanto bastava per farmi capire che avevo la sua attenzione.
"Mio signore, stiamo allerta, credo ci stiano seguendo"
Diedi un colpo leggero con il tacco al fianco del mio destriero e tornai davanti insieme alla mio secondo.
"Gerard, hai sentito anche tu ?" gli chiesi notando la sua faccia preoccupata, le storie che i viandanti raccontavano erano spesso piene di particolari e dettagli atroci.
"Non ho sentito niente, ma c'è troppo silenzio e la strada è deserta"
"Prepariamoci, ci potrebbero assalire in qualsiasi momento" gli dissi per alzare l'attenzione.
Tutti i miei sensi erano allerta, con la coda dell'occhio mi sembrò di vedere un ombra passare da un albero ad un altro.
Avevamo aspettato l'alba per passare dalla strada maestra che costeggiava Eridanium, il sole faceva capolino ma la brina ancora ghiacciata donava al paesaggio un atmosfera statica come una fotografia in banco e nero.
Tutto intorno era fermo persino gli odori e i suoni sembravano essersi gelati, si sentiva solo il rumore degli zoccoli dei cavalli e il lento cigolio delle ruote della carrozza, il mio respiro si trasformava in piccole gocce ghiacciate sulla barba e nuvole fredde scomparivano alle mie spalle.
Vidi un altra ombra, mi girai di scatto, ma niente, solo erba ghiacciata, i rami spogli degli alberi che salivano al cielo incrociandosi qua e la, e l'immobilità di qualche foglia gialla che ancora non si arrendeva all'inevitabile caduta.
"CHI VA LA?!" urlai. Le due guardie a cavallo di coda alla carrozza si irrigidirono, mettendosi sulla difensiva. Gerard al mio fianco strinse le briglie facendo saltare il passo al suo cavallo.
"Siamo guardie reali del regno Euganei, siamo ben addestrate!" dissi, più per far coraggio ai miei che intimidire l'eventuale aggressore, e certamente non mi aspettavo una risposta che invece arrivò "Buongiorno guardie reali del regno Euganei! Io sono RosaNera!".
La sorpresa mi fece arrestare il cavallo che alzò gli arti davanti, riappoggiandoli a terra con uno schiocco e facendo arrestare bruscamente i quattro cavalli della carrozza. Senti' il lamentarsi silenzioso dei due figli del conte, che avevano battuto la testa contro lo schienale dei sedili.
Il conte e la moglie rimasero fermi le tendine della carrozza chiuse, certamente erano infastiditi, ma si fidavano di noi, si fidavano delle guardie reali; con un cenno comandai ad una delle due guardie a retro della carrozza di portarsi affianco per proteggere il conte e la sua famiglia; e mi concentrai su quella inaspettata risposta.
La giovane voce maschile proveniva da un albero che si trovava al limitare dell ciglio della strada, un ragazzino completamente vestito di nero, era in piedi a braccia conserte, era issato in perfetto equilibrio su un ramo a circa un metro da terra, le spalle appoggiate al tronco, gli occhi coperti da una maschera nera e un ghigno di sfida stampato in faccia.
"Complimenti per l'entrata di scena" pensai "ma il resto della banda?" con un salto il ragazzino atterrò davanti a me, e sguainò la spada puntandomela al collo se pur ad una certa distanza visto che io ero a cavallo e lui era a terra. "Agile.." ma il mio pensiero' si blocco' sentendo il tonfo della mia spada che cadeva per terra, e non solo la mia, ma anche quella dei miei compagni. "Come cavolo ha fatto? Non puo' aver tagliato le cinte di tutti e quattro contemporaneamente, dove sono i suoi complici?"
Le mie mani fremevano, volevo mollargli un pugno, solo per la soddisfazione di togliergli quel ghigno soddisfatto. L'ho guardai con aria di sfida, certamente una spada puntata non mi avrebbe fermato facilmente.
"Ho la vostra attenzione?" disse sempre con quel sorrisetto. Era il momento giusto, saltai giù dal cavallo cercando di atterragli addosso; ma il tipo era davvero agile si scostò di lato e poi con un altro balzo si posizionò alla guida della carrozza spingendo il povero cocchiere che si trovò per qualche secondo in bilico tra la seduta e il vuoto, e poi rovinò per terra, mentre quel impudente ragazzino fece partire la carrozza spronando i cavalli a tutta velocità.
La guardai svoltare bruscamente verso una strada sterrata e scomparire nella polvere.
"MALEDIZIONE!!!" cercai di risalire a cavallo ma cadetti con tutta la sella. "MAH!!! CHE CAVOLO!!!" anche questa cinghia era stata tagliata, lo spettacolo doveva essere davvero esilarante, io! Il capitano Dario, il più autoritario delle guardie reali a gambe all'aria con la sella tra le ginocchia e il piede ancora infilato alla staffa. Dapprima sentii la rabbia salirmi dallo stomaco, mi sarei sfogato col primo che mi sarebbe capitato a tiro, e le mie intenzioni erano talmente palesi che intravidi Gerard e gli altri arretrare con espressioni contorte nel tentativo mal riuscito di trattenere le risate; poi li vidi raccogliere le rispettive spade ed anche il loro tentativo di ritornare al cavallo si concluse con altrettanti esilaranti cadute! Mi alzai con tutta la dignità che mi era rimasta posizionai alla bene e meglio la sella che agganciai in qualche modo, e quando mi ripresi da quello stato di rabbia ridicola comandai, quasi ringhiando, all'inseguimento.
Non ci volle molto per riprendere la carrozza visto che i cavalli trotterellavano tranquilli verso di noi, non c'era nessuno alla guida, il cocchiere l'avevamo lasciato ad attendere sulla strada maestra, e del ladruncolo nessuna traccia.
Fermai la carrozza con facilità, scesi in fretta da cavallo per controllare l'interno, aspettandomi niente di buono.
"Alla buon ora capitano Dario! Come vede siamo sani e salvi. Certamente non per merito vostro!"
Rimasi inebetito per qualche secondo, sufficiente per far alterare ulteriormente il conte "Cosa sta attendendo per liberarci da questi lacci !?" lui, la moglie e la giovane figlia avevano polsi e caviglie legate blandamente dalla leggera cordicella dorata delle tende, avrebbero potuto liberarsi in qualsiasi istante, il figlio, già di età adulta, oltre ad avere mani e piedi legati saldamente a doppio nodo, si ritrovava una bella benda, ricavata dalla tendina azzurra, che gli tappava la bocca, i suoi mugugni erano eloquenti quindi mi diressi subito da lui per liberarlo da quell' intralcio, ma il padre mi bloccò alzando le braccia legate in modo da non potermi avvicinare al figlio "La prego capitano lasci pure il bavaglio al mio petulante figlio, in modo da concedere riposo alle nostre povere orecchie" gli occhi del ragazzo strabiliarono indignati e la contessa con tono semi serio intervenne simulando un aria indispettita "Conte Marcello, come si permette di parlare così di nostro figlio?" e poi porgendomi un sorriso benevolo "Suvvia capitano veda di slegarci e di riportarci sulla strada maestra, entro sera voglio essere fuori dal regno di Eridanium".
Mentre li liberai ascoltai i loro discorsi, non sembrava affatto che fossero stati rapiti da un ladro. La ragazzina intervenne diverse volte con aria sognate "Madre, che avventura essere stati rapiti da RosaNera" pronunciava il nome facendo ampi sospiri e quando finalmente libera dai lacci, prendeva il suo ventaglio sventolandolo per calmare il rossore sulle guance.
Costatai che effettivamente quel ragazzino che si faceva chiamare RosaNera, era stato certamente agile ed aveva certamente estorto ai miei signori diverse monete d'oro e alcuni gioielli, ma aveva commesso questo reato, facendoli sentire felici di essere stati rapiti e derubati. Un ladro di classe, non c'è che dire. L'ultima frase che ascoltai uscendo dalla carrozza fu persino un ringraziamento "Marito, vorrei tanto rincontrarlo per ringraziarlo..."
Presi le briglie dei cavalli e lentamente ci riportammo sulla strada maestra, dove trovammo il cocchiere seduto su una vecchia sedia di legno che si scaldava con una coperta avvolta addosso e una bottiglia di vin caldo tra le mani.
Gerard mi guardò esterrefatto, il cocchiere appena ci vide si alzò di tutta fretta, disfacendosi della coperta "in men che non si dica", e tentennò qualche parola per giustificarsi" Quel ragazzo, quel RosaNera, è venuto qui e.., è stato lui, io non c'entro..."
Alzai lo sguardo, spazientito. "Lasci perdere! Non voglio sapere niente! Si metta in cassetta e riprendiamo il nostro viaggio." e senza che gli altri potessero sentirmi, conclusi "Siamo stati molto fortunati..." ed i miei pensieri si persero cercando di collegare i terrorizzanti racconti della banda del ladro RosaNera a quello che ci era successo. "Chi era realmente costui?"
Angolo Autrice:
Ciao :)
che dire la rete di casa non va... quindi ... niente da fare non è possibile pubblicare un bel niente ... uffy, uffy, ed ancora uffy. Quindi eccomi qui ancora in ufficio, dove il collegamento ad internet funziona alla grande!!! (in ufficio a 16 anni?... mah?)
Questo capitolo doveva essere il racconto fatto da parte di una Lorene trafelata a Mami, dell'agguato fatto ad una carrozza di nobili. Poi quando ho iniziato a scrivere mi è passato per la mente che tutte le volte le scorte sono bistrattate non sono mai protagoniste di niente, a meno che non fai la guardia del corpo in un film americano ... "Body Guard" giusto? Quindi è venuto fuori che il "narratore" non chè il protagonista di questo capitolo è il capitano delle guardie reali del regno di Euganei, zona realmente esistita in Italia che si estendeva più o meno verso nord-est dove ora c'è il Veneto.
Un personaggio completamente nuovo del mio racconto, quindi chissà che ruolo avrà, boh ci dovrò fare una pensata... per ora spero piaccia.
Cosa? le mie "menzioni" sono un po' vintage ? beh ve l'ho detto nel mio precedente "angolo" sono capitata qui in questo tempo, attraverso un salto temporale ... esattamente attraverso un salto fatto mentre scendevo dal tram, il 24 per la precisione. E' successo così: mentre il tram si avvicinava alla fermata di Crocetta come sempre aprendo in anticipo le porte prima di fermarsi completamente ed io come al solito sono saltata giù superando i due scalini e atterrando dritta sul marciapiede. Solo che il marciapiede del 1985 si è trasformato nel marciapiede del 2016.
Voce fuori campo: "Hei ma a chi la vuoi raccontare.... Bodyguard è uscito nel 1992!!"
Io: "davveroooooooo? ops mi avete beccata ... e invece no! Sono qui già da diversi mesi ed è fantastico tutto quello che puoi fare con la tecnologia oggi, sono nel futuro vivo nel futuro, è sempre stato il mio sogno, ma vi rendete conto che mezzi strepitosi, avete oggi? "
Perdonatemi ogni tanto entro nel mio mondo e parto in quarta :D
Una cosa importantissima che voglio fare subito è questa:
voglio ringraziare tutti i futuri lettori, voglio ringraziare per tutti i bellissimi commenti che riceverò, grazie per il sostegno grazie per credere in me e nelle mie storie, grazie per permettermi di aprire le porte del mio pianeta strano :)
Si lo so, sto ringraziando al futuro, beh che ci posso fare sono una viaggiatrice del tempo ;)
quindi ciao a tutti e grazie.
baciotti e alla prossima :)
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